Andalusia itinerante 2

Giro tra grandi città e località sulla costa, tra itinerari turistici e qualche sorpresa
Scritto da: mixy
andalusia itinerante 2
Partenza il: 27/06/2016
Ritorno il: 04/07/2016
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
“Giugno è il mese ideale per visitare l’Andalusia”, così mi dice un’amica che in questa splendida parte della Spagna vive da una decina d’anni. E così decidiamo: sarà la meta del nostro prossimo viaggio, una settimana circa proprio a giugno. Prenotiamo il volo da Treviso con un’ottima offerta, così come l’auto, direttamente in aeroporto.

Atterriamo a Malaga di sera, giusto il tempo per prelevare l’auto e andare in albergo. Lasciamo questa città per l’ultimo giorno di viaggio perché è sempre da qui che rientreremo in Italia. Il primo giorno ufficiale di vacanza sarà a Marbella. Sveglia presto e in poco tempo siamo arrivati. I parcheggi qui sono piuttosto cari, ma conviene utilizzarli perché sono comodi e centrali. Al mattino visitiamo il cuore della cittadina, il quartiere del Casco Antiguo, tra vie pittoresche con case bianche e balconi traboccanti di fiori, e Plaza de los Naranjos, piazza all’ombra di palme e aranci. Ci spostiamo poi sul lungomare, dove pranziamo in un ristorantino di pesce “on the beach”. Il pomeriggio lo passiamo sulla lunga passeggiata vicino alla spiaggia, tra palme altissime, artisti di strada, negozietti carini e musica, poi decidiamo di fare un salto a Puerto Banus, un porto piccolo ma con boutique, auto e yacht di lusso, una sorta di piccola Montecarlo pare molto amata dai ricconi. Dopo un giretto nella cittadina e una passeggiata accanto al porto, dove si vede ormeggiato un affascinante battello a vapore, ceniamo sul mare prima di ritornare a dormire a Malaga.

Il secondo giorno ci dirigiamo alla volta di Torremolinos ed Estepona. Qui vale la pena solo godersi la spiaggia, tra sole e mare, e ci rilassiamo qualche ora, per metterci poi in auto alla volta di una tappa che mi incuriosisce parecchio. Il tragitto è lungo, prendiamo alcuni panini e ci mettiamo in marcia. Puntiamo a Juzcar, meglio conosciuta come “Città dei Puffi”. Si tratta in un piccolo paese che è stato totalmente dipinto di blu per girare il film “I Puffi” e sfruttando l’onda di visibilità sono nati anche bar, negozi, mercati e ristoranti a tema. E io che adoravo gli omini blu da piccola, decido che è una meta da non tralasciare. Anche la guida cartacea che sto leggendo e alcuni siti internet la indicano come “curiosità immancabile”. Il villaggio si raggiunge dopo aver lasciato l’arteria viaria principale e dopo aver percorso per un’ora una strada tortuosa e stretta in mezzo al nulla. Una volta giunti a destinazione la delusione è grande, così come quella di alcuni turisti vicini a noi. Le case ormai sono scolorite e scrostate, tante sono in vendita, molti locali sono chiusi, l’ufficio informazioni è aperto solo nei week end e un signore, intento a ritinteggiare una delle statue giganti di Puffi, ci fa capire che il picco di celebrità si è ormai esaurito. Peccato. Filmati e immagini sul web non rispecchiano ciò che si vede. Il tempo di scattare qualche foto comunque e si parte alla volta di Siviglia, dove arriviamo in serata.

I tre giorni successivi sono tutti riservati a questa magnifica città. Visitiamo i maggiori siti consigliati, come Piazza di Spagna, davvero splendida nonostante i 40 gradi della giornata, e anche i giardini proprio di fronte, poi la cattedrale di Siviglia con la tomba di Cristoforo Colombo, super fotografata. Saliamo sul Metropol Parasol, l’enorme struttura in legno che offre un panorama su tutta la città. Passiamo gran parte di una giornata all’Alcazar, una chicca, bellissimo sia all’interno sia all’estero, i giardini sono magnifici tra fontane, piante rigogliose e pavoni che passeggiano indisturbati. Meglio munirsi di mappa e audioguida per apprezzare al meglio ogni angolo e la sua storia. Qualche ora di relax la passiamo ai Bagni Arabi, anche se il biglietto è piuttosto caro. Nei diversi giorni mangiamo quasi sempre tapas nei localini più caratteristici del centro dove passeggiamo, tra le vie turistiche e quelle più defilate, molte protette dal sole da grandi tende stese tra un palazzo e l’altro. Prendiamo anche un bus turistico, quelli dove si può salire e scendere a piacere, per completare la visita alla città.

Il sesto giorno di vacanza sarà per Granada, riprendiamo l’auto e ci dirigiamo verso La Alhambra. Per evitare le code arriviamo presto e si rivela una scelta azzeccata, riusciamo infatti a trovare posto nell’enorme parcheggio senza difficoltà, mentre dopo di noi vediamo arrivare parecchi pullman. La cittadella, insieme al parco, è molto bella. Dall’alto delle mura la vista è totale sulla città. Anche qui è consigliata la mappa e l’audioguida. Finita la lunga visita c’è tempo per un giretto nel centro storico. Il giorno seguente puntiamo a visitare due cittadine costiere e quindi di sera ci fermiamo a dormire a Nerja. Il parcheggio appena fuori dal centro è comodo e gratuito.

Il settimo giorno di vacanza inizia proprio qui, in questa piccola località meravigliosa, tra viette suggestive dove perdersi, dove tappa obbligatoria è l’enorme balconata a picco sul mare. Nel pomeriggio proseguiamo per Almunecar, basta qualche ora per una passeggiata, soprattutto sulla spiaggia, dove è d’obbligo salire sulla rocca panoramica, che soprattutto al tramonto regala colori e panorami suggestivi. L’accesso è gratuito. Torniamo verso Malaga dove ceneremo.

L’ultimo giorno del viaggio è tutto per Malaga, ma ci svegliamo con la pioggia e dopo un breve giro in città e nella zona del lungomare, il cielo sembra schiarirsi. Leggo online di una teleferica, “Teleferico Benalmadena”, che sulle guide, a sorpresa, non è presente. Riprendiamo l’auto e raggiungiamo la base di partenza della funivia, saliamo in vetta e la vista sulla costa è mozzafiato. Si può anche fare una passeggiata ad alta quota. Siamo pronti per il rientro in Italia, ma l’Andalusia ha ancora diverse città da visitare che questa volta non siamo riusciti a inserire nell’itinerario. Sarà un valido motivo per tornarci.



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