Andalusia on the road 6

Siviglia, Cordova, Granada, Malaga, Torremolinos, Marbella, Gibilterra, Tarifa
Scritto da: ambra504
andalusia on the road 6
Partenza il: 17/08/2015
Ritorno il: 28/08/2015
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €

Il nostro tour in Andalusia inizia con la bellissima Siviglia, dopo essere arrivati dall’aeroporto con un autobus abbiamo subito iniziato il nostro giro “perlustrativo”. La città ci è apparsa subito molto vivace, oltre che molto calda, e per molto calda intendo MOOLTO CALDA, per rendere l’idea posso dire che in agosto si parte da 25° alle 11 del mattino per sfiorare i 40° alle 17/18 di sera. Il centro della città è completamente pedonale e questo può avere i suoi pro e contro, di certo si può camminare liberamente e fotografare ogni angolo della città senza rischiare di bloccare il traffico o di essere investiti, ma per chi viene in auto potrebbe essere un problema se si sceglie di pernottare in centro. Attraversiamo le strade del centro con il naso all’insù guardando tutto ciò che ci circonda da bravi turisti curiosi, notiamo subito le tantissime botteghe artigianali, l’artigianato locale va dalle ceramiche alla pittura per non parlare delle tantissime sarte che confezionano vestiti per ballare il flamenco. Erano a dir poco meravigliosi, ricchi di dettagli merletti balze e dai colori più disparati. Si capisce bene che a Siviglia il flamenco è l’anima viva della città, non di rado incontriamo ballerini di flamenco che racimolano qualche spicciolo ballando per le strade. Attraversiamo le strade di siepes, cuna, velázquez affacciandoci tra un interno e l’altro, tutti piastrellati con mattonelle colorate dal sapore arabeggiante, passiamo per plaza nueva giungendo sulla strada principale: avenida de la costitución, sulla quale si affaccia la maestosa cattedrale di Santa Maria della Sede, la più grande cattedrale gotica del mondo, ed il terzo edificio religioso per dimensione dopo la basilica di San Pietro in Vaticano e la giralda, ovvero la torre antistante. Dopodiché ci siamo diretti verso la torre dell’oro, testimonianza della grandezza e dell’importanza della città al tempo della scoperta dell’America, era una dogana dove si importavano prodotti e materie prime dall’America destinate all’Europa, era infatti il principale porto di unione con il nuovo mondo. Da lì ci dirigiamo alla vicina plaza de toros, dove ci limitiamo a scattare qualche foto dall’esterno, lungi da noi avvicinarci a quel luogo di massacro e scempio insensato. Decidiamo di salire sull’enorme struttura di legno, il metropol parasol di plaza encarnación, salire su questo enorme ombrellone che ha la funzione di creare zone d’ombra ci ha stupiti, innanzitutto era l’unico posto ventilato dove si respirava senza boccheggiare e da lì si può godere della vista a 360° del centro della città e sbirciare sulle varie terrazze-bar della città. Il biglietto per salire costa €3 e nel prezzo è compresa una bibita in uno dei locali che circondano il parasol e un gadget, decidiamo di consumare alla sureña (http://lasurena.es/nuestra-historia) fast food spagnolo davvero molto carino dove si possono ordinare secchielli con ghiaccio e 5 birre per pochi spiccioli. Non è l’unico fast food low cost del luogo, si incontrano spesso per strada 100 montaditos (http://spain.100montaditos.com) che offre un menù di 100 tapas-panini mini a partire da €1. Decidiamo di mangiare un panino da TGB (altro fast food locale http://www.thegoodburger.com) e stremati torniamo nel nostro h Hostal. Il secondo giorno decidiamo di andare a vedere l’immensa plaza de España.

I colori e la magnificenza di questa piazza ci incantano, è di certo la piazza più bella che abbia mai visto, rifinita fin nei minimi dettagli, è di sicuro una tappa da non poter perdere. Questa visita ci ha portato via tutta la mattinata e non siamo riusciti a vedere i giardini di parque maria luisa anche a causa del caldo eccessivo e decidiamo di raggiungere il barrio santa cruz per sederci in un ristorantino e mangiare qualche tapa. I locali sono per la maggior parte muniti di vaporizzatori per rinfrescare l’aria (per fortuna), dopo pranzo visitiamo il reales alcázares, http://www.alcazarsevilla.org. Il biglietto costa €9 ma ne vale davvero la pena vedere questa residenza dei reali spagnoli dell’800. È ornato con piastrelle di ceramica e arabeschi in stucco, i giardini sono altrettanto belli e colorati ed è stato divertente perdersi nel labirinto di cespugli. Per la sera torniamo al caratteristico centro storico barrio santa cruz alle spalle della cattedrale, lì c’è una simpatica taperia dove si mangia direttamente al banco e il cameriere segna con un gessetto l’importo delle varie cose che ordini direttamente sul bancone, il locale è la bodega santa cruz ) per pochi euro abbiamo mangiato diverse tapa, tra cui la famosa tortillas spagnola e dei montaditos con il famoso jamon iberico.

Il giorno successivo visitiamo il quartiere ed il mercato di triana, è una zona piccolina ma molto caratteristica, il mercato è costituito su alcune rovine e vende tutti i prodotti tipici del luogo, sulla strada san jacinto ci fermiamo a pranzare in un ristorantino-taperia, il patio san eloy, http://www.patiosaneloy.com/ ed ordiniamo un piatto misto di tapas tipiche, nel piatto ci sono specialità di pesce e carne, c’é uno strano spezzatino in una sezione del piatto, lo mangiamo e sembra comune carne bovina, ma quando chiediamo al cameriere cosa avevamo mangiato, lui ci spiega che quello spezzatino in realtà era coda di toro. Per chi non va di sedersi e mangiare un’ottima alternativa è la cervecería la grande, https://it.foursquare.com/v/cervecer%C3%ADa-la-grande/4be31932b02ec9b6e8904ec0 si trova sulla stessa strada e serve unicamente gambas (gamberi) e cerveza (birra) da poter consumare in piedi, al bancone o su tavolinetti alti all’esterno. I prezzi di queste sfiziose e divertenti taperie locali sono davvero molto bassi, e vale la pena provarli tutti per sentirsi coinvolti nella movida andalusa. Nel pomeriggio visitiamo la cattedrale, https://www.catedraldesevilla.es/ anche qui si pagano €9 d’ingresso (gli ingressi alle attrazioni costano più del prezzo medio di pranzo e cena di un giorno a Siviglia). Questa cattedrale era nata per essere una moschea, ma fu consacrata cattedrale circa nel 1200, arricchita da ristrutturazioni gotiche nel 1400, rinascimentali nel 1500 e barocche nel 1600 rendono sicuramente la cattedrale unica nel suo genere, con una pianta di circa 23.500 metri quadri si impone come struttura centrale nella città di Siviglia. All’esterno c’è la torre della giralda, per godere della vista della città bisogna salire circa 30 rampe, la fatica è sicuramente ripagata all’apice della torre dove si più godere della vista del centro della città. Per cena andiamo a mangiare gli affettati da papelon, si chiama così perché gli affettati vengono serviti sul “foglione” cerato da salumeria.

Dopo questi 3 meravigliosi giorni siamo pronti a prendere una macchina e continuare il nostro tour andaluso. Arriviamo a Cordoba, a 140 km da Siviglia, il nostro hostal è in pieno casco antiguo, per cui raggiungerlo con l’auto non è stato semplicissimo dato che è un’isola pedonale. Il centro è bellissimo, passeggiamo tra i tantissimi negozietti, tra una stradina e l’altra sulle quali si affacciano le casette bianche con i vasi di fiori appesi ai muri. Passiamo per la caratteristica calleja de las flores, una stradina famosa per essere ricca di fiori ai muri. Il casco antiguo è ricchissimo di storia chiese e musei, ma avendo un solo giorno a disposizione scegliamo di visitare il patrimonio storico dell’umanità, la Mezquita catedral, anche qui paghiamo €9, la struttura è imponente e massiccia, all’interno sembra di essere in una moschea, difatto è stata costruita dai dominatori musulmani a fine’700 ispirandosi alla moschea di Damasco sulla demolita chiesa di San Vicente. Questo edificio diventò il santuario più importante di tutto l’islam occidentale. Nel 1236 re Ferdinando III riconquistò Cordova restituì cristianità alla sepolta chiesa di San Vicente diventata ormai moschea, attraverso un rito di purificazione al quale Ferdinando “il santo” non volle assistere poiché il Re Eterno fosse l’unico protagonista della cerimonia di conversione nel luogo consacrato a Cristo. Alla moschea originale sono state aggiunte numerose cappelle, senza però coprire o eliminare l’architettura del califfato d’occidente, si resta affascinati guardando la successioni di archi rossi e bianchi, di sicuro chi è appassionato di fotografia non potrà perdersi questo luogo d’incanto. Affamati non possiamo non fare tappa alla famosa taverna bar Santos http://www.tripadvisor.it/Restaurant_Review-g187430-d1198921-Reviews-Bar_Santos-Cordoba_Province_of_Cordoba_Andalucia.html, il quale sforna le tortillas più grande di spagna, il locale è piccolo ma molto suggestivo, sempre affollatissimo e folcloristico. Purtoppo scopriamo che l’alcazar chiudeva le porte al pubblico alle 14:00 e non siamo riusciti a visitarlo e ci siamo accontentati di scattare qualche foto dall’esterno, non potevamo perdere una passeggiata notturna sul ponte romano dal quale si può godere della vista della città illuminata. Per la notte di movida ci dirigiamo in due piazze esterne al centro storico e sono: plaza de la corredera e Plaza de las Tendillas, entrambe poco turistiche e affollate di ragazzi del luogo, dove i bar e ristoranti/taperie si susseguono uno dietro l’altro, le serate spagnole sono molto divertenti e piacevoli sia per il clima caldo sia per i numerosissimi localini. Purtroppo la nostra giornata a Cordova è agli sgoccioli e ci prepariamo per la prossima tappa, Granada.

Granada è una città dove si respira la forte influenza araba, appena arrivati decidiamo di lasciare tutte le nostre cose nella hole del nostro nuovo albergo per buttarci subito tra i vicoletti di questa città. La prima cosa che siamo curiosi di vedere è l’Alcaiceria, 3 stradine che accolgono un gran bazar all’aperto, si susseguono bancarelle coloratissime che espongono stoffe, lampade e narghilè e altra merce araba. Ci sembra di essere stati catapultati in Marocco senza però esserci spostati dalla spagna. Il nostro giro continua per le vie del centro, tra una piazzetta e l’altra ci soffermiamo nel largo della pescaderia, poco piu avanti della cattedrale, dove vi sono numerose pescherie e ristoranti e friggitorie a base di pesce. Io ed il mio ragazzo, puteolani DOC non potevamo non fermarci lì per pranzo, andiamo in un ristorantino carinissimo dove i tavolini sono solo esterni ma per l’eccessivo caldo decidiamo di andar all’interno ma di tavoli non ce ne sono, ci si siede direttamente al bancone o ci si poggia su dei scaffali di legno. Il locale in questione è http://restauranteoliver.com, ci accomodiamo al bancone appena troviamo posto ed ordiniamo un assaggio di paella di mare e un’insalata di patate, premetto che la paella non è uno dei miei piatti preferiti ma devo ammettere che la paella dell’olivier era davvero buona! In più il simpatico ristoratore dietro al banco ci offre anche delle crocchette di pesce e patate davvero buonissime! I prezzi che vedevamo segnati sulla grande lavagna alle spalle del bancone non erano bassissimi come eravamo abituati a trovare fino ad ora nel nostro tour, ma non so perché, forse per l’orario, forse perché eravamo seduti al bancone, il conto è di appena €12 in due! Soddisfatti e felici del nostro buonissimo pranzo low cost continuiamo in nostro giro. Ci dirigiamo verso Albacin, il centro storico della città, in qualche guida on line lessi che era caratteristico arrivare al mirador di san Nicolas pressando per calle elvira che “circumnaviga” in centro di Albacin. A mio parere non c’è nulla di bello o caratteristico in questa strada, fai il doppio se non il triplo del cammino in salita, quando invece potresti tagliare per il centro attraversando veramente delle strade belle e caratteristiche come Calle Calderería Nueva, dove si susseguono i numerosissimi locali di cucina araba, negozi simil bazar e stradine scalette e piccole piazze tipiche in pieno centro di Albacin, passeggiando tra le casette bianche e vicoletti stretti si può arrivare al mirador che ha uno splendido panorama sull’alhambra. Ormai è sera e ritorniamo in hotel dove non ci eravamo ancora sistemati, una doccia veloce e la nostra serata continua. Per la sera decidiamo di andare verso il centro nuovo della città, in calle navas dove c’è un’alta concentrazione di ristoranti e localini per cenare, incontriamo la friggitoria Los Diamantes, un localino piccolo e caratteristico dove vendevano pesce fritto a prezzi bassissimi direttamente al bancone, nonostante siamo molto attratti da questo genere di locale “frienn magnann” non trovando un posto dove poggiarci a mangiare a causa della folla eccessiva decidiamo di optare per uno dei tanti ristorantini, La Chicota per l’esattezza.

Il giorno dopo ci dedichiamo ad un giro di shopping in centro dato i tantissimi negozi presenti, numerose anche le bancarelle di spezie e tisane, bellissime coloratissime e profumatissime. Tra un vicolo e l’altro incontriamo un gruppo di bravissimi flamencheri che danzavano cantavano e suonavano attraendo tantissima gente e anche le telecamere di una tv locale. Assistere ad uno spettacolo del genere ci ha lasciati a bocca aperta, affascinati da quest’arte e da quegli artisti. E’ ora di pranzo, mangiamo un kebab ad un fast food arabo e andiamo all’hamman a prenotare un paio d’ore di relax alla spa araba più bella che abbia mai visto http://granada.hammamalandalus.com/it/ dopodiché prendiamo un’autobus che ci porta all’alhambra prenotata mesi prima. Purtroppo non riusciamo a vederla tutta perché la nostra entrata era alle 19 e il sito chiude alle 20 in punto, un po’ delusi da questo andiamo a rilassarci all’hammam, la spa innanzitutto profumava di menta e non di umido, c’erano 4/5 piscine medio grandi a varie temperature ed altezze, era servito di continuo una tisana alla menta deliziosa e pagando un extra potevi scegliere un massaggio. Gli spogliatoi erano attrezzati di ogni comfort, le docce dotate di bagnoschiuma e shampoo, postazioni dove asciugarti con specchio phon, salviette struccanti latte corpo e unguento profumato. Usciti dalla spa andiamo a Calle Calderería Nueva, per mangiare in uno di quei localini arabi visti il giorno prima, in questa stradina coloratissima scegliamo di fermarci a cena al KASBAH Teteria restaurante, l’arredamento totalmente arabo ci accoglie, cerchiamo un tavolo facendoci spazio tra tende cascanti e archi decorati con arabeschi. Mangiamo un tajine di pollo buono e un humus discreto. Questa è purtroppo l’ultimo giorno a Granata, siamo felici di dirigerci verso il mare ma tristi di lasciare questa città dalle mille e una notte, pensavamo di poter incontrare Aladdin o ali babba dietro l’angolo e invece già siamo in viaggio verso Malaga. Finalmente dopo il caldo asfissiante delle città respiriamo un po’ d’aria di mare, ovviamente andiamo subito alla malagueta, una spiaggia lunghissima e frequentatissima e ci restiamo fino al pomeriggio. Incontriamo due chiringuito molto conosciuti: El Cachalote e Chiringuito Sicsu, sono famosi e caratteristici baretti sulla spiaggia, i quali arrostiscono il pesce infilzato da spade in delle griglie a carboni a forma di barchette. La foto di rituale è d’obbligo ma preferiamo non mangiare lì perché non ci convincono, carini e particolari sì ma optiamo per un panino al volo. L’acqua di malaga è bella anche se ci dissero che non era un granché, nel pomeriggio andiamo a fare una passeggiata al porto, è sicuramente di nuova costruzione, pulito e curato e attrezzato pieno di negozietti e localini e aree relax fatte con pancali riciclati. Per la sera andiamo in centro seguendo il percorso della mappa che ci avevano consegnato in hotel, Marqués de Larios, Plaza de la Constitución, dove si notavano i residui della feria di Malaga, mi sarebbe molto piaciuto vedere questa festa che coinvolge tutta la città ma aimè era finita il giorno prima che arrivassimo! Continuando per Plaza Carbón, Plaza del Siglo, strade e piazzette molto vicine, ricche di locali e persone, si respirava allegria e vivacità! L’Andalusia ci sta regalando ambienti molto diversi tra loro ma legati da un popolo frizzante e molto ospitale. Ceniamo alla taberna del Siglo, http://www.tabernadelsiglo.com/defaultsite e coinvolti nell’allegria del luogo mandiamo giù un bel po’ di sangria accompagnata dalle immangiabili patas bravas, immangiabili perché erano così piccanti da addormentare la lingua.

Il mattino seguente andiamo alla scoperta di Torremolinos, la mattinata la passiamo al mare, a playa bajondillo beach, il Paseo Marítimo mi dà l’impressione di essere a Rimini. Nel pomeriggio facciamo un giro passando per una salita sulla quale affacciano numerosi negozi di souvenir. Da lì si giunge al centro… Bhe, se fai un viaggio in Andalusia e tocchi città come Siviglia, Cordoba, Granada, Malaga, poi vai a Torremolinos ti chiedi perché ci sei andato… Per la sera torniamo a Malaga e dopo aver fatto nuovamente un bel giro al centro toccando anche Plaza De La Merced, e stradine limitrofe dove ci sono tantissimi locali molto carini. Decidiamo però di andare di birra e prendiamo un secchiello pieno di birre alla surena sul porto. Prossima tappa: Marbella! Marbella è un po’ la zona vip dell’Andalusia, volevamo andare al mare a nikki beach, ma non volevamo spendere €70 a lettino (quello più economico ad Agosto) e ci accontentiamo della playa della venus, la spiaggia e l’avenida duque de ahumada sono davvero molto carine, il lungomare offre numerose strutture e zone dove poter noleggiare “giochi” acquatici, le taperie non mancano, sono ovunque e la scelta è veramente vastissima, nel pomeriggio andiamo al casco antiguo che mi lascia senza parole, il centro è completamente bianco, si alternano piazzette e stradine decorate con dei vasi da parete con i fiori, i locali sono coloratissimi e come sempre il calore di questo popolo e di queste città ci avvolge. La sera andiamo in zona puerto banus, un po’ più lontano del centro di Marbella, per andare a mangiare all’hard rock cafè. Questa zone è un po’ la beverly hills della Spagna, noi con la nostra macchina fittata al noleggio ci sentivamo come dei pesci fuor d’acqua vedendo gironzolare solo Ferrari Lamborghini Bentley e altri macchinoni che costavano più di un hotel intero. Ovviamente il prezzo nei locali vari era equilibrato al tipo di persone che frequentano queste zone. Tra i negozi griffati si vedevano tante donne con lo chador con le guardie del corpo al seguito che facevano acquisti. Gli emirati arabi erano sicuramente i più presenti in quella zona. Dopo questo assaggio di lusso sfrenato che francamente non ci appartiene per niente siamo pronti per raggiungere la britannica Gibilterra!. Pieni di entusiasmo raggiungiamo la penisola britannica, di certo un posto davvero suggestivo, dalla spagna all’inghilterra ci si arriva attraversando una frontiera di confine. Notiamo un’enorme pista, ci sembra di essere in un aeroporto, ma aspettate un attimo! Siamo in mezzo ad una pista d’atterraggio, è una cosa pazzesca un aeroporto taglia la strada alla via principale. Gibilterra è un paese molto piccolo, è un pezzo di Inghilterra nel cuore caliente della spagna, la piazza principale è piena di localini inglesi dove poter mangiare qualcosa. La strada che porta a Apes Den (la montagna dove ci sono le scimmie) non è molto bella perché ci sono solo negozi di elettrodomestici, tabacchi e liquori a prezzi spagnoli (per cui più bassi di quelli inglesi), attraversata questa lunga stradina dove si può trovare anche qualche negozio di souvenir, qualche cabina telefonica e buca postale rossa, arriviamo ai piedi della montagna, prendiamo la cabinovia per salire in cima ed ecco servita l’attrazione principale: le scimmie!. Circondati da scimmie dispettose iniziamo a scattare foto a raffica, non eravamo mai stati cosi vicini ad una scimmia e la cosa ci entusiasma. È assolutamente vietato portare con se del cibo perché le scimmie lo fiutano e vengono ad aprirti le borse pur di rubartelo, dopo un divertentissimo pomeriggio insieme ai primati torniamo a malaga per rifarci ancora una volta la valigia e per partire per la nostra ultima tappa: Tarifa. I paesaggi che ci accolgono verso la nostra nuova tappa sono incantevoli, ancora una volta diversi, distese di verde con colline sulle quali maestose giravano enormi pale eoliche, siamo nel paese del vento e della sabbia bianca, siamo di fronte al Marocco. Tarifa è il paradiso dei surfisti, e li ce ne sono davvero tanti! Infiliamo subito il costume e ci dirigiamo alla prima spiaggia, un’immensa distesa di dune di sabbia che si affacciano in un mare cristallino colorati dai tantissimi windsurf, purtroppo il tempo che abbiamo a disposizione è limitato e decidiamo di andare anche su un’altra spiaggia vicina, con uno scenario simile ma con una particolarità, c’erano animali in libertà che vagavano come mucche tori e vitellini, se vuoi rilassarti di giorno e scatenarti di notte Tarifa è il posto giusto. Il centro storico infatti è popolato h24 i tantissimi giovani e locali notturni che animano la fiesta, non è difficile beccare qualche italiano che ha aperto qualche locale li, devo ammettere che la tentazione di restare è forte! Questo viaggio in Andalusia è stato indimenticabile, in una regione dove convivono mille luoghi colori e profumi diversi, tornare con l’amaro in bocca è la prova di aver trascorso una vacanza stupenda che ti ha riempito gli occhi il cuore e l’anima. Torneremo sicuramente in questi luoghi non prima però di aver visitato il resto d’Europa 😉

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