Andalusia on the road

Un giro di 1750 chilometri per l'Andalusia
Scritto da: Poziomka
andalusia on the road
Partenza il: 27/09/2011
Ritorno il: 04/10/2011
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
Atterriamo (io e mio marito) a Siviglia verso 12:15 con un volo Ryanair e andiamo dritti a prendere la macchina che abbiamo prenotato con e-noleggio. Ho posticipato il ritiro di 15 minuti perché dovevamo essere al Parco della Donana per 14:30 e avevamo fretta ma purtroppo abbiamo dovuto aspettare 15-20 minuti prima che si presentasse qualcuno di Goldcar. Abbiamo chiamato diverse volte ma non rispondeva nessuno. Mettete in conto almeno 25 minuti in più visto che la sede di Goldcar non si trova all’aeroporto. Dopo aver pagato la tassa per la riconsegna in un altro aeroporto (Malaga), la benzina e richiesta da noi l’assicurazione full per 8 giorni (in tutto 136 E più 98 per il noleggio), partiamo verso Centro del Visitante del Acebuche.

Abbiamo prenotato (Cooperativa di Marismas di El Rocio) prima di partire ma il biglietto si paga e ritira sul posto. Per 2 persone sono 54 Euro e quasi 4 ore di avventura su un stranissimo pulmino verde. La guida parlava spagnolo ma penso che si possa prenotare anche in inglese. Abbiamo visto le dune, terreni umidi, distese di sabbia, boschi, fiume etc. Tanti cervi che pascolano indisturbati accanto ai cavalli con dei uccellini bianchi sulla schiena. Ci sono anche i cinghiali, le mucche di diversi colori, tantissime libellule e tori. Abbiamo visto anche la sorgente di acqua dolce che quando non è cosi secco, riesce ad allagare un’enorme distesa di fango secchissimo. Sembrava di stare in un parco degli Usa. Il pulmino (per circa 12 persone) fa due fermate e si può scendere e fare le foto con calma. Per tornare si passa sulla lunghissima e bianchissima spiaggia di Sanlucar di Barrameda con centinaia di gabbiani che si spostano all’ultimo minuto e con tanta calma: uno spettacolo!

Abbiamo dormito a El Rocio-Hospederia Puente del Rey pagando 40 E per una doppia (grande, pulita, con il frigo e la vasca). Cena al ristorante Toruno-tavoli fuori sulla terra battuta, un vecchissimo albero d’ulivo, in lontananza i cavalli pascolavano tranquilli. Prezzi giusti ma non mi aspettavo di pagare un piatto d’insalata (non c’era sul menu) 6 euro visto che la birra costava 2.

La mattina dopo siamo andati nei 2 bar cercando qlc. di dolce per colazione ma l’unica cosa che avevano erano le merendine confezionate. Lì va alla grande la tostada-panino tostato che va condito con olio, aceto e sale come la base. Poi si può aggiungere la crema di pomodori, formaggio oppure prosciutto. Tutto veramente squisito, basta farci l’abitudine. Noi l’abbiamo mangiato varie volte durante il nostro viaggio, sia per colazione sia come spuntino.

Dopo due ore di viaggio arriviamo a Jerez de la Frontera e qui andiamo a prendere il caffè (io adoro caffè leche) e una pasta nella Pasteleria Los Reyes. La scelta è vasta e fa venire l’acquolina in bocca. Dopo la passeggiata nel centro che è molto carino, ci avviamo verso le cantine di Tio Pepe. Tutto si fa tranquillamente a piedi (l’auto al parcheggio sotterraneo al centro). La bodega occupa parte delle mura ed e veramente pittoresca. Abbiamo prenotato per mezzogiorno il tour in inglese e nell’attesa abbiamo guardato le varie foto di personaggi famosi cha hanno visitato le cantine. Il profumo nell’aria è dolce e buonissimo. Alle 12 arriva un ragazzo che ci farà da guida durante la visita. Saliamo sul trenino rosso e si parte. Prima tappa la sala dove viene proiettato un film che spiega la storia della bodega, la produzione etc. Molto carino e circa 20 minuti passano in fretta. La guida spiega tutto in modo interessante e scherzoso. Una volta scesi dal trenino, entriamo nelle enormi sale con delle enormi botti. Spettacolo! Vediamo varie fasi di produzione, diverse sale, le botti firmate dai reali, scrittori, attori. Alla fine la sorpresa: la storia dei topi che bevono lo sherry.

Poi la degustazione di due diversi tipi di sherry con la spiegazione come va bevuto, con cosa si abbina etc. Quando ho fatto la prenotazione su internet, ho optato per il tour con le tapas pagando 32 euro anziché 22 (per 2). Non lo consiglio per 2 motivi: come tapas viene servito un piattino con 4 fettine di salume e 4 di formaggio più soliti mini grissini (per 2 persone). Tutto buono ma non ne vale la pena visto la scelta di tapas che si possono trovare nei vari bar e poi alterna un po’ il sapore di sherry. Comunque la scelta è vostra.

Passiamo da bodega dove compriamo una scatola in latta con 6 tipi di sherry per 12 Euro e via verso Cadice. Lasciamo l’auto e ci avviamo verso il centro fermandosi a fotografare i gabbiani che passeggiano sul muretto davanti alla famosa cupola dorata. Entriamo nella piazzetta con la chiesa (molto carina) e poi saliamo sulla Torre di Ponente con la vista a 360 gradi. Il biglietto costa 4 euro a persona. Facciamo varie foto e poi ci addentriamo nelle strette vie intorno alla piazza. Prendiamo qlc da bere in un bar e andiamo verso la Freidura Las Flores – un grande sacchetto di carta pieno di pesce misto fritto sul momento l’abbiamo pagato 11 euro e pranzato in due con questo. Delizia. La piazza dove si trova la friggitoria ha 2 nomi. Ufficiale: Plaza de Topete. Non ufficiale, ma legata alla realtà: Plaza Flores.

Lasciato Cadice andiamo a Los Canos de Meca con il faro di Trafalgar. Lasciata l’auto, andiamo a piedi verso la spiaggia di sabbia bianca che si trova a poche decine di metri dal parcheggio. Vento e ancora vento. Gioco con il mio foulard che viene pettinato dal vento in tutte le maniere e io mi diverto un sacco. Pieno di kitesurfers che trovano qui il posto ideale. C’è un piccolo problema, però. Il vento è talmente forte che a volte la sabbia che alza e ci sbatte contro fa male. Ma non è niente. Da lì ci dirigiamo sempre a piedi verso il faro di Trafalgar. Il posto è molto pittoresco, non invaso di turismo e ci siamo stati proprio bene. Siccome li il sole tramonta assai più tardi rispetto Italia, non siamo riusciti a vedere il tramonto perché la passeggiata ci ha fatto venire troppa fame. E cosi via verso Zahara de los Atunes dove dormiremo ad Avenida Playa che si trova 50 metri dal mare ed è un albergo carino, accogliente e funzionale. Una volta sfatte le valigie, andiamo a prendere qlc da bere. Ci sediamo e abbiamo la botte per tavolino-la cosa molto usata da queste parti. Fa subito scena ed è pratico. Due birre accompagnate da 2 tostade al pomodoro-circa 7 euro. Poi proseguiamo il nostro mini bar tour e prendiamo la sangria al bar del albergo. Buonissima e fatta con frutta vera (lo scrivo perché ci è capitato di bere quella senza niente e non era un granchè: 5 euro in due. Buonanotte…

Prima di colazione facciamo una passeggiata sulla spiaggia di Zahara. Che bello… Due pescatori che riparano le reti, un cane che gioca, le onde tranquille ed io che cammino scalza…

Colazione era molto buona e partiamo soddisfatti e con la pancia piena. Prima tappa di oggi: Bolonia con la sua duna e le rovine di Baello Claudio. Davanti al edificio c’è un parcheggio gratuito, il biglietto per i cittadini UE è gratis, il sole splende. Cosa si può volere di più? Scendiamo gli scalini e davanti si apre uno spettacolo-le colonne e quello che rimane di una fiorente città, dietro l’oceano e sulla destra la duna di Bolonia con il boschetto di pini che la circonda. Ci sono due modi per arrivarci: camminando sulla spiaggia oppure sulle passerelle nel boschetto. Noi abbiamo scelto la prima per arrivarci e la seconda per tornare. Oggi ho i pantaloni lunghi e nessuna sabbia volante mi spaventa. O quasi… Il vento è veramente forte, cosi come il divertimento a farsi “sorprendere” dalle onde. Pantaloni bagnati che asciugano in frettissima, la sabbia entra ovunque, quasi totale divieto di aprire la bocca (a chi piace lo scricchiolio di sabbia tra i denti?). Favoloso! Ora andiamo verso la duna che sembra allontanarsi! Illusione di deserto? Uno, due, tre e uno, due, tre, e uno, due, trecento. Dov’è la cima di duna? Eccola finalmente. La sabbia si alza e ridisegna di continuo i confini di duna. Chissà come sarà quando ci arriverà qualcuno di voi? Mi metto in ginocchio e cammino come un cammello. Mio marito mi fa le foto e io sono felice come una pasqua. Abbiamo uno strato grosso di sabbia che ci ricopre la testa. Ma è tempo di andar via. Ancora un mini filmato e verso il boschetto che sembra di trovarsi in un altro mondo. Silenzio quasi assoluto. Che strano! Dopo poco arriviamo al bar Otero dove ci facciamo una meritatissima pausa bevendo birra ghiacciata e il gazpacho buonissimo. In due-10,30 euro. E pensare che siamo in un posto vista mare…

Da li ci dirigiamo verso Tarifa. Qui regna il vento occupato tutto l’anno a strappare via le cime delle onde producendo piccoli arcobaleni ad ogni soffiata. Da una parte Atlantico, da un’altra Mediterraneo. Dopo questa dose di vento che provoca il mal di testa o addirittura, come dicono fa diventare matti, ci facciamo una piccola pausa al Cafe Central. In tanti bar propongono una tostada semplice con un caffè a circa 2 euro. Qui abbiamo preso una tostada con pomodoro ed una con jamon, più due caffè e abbiamo speso 6,40.

Ripartiamo e la strada si snoda tra dolci colline strapiene di pale eoliche che secondo me non deturpano neanche il paesaggio. Sarebbe grave non sfruttare tutto quel vento per produrre energia. Bravi!

Passiamo da Medina Sidonia che è uno dei cosiddetti pueblos blancos. Facciamo qualche foto e prossima fermata sarà ad Arcos de la Frontera. Qui per puro caso troviamo la festa del patrono che dura circa 3 giorni. Che spettacolo tutte queste donne vestite con gli abiti da flamenco (non c’erano uguali!), gli uomini e le donne a cavallo. Pure i bimbi vestiti con gli abiti tradizionali. Pieno di musica e bancarelle che vendevano diverse cose da mangiare. Abbiamo preso i churros ripieni e abbiamo passeggiato lungo la via guardando, mangiando e facendo le foto.

Il tempo passa e noi dobbiamo arrivare stasera a Grazalema dove dormiamo in albergo Fuerte Grazalema che si trova in un posto meraviglioso. Passiamo da El Bosque senza fermarci e pian piano la strada si fa largo tra le rocce, boschi spesso lasciandoci a bocca aperta. Alla fine appare il villaggio di Grazalema che molto pittoresco-bianco ed ordinato. Arriviamo in albergo e dopo il benvenuto caloroso prendiamo in possesso la nostra camera dalla quale si può uscire direttamente in giardino. Consiglio vivamente questo albergo. Purtroppo noi siamo arrivati troppo tardi per potersi godere la piscina e jacuzzi con vista montagne. La cosa ci è dispiaciuta un po’, ma dagli errori si impara. Ceniamo nel ristorante Meson el Simancon che si trova in Piazza Asomadero a Grazalema. La sala è decorata con le teste di cervi, prosciutti pendono dal soffitto, l’accoglienza è stata perfetta e cibo buonissimo ed abbondante. Io ho preso menu del giorno e per 12,90 mi hanno servito zuppa crema di asparagi, con pane e uovo, un pesce grigliato del fiume con le verdure, un cheescake favoloso fatto in casa ed un bicchiere di vino. Per mio marito niente menu ma il gazpacho ed il filetto di cervo accompagnato da una birra. Dopo un caffè ed un bicchierino di digestivo offerto dal ristorante. Tutto per soli 34,80! Ho già detto che mi piace Andalusia?

“Purtroppo” dopo cena cosi abbondante non ci siamo potuti godere in pieno la colazione servita la mattina dopo in albergo. Prenotando l’albergo i può scegliere:con o senza la colazione che costa circa 9 euro a persona. Tantino ma considerando la scelta e qualità, si spiega il prezzo. Vale la pena se uno ha voglia di cominciare la giornata in modo giusto, facendo la colazione magari sul terrazzo con la vista sulle montagne.

Nuova partenza e facciamo una deviazione verso qualcosa che sembrava da lontano una diga e si è rivelato la “porta” verso un paesaggio a dir poco spettacolare ed inatteso. La strada che si snodava a ridosso dei precipizi con le montagne sul orizzonte. Dietro ogni curva si celava uno scorcio meraviglioso – dei oliveti, qualche casetta bianca qua e là e la famosa diga che nascondeva un lago bellissimo e molto grande. Calma assoluta, silenzio, qualche cavallo che pascolava beato…

Ma basta fare i romantici, ci aspetta Ronda con il suo dirupo sotto un bellissimo ed imponente ponte. Traffico pazzesco e primo parcheggio risulta pieno (ottobre, non voglio pensare quanto è difficile trovare il posto a luglio o agosto). Ne troviamo un altro e siamo liberi di girare. Passiamo accanto all’arena ma non ci interessa entrarci. Il ponte è veramente impressionante e c’è tanta gente intorno. Passeggiamo, facciamo le foto, compriamo i francobolli e cartoline e una piccola stampa raffigurante una ballerina di flamenco da 2 euro. Siamo accanto al ponte e le stesse stampe vicino all’Alhambra costeranno 3-4 euro. Abbiamo voglia di bere qlc e optiamo per la caffetteria Miguel che si trova subito all’inizio del ponte sulla sinistra arrivando dall’arena. Stesso ingresso principale di caffetteria e ristorante, poi si divide. I terazzini danno sul ponte ed è molto carino stare li ad aspettare che qualcuno venga a servirti. E cuscini che volano con vento e tu aspetti, e tornano al loro posto e tu aspetti, e menu vola via e tu aspetti e alla fine arriva la sorpresa – un bicchiere di sherry costa solo 1,80; vista ponte inclusa. Abbiamo preso anche un piatto di formaggio (un tipo) che era buono ma con gli stessi soldi avremo preso due panini. Posto piacevole ed economico, lo consiglio per una bevuta. Evitate il caffè in generale qui e comunque chiedete sempre espresso muy corto altrimenti di solito abbondano.

Facciamo una piccola passeggiata per la città che è molto vivace e pagato il parcheggio (non si approfittano), andiamo verso Antequera. Non ci fermiamo per visitarla anché se dal alto appare molto carina con tutte sue chiese e casette bianche. Andiamo dritti verso Parco Torcal. Il paesaggio muta, diventa sempre più roccioso, la strada sale e tutto è cosi stranamente misterioso avvolto un po’ nella nebbia e con le nuvole grigie che si ispessiscono minuto dopo minuto. L’ingresso è gratuito e il giro lungo il percorso verde dura circa 40 minuti. Occhio a non perdersi perché non è tanto ben segnato. Comunque il parco è spettacolare con tutte queste rocce grigie avvolte nel silenzio assoluto (se non contiamo un bimbetto molto loquace). Piante che sembrano uscite dalla preistoria, ogni sasso è diverso, e sembra di stare in un film. Alla fine abbiamo visto tantissime capre selvatiche, che non si sa come, sono in grado di saltare con grazia assoluta da una roccia all’altra. Molto pittoresco.

Ripartiamo dopo aver preso un tè nel bar. Si capisce che tè essendo caldo non va servito nel vetro senza il manico? Non si capisce ma almeno mi sono scaldata.

Ora la parte più emozionante e spettacolare della giornata. Si capisce che dirupo Los Infiernos a Loja non va segnato come un posto che vale la pena visitare? Non si capisce ma almeno ora voi lo capite. Allora arriviamo a Loja con voglia di vedere questo posto che qualcuno su internet ha descritto come un dirupo e qualcuno del posto ha chiamato Los Infiernos… La città in generale è bruttina ma noi andiamo dritti li. Ma dov’è? Chiediamo. Alla fine ci arriviamo passando da una strada sterrata con le case sui bordi, un campo coltivato con un signore che guarda le sue piante e cosa vediamo? Una piccola cascata con un mini fiume sotto. Tutto un po’ ricoperto dalle piante. Qualcuno si è pure costruito vicino un terrazzino dove sorseggiare qualcosa. Un inferno? Piuttosto un mini paradiso. Che ridere.

Passiamo la notte a Granada al hotel Albero che tanti consigliano sul Web. Confermo: albergo pulito, stanza con doppi vetri e bagno con la doccia, phon etc.. I proprietari gentili e d’aiuto. Abbiamo trovato parcheggio gratuito proprio davanti. Ci sono 2 fermate di bus a pochi metri dal albergo per arrivare al centro (Plaza Nueva) oppure all’Alhambra. Biglietto costa 1,20 e si compra a bordo. Cena sotto forma di un panino straricco nel bar accanto. Eravamo troppo stanchi per arrivare al centro e nelle vicinanze la scelta era limitata. Buonanotte

Giorno di Granada. Abbiamo preso il bus e siamo usciti al parcheggio di Alhambra. La scelta si è rivelata un po’ sbagliata perché non avevamo fatto colazione. Qui invece non aspettatevi dei bar con le sedie fuori etc. Ci siamo dovuti accontentare di una pasta ed un piccolo panino più 2 caffè pagando più di 7 euro stando in piedi all’aperto. Almeno ci fosse una pavimentazione decente. No. Con gli stessi soldi facevamo colazione in due in albergo (caffè, tostada, croissant, spremuta-3,50) oppure ci sedevamo in un bar sulla Plaza Nueva. Pazienza.

Ora spiego come funziona. Ci sono 2 modi per comprare i biglietti: su internet o sul posto. C’è un tot di biglietti disponibili su internet ed un altro da comprare alle casse.

Conviene prenotare su internet in anticipo per essere sicuri di trovare i biglietti più o meno in orario desiderato. Poi una volta arrivati sul posto, ci sono delle macchinette gialle sulla destra (io parlo del ingresso alto, quello che permette di visitare per primo i giardini di Generalife). Arrivate con la vostra conferma in mano. Infilate la carta con la quale avete fatto l’acquisto su internet e la macchinetta stampa biglietti. Se non avete fatto il biglietto su internet in anticipo, dovete fare la fila sperando di poterlo comprare per lo stesso giorno. Noi avevamo prenotato i biglietti ad agosto e primo orario disponibile per i Palazios era per le 13. Quando siamo arrivati verso le 9 all’Alhambra non c’era più la disponibilità per la mattina per i Palazios Nazaries – intendo per quelli che speravano di trovarli facendo la fila. Li rimaneva la possibilità di prenderli per il pomeriggio ma non tutti hanno la possibilità di passare un’intera giornata in città. Ci sono le descrizioni per vari tipi di fila. Ora si esibisce il biglietto al controllore e si entra. Ci sono le mappe gratis in diverse lingue una volta fatto il controllo. Semplice. Dall’entrata ai Palazios Nazaries ci sono circa 20 minuti a piedi. Tutto si gira comodamente e con tranquillità a piedi nel giro di 4 ore.

Entrata ai Palazios Nazaries, che fanno parte del’Alhambra è limitata solo al orario stampato sul biglietto. Siccome è la parte più spettacolare, l’entrata è gestita dividendo le persone a gruppi con un orario prestabilito d’ingresso e in fin di conti, d’uscita.

Perché dicono che bisogna arrivare con un’ora d’anticipo? Per avere il tempo necessario di fare la fila all’entrata se c’è e tante volte c’è e per arrivare in tempo davanti al ingresso di Palazios. Avere il biglietto comprato su internet non vuol dire evitare la fila, anche se di solito è più piccola oppure nel nostro caso inesistente. Superato orario scritto sul biglietto, non avete la possibilità di entrarci più tardi o giorno dopo. Semplice.

Per esempio noi siamo entrati verso le 9:30 con l’ingresso per i Palazios per le 13. Abbiamo visitato tutto (giardini, Palazzo Carlo V, Alcazaba, Museo d’arte gratuito) con calma e verso 12:45 mesi in fila davanti al ingresso di Palazios. Una volta entrati tutto scorre abbastanza e si riesce fare alcune foto senza nessuno che disturba la vista. Alhambra è molto bella ed imponente ma sono i Palazios quelli che fanno più impressione. Peccato che Patio di Leoni… foss in ristrutturazione.

Ci sono alcuni negozietti con souvenir, le mappe, libri e qualche snack e bibita dalla macchinetta.

Finita la visita ci siamo diretti a piedi in discesa verso la Plaza Nueva. Per salire ci sono 2 opzioni: circa 20 minuti con proprie gambe oppure un bus rosso. Scendere è più facile; Una volta entrati nella via che porta sulla piazza, siamo stati “assaliti” da 2 Zingare che ovviamente ci volevano “regalare” del rosmarino per avere la fortuna. Un regalo che va pagato perché “la fortuna costa”. Se non si vuole pagare oppure non si paga giusto…

Arriviamo sulla Piazza che è grande e carina. Tanti negozi, bar, tavolini all’aperto, gente che gira, mangia, fa le foto, si riposa. Pranziamo al ristorante Canguro (Plaza Nueva 13) e optiamo per due menu fissi più un’acqua, una birra e due caffè (28,40) ma si può spendere ancora meno scegliendo posti più lontani dal centro. Comunque tutto buono e il cameriere capisce alla perfezione parola “espresso”; Con le pance piene, andiamo in salita con bus verso Mirador di San Nicolas. Le strade sono moooolto strette ed è meglio affidarsi ai bus che alla propria auto. Mirador è molto pittoresco con diverse persone che si fanno le foto, mangiano ascoltando la musica di due musicisti improvvisati. Scendiamo a piedi verso la Plaza Nueva passando dalla stradine piene di negozietti etnici che vendono di tutto: vestiti, oggetti vari, dolci andalusi e non solo. Ma quelli è meglio mangiarli accompagnati da un tè, un infuso speciale oppure da un caffè in uno dei tanti tea room carinissimi e arredati con gusto. Ho preso un tè mille ed una notte e mio marito caffè con la cannella e altre spezie. Tutto saporito e servito nelle brocche-mia era argentata stile Marocco. Meno di 5 euro in due.

Ma bisogna svegliarsi dal incanto del posto perché ci vuole un’ora circa per arrivare a Guadix con le sue abitazioni trogloditiche. Dormiamo ad Alcudia di Guadix nelle Cuevas di Tio Tobas. Posto è particolare e la cava/appartamentino in se ci è piaciuta ma ci sono state delle cose che hanno fatto si che non lo metterei in cima dei miei preferiti. Facciamo la pasta con il salmone e purtroppo passiamo la notte quasi insonne tutti i due.

La mattina prendiamo la tostada in un bar a Guadix, diamo un’occhiata ad alcune abitazioni trogloditiche a andiamo verso Almeria passando accanto alle migliaia di serre che si trovano in questa regione arrida e con pochissima pioggia. Lo chiamano plastic sea e si capisce perfettamente perché. Il paesaggio da arido diventa aridissimo e comincia “deserto” di rocce, di formazioni stranissime e manca solo un cowboy con il cavallo. E qui che sono stati girati diversi spaghetti western-posto perfetto. Eccolo, cowboy! Vivo e vegeto sta sul dorso di un cavallo come pubblicità di uno dei 3-4 parchi a tema che si trovano in zona. Noi andiamo in quello più famoso: Mini Hollywood. C’è tanta gente e il parcheggio si sta riempiendo ma alla fine decidiamo di spendere 40 euro in un’altra maniera. Di una paella perfetta scriverò più in là…

Ora Cabo de Gata. Andiamo quasi al faro (siamo stanchi e svogliati dopo una notte in bianco). Passiamo accanto a diverse spiagge lunge e sabbiose, ci fermiamo ad osservare i fenicotteri dalla finestrina di un osservatorio in legno, prendiamo da bere a La Isleta del Moro (alcuni posti nella zona servono da bere solo al banco oppure ai tavolini con meno vista). Arriviamo a Las Negras con la sua gigante roccia nera, ci sdraiamo su una delle spiagge ma vento ci fa capitolare e torniamo in albergo (Hospederia Rural Los Palmitos a El Pozo de los Frailes), che merita: camere abbastanza grandi, pulitissime e carine, c’è un frigo e grande bagno con la vasca e tutto il necessario. Buona la colazione compresa nel prezzo. Accoglienza calorosa.

Che bel sonno riposante; ma ora si va a San Josè a cenare a Casa Miguel Puerto (c’è anche Casa Miguel sulla strada principale ma mi sa che il proprietario e lo stesso). Ce l’ha consigliato il proprietario del albergo e aveva ragione. 2 bicchieri di sangria, un gazpacho, una zuppa di pesce, la famosa paella di mare, una bottiglia di vino bianco (Este, consigliato dal cameriere come vino d’Almeria e perfetto per la paella), un piattino di pesciolini fritti offerti da casa. Tutto perfetto e abbiamo pagato 51 euro. Che dire? Vorrei essere di nuovo li…

Giorno successivo andiamo verso Les Alpujarras: zona di una bellezza stravolgente. Dolci colline, mandorleti, vigneti, uliveti. Viste spettacolari, le strade che si snodano verso i posti sempre più sorprendenti con i paesini attaccati alle colline come se fossero la parte di un puzzle perfetto. Alla fine cominciano ad apparire in lontananza le mete del nostro viaggio – prima Cadiar e poi Trevelez dove ci fermiamo. Si che è un paese più alto della Spagna e l’idea può indurre il timore ma niente paura. Si arriva in cima (circa 1500 m.) con tranquillità viaggiando sulla strada larga e buona, senza precipizi etc. Ne vale veramente la pena perché il paesino è molto carino, con l’aria fresca e stranamente calda visto l’altitudine. E poi c’è il famoso prosciutto. Abbiamo visitato il posto dove lo producono dal momento di ricevere le cosce di maiale fino alla preparazione finale per la vendita. Posto si chiama Jamones Vallejo e la visita con la degustazione ed un bicchiere di vino costa 9,95 a persona. Mai visto cosi tanti prosciutti. Migliaia… Il signore che ci ha fatto da guida lavora li da 23 anni e dal modo in quale spiegava e dimostrava le cose, si vedeva che per lui è una passione. Prosciutto è molto buono e la visita ci è piaciuta. Una volta usciti ci siamo diretti verso Meson Joaquin – ristorante segnato su Lonely Planet; ci sono tantissimi prosciutti che pendono dal soffitto. Bisogna arrivare qui con la fame – porzioni sono generose e cibo è buonissimo. Si può avere menu del giorno per 9 euro e ho visto le porzioni! Noi abbiamo preso un piatto di prosciutto reserva per 9 euro ed era veramente abbondante. Poi nostro solito gazpacho, birra, acqua, 2 caffè. Tutto meno di 25 euro in due. Provate piatto delle Alpucharras cioè patate, una fetta di arista di maiale, un uovo fritto, un pezzo fritto di salsiccia e un altro di un tipo di salsiccia nera fatto con sangue. Nutriente ma non leggero;-)

Ci aspettano altri paesini della zona: Pampaneira, Bubion e un altro ma ora il nome mi sfugge. Comunque sono tutti carini e pieni di fascino. Perfetti come la base per le gite nelle montagne intorno oppure per una vacanza relax. Pieno di negozietti che vendono i tappeti artigianali, borse e ceste fatte di paglia e tantissimi altri oggetti. Ho preso una borsa fatta alla perfezione per soli 8 euro e pensare che ho una a casa che costava 5 volte tanto e sembra la sua povera cugina. Ma qui non siamo in Toscana;-) Ci fermiamo a prendere un tè in un posto che è un negozio di vestiti etnici ma fa anche da bar. Tranquillità, musica piacevole, un tè caldo per aiutare a digerire tutto questo cibo. Relax.

Volevamo anche andare al Barranco del Poqueira ma per motivi di sicurezza il sentiero era aperto solo fino ai resti di un vecchio mulino. Una piacevole passeggiata e si va verso Orgiva dove abbiamo prenotato per l’ultima notte. Gps non aveva le mappe aggiornate ma alla fine ci siamo arrivati. Una strada stretta di un paesino che non si capisce se è carino oppure no, un po’ trasandato. Ci guardiamo e ridendo diciamo che è solo per una notte. E poi c’è un divieto di sosta…che è li penzolante da aprile. E poi apre una signora con una sorte di sottoveste addosso e ci dice che è qui. Alla fine esce la vera proprietaria che è la sua vicina, ci dice di girare l’auto e di seguirla. Si arriva davanti ad un cancello ricoperto di bouganville, si entra in un mini giardino di agrumi con una piccola piscina e vista sulla cittadina e le cose cambiano.

La sera andiamo in giro in cerca di un posto dove mangiare qualche tapas. La proprietaria di albergo ci ha dato due indirizzi ma siccome giorno prima è finita la festa del paese, uno era chiuso e l’altro non si trovava. Orgiva vista dal alto è un paesino carino ma dentro non abbiamo trovato niente di speciale. Abbiamo preso 2 sangrie accompagnate da due mini tost e delle patatine e siccome qui i tapas non si pagano, abbiamo speso solo 4,40 in due. La sangria non era niente di che allora ci siamo spostati in un altro bar e qui la sangria era buona e ci hanno servito due piccoli panini con formaggio e pomodoro e verdurine sotto olio. Stessa cifra.

Ultimo giorno andiamo a Nerja dove visitiamo la famosa grotta con un stalagmite alto 32 metri – più grande al mondo fin’ora scoperto e scritto nei Guiness dei primati. La grotta è uno spettacolo. Ne ho viste già diverse ma questa è immensa e molto alta. Una volta superata l’entrata, vi fermano per fare una foto che potrete ritirare per 8 euro una volta usciti. E smile! Avanti! Un altro! E smile! Non è obbligatorio ovviamente ritirare la foto. Ingresso nella grotta costa 8,50.

Ci vuole circa un’ora per vedere tutto con calma. Usciamo e andiamo a vedere Il Balcone d’Europa. Bel posto con tutta quest’acqua azzurra davanti. Tanti posti dove mangiare, prendere un gelato o qualcosa da bere. Pieno di Inglesi. Entriamo in una delle vie dello shopping dove prendiamo un menu del giorno da 9,90 che era ok. Ci sono tanti ristoranti che offrono menu fisso, alcuni con le bibite comprese, alcuni no. Scriviamo le cartoline e andiamo a prendere l’auto che abbiamo lasciato nel parcheggio sotterraneo chiamato Balcon d’Europa; infatti si esce sulla piazza acanto. Conviene.

Ora non ci rimane altro che andare al aeroporto di Malaga. Ci sono tantissime strade in costruzione in Spagna e bisogna guardare bene i segnali almeno che non abbiate Gps aggiornatissimo. Laeroporto di Malaga è molto grande. Lasciamo la macchina (l’unico problema con Goldcar è stato il ritardo di un rappresentante al arrivo, lo scrivo perché visto tanti commenti negativi su internet, avevo un po’ di timore anch’io). Sistemiamo la valigia visto che si viaggia con low cost. La mia con la cesta nuova dentro pesa 9,50 chili, quella di mio marito 10,50. Siamo diventati esperti in “come sopravivere alla grande con una bagaglio a mano durante il viaggio di 8 giorni”. Abbiamo anche la scatola di latta con 4 mini bottigliette di sherry. Evviva!

Facciamo check in senza nessun problema, compriamo 2 bottiglie di sherry come regalo (abbiamo chiesto e si può avere una busta con le cose comprate al duty free) e arrivederci Andalusia. Non abbiamo visitato Siviglia e allora…

Buon viaggio a tutti!



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