21 giorni in Andalusia: viaggio tra mare, sole e cultura

Un viaggio tra le meraviglie dell'Andalusia, terra di colori e sapori autentici, che lasciano dentro un'emozione immensa. Partenza da Ronda e passando per la costa della Luz, Siviglia, Cordova e Granada abbiamo concluso con la costa del Sol. Un tour completo per tutta la regione andalusa. Assolutamente da fare almeno una volta nella vita.
Scritto da: superlove
21 giorni in andalusia: viaggio tra mare, sole e cultura
Partenza il: 03/08/2010
Ritorno il: 24/08/2010
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
3 agosto 2010: Finalmente si parte!!! Era da tanto che desideravo questo viaggio… E’ mattino presto, aeroporto di Malpensa; io e il mio ragazzo, Fabio, siamo pronti per partire: destinazione Malaga. Voliamo con Easyjet (a/r 200€ circa a testa). Arrivati a Malaga, recuperiamo la macchina prenotata su economycarrentals.com (590€ x 3 settimane). Prima destinazione Ronda. La città è molto deliziosa; qui visitiamo l’arena (una delle più antiche della spagna, prezzo 6€) che si trova non lontana dal puente nuevo (ponte romano che collega la città vecchia alla parte nuova ed è sospeso sul fiume Guadalevin). Passando sul ponte, si hanno quasi le vertigini, infatti ci si trova a 750 m sul livello del mare e sotto si trova la famosa gola (Tajo de Ronda) profonda 100 m. Nella città vecchia si trovano diversi palazzi moreschi e tra questi la Casa Rey Moro (prezzo 4 €) merita sicuramente una visita. Il palazzo non è aperto al pubblico però i giardini sono molto carini e poi c’è la Mina che, attraverso una scalinata piuttosto impegnativa permette di arrivare fino al letto del fiume Guadalevin, alla base del Tajo, e da qui ammirare il puente nuevo dal basso e godere della calma natura circostante. Alla sera, arriviamo a Marbella al nostro primo alloggio: hostal San Ramon (55€ la doppia, trovato su google) e prenotato direttamente contattando il simpatico proprietario. Marbella è molto meglio di come ce la aspettavamo. L’abbiamo vista solo di sera ma ci è piaciuta molto, soprattutto la zona del centro storico con tutti i ristorantini nella piazzetta, i baretti e i negozietti.

4 agosto: Alla mattina andiamo a Gibilterra. Consiglio di parcheggiare la macchina fuori dalla dogana (nel paese Linea della Conception) dove è possibile trovare sul lungomare anche dei parcheggi liberi. Prima di passare la dogana, compriamo i biglietti per la telecabina, per salire sulla rocca, che comprendono anche l’utilizzo giornaliero dei bus (prezzo 13€ a testa). Passiamo la dogana con la carta d’identità (completamente ignorata) e prendiamo il bus fino alla telecabina. Saliamo così alla rocca dove ci aspetterà la visione di un bel panorama di Gibilterra ma soprattutto i macachi Barnaby, che vivono sulla rocca e sono l’unico esempio di primate che vive libero in Europa. Bisogna fare molta attenzione alle simpatiche bestiole perché non sono per nulla intimorite dall’uomo anzi… cercano di rubare cibo e sacchetti di plastica ai turisti. Sulla rocca, percorrendo un bel po’ di strada a piedi sotto il sole cocente, arriviamo a Hoara’s 9.2 Gun (6€ il biglietto), una ex base militare dove è ancora possibile visitare i macchinari bellici che tanto sono piaciuti a Fabio ma in realtà anche a me. Scendiamo dalla rocca e con il bus raggiungiamo l’Europa Point, l’estremità meridionale del promontorio, sulla quale si erge un faro, il Santuario Cristiano di Our Lady of Europe, una moschea di recente costruzione e nei giorni più limpidi si può scorgere anche il Marocco. Concludiamo il nostro giorno a Gibilterra concedendoci una passeggiata per Main Street, la via principale. Alla sera arriviamo a Tarifa, dove ci fermeremo per 4 notti all’hostal Las Margaritas (70€ a notte la doppia, trovato su google). Tarifa è una città molto vivace, con le sue viuzze strette (si dice che fu costruita così per meglio riparare i suoi abitanti dal forte vento) e i mille locali e negozietti etnici, molto stile Marocco, proprio come piacciono a me. Alla sera, ci si sposta da un locale all’altro a seconda degli orari. I locali sono a ingresso libero mentre i ristoranti hanno prezzi abbastanza alti per lo standard andaluso però sono tutti molto deliziosi. Ottimi piatti di pesce nelle trattorie vicine al porto mentre nelle vie più interne si gustano ottimi piatti di cuscus e anche italiani (ristorante da Sergio), infatti a Tarifa abbiamo trovato parecchi italiani che lavorano lì.

5 agosto: Andiamo finalmente in spiaggia a Tarifa a Playa Chica. Qui nonostante ci sia il mar Mediterraneo l’acqua è freddina e non c’è un filo di vento, davvero strano. Infatti, il giorno dopo recuperiamo subito con il vento…

6 agosto: Alla mattina, dopo aver fatto colazione al cafè Azul (ottimo posto per ricche colazioni a base di frutta, yogurt, frullati ma anche panini, uova e altre ghiottonerie) come ogni mattina, andiamo a Zahara de los Atunes, una splendida spiaggia sulla costa della Luz a una mezz’oretta di macchina da Tarifa. L’oceano, contrariamente a quanto ci aspettavamo, è abbastanza caldo. La spiaggia è immensa e tutta libera. Forte vento ma ne vale la pena perché qui i colori dell’oceano si fondono con quelli del cielo e ti regalano una vista mozzafiato. Al pomeriggio, ritornando verso Tarifa, ci fermiano a Playa Bolonia. Anche qui oceano bellissimo e soprattutto molto vento, così tanto da non riuscire a stare sdraiati a godersi il sole perché si viene sommersi dalla sabbia. L’unico modo per “sopravvivere” ai “proiettili si sabbia” è quello di andare sul bagnasciuga.

7 agosto: La giornata non è delle migliori: vento fortissimo, quindi impossibile stare in spiaggia e in più cielo coperto. Decidiamo di fare un giretto per la città e poi ci rechiamo sul ponte che separa il Mar Mediterraneo dall’Atlantico dove veniamo colpiti da “getti di mare misti ad oceano” e chiaramente un po’ di sabbia che non guasta mai. Alla fine del ponte, si trova punta de Tarifa, la parte più a sud della città e d’Europa, che si trova sull’isolotto di Las Palomas. Facciamo la foto e torniamo verso la città. Visitiamo il castello di Guzman (costo 1.30€), vicino al porto. Dal castello si scorge il vicino Marocco; purtroppo non essendo una giornata limpida non si vedeva molto bene. Avremmo voluto fare una gita a Tangeri per respirare un po’ d’Africa ma degli italiani ce l’hanno sconsigliata perché secondo loro è solo una città di confine e non ne vale la pena vederla; quindi ci abbiamo rinunciato.

8 agosto: Andiamo a Cadice, la città più antica del mondo occidentale. Arriviamo dalla città nuova e attraverso la porta tierra “entriamo” nella parte vecchia. Sul lungomare, si innalza la cattedrale (prezzo 6€) con la cupola ricoperta da azulejos di colore giallo. Entriamo nella cattedrale e nella torre di ponente da dove si scorge un bel panorama della città e, incluso nel biglietto, c’è l’ingresso a un sito archeologico di fianco alla cattedrale. Vicino alla cattedrale si trova il teatro romano, chiuso per lavori di restauro, e la piccola cattedrale vecchia. Passeggiando per la città troviamo diverse piazze tra cui piazza Espana con un bel parco o quella dei Flores, una delle più animate. Ritornando sul lungomare, incontriamo il castello di Santa Catalina e quello di San Sebastian che si affacciano sulla spiaggia cittadina de la Caleta. Nel tardo pomeriggio, ci dirigiamo a Sanlucar de Barrameda per assistere alla corsa dei cavalli sulla spiaggia, uno dei concorsi ippici più antichi d’Europa. L’ingresso è gratuito e sulla linea del traguardo si possono effettuare scommesse ufficiali, il che rende ancor più emozionate lo svolgimento di ciascuna prova. Alla sera, raggiungiamo il nostro terzo hostal, il Gran Capitan (trovato su google, 65€ la doppia), a Chipiona. Personale molto cordiale e gentile e l’ hostal è davvero carino, in stile marocchino. Chipiona si è rivelata una piacevole scoperta. Un bel lungomare ricco di ristoranti e bar di ogni genere e stracolmo di gente allegra.

9 agosto: Alla mattina visitiamo Jerez de la Frontera. Cittadina famosa per la produzione del vino. Molti parchi sparsi per la città che appare estremamente curata. L’Alcázar (biglietto 4€), termine arabo che indica un’insieme di edifici circondati da mura che erano la sede del potere politico e militare, è uno dei monumenti più emblematici della città. Fu costruito nel XII secolo ed è uno dei pochi esempi di architettura almohade della penisola. Le due porte, la moschea, le terme arabe, la torre ottagonale ed il padiglione del cortile di Doña Blanca, situato ai piedi della torre ottagonale, sono gli elementi originali che conserva la fortezza ancora oggi. La Camera oscura di Jerez si trova nella torre del Palazzo di Villavicencio, edificata all’interno dell’Alcázar sui resti del primitivo palazzo almohade. Il principio ottico della Camera oscura permette al visitatore di osservare la città attraverso immagini in movimento: alcune lenti di ingrandimento ed uno specchio captano le immagini della città e le trasportano attraverso un tubo posto sullo schermo a mo’ di periscopio. La luce che entra dalla finestra fa sì che le immagini vivaci di Jerez vengano riflesse, in tempo reale, sullo schermo. Grazie alla spiegazione di una guida molto brava (parlava in spagnolo ma si capiva bene) la Camera oscura è stata molto interessante e utile per vedere tutta la città. La cattedrale di Jerez (ingresso gratuito), invece, rappresenta il simbolo cristiano della città anche se è stata costruita sui resti di un’antica moschea. Nel pomeriggio, ci mettiamo in macchina alla volta di La Antilla, paese di mare vicino al Portogallo. Qui ci siamo fermati 3 notti all’hostal El Alamo (58€ a notte, la doppia) che si trova in pieno centro e a 2 passi dal mare. L’hostal ha le camere a tema, la nostra, la Maya, è una delle più piccole ma carina. La Antilla offre una bella spiaggia, un bel lungomare e una bella passeggiata in centro città. La sera è il tipico paese di mare con parecchi turisti soprattutto spagnoli, quasi zero italiani. La spiaggia ha una particolarità: alla mattina c’è la bassa marea ma poi verso le 11 inizia a salire la marea e quindi tutte le persone iniziano ad indietreggiare sulla spiaggia; verso le 16 l’alta marea lascia il posto di nuovo alla bassa marea quindi o si avanza con l’ombrellone (consigliato perché fa davvero molto caldo e il sole è alto fino alle 20.30-21!!!) o si devono percorrere 15-20 m prima di entrare in acqua. Vicino a La Antilla, si trova Isla Cristina, una città assolutamente deserta, non c’è proprio niente soprattutto alla sera; sconsigliata. Passiamo 2 giorni al mare ad abbronzarci e a concederci un po’ di relax.

12 agosto: Alla mattina sveglia prestissimo, alle 6, per andare al parco della Doñana. Per visitare il parco ci sono tre modi: a bordo di un’imbarcazione che parte da Sanlucar de Barrameda e per prenotare si deve andare al Centro de Visitantes “Fabrica de Hielo” che si trova in avenida Bajo de Guia sempre a Sanlucar; oppure a bordo di una jeep (in realtà è un camioncino–jeep, con una quindicina di posti) partendo da El Rocio (sulla strada che da Huelva va a Siviglia), dal centro di El Acebuche; oppure si possono fare dei percorsi a piedi partendo da Matalascañas. Noi abbiamo optato per la jeep. Per visitare il parco in tutti i casi è necessario prenotare (ad eccezione del percorso a piedi) per telefono al numero 959 43 04 32 (se si chiama dall’Italia bisogna fare il prefisso 0034). Tranquilli parlano anche in italiano. Noi abbiamo chiamato un paio di giorni prima ma se si è in tanti è meglio chiamare con più giorni di anticipo. Il costo del biglietto è di 26€ a testa e si paga direttamente al parco (per la prenotazione è sufficiente lasciare il nome) e il giro dura 4 ore circa. Ogni giorno, ci sono 2 visite possibili: una alla mattina alle 8.30 e una alla sera alle 17. Trovare il centro di El Acebuche da cui saremmo dovuti partire non è stato molto facile perché non è ben segnalato e non ci avevano dato l’indirizzo. Per fortuna, sulla strada abbiamo incontrato un addetto del parco che ci accompagnato. Comunque il centro si trova dopo El Rocio, sulla strada verso Matalascañas. Finalmente arrivati al parco, facciamo i biglietti, saliamo sulla jeep e via, si parte!!! Siamo tutti elettrizzati e pronti a fotografare tanti animali ma purtroppo rimaniamo delusi. La guida parlava in spagnolo e non capivamo niente e in più abbiamo visto solo due cervi e cinque mucche. Che delusione!!! Il paesaggio nel parco è molto bello, si parte dalle dune di sabbia, si passa attraverso oasi di verde e poi si arrivare al mare ma di animali ne abbiamo visti davvero pochi. Sconsigliato. Finita la visita al parco ci dirigiamo verso Siviglia, la nostra prossima tappa. Pochi chilometri prima di arrivare in città, ci fermiamo alla centrale solare a concentrazione “Solar Tower”, visibile dall’autostrada. Essendo Fabio un ingegnere energetico era incuriosito da questa famosa centrale. In effetti, la strada che conduce al Solar Tower ti permette di vedere bene e molto da vicino questa piattaforma energetica. Questa centrale elettrica è formata da una torre situata al centro di una pianura coperta da eliostati, essenzialmente specchi che riflettono la luce solare verso un punto di fuoco posto in prossimità della sommità della torre. Il calore prodotto dalla concentrazione dei raggi solari riscalda le condutture dell’acqua presenti nella parte superiore della torre trasformando l’acqua in vapore acqueo che produrrà energia elettrica attraverso un ciclo termodinamico. Sulla strada per raggiungere la Solar Tower abbiamo visto più animali che al parco della Doñana, dei maialini, un falchetto e una lepre e soprattutto a gratis!!!

Nel primo pomeriggio arriviamo in città. Siviglia ci appare subito una grande città. Il nostro hotel si chiama Alcazar (prenotato su venere.com, 55€ a notte la doppia), è un 3 stelle carino e in centro, vicino ai giardini Reales Alcazares e alla fabbrica di tabacco (oggi convertita in Università) e a pochi passi dalla Cattedrale e dall’Alcázar. Il centro storico di Siviglia si visita bene a piedi in un paio di giorni poiché le principali cose da vedere sono tutte vicine. Iniziamo subito con un giro per la città entrando nella ex fabbrica di tabacco, edificio storico del XVIII secolo. Poi, ci dirigiamo verso la cattedrale e già da fuori si vede che è immensa e maestosa. Accanto si trova il palazzo episcopale e l’Alcázar. Entriamo nell’ Alcázar (prezzo 7.5€) e subito rimaniamo affascinati dalla bellezza di questa fortezza. Questacittadella musulmana e i suoi giardini dall’influenza araba sono assimilabili all’Alhambra di Granada. Fontane, giochi d’acqua, laghetti ornamentali, sculture e alberi fioriti apportano uno straordinario fascino a questo luogo incantevole. Realizzato dai migliori artigiani di Granada, il patio de las Doncellas (corte delle damigelle d’onore) è una meraviglia con il suo delizioso giardino centrale. Qui è possibile ammirare cupole in legno lavorato e dorato, sontuosi decori di azulejos, stucco scolpito o ancora tappezzerie. L’interno è un mix di stile mudejar, gotico, barocco e rinascimentale. Assolutamente consigliata la sua visita. Essendo quasi tutto chiuso di pomeriggio, decidiamo di fare un giro lungo il fiume Guadalquivir dove si trova la Torre dell’Oro (purtroppo chiusa in agosto) da un lato e l’Arena (la più famosa del mondo) dall’altro e diversi ponti tra cui il ponte di Triana (o di Isabella II) che collega il quartiere di Triana al resto della città e proprio vicino al ponte si trova la cappella del Carmine (El Mechero, ovvero l’accendino chiamata così per la forma). Decidiamo poi di fare una passeggiata nel parco di Maria Luisa che culmina nella piazza de Espana (circondata da panchine in ceramica dipinta, che rappresentano tutte le province della Spagna), costruita in occasione dell’Esposizione Iberoamericana del 1929, che si svolse a Siviglia. Non lontano da questa piazza, ne incontriamo subito un’altra, piazza d’America, circondata da tre palazzi in diversi stili architettonici, che furono costruiti sempre per l’Esposizione Iberoamericana del 1929. Alla sera, ceniamo in uno dei tanti ristorantini che si trovano tra la cattedrale e la piazza nueva. Il giorno dopo, visitiamo la cattedrale e la Giralda (biglietto unico, prezzo 8€) davvero molto belle. La cattedrale è un monumento gotico di rara bellezza e maestosità; all’interno ci si trova davanti ad un grandioso susseguirsi di cappelle, vetrate, cancellate che sublimano nella Capilla Mayor e nella Capilla Real. Dalla navata di sinistra si accede al Patio de los Naranjos, un aranceto contornato da arcate moresche, e alla Giralda, l’antico minareto del califfo Abu Yaqub Yusuf, trasformato in torre campanaria nel Cinquecento e che raggiunge i 70 metri d’altezza ed è sormontato dal “Giraldillo”(la statua girevole che simboleggia la fede). Accanto alla cattedrale, si trova l’archivio delle Indie (ingresso gratuito) che ospita alcune esposizioni (noi abbiamo visto quella sulla pirateria e la conquista dell’America; molto interessante e la guida, anche se parlava in spagnolo, era davvero molto brava). Nel pomeriggio visitiamo l’ospizio dei venerabili (prezzo 4.75€), ospedale costruito per ospitare i poveri sacerdoti anziani. Continuiamo la nostra visita di Siviglia verso il quartiere della Macarena, un po’ fuori dal centro. Qui incontriamo la sede del Parlamento andaluso, la basilica della Macarena e le antica mura. Ceniamo in un posto dove ci sono le tapas e poi ritorniamo stanchi in hotel.

14 agosto: Il giorno dopo è la volta di Cordova. Andiamo subito in hotel (Hesperia, prenotato su venere.com, 59 € la doppia); bellissimo, proprio davanti alla moschea, dall’altra parte del ponte. Iniziamo la nostra visita alla torre de la Calahorra (prezzo 4.5€) che ospita una mostra sulle scienze arabe e permette di godere di un bel panorama della città. Attraversiamo il ponte romano e, passando sotto la porta del ponte, ci troviamo davanti la Mezquita e di lato il Trionfo di San Raffaele. Andiamo prima a visitare l’Alcázar (ingresso 4€) perché chiude alle 14 anche se non è un gran che, soprattutto dopo aver visto quello di Jerez e di Siviglia. Poi, andiamo a vedere la sinagoga (ingresso libero) nel quartiere ebreo dove di fronte si trova Zoco (piccolo mercato degli artigiani). Facendo un giretto per la città, nelle sue strette viuzze ci imbattiamo nella piazza più piccola del mondo che si trova in fondo a Calleja Panuelo, davvero molto graziosa. A questo punto, decidiamo di entrare nella Mezquita (prezzo 8€), il vero simbolo di Cordova. Una volta entrati, io e Fabio rimaniamo affascinati da questo luogo di culto davvero singolare. E’ immensa e non assomiglia alle classiche moschee, è qualcosa di diverso, un misto di stili e culture. Oggi non è più una moschea perché, dopo la conquista cristiana di re Ferdinando III nel 1236, fu convertita in cattedrale. E’ un monumento unico al mondo, assolutamente da vedere. Usciti dalla moschea con la luce negli occhi ci concediamo un giro per la città. Passiamo vicino al tempio romano e poi ci regaliamo una pausa-sangria in piazza de la Corredera (con 61 archi che si rincorrono oltre a 360 balconi che si affacciano sulla pianta rettangolare). Cena in città e poi ci fermiamo vicino alla Mezquita dove si stava svolgendo una festa con canti tipici e flamenco. Finalmente abbiamo visto il flamenco e a gratis!!! Molto emozionante!!!

15 agosto: Il giorno dopo salutiamo Cordova e andiamo a Medina Azahara (circa 8 Km fuori Cordova), un sito archeologico con i resti di una cittadina che fu dimora reale e che intorno all’anno 1000 non aveva competitrici nel mondo allora conosciuto. Peccato che dei maestosi palazzi califfali sia rimasto ben poco. Nel pomeriggio arriviamo alla nostra prossima meta, Granada. Lasciate le valigie in hotel (Cedran, prenotato su venere.com per 39€ a notte la doppia, in posizione centralissima) usciamo per un giro in città. Attraversiamo la Gran Via del Colon (divide la città nelle 2 zone: araba e cristiana) e siamo subito davanti alla cattedrale (ingresso 3.5€) che ha la particolarità di essere tutta dipinta di bianco all’interno e ciò la rende particolarmente luminosa. Vicino alla cattedrale, si trova la cappella Reale e poco più avanti la piazza di Bib-rambla, famosa per il mercato dei fiori e, non lontano, inizia il labirinto di vie di mercatini e negozietti arabi molto carini. Granada è ottima per gli acquisti perché molto più economica delle altre città. Continuiamo il giro per la città verso i quartieri dell’Albaicin e poi del Sacromonte (dove vivono i gitani in case-grotte) da cui si può godere di un ottimo panorama dell’Alhambra. Alla sera ci rilassiamo in uno dei tanti posti dove si consuma il rito delle tapas. Infatti, Granada è famosa per le tapas ed è l’unica città dove con una cerveza ti offrono una tapa. Granada è anche una città molto viva anche la sera.

16 agosto: Oggi è il gran giorno, si va all’Alhambra. Io sono davvero emozionatissima!!! I biglietti li abbiamo acquistati in internet al sito servicaixa.com al prezzo di 13€ ciascuno e comprendono la visita dell’Alhambra e del Generalife. Quando si va sul sito si può scegliere tra la visita diurna e quella serale. L’unico vincolo è l’orario per l’ingresso dei palazzi Nazaries, bisogna presentarsi ai palazzi 15-20 minuti prima dell’orario scritto sul biglietto mentre il resto della visita è assolutamente libero. Noi ci siamo rimasti quasi tutto il giorno ma credo che in 3-4 ore si possa visitare tutto. Quando si comperano i biglietti in internet è necessario andare in uno sportello caixa per avere fisicamente i biglietti. Nella Gran Via c’è ne uno. Noi abbiamo recuperato i biglietti il giorno prima, semplicemente inserendo la carta di credito allo sportello. Per arrivare all’Alhambra (visto che si trova in collina) il metodo migliore è prendere il bus 30 o 32 che dalla Gran Via ti porta proprio davanti all’Alhambra. All’interno si trova la zona militare (Alcazaba) che domina su tutta la città, gli affascinanti palazzi Nazaries (la Casa Reale Antica, come venne definita all’epoca dell’imperatore Carlo V, che comprende i nuclei più importanti e affascinanti dell’Alhambra ovvero i Mexuar, i Comares e il Patio de los Leones) e gli immensi giardini de El Generalife. La visita al complesso dell’Alhambra ti lascia davvero a bocca aperta, senza parola, è davvero un luogo fascinoso e ricco di storia, unico.

17 agosto: Ci svegliamo con una pioggerella antipatica che ci terrà compagnia per tutta la mattina anche nel deserto di Tabernas, nostra prossima tappa. Questo deserto è conosciuto perché serviva da set cinematografico per molti film western di Sergio Leone infatti non è sabbioso ma roccioso. L’ingresso (costo 11€) si trova subito all’uscita dell’autovia in direzione Almeria. Sembra di trovarsi davvero in un film del tempo. Nel biglietto sono compresi 2 spettacoli, uno nel saloon e uno all’esterno con i cavalli. E’ stato davvero entusiasmante!!! Nel pomeriggio siamo andati ad Almeria, finalmente al mare. Almeria non è un gran che come città, soprattutto alla sera dove è quasi difficile trovare un posto per cenare. Noi abbiamo scelto l’hotel NH Ciudad (scelto su venere.com, 45€ la doppia), ottimo 4 stelle vicino alla stazione e a pochi passi dal mare.

18 agosto: Il giorno dopo avremmo voluto andare al mare verso Cabo de Gata dove ci sono spiagge vergini, ma il tempo non era dei migliori e così abbiamo deciso di raggiungere la prossima destinazione: Nerja. Qui c’era il sole quindi abbiamo lasciato le valige al nostro alloggio e poi siamo volati in spiaggia. A Nerja ci siamo fermati per 3 notti e abbiamo soggiornato a Casa Mercedes, una meravigliosa villa con terrazza sul mare (loro la chiamano hostal di charme) e proprietari fantastici (scelto su google, 53.50€ a notte la doppia con colazione buonissima). Consigliatissimo!!! Il centro di Nerja, a circa 20 minuti a piedi dal nostro hostal, è pieno di bar, ristoranti, negozietti e locali oltre al famosissimo balcone d’europa, uno splendido belvedere sul mare. Di giorno siamo sempre andati alla spiaggia vicina al nostro hostal, la Burriana, la più grande. Nel paese ce ne sono altre anche di più piccole ma sono tutte molto belle e il mare è ovunque trasparente. Volendo a Nerja ci sono anche le grotte ma noi non siamo andati.

21 agosto: Stiamo tutto il giorno al mare e alla sera raggiungiamo Malaga, la nostra ultima destinazione. Il nostro hotel è il 4 stelle Room Mate Lola (72€ la doppia con colazione a notte, prenotato su TUI.it) ubicato in centro città. Alla sera andiamo alla Feria (era l’ultimo giorno della festa) che si trova in periferia. La feria è immensa e c’è un mucchio di gente, ci sono tantissimi stand di ristoranti, taverne, locali e poi un grande luna park. Bella come fiera ma ci aspettavamo qualcosa di più tipico come spettacoli di flamenco.

22 agosto: Abbiamo passato tutto il giorno al mare per rafforzare la nostra abbronzatura. Le spiagge e il mare di Malaga non sono dei migliori. Prendendo il bus 11 in Alameda Principal (la via parallela al nostro hotel) si arriva alle spiagge un po’ più decenti rispetto a quella cittadina (la Malagueta), come ad esempio la spiaggia di El Palo.

23 agosto: La mattina abbiamo fatto un giro per il centro cittadino, la cattedrale è forse il monumento più bello di Malaga. Poi, siamo andati all’Alcazaba ma al lunedì è chiusa quindi ci siamo diretti a plaza de Toros (la Malagueta). Passeggiando per il parco siamo arrivati alla fermata dell’autobus e via verso il mare. Da vedere volendo c’è anche il castello di Gibralfaro ma avendo già visto città incantevoli come Siviglia, Cordova e Granada non ci sembrava così importante la visita a questo castello. La città di Malaga ci ha un po’ deluso, non c’è un gran che da vedere e alla sera, a parte la Feria, sono aperti solo i ristorantini e qualche bar. Piuttosto deludente.

24 agosto: Purtroppo siamo arrivati all’ultimo giorno della vacanza, quello del rientro a casa. Anche se abbiamo fatto 21 giorni, il tempo è volato. Siamo molto soddisfatti del tour che abbiamo intrapreso, 1945 Km in giro per le meraviglie dell’Andalusia. Lo consigliamo a tutti gli appassionati di viaggi, ai viaggiatori insomma non ai semplici turisti!!!

Giusy & Fabio



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