Mare e storia

Viaggio in Albania di Gianni e Mariarosa dal 16/08/2008 al 24/08/2008 Dopo aver valutato varie opportunità abbiamo deciso di fare il viaggio in aereo e poi noleggiare l'auto (non credo rifarei la stessa cosa, ma opterei per la traversata in traghetto). Volo in agenzia, il resto su internet con un referente di Tirana. Voli Hungarian...
Scritto da: giannian
mare e storia
Partenza il: 16/08/2008
Ritorno il: 24/08/2008
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
Viaggio in Albania di Gianni e Mariarosa dal 16/08/2008 al 24/08/2008 Dopo aver valutato varie opportunità abbiamo deciso di fare il viaggio in aereo e poi noleggiare l’auto (non credo rifarei la stessa cosa, ma opterei per la traversata in traghetto). Volo in agenzia, il resto su internet con un referente di Tirana. Voli Hungarian Airlines Venezia- Budapest- Tirana (e viceversa) puntuali, comodi e poco affollati.

16/08 Arrivo al “Madre Teresa” di Tirana. Nuovo, bello e piccolino. Controllo doganale e tassa di 10€ pro-capite per l’ingresso. Recupero rapidissimo dei bagagli e auto pronta all’uscita (kia picanto, forse non proprio l’ideale per la viabilità albanese). Efficienti e precisi, i locatori ci consigliano la strada interna, più agevole di quella costiera. Partiamo per Saranda (nel sud del paese) alle 15.30. Strade buone e scorrevoli fino a Durazzo, buone ma con molti lavori di ammodernamento fino a Fier. Frequenti le pattuglie della polizia, quasi tutte munite di autovelox ( che poi non troveremo più, anche perchè non ci saranno problemi di limiti di velocità, viste le strade!).Da Fier dobbiamo fare i conti con una viabilità a volte problematica per lo stato delle strade, amplificata dal fatto che il percorso è tutto montuoso (fondo stradale dissestato, segnaletica inesistente, protezioni e guard-rail meno che rari). Quello che non manca è la presenza di frequenti cumuli di immondizie (soprattutto plastica) ai bordi delle strade. Qualcuno sta bruciando facendo fumo e puzza a volontà. Sarà questa presenza che accomunerà tutto il territorio albanese. Un’altra cosa che mi ha impressionato è la frequenza con la quale si trovano ristoranti di ogni tipo lungo la strada. Ed altrettanto stupore ha suscitato il fatto che nemmeno in corrispondenza dei suddetti ristoranti si vedono paesini o case per chilometri. Chissà dove saranno imboscate! Sostiamo a Memaliaj, paese tranquillo e simpatico, per riprendere fiato. Entriamo in un bar e mi sembra di tornare nelle nostre osterie di 30-40 anni fa .

Gentili e sorridenti mi fanno un caffè (davvero buono!) e ci prendiamo 2 minerali piccole. Totale 120 lek (1 euro)!!. Riprendiamo la strada e incontriamo animali in quantità: greggi di pecore, mucche ad ogni angolo e nei bordi delle strade e tantissimi asini. Soli e liberi o carichi di ogni cosa e spesso cavalcati da ragazzini che ci salutano con gesti e sorrisi. La gentilezza e disponibilità saranno un altro filo conduttore di questa vacanza. Vediamo anche donne o ragazzini che lungo la strada cuociono, per venderle, pannocchie di mais sul fuoco acceso dentro tronchi di legno. Attraversiamo pochi abitati che sembrano usciti da un’altra epoca. E plastica ovunque, sotto qualsiasi forma. Arriviamo a Saranda alle 21.00 nel bel mezzo della passeggiata serale e del caos automobilistico alla ricerca di parcheggio. Saranda è considerata il luogo di vacanza più bello e più ambito dagli albanesi e quindi è anche il più frequentato, soprattutto le sere d’estate. Discussione con i vigili per entrare nella via dove si trova l’hotel (intasatissima!) e poi, nonostante la difficoltà nel capirci, uno di loro mi porta a parcheggiare su un marciapiede facendomi capire di stare tranquillo (tale e quale in Italia!). L’avrei spostata con comodo più tardi. Troviamo l’hotel Palma e Arte e… Sorpresa! Il nostro arrivo è previsto per il giorno dopo! Siamo stanchi ed abbattuti ma con molta pazienza il titolare, che parla discretamente l’italiano, e i suoi familiari non si perdono d’animo. Ci consigliano di andare a mangiare un boccone, visto che eravamo a digiuno, e al ritorno ci avrebbero sistemato. E’ uno dei primi esempi della semplice e affabile disponibilità che ha contraddistinto tutta la gente che abbiamo incontrato. Mangiamo in un locale con una bella e fresca terrazza vista mare. Tacchino allo spiedo, patate e birra per due con 7 euro ( ma che fatica capirci! Per il momento abbiamo trovato pochissimi che parlano italiano o inglese). Al ritorno in hotel ci hanno “prestato” una tripla, chissà come liberata, e finalmente doccia e a letto. Problema risolto e condito da infinite scuse. Ma che stress! 17/08 Ci alziamo e andiamo a far colazione al bar di fronte (convenzionato con l’hotel) con pane, burro e marmellata, naturalmente ordinati a gesti, scoprendo altresì che qui le brioches non esistono. Ci sono altri cibi nel menu, ma rimarranno sconosciuti oltre che poco appetibili. Giro a scoprire mare e lungomare e ci troviamo dentro a un delizioso e caratteristico mercato di frutta e verdura. Abbondante uva bianca e nera (produzione propria) e banane €2,5. Giornata in spiaggia (non granchè, mare a parte, e affollatissima visto che è domenica) con ombrellone e due lettini a €2,50. Bottiglie di minerale 40cent, prezzo che sarà uguale in ogni posto dove andremo. Serata al ristorante Zhupa, segnalato dalla guida, dove mangiamo pesce alla brace con €30. Buono e abbondante.

18/08 Risveglio, solita colazione e partenza per Gjrokaster con sosta alla fonte” dell’occhio blu”. Posto meraviglioso immerso in una vegetazione rigogliosa ( in contrasto con tutto il resto intorno decisamente brullo) dove risaltano alcune querce secolari. La fonte emerge con forza e abbondanza lungo il corso di un torrente, aumentandone da subito forza e grandezza in modo notevole. Nel punto in cui l’acqua sgorga si forma un gioco di colori e sfumature sempre diverse che ricordano i riflessi di una pupilla. Con dispiacere ripartiamo per Gjrokaster. Parcheggio nel piazzale principale con 25 cent per tutto il giorno. Andiamo a visitare il castello ( € 3,30 in due) che sovrasta la città. Veramente maestoso e affascinante oltre che molto vasto. Meriterebbe ben altra cura e la possibilità di avere qualche spiegazione. Anche qui nessuno parla italiano e,uno soltanto, spiaccica un po di inglese. Visto che anche il mio inglese non è da oscar non è che ci si aiuti molto. Chiediamo di visitare la sala d’armi, che abbiamo letto essere interessante, ma la persona addetta non si trova e dobbiamo rinunciare. Girando per i vasti cortili e terrazze vediamo una chiesa ortodossa in restauro: veramente stupenda e mi immagino il suo splendore quando sarà terminata. Ma anche mucchietti di plastica ovunque, non certo recenti e nemmeno nascosti. Scendiamo nel centro storico e c’è una atmosfera veramente affascinante. Straordinaria la selciatura delle strade che passano tra case originali, forti ma eleganti con i loro muri di pietra. Caratteristica peculiare sono i tetti in pietra nera, opera di ardito equilibrio. Molte sono le case non abitate ed alcune stanno crollando, però sta partendo un’opera di restauro, grazie all’UNESCO, per tentare di salvare questo ambiente. Quelle nelle quali è iniziato il restauro si notano perchè sono circondate da impalcature(come nella chiesa del castello) formate da assi di legno inchiodate. La sicurezza? Non abita qui. Troviamo l’ufficio informazioni e una ragazza gentilissima ci indica la strada per raggiungere il Museo Etnografico (nuovo), una casa tipica originale nella quale si trovano gli elementi interni ed esterni dell’architettura locale e un ristorante consigliato per gustare le grigliate di agnello e tacchino. Strada completamente devastata e bloccata da ruspe varie per rifacimento totale e non si passa. Delusione! Nemmeno l’ufficio informazioni sapeva niente. Tornati in centro ci affidiamo al caso,entriamo al ristorante Festival e ordiniamo l’agnello alla brace e sentiamo distintamente dalla cucine che lo stanno tagliando a pezzi. Servizio mooolto tranquillo e senza fronzoli. Mezzo kg di agnello molto gustoso, patatine super e un litro di birra € 8,75. Ancora un giro attorno ad ammirare angoli suggestivi, a scrutare una piccola, antica e affascinante moschea e ripartiamo per Saranda. Passeggiata fino a una nuova spiaggia dove ci godiamo l’ultimo sole. Serata con pizza e con luna piena € 10,00 tutto incluso.

19/08/08 Solita colazione ( condita di tutti gli odori della cucina albanese) e andiamo a Shamil, più a sud, dove si trovano una miriade di calette con vista su alcune isolette raggiungibili in barca. Ci fermiamo in una spiaggetta carina ma che si dimostrerà in seguito decisamente affollata. Ombrellone e due lettini € 3,5. In questi giorni fa veramente caldo ed il consumo di acqua elevato, ma per fortuna lo splendido mare ci consente bagni tonificanti e rinfrescanti. Una chiacchierata con i vicini di ombrellone, una famiglia albanese che vive e lavora a Parma. Sono molti gli albanesi che lavorano in Italia che vengono, magari per pochi giorni, in vacanza a Saranda che per loro è la località “in” delle spiagge albanesi. Togliamo…L’ombrellone e facciamo un giro per esplorare la zona di Shamil.

Piccole e frequenti spiagge tutte attrezzate, molte seminascoste, ed ognuna con caratteristiche proprie su di un mare decisamente bello. E con gli onnipresenti mucchietti di plastica. Ritorno in hotel e cena ancora al ristorante Supha con grigliata mista e contorni. Buono ma ci aspettavamo di più. Birra a volontà e € 24,5 di tutto.

20/08/08 Oggi si cambia per la colazione, ma sempre senza brioches. Ci informiamo per andare un giorno a Corfù (è molto vicina ) ma c’è molta confusione su orari e tipo di traghetto da prendere. In agenzia persino una ragazza di Saranda, gentilissima e paziente, che si è prodigata per aiutarci a capire si è arresa alla situazione. Vedremo, ma intanto la gita è saltata. Decidiamo di fare allora una puntatina verso le spiagge più a nord. Saltiamo Buneci per fermarci a Borshi. Per scendere alla spiaggia attraversiamo un tratto pianeggiante in un bellissimo oliveto e sbuchiamo su una spiaggia lunghissima e non molto affollata. Curiosità: in un tratto di spiaggia ci sono tettoie molto grezze sostenute da quattro pali di legno e ricoperte da frasche che creano un’ombra invitante. Ci sono anche gli immancabili e onnipresenti bunker, per fortuna allegramente dipinti. Decidiamo di continuare e troviamo Porto Palermo, deliziosa baia divisa da un piccolo promontorio sul quale si erge il bel castello di Alì Pascià. Ancora un po di strada a siamo a Llaman, piccola spiaggetta in una insenatura ben protetta. Il posto è davvero molto bello e tranquillo. Ci fermiamo e ci spaparanziamo. Ombrellone e lettini € 5,0, lo stesso prezzo di due gelati confezionati. Qui i prezzi sono generalmente più alti ma anche le strutture sono migliori, come il bar- ristorante sulla spiaggia, veramente carino (e nuovo). Per raggiungere questi posti percorriamo l’unica strada costiera ,che è in quasi completo rifacimento. Lavori lunghi e impegnativi che rendono la strada accidentata, avvolta in nuvole di polvere e percorribile a velocità bassissima ( ma non per i locali, che corrono alla grande e spesso con i finestrini abbassati!!). A volte la nostra Kia Picanto ci faceva pena! Quando l’abbiamo resa il colore blu elettrico a malapena emergeva dallo strato di polvere. Lasciamo Llaman a malincuore e torniamo a Saranda che è buio. Doccia e alla ricerca di un bancomat internazionale, cosa non proprio scontata. Aggiungo che in nessun posto dove sono andato era possibile pagare con carta magnetica o carta di credito. Anche stasera pizza ( le fanno veramente buone! ) e con €11,70 ci stanno anche tre birre grandi.

21/08/08 Stamane colazione al bar Limani, affacciato sul mare. Ci siamo comprati in un market delle mini- brioches confezionate e, ordinati due cappuccini, le abbiamo tirate fuori e mangiate. Ci guardavano strani! Decisione improvvisa: si va a Corfù! Corsa al porto e imbarco immediato (ma era così difficile?) non senza aver passato un meticoloso controllo documenti, trattenuti e poi riconsegnati a bordo. Un’ora e un quarto di navigazione e siamo a Corfù (la città). Ulteriore controllo documenti (proveniamo da un paese non comunitario) e ci tuffiamo nelle movimentate, affollate, commerciali vie del centro storico ( non eravamo più abituati a queste cose), dopo essere passati sotto le mura veramente imponenti della fortezza. Le vie sono tutto un negozio, un bar, un ristorante senza soluzione di continuità. I commercianti ti asfissiano appena accenni a fermarti per guardare, i ristoratori ti si parano davanti per farti accomodare ai loro tavoli. Dopo un po sei sfinito per rintuzzare i loro attacchi. Qualche acquisto carino e sosta per mangiarci una insalata greca. Un po di relax al parco (con vista sul porto turistico molto ben “fornito”) e ritorno a Saranda con la solita trafila dei documenti. Sbarco, ennesima registrazione e ritorno in albergo. Viaggiavano con noi un gruppo di ragazzi accompagnati da un sacerdote che fin dal 1991 propone incontri italo-albanesi a Berat. Ci dice che ora, rispetto agli anni scorsi, qui sono rose e fiori! Cena al solito Shupa con cozze, calamari ai ferri (porzioni super), pomodori, patatine, quattro birre e frutta per € 19,60. Prendiamo l’auto e saliamo al castello di Lekuresi che domina Saranda. Ben ristrutturato e ancora meglio organizzato (abbiamo cambiato paese?) con un panorama diurno e notturno mozzafiato che abbraccia il mare fino all’isola di Corfù. Gelato, frappè e panorama € 3,50. Credo ritorneremo per una cena.

22/08/08 Dopo la colazione in riva al mare partiamo per la spiaggia di Llaman impiegando circa un’ora e mezza per arrivare percorrendo le strade dissestate e piene di cantieri, già nominate. Lungo la strada osserviamo meglio i paesi che attraversiamo. Qeparo e Borshi sono villaggi molto vecchi che tali sono rimasti nel tempo ma hanno un loro fascino, con le case arrampicate sulla montagna raggiungibili con lunghe scalinate o con strette mulattiere. Niente strade. Ci sono alcuni cartelli che ci indicano la presenza di qualche monastero o quel che resta, ma è tutto logoro e approssimativo.

Niente strade per salire ed ecco il motivo della presenza numerosa di asini e muli, al lavoro o in libertà. Per non parlare di gruppi di mucche che procedono tranquille lungo il ciglio della strada in fila indiana e disciplinate. Almeno loro! A Borshi c’è un bar- ristorante costruito a cavallo di un bel torrente impetuoso. Arriviamo alla splendida Llaman e ci godiamo un caldissimo sole abbinato a una freschissima e limpidissima acqua. Fa veramente caldo, ma qui si sente meno. E’ ora di tornare (uffa!!) e sulla via del ritorno ci fermiamo a Porto Palermo per vedere il castello di Alì Pascià.

Costruzione molto bella che domina tutta la baia e il mare aperto, con una architettura interna molto particolare. Dopo un breve corridoio di ingresso si arriva in una stanza circolare dalla quale si diramano a raggiera corridoi a volta che portano ai vari locali con funzioni ben precise (harem, stanze del sultano, stanza della principessa, ospiti, servitù, ecc.). Sopra tutto questo la grande spianata circondata da mura con le torri e le casematte. Nella seconda guerra mondiale era occupato dagli italiani che lo usavano come prigione e come centro logistico. Ci raccontava il custode che a quei tempi la popolazione mangiava anche la carne, ma poi è arrivato il comunismo…Vicino al castello c’è una chiesetta ortodossa malandata ma ricca all’interno di icone e immagini, con i tipici contenitori pieni di sabbia dove si mettono le candele accese. Una immagine di fede talmente semplice e toccante che ha suscitato una dolce emozione. Torniamo in hotel e il titolare ci indica un ristorante dove si può gustare la cucina albanese. Direzione Delvini ma, dopo aver girato a lungo per le strade completamente buie, non lo abbiamo trovato. Oltre all’illuminazione manca pure la segnaletica. Ritorniamo e saliamo al castello di Lekuresi, nostra salvezza. Tavolo sulla spianata, costolette di agnello ottime e in quantità, contorni vari e birra (tanta!) € 28,00. Abbiamo assistito anche ad alcuni tipi di danze albanesi, eseguite dalla gente presente nel ristorante. Molto affascinante e bello da vedere.

23/08/08 Ultimo giorno e ce la prendiamo comoda. Colazione-relax e partenza per Butrinto. Bel sito archeologico, situato in riva a una laguna collegata al mare da un breve canale, e non completamente portato alla luce (dicono che molto ci sia sotto il mare e la laguna) ma comunque ricco di cose lasciate da tutte le popolazioni che si sono succedute, anche se le cose più belle e più interessanti sono del periodo greco e romano (vedi guide varie). Desta curiosità una chiatta, che funge da traghetto tra le due sponde del canale di accesso alla laguna, molto rudimentale ma che traghetta di tutto sulla strada che porta verso il confine greco e viceversa. Arrivano con noi due pullman di turisti e veniamo assaliti da ragazzini che ci vogliono vendere collanine varie. Una bambina piccola dallo sguardo dolce e niente da vendere si avvicina e le diamo un pacchetto di crakers ( e non vuole altro) che ci ripaga con un sorriso. Conquistatrice!! Dentro il sito interessanti il teatro, le terme e il loro funzionamento, la basilica e le belle e grandi porte di accesso. Decidiamo di rientrare in albergo per fare le cose con calma. Fa un caldo infernale e siamo decisamente appiccicosi. Scendiamo in spiaggia a Saranda quando fa meno caldo e ci dedichiamo alla lettura. Per cena ritorniamo al castello di Lekuresi e optiamo per una pizza. Tavolo a picco sulla baia illuminata e con vista sulle luci di Corfù E’ bello, rilassante e si sta bene e la pizza è pure molto buona.

24/08/08 Partenza ore 7.00 e, dopo aver allungato la strada (segnaletica approssimativa e/o errata), passando per il centro di Tirana siamo arrivati finalmente in aeroporto. Tutti a casa.

P.S.

Talvolta ho trascurato volutamente la descrizione “turistica” di alcuni luoghi, la si può trovare nelle guide. Ho cercato di esprimere il nostro modo di vedere le cose, le emozioni buone e quelle meno buone che un paese come l’Albania sa suscitare.

Curiosità: abbiamo visto, soprattutto all’interno, scuoiare e sezionare tacchino, pecora e vitello di ogni forma e grandezza, all’aperto.

ci sono lungo le strade montagnose numerosissime (ma proprio tante) lapidi dalle forme più monumentali a quelle più semplici, a testimoniare la pericolosità delle strade e dei conducenti.

si ergono ovunque i bunker voluti dal regime del dittatore Oxha, nelle pianure come sulle spiagge o sulle colline. A migliaia.

una presenza di autolavaggi da record, necessari vista la situazione delle strade dove la polvere la fa da padrona. Con gli scarichi dell’acqua “a perdere”.

moltissime case solo iniziate, talvolta con un solo piano completato, talvolta con solo lo scheletro ferme da molti anni.

la presenza in una zona ben delimitata di pozzi per l’estrazione del petrolio, dei quali pochi ormai funzionanti.

Commenti: Abbiamo sempre mangiato benissimo e la loro birra alla spina (kriko) è veramente buonissima.

La lingua spesso si è dimostrata un ostacolo, sempre superato però con la disponibilità, sorriso e la comprensione.

I prezzi decisamente competitivi in ogni cosa, talvolta addirittura sorprendenti. Almeno al sud.

La voglia di crescere che, almeno in certi luoghi (Saranda e in qualche altra località), porta a strafare. Come il costruire palazzi altissimi, vicini alle spiagge e l’uno all’altro, senza un piano ben definito. Uno scempio. Ma anche cercare di crescere creando infrastrutture più efficienti ( rinnovo della rete stradale); iniziando la ristrutturazione e potenziando la conservazione di luoghi ricchi di arte e storia, in modo da far conoscere in una maniera più agevole un patrimonio che attualmente è visto da pochi turisti stranieri (il loro è ancora un turismo quasi esclusivamente locale). Il modo di trattare i rifiuti, di non raccoglierli quando si consuma sulle spiagge o di gettarli a terra lungo le strade. Non curandosi dei mucchi (soprattutto di plastica) che crescono ovunque.

Elaborata questa esperienza e con la speranza che certe cose migliorino ma che la sostanza rimanga invariata, credo che ritornerò appena possibile.



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