Il belvedere d’Abruzzo è il posto giusto per una gita fuori porta durante le feste

Manuela Titta, 25 Dic 2025
il belvedere d'abruzzo è il posto giusto per una gita fuori porta durante le feste

Tra mare e montagna: è questo l’Abruzzo, regione dalle mille sfaccettature, con le sue vette maestose, le sue bellissime coste e la natura che offre luoghi protetti. L’entroterra è ricco di itinerari favolosi, con i suoi boschi, gli eremi e le testimonianze di un passato antico che pulsa ancora. Il cuore di questa regione, dominata dal Gran Sasso e dalla Majella, mette insieme tutti i pregi e tutta la bellezza fatta dalla magia dei paesaggi mozzafiato, ma non solo: i suoi meravigliosi borghi sono pieni di fascino e custodiscono un patrimonio culturale e architettonico che incanta i visitatori. E proprio tra questi ce n’è uno che, per la sua posizione, la ricchezza del territorio e la bontà dei suoi sapori, è l’ideale per chi vuole scappare dal tradizionale setting delle feste e concedersi una gita fuori porta nel periodo natalizio.

Il borgo-terrazza del Pescarese

città sant'angelo

Fondato forse dai Vestini, ancor prima dell’espansione di Roma, questo borgo dell’Abruzzo ha una storia millenaria da raccontare. Fu al centro di una concessione territoriale voluta da Ludovico II (imperatore del Sacro Romano Impero e pronipote di Carlo Magno) nell’anno 875, ma ancor prima viene citato negli scritti di Plinio il Vecchio (I sec. d.C.). Fu conteso tra la Chiesa e l’Impero, divenne una proprietà nobiliare delle varie famiglie nobili della zona, particolarmente dei Piccolomini (la famiglia dei papi Pio II e Pio III) e nell’Ottocento fu uno degli avamposti delle lotte risorgimentali, che volevano un’Italia unita. Ancora oggi, lungo le sue strade sopravvivono angoli di storia secolare, monumenti e luoghi di grandissimo pregio.

Cosa vedere nel borgo

Città Sant’Angelo è un piccolo gioiello sulle colline a ridosso dell’Adriatico. La vista è stupefacente perchè ci si affaccia sul mare, un belvedere che si snoda attraverso la passeggiata panoramica, un’autentico spettacolo e uno dei luoghi assolutamente da vedere quando si decide di visitarlo. Il corso principale e le sue piccole stradine, le “rue”, raccontano la storia: il visitatore si trova immerso in un’atmosfera intima e affascinante. La collegiata di San Michele Arcangelo è uno dei maggiori monumenti dell’architettura regionale: con il suo porticato quattrocentesco e il maestoso campanile alto 48 metri è la chiesa madre della città. Da scoprire anche le chiese di Sant’Agostino e San Francesco, così come il suggestivo Palazzo Castagna.

I vini simbolo di Città Sant’Angelo e dell’Abruzzo

montepulciano d'abruzzo

La storia millenaria del Montepulciano è patrimonio di questo vino rosso, già citato nelle opere di Ovidio e anche da Polibio, che racconta come Annibale offrisse questi vini ai soldati perché “avevano guarito i feriti e rimesso in forze gli uomini”. Alla fine del ‘700 c’è l’ampliamento delle aree di coltivazione del Montepulciano, che era rimasto isolato nelle zone interne dell’Abruzzo, la storia recente degli ultimi decenni segna l’ascesa di questo vino che ha guadagnato il meritato successo.  È un vino rosso molto versatile, perchè in base al sistema di vinificazione può dare diversi risultati: si spazia da vini di pronta beva a vini da lungo affinamento, da quelli più robusti a quelli più delicati. Le sue note olfattive e gustative sono assolutamente riconoscibili, grazie ai sentori di frutti rossi di bosco e confetture di more: un rosso che nella versione Riserva presenta note speziate e viene fuori in tutta la sua complessità organolettica grazie al lungo affinamento. 

Cerasuolo, il Montepulciano nella sua versione rosso ciliegia

Il nome Cerasuolo viene da “cirasce”, in dialetto ciliegia: questo vino è ottenuto da uve Montepulciano grazie al contatto ridotto tra mosto e bucce, con questa vinificazione in bianco si riduce la pigmentazione finale del vino. È un vino che caratterizza profondamente il territorio, ‘’orgogliosamente abruzzese’’, un prodotto che fa parte della tradizione vitivinicola della regione da sempre, con il suo colore che ricorda la polpa della ciliegia. Il Cerasuolo, dai sentori di mandorla e frutti rossi, risulta fresco e sapido, con uno stile decisamente vibrante.

Trebbiano, un bianco di assoluto successo

Il Trebbiano Abruzzese è l’altro vitigno simbolo della regione, anche questo dalle antiche origini e altrettanto versatile, a seconda del periodo di vendemmia e delle tecniche di vinificazione. È un vino dai sentori fruttati e floreali delicati, secco, fresco e leggero, facile da abbinare in base al tipo di vinificazione scelta e al periodo di affinamento a cui è stato sottoposto: il Trebbiano può dare vita a vini longevi e strutturati o risultare più giovane con caratteristiche di note fruttate e fresche, con una media complessità. 

Il Trebbiano va bene per un aperitivo, oppure può essere abbinato a salumi e formaggi: ottimo per un pasto a base di pesce o da assaggiare con le carni bianche. 

I vini di Città Sant’Angelo

Complessivamente, a Città Sant’Angelo il territorio può (ed è regolamentato in questo modo nel disciplinare) produrre i seguenti vini:

  • Montepulciano d’Abruzzo DOC (sottozona Terre dei Vestini)
  • Abruzzo DOC
  • Cerasuolo d’Abruzzo DOC
  • Montepulciano d’Abruzzo DOC
  • Trebbiano d’Abruzzo DOC
  • Colline Pescaresi IGT

Di questi, il Terre dei Vestini e il Colline Pescaresi sono gli unici limitati alla zona di Pescara, mentre le altre denominazioni si possono produrre su tutto il territorio dell’Abruzzo.

La cucina abruzzese, un tripudio di sapori

arrosticini

La gastronomia abruzzese spazia davvero moltissimo, grazie alle sue contaminazioni e alla ricchezza di ingredienti a disposizione: le ricette di mare trovano nel brodetto una delle forme più riuscite, perchè questa tipica preparazione dell’adriatico fatta con il pescato del giorno, vuole tra gli ingredienti il pomodoro. La ricetta risulta particolarmente gustosa, da mangiare con pane bruschettato e qui l’abbinamento con il Cerasuolo è pura poesia. Gli arrosticini sono una vera e propria religione, perché questi deliziosi spiedini di castrato mettono insieme il sapore più vero della tradizione pastorale abruzzese con la semplicità e la facilità con cui possono essere preparati e consumati: qui abbiniamo un Montepulciano d’Abruzzo giovane. Con un Montepulciano più strutturato, invece, possiamo scegliere un primo della tradizione: gli spaghetti alla chitarra (riconoscimento PAT), sono una pasta all’uovo il cui nome deriva dalla modalità con cui viene tagliata, si usa infatti uno strumento con le corde, si pone la sfoglia sopra e si passa il mattarello, in modo da esercitare una pressione. Il tocco delle dita sopra le corde, quasi a suonare una melodia, favorisce il distacco della pasta. Si ottengono del maccheroni a sezione quadrata, la cui consistenza porosa permette di assorbire perfettamente il sugo. La preparazione del condimento è una vera e propria leccornia, un sugo fatto con le pallottine, minuscole polpettine di carne magra macinata, con una spolverata di noce moscata e sale, nulla però vieta di aggiungere anche uova e parmigiano a seconda dei gusti personali. 



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