Una tempesta solare senza precedenti “riporta” l’aurora boreale in Italia: ecco quando e dove si potrà ammirare

È un fenomeno magnifico per gli occhi, ma dietro il quale si nasconde tutta la potenza, e a volte la pericolosità, del Sole. L’idea che si possa assistere all’aurora boreale in Italia è per molti un sogno ad occhi aperti, perché generalmente bisogna spostarsi fino alle latitudini più alti per poterla ammirare. Appannaggio di Lapponia, Islanda e Canada, la sua origine è da ricercarsi nelle tempeste solari che investono la Terra: si tratta di cosiddetti fenomeni di brillamento, ovvero quando il Sole emette enormi quantità di particelle cariche attraverso vere e proprie “esplosioni”. Queste, quando raggiungono gli strati più alti dell’atmosfera terrestre, che ci protegge dagli effetti nocivi delle radiazioni, si “convertono” negli spettacoli luminosi tipici delle aurore, che appunto si ammirano più facilmente ai poli.
Ci sono però occasioni in cui la forza del Sole è tale da renderle visibili anche a quote più meridionali. Oltre a interferire su tutti i sistemi di comunicazione moderni, poiché alterano il geomagnetismo, le tempeste solari generano aurore boreali anche in luoghi dove altrimenti sarebbero pressoché impossibili. Nella storia si ricorda soprattutto l’evento di Carrington, una enorme tempesta geomagnetica che risale al 1859 e che rese visibile l’aurora persino a Roma, che si trova sul 41° parallelo, 25 gradi più in basso rispetto al Circolo polare artico.
Tra l’11 e il 13 novembre 2025, la presenza di un massimo solare (il Sole segue un ciclo di attività che dura 11 anni, e siamo proprio nella sua fase più attiva) porterà all’apparizione di questi fenomeni in maniera intensiva. Il tutto è dovuto al brillamento X.51, che proviene dalla macchia solare AR4272, dalla quale si sprigionano queste esplosioni di plasma capace di interferire con il campo geomagnetico terrestre e, quindi, generare le aurore boreali. Gli scienziati coinvolti nel monitoraggio del sole hanno definito il fenomeno attuale come CME “cannibale” (coronal mass ejection, espulsione di massa coronale), il 4° livello su una scala che va da 1 a 4: un fenomeno raro e potenzialmente disruptive, ma che avrà come effetto collaterale, positivo, quello di dare vita allo spettacolo dell’aurora. Sempre come indici, il NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration) ha alzato il Planetary K-Index sull’attività geomagnetica terrestre a un livello massimo di 8,67 su un massimo di 9.
Dove sarà visibile l’aurora boreale
Nonostante il rischio di alcuni problemi nei sistemi di comunicazione a livello globale, la possibilità di ammirare l’aurora boreale spingerà moltissimi a tenere gli occhi all’insù in questi giorni. Anche in Italia, perché appunto il fenomeno solare è così forte da spingere a guardare oltre i luoghi tradizionali. Ovviamente, più ci si trova verso Nord, maggiore è la possibilità di assistere al cielo notturno che si colora di sfumature verdi, blu o rosacee. Per essere certi di vedere la volta celeste illuminarsi è importante trovarsi in luoghi con ridotto inquinamento luminoso, preferibilmente in montagna o in zone poco abitate. Favorite saranno dunque le zone come Piemonte, Valle d’Aosta (soprattutto sul Monte Bianco), ma anche la Sardegna, dove già nella notte tra 11 e 12 novembre sono stati registrati avvistamenti dell’aurora.