Alle porte di Madrid c’è il monastero più grande d’Europa: ha più di 4000 stanze (e 8000 finestre)

Una città celebre per la sua vita notturna, per il divertimento e per la perfetta commistione di arte, cultura e modernismo. Ancor più che Barcellona, Madrid rappresenta tutto ciò che fa della Spagna una delle nazioni più amate dai turisti europei e non solo. Qui ci sono alcuni dei musei più importanti al mondo, El Prado in testa, ma c’è anche una piazza dedicata alla nostra Raffaella Carrà, grattacieli che svettano per 250 metri e l’iconica Plaza Mayor. C’è un museo interamente dedicato al prosciutto, ma per vedere una bellezza da record bisogna spostarsi appena fuori dalla capitale, circa 50 chilometri, nel cuore della Sierra de Guadarrama. Perché è qui che si erge il monastero più grande d’Europa, un capolavoro di 4.000 stanze e quasi 8.000 finestre che, a conti fatti, è come una città in miniatura. Curiosi di scoprirlo?
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Storia e costruzione di un luogo da leggenda
L’enorme complesso che sorge alle porte di Madrid, divenuta capitale della Spagna riunificata solo nel 1561 (prima questo ruolo era spettato a Toledo), nasce dalla volontà di re Filippo II di costruire un luogo simbolo di forza e fede. La costruzione inizia nel 1563, subito dopo la vittoria nella Battaglia di San Quintino che si svolse proprio nel giorno di San Lorenzo. L’idea era semplice: celebrare la vittoria, onorare il martire, creare una residenza reale, un monastero e un Pantheon per i re spagnoli. L’architetto scelto fu Juan Bautista de Toledo, che aveva lavorato a stretto contatto con Michelangelo a Roma. Dopo la sua morte, avvenuta nel 1567, i lavori passarono a Juan de Herrera che finì l’opera seguendo lo stile originale ma con alcune modifiche che resero il complesso ancora più maestoso, tipico del manierismo herreriano, austero e simmetrico. La pianta è a forma di graticola, omaggio a San Lorenzo, arso vivo su questo strumento di tortura: ciò dava importanza alla fede cattolica e alla Controriforma, quando la Chiesa consolidava il potere in risposta alla Riforma protestante. In tutto, la costruzione del complesso, che ospitò Filippo II ritiratosi nell’ultimo periodo della sua vita in isolamento e preghiera, richiese più di 21 anni, coinvolgendo migliaia di operai, architetti e artisti.
Un’architettura che ha pochi eguali nel resto della Spagna e d’Europa
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Il Monastero dell’Escorial è un capolavoro del manierismo herreriano, austero e simmetrico, semplice e con geometria rigorosa. Principalmente è fatto in granito grigio-bruno e la struttura è un quadrangolo con, appunto, quattro torri angolari. All’interno ci sono spazi monumentali di enorme valore artistico: tra questi il Palacio de los Austrias con gli appartamenti reali (incluso quello dell’Infanta Isabella Clara Eugenia, che sarebbe dovuto essere per la moglie di Filippo II, morto prima della fine dei lavori di costruzione del complesso), così come i Nuevos Museos, che conservano una vasta collezione di opere di artisti del calibro di El Greco, Tiziano, Velázquez, Tintoretto e Veronese. La parte centrale del complesso è costituita dalla Basilica a pianta quadrata, tre navate e cupola monumentale. Le volte sono decorate con gli affreschi di Luca Cambiaso e Luca Giordano, mentre la Capilla Mayor conserva sculture di Pompeo e Leone Leoni e un Crocifisso in marmo bianco di Benvenuto Cellini. Le Salas Capitulares sono famose per i soffitti “grotteschi”, opera di artisti genovesi del XVI secolo e altri dipinti del Tintoretto. Sotto la Basilica c’è il Panteón, diviso in due parti: il Panteón de los Reyes completato nel 1654, coi re e regine madri di re, e il Panteón de los Infantes dei principi e delle altre regine, completato solo nel 1888. Prima di essere sepolti, i loro corpi venivano custoditi nel Pudridero, un’area destinata alla decomposizione naturale per 20-30 anni. Ci sono sepolti tutti i re spagnoli sin da Carlo I, tranne quattro: Filippo V, Ferdinando VI, Giuseppe I Buonaparte e Amedeo I di Savoia. La biblioteca, i cui scaffali eleganti sono un progetto dell’italiano Frecci, conservano manoscritti in greco, ebraico e arabo, testi medievali e cinquecentini. Gli affreschi sono di Pellegrino Tibaldi, mentre una delle principali attrazioni è la Sala dei Segreti, con particolari proprietà acustiche: due persone possono parlare sottovoce agli angoli opposti della stanza, senza farsi sentire da chi si trova nel mezzo. Una ultima curiosità la troviamo fuori dal complesso: verso Ávila, c’è la Silla del Rey, incavo nella roccia dove Filippo II si sedeva e guardava dall’alto i lavori dell’Escorial, complesso da 4000 stanze e 8000 finestre che è anche al centro di fenomeni religiosi, come vedremo in seguito.
Le apparizioni mariane dell’Escorial
L’Escorial è famoso, oltre che per la magnificenza architettonica, anche per delle apparizioni mariane che, si dice, siano avvenute nella vicina località di Prado Nuevo a partire dagli anni ’80. Nel 1981 una donna di nome Luz Amparo Cuevas dichiarò di aver visto la Vergine Addolorata apparire su un frassino della zona; da quel momento le apparizioni pare si siano ripetute fino al 2002, attirando i pellegrini a migliaia. Ciò ha creato forte devozione popolare: il racconto della donna implica che la Vergine le abbia chiesto di pregare per la conversione dei peccatori e di costruire una cappella in suo onore in quel luogo. Il luogo è diventato un punto di riferimento spirituale, con storie di guarigioni miracolose, movimenti del sole e altri fenomeni. Nonostante l’affluenza, le autorità ecclesiastiche, hanno evitato a lungo di riconoscere ufficialmente la natura soprannaturale delle apparizioni. Nel 1985 l’arcivescovo di Madrid non approvò le visioni, ma nel 2012 il suo successore autorizzò la costruzione di una cappella nel luogo dell’apparizione, senza tuttavia dichiarare l’autenticità degli eventi, implicando un riconoscimento alla devozione che il sito ha avuto nel corso degli anni. Il movimento delle apparizioni si conosce come “L’Opera della Madre di Dio di El Escorial” e ha originato varie comunità religiose e iniziative di carità. Non sono mancate le controversie, perché diversi ex-devoti e critici hanno accusato il movimento di comportamenti settari e abusi psicologici.
Informazioni utili sulla visita
Come arrivare
San Lorenzo de El Escorial si trova a 50 km a nord-ovest da Madrid. Il modo più semplice per arrivare è il treno: da Madrid si prende la linea C3A o C8 coi regionali Cercanías che partono dalle stazioni principali della capitale spagnola, quelle di Chamartín o Atocha. Il viaggio è di 50-60 minuti, e il treno ferma alla stazione di El Escorial. Da lì serve un quarto d’ora a piedi fino al monastero. In alternativa, esistono autobus che partono dalla stazione di Madrid Moncloa, linee 661 e 664. Infine, in auto si prende l’autostrada A-6 verso nord-ovest per San Lorenzo de El Escorial. All’arrivo, c’è un grande parcheggio vicino al complesso.
Biglietti e orari
Il prezzo dei biglietti di ingresso al monastero dell’Escorial è di 18€ per gli adulti e 11€ per i bambini tra i 5 e i 16 anni. Il biglietto include una guida digitale in .pdf e una audioguida digitale. La visita dura dalle 2 alle 4 ore, a seconda del livello di approfondimento della struttura, mentre le visite guidate durano circa un’ora. Il complesso è aperto tutti i giorni dalle 10.00 alle 18.00, mentre gli ingressi sono cadenzati su fasce di 15 minuti dalle 10.00 alle 16.30 (ultimo orario utile di ingresso). Per chi desidera approfondire ulteriormente la visita, si consiglia di includere nel tour la Casita del Principe, un piccolo edificio in stile neoclassico immerso nei giardini del complesso, costruito per il futuro re Carlo IV. È possibile passeggiare tra arredi e opere d’arte in stile Luigi XVI e Impero, che riflettono il gusto dell’epoca.