London walks: le nostre passeggiate alla scoperta dei quartieri di Londra

Abbiamo visitato Londra in lungo e in largo, nel corso degli ultimi vent’anni. Dopo aver esplorato la città con ogni mezzo, il nostro ultimo viaggio è dedicato alle passeggiate. Prima di partire, abbiamo individuato i quartieri che volevamo scoprire “a piedi” e, con l’aiuto di Google Maps e con l’ispirazione tratta dai blogs di alcuni londoners, abbiamo costruito degli itinerari un po’ fuori dalle rotte turistiche, per apprezzare dettagli nascosti e strade meno battute. In cinque giorni, abbiamo camminato chilometri nei quartieri di Londra come London Bridge, Bloomsbury, King’s Cross, City of London e il Royal Borough di Greenwich. Non ci rimane che attendere il viaggio del 2025, per approfondire altri quartieri!
Indice dei contenuti
Tour dei quartieri di Londra
Giorno 1 – London Bridge walk
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Accompagnati da una fitta nebbia, partiamo alle 4.00 di mattina da Reggio Emilia. Alle 5.00 siamo già all’Aeroporto Marconi di Bologna e parcheggiamo al P3 Comfort, prenotato e pagato online qualche giorno prima (€ 53,00). Il desk per il bagdrop apre due ore prima del volo; ci mettiamo in fila e, dopo quasi un’ora, riusciamo a lasciare le valigie e a dirigerci ai controlli di sicurezza. Passiamo velocemente anche il controllo passaporti e, poco dopo, chiamano l’imbarco del nostro volo British Airways. Il volo è tranquillo e puntuale; a Heathrow il controllo è velocissimo e, recuperati i bagagli, siamo pronti per la nostra tradizionale colazione da Caffè Nero.
Ricaricate le Oyster Card, prendiamo la linea metro blu (Piccadilly Line) e, prima delle 10.00, siamo già in viaggio verso il centro di Londra. Un’oretta di metro e arriviamo alla nostra fermata: Russell Square. L’hotel che abbiamo prenotato si trova a pochi passi: è l’immenso Royal National Hotel della catena Imperial London. Il check-in è previsto per le 14.00; noi siamo in netto anticipo, quindi lasciamo i bagagli al deposito gratuito dell’albergo e decidiamo di ingannare l’attesa facendo due passi nel quartiere e scegliendo un pub dove pranzare. La scelta ricade su The Swan, in Cosmo Place. Pranziamo con due ottime steak&ale pies, accompagnate da cheesy garlic bread e due birre, la Green King IPA e la Tribute (£ 50,30). Dopo due passi nella splendida Russell Square, è arrivata l’ora del check-in al Royal National Hotel: ci viene assegnata la stanza 7247 al settimo piano, con due letti singoli.
Avevamo già soggiornato in altre strutture del gruppo Imperial London (President Hotel e Tavistock Hotel). Quest’anno abbiamo approfittato dell’ottima offerta volo + hotel della British Airways (€ 968,00 per volo A/R, 5 notti in camera doppia con trattamento bed&breakfast). L’albergo è il più grande di Londra, con posizione eccellente nel quartiere di Bloomsbury, a due passi dalla tube. La camera è standard, abbastanza spaziosa e pulita. All’interno, una scrivania (con bollitore), un armadio, due letti da una piazza e mezzo e un bagno comodo con l’immancabile vasca-doccia. Unico neo, nella stanza non è possibile regolare il riscaldamento e abbiamo dormito con le finestre in fessura! Ci fermiamo in camera mezz’ora, per recuperare le energie della levataccia. Però, presto sentiamo la necessità di uscire e girare per la nostra amata Londra, quindi partiamo per la prima delle tante passeggiate che abbiamo “programmato”, in quartieri meno conosciuti della città.
London Bridge walk. A piedi, dall’hotel raggiungiamo la fermata del bus n. 133 ad Holborn. In un quarto d’ora, attraversando la City, siamo al London Bridge. Scendiamo subito i gradini che conducono al Borough Market, dove troviamo le bancarelle in fase di chiusura (sono circa le 16.15 di domenica). Noi approfittiamo dell’ultima ora di apertura per visitare la Southwark Cathedral, con l’obiettivo di salutare il gattone della cattedrale, Hodge. Stavolta, però, il micio non si fa vedere! Giriamo tra le navate, accompagnati dalla musica del coro, fino alla chiusura. Tra gli highlights di questa splendida chiesa gotica, segnaliamo l’High Altar Screen (la pala d’altare intagliata nel 1520), la Diamond Jubilee Window (vetrata istoriata del 2012), Shakespeare Memorial and Window (che commemorano il poeta, vissuto nel quartiere di Southwark). Usciti dalla Cattedrale, attraversiamo nuovamente il mercato percorrendo Stoney Street. Giunti all’intersezione tra Southwark Street e Borough High Street, seguiamo il lato est della seconda fino a trovare l’ingresso del George Inn, pub storico di proprietà del National Trust, unico nel suo genere per le balconate originali (“This 1676 pub is London’s only survived galleried Inn”). Proseguiamo su Borough High Street per poi svoltare in Union Street, che percorriamo tutta, tra splendidi magazzini riconvertiti in abitazioni e piccoli pub, fino a raggiungere l’ingresso di Flat Iron Square. Questa è una piazzetta circondata da banchi di street food e locali (che, in questo momento, sono pieni di gente che guarda Chelsea-Arsenal sui maxischermi).
Noi torniamo indietro su Southwark Street, attraversiamo nuovamente Borough High Street e imbocchiamo St. Thomas Street. Lungo questa via, notiamo il contrasto tra una schiera di villette vittoriane e gli incombenti grattacieli; lo Shard svetta su tutti. Sempre lungo St. Thomas Street si trovano il Guy’s Hospital e il complesso universitario. Si incontra, poi, uno degli ingressi della London Bridge Station (con il Memoriale per i caduti della Prima Guerra Mondiale) e, poco più avanti, il Vinegar Yard. A quest’ora, il mercato omonimo è già chiuso ma il Courtyard Bar, con le sue postazioni di street food, è aperto e pieno di gente. Svoltiamo, poi, a destra in Bermondsey Street, una lunga via poco trafficata ma piena di ristoranti, caffetterie e piccoli negozi di artigianato (qui si trovano, inoltre, il Fashion & Textile Museum e la White Cube Contemporary Art Gallery). L’atmosfera è rilassata e tranquilla, non sembra neanche di essere in una metropoli come Londra! Imbocchiamo Tanner Street per raggiungere Maltby Street, dove durante il giorno si svolge un animato food market, situato sotto le arcate della storica ferrovia.
Attraversiamo uno dei tunnel e arriviamo in Druid Street. Da qui, parte il famoso “Beer Mile” di Bermondsey, che prima o poi percorreremo tutto: due chilometri di birrerie e bottle shop, che si snodano lungo le arcate del viadotto ristrutturato. Per oggi, ci “accontentiamo” di due pinte nel bellissimo locale The Barrell Project. Riposati, continuiamo la nostra passeggiata imboccando Shad Thames, la zona dei docks convertiti in abitazioni di lusso. Questo quartiere è molto affascinante e tranquillo; noi passeggiamo senza meta, fotografando i vari magazzini ristrutturati (St. George’s Wharf, Wheat Wharf, St. Andrew’s Wharf) fino a raggiungere il lungo Tamigi. Qui, siamo subiti accolti dalla stupenda visuale sul Tower Bridge, illuminato di rosso per il Remembrance Day. Ci godiamo questa vista attraversando il Butler’s Wharf, per poi raggiungere la zona più conosciuta e frequentata della Queen’s Walk, dove è in fase di allestimento il mercatino natalizio di Christmas by the River.
Superate la City Hall e l’HMS Belfast, ci fermiamo per una cena nostalgica al pub Horniman at Hay’s (il locale dove, nel 2011, abbiamo fatto il nostro pranzo di nozze!). Marco sceglie sausages&mash, io un cheeseburger: tutto ottimo! (£ 48,45 compresi birre e caffè) Dopo qualche foto a questa location del cuore, la stanchezza inizia a farsi sentire. Continuiamo la Queen’s Walk fino alla terribile scalinata obliqua del London Bridge, dove “chiudiamo il cerchio” della nostra prima passeggiata londinese e prendiamo il bus n. 133 per tornare a Holborn. Ancora “qualche passo” e siamo a Russell Square e infine all’hotel, per il meritato riposo.
Giorno 2 – Bloomsbury Walk, King’s Cross Walk
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La giornata inizia benissimo con una colazione esagerata in hotel, nell’immensa sala del Royal National; c’è tanta gente ma i camerieri super efficienti ci trovano subito un tavolo da due e noi approfittiamo del ricco buffet dolce e salato. Alle 10,00 circa, partiamo per l’itinerario a piedi di questa mattina, che ci porterà a scoprire le piazze e le strade meno conosciute del quartiere Bloomsbury.
Bloomsbury Walk. Iniziamo dalla splendida Russell Square (dove beviamo un caffè italiano al chiosco Caffè Tropea) e la attraversiamo in diagonale. Quindi, svoltiamo in Montague Place, che passa sul retro del British Museum. Non lo sapevamo ma anche da qui si può entrare nel museo e la fila in attesa è piuttosto scarna. Noi procediamo, lasciando alla nostra destra i Malet Street Garden, che sono privati e non accessibili. Durante la passeggiata, incontreremo altre piazze e giardini privati, che ammireremo solo dall’esterno. Attraversiamo Gower Street e arriviamo in Bedford Place, una splendida piazza circondata da edifici di epoca georgiana, con porte colorate e numerose “blue plaques”, che indicano i residenti più famosi. Anche qui, i Gardens al centro della piazza sono privati. Svoltiamo, poi, in Great Russell Street, dove notiamo subito la fila immensa in attesa di entrare al British Museum. Superiamo i negozietti di souvenirs e giriamo in Bury Place. Sulla sinistra, si apre lo scorcio sul Pied Bull Yard, un cortile interno con ristoranti e locali ancora chiusi. Poco più avanti si trova la libreria indipendente London Review Bookshop: entriamo ed acquistiamo due libri (uno su passeggiate e dettagli insoliti di Londra e uno sui bookshop più particolari del Regno Unito) nonché la tote bag con il logo della libreria. Proseguendo, incontriamo le Russell Chambers (civico n.33), dove ha vissuto il filosofo Bertrand Russell.
Da Bury Place, voltiamo a sinistra in Bloomsbury Way fino ad arrivare a Bloomsbury Square. I giardini risalgono al 1665 e rendono questa piazza la più antica di Londra. Mentre passeggiamo, ammirando gli imponenti palazzi che circondano i giardini, vediamo uno scoiattolo che si avvicina senza paura. Noi siamo preparati e gli diamo subito un paio di noccioline! Dalla piazza, procediamo sulla Bloomsbury Way, seguiamo a destra Bloomsbury Place e arriviamo nella trafficata Southampton Row. Qui, ci concediamo un caffè da Caffè Nero (molto bello il locale, con libreria a disposizione dei clienti). Voltiamo, poi, a destra nella pedonale Cosmo Place, dove ieri abbiamo pranzato. Superato The Swan, vediamo un altro pub storico: The Queens Larder, locale del XXVIII secolo, così chiamato in onore della Regina Charlotte, moglie di Re Giorgio III.
Dopo aver riempito la nostra bottiglietta in uno dei distributori di acqua gratuita sparsi per la città, entriamo nei Queen’s Gardens, dove cerchiamo e troviamo la statua di un micio sconosciuto e la più nota statua della Regina che dà il nome alla piazza. Usciti nell’angolo nord est dei giardini, percorriamo Queen Anne’s Walk, Guilford Street (dove si trova il Great Ormond Street Hospital for Children), Guilford Place fino a quando diventa Lamb’s Conduit Street. Questa stradina, poco trafficata e poco turistica, ci sembra un vero gioiellino e passeggiamo tra ristorantini, bakery, negozi di fiori e caffetterie. La via finisce in Theobald’s Road. Qui, voltiamo a sinistra e procediamo fino a John Street, un’altra via di palazzi storici e corner pubs. John Street diventa Doughty Street e qui si trova il Charles Dickens Museum, nella casa ai civici n.48-49 ove il romanziere ha vissuto. Proseguiamo su Macklenburg Street, che finisce in Heathcote Street. Qui si trova l’ingresso, un po’ nascosto, ai St. George’s Gardens: questo giardino “segreto” occupa l’area di un cimitero del XVIII secolo. Ancora oggi sono ben visibili le lapidi e i monumenti funerari, tra i quali quello della nipote di Cromwell. Ci fermiamo un po’ su una panchina, godendoci il sole e la pace di questo luogo.
Riposati, usciamo dai St. George’s Gardens dal lato nord est, per poi percorrere Handel Street fino ai piccoli Marchmont Community Gardens, gestiti dal “vicinato” ma aperti al pubblico. Li attraversiamo per poi sbucare nell’animata Marchmont Street, piena di locali e di negozi. Raggiunta Tavistock Place, voltiamo a sinistra e percorriamo questa strada ammirando la fila di guest house e piccoli hotels. Arriviamo così a Tavistock Square (che conosciamo bene ed è uno dei nostri giardini preferiti). Famosa per il collegamento con il gruppo letterario di Virginia Woolf (la cui statua si trova all’interno dei Gardens). A quest’ora brulica di londoners che consumano il loro pranzo seduti sulle panchine. Noi agitiamo il nostro sacchetto di noccioline e veniamo subito “assaliti” da due scoiattoli molto intraprendenti.
Fotografata anche la blue plaque sulla facciata del Tavistock Hotel (che ricorda la residenza di Virginia Woolf dal 1924 al 1939) e lasciati i libri acquistati in hotel, proseguiamo lungo Gordon Square fino agli omonimi giardini, dove sfamiamo altri scoiattoli. Da qui, seguiamo Byng Place e ammiriamo gli esterni dell’imponente Euston Church e dei palazzi gotici che appartengono all’università. Attraversata la strada, entriamo nella stupenda libreria Waterstones Gower Street, dove acquistiamo un altro libro sulle passeggiate londinesi. Camminiamo su Gower Street, con i suoi edifici di mattoni rossi, fino alla intersezione con Chenies Street: qui, all’altezza del North Crescent, si trova l’Eisenhower Centre, l’ingresso rotondo ad un bunker sotterraneo risalente alla Seconda Guerra Mondiale (oggi, appare un po’ dismesso, a dire la verità!). La nostra Bloomsbury walk si conclude in Tottenham Court Road, con un caffè e una fetta di torta da Caffè Nero, di fianco alla stazione della tube di Godge Street. Dopo la sosta dolce, prendiamo la metro (linea nera, Northern Line, fino a King’s Cross, cambiando treno a Euston) per l’unico spostamento con i mezzi della giornata.
King’s Cross Walk. All’interno dell’immensa stazione ferroviaria ammiriamo il grande papavero rosso, simbolo del Remembrance Day. Evitando accuratamente il negozio di Harry Potter e il finto binario 9 e 3/4, usciamo sul piazzale per raggiungere la vicina St. Pancras Station, dove è installato un albero di Natale a tema “Wicked”. Uscendo dalla stazione, ci si trova di fronte il German Gymnasium, edificio utilizzato sin dal 1865 come palestra per il Comitato Olimpico Nazionale. Dismesso sin dall’inizio della Seconda Guerra Mondiale, oggi è stato riconvertito in un ristorante a tema tedesco. Scattiamo tante foto alla struttura, ben recuperata e decorata per il Natale; poi, proprio a fianco, vediamo spuntare, tra gli edifici ultra moderni, la sagoma dello Stanley Building, unico blocco sopravvissuto dei cinque edifici costruiti nel 1865 per ospitare gli operai al lavoro per la costruzione della stazione di King’s Cross. Seguiamo il King’s Boulevard, con i giochi d’acqua che riflettono le luci dei grattacieli circostanti, fino a raggiungere il Regent’s Canal, che attraversiamo. Ci troviamo, così, in una delle zone più recentemente ristrutturate di Londra: Granary Square. Tutto il quartiere era utilizzato, verso la metà del 1800, come zona di carico/scarico e magazzino per le merci in partenza e in arrivo da King’s Cross, in particolare il carbone. Rimangono ancora oggi ricordi di questo passato nei toponimi (come Coal Drop Yard), nelle insegne fantasma (la scritta “Coal Office” sull’edificio in riva al canale) e nelle tracce delle vecchie rotaie (che sono state mantenute nella nuova pavimentazione).
Percorrendo tutta Granary Square, raggiungiamo la scalinata che porta al percorso pedonale lungo il Regent’s Canal: qui si trova la folkloristica libreria Word on the Water, ospitata in una house boat. Tutto il quartiere sembra nuovissimo, come il grande edificio chiamato Granary Building, che ospita il College artistico, e il centro commerciale all’aperto di Coal Drop Yard. Sarà il buio, sarà la poca gente presente… ma noi non siamo particolarmente affascinati da questo luogo. Recupero strepitoso delle strutture, ma manca il fascino di altre zone di Londra. Attraversiamo la piazza principale e la galleria a due piani di negozi (vuoti), per poi visitare i Gasholders. Mantenendo la struttura circolare dei depositi di gas del 1864, sono stati recentemente costruiti appartamenti di lusso e un’area verde che riconduce al canale. Imbocchiamo la ciclo-pedonale sulla riva del Regent’s Canal fino alle chiuse vittoriane, sulle quali spicca la “Water Tower” risalente al 1872. Da qui, rientriamo verso King’s Cross Station, percorrendo a ritroso il percorso dell’andata.
Sono quasi le 19.00, la nostra giornata è stata lunga e impegnativa, quindi decidiamo di cenare al vicino fast food Five Guys (£ 47,35 per due hamburgers e bibite illimitate), per poi rientrare a piedi in hotel. Durante l’ultima passeggiata serale, ammiriamo il St. Pancras Renaissance Hotel, poi imbocchiamo Upper Woburn Place che diventa Tavistock Place. Qui, lungo la strada, vediamo una blue plaque dedicata a Charles Dickens e la lapide commemorativa delle vittime dell’attentato al bus n.30 del 7 luglio 2005. Arrivati in hotel, ci godiamo due birre al London Pub, poi crolliamo.
Giorno 3 – Greenwich Walk
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Seconda mattina al Royal National Hotel, seconda colazione: alle 9.30 stiamo svaligiando i buffet! Alle 10.30 siamo fuori e ci prendiamo due caffè single espresso al Caffè Nero su Tavistock Square. Raggiungiamo a piedi la stazione di Euston, dove prendiamo la metro Northern Line (linea nera) fino a Bank. Qui cambiamo e prendiamo la DLR (metropolitana di superficie) fino a Cutty Sark Station. Il viaggio “all’esterno” ci piace, soprattutto il passaggio tra i grattacieli di Canary Wharf. Giunti alla stazione, iniziamo la nostra passeggiata alla scoperta del quartiere di Greenwich.
Greenwich Walk. Appena arrivati, visitiamo il Cutty Sark, l’immenso veliero commerciale varato nel 1869, noto per essere la nave più veloce dell’epoca. All’ingresso, acquistiamo il biglietto combinato per due attrazioni di Greenwich (Cutty Sark e Royal Observatory al costo di £ 30,00, invece di £20+20). Oggi il clipper è un museo organizzato su più livelli: si entra direttamente nella stiva, dove venivano stipate fino a 10.000 casse di thè; si sale al secondo livello, più interattivo e pieno di curiosità; infine, si arriva al ponte esterno, dove sono visitabili le cabine dell’equipaggio e le stanze del comandante. La visita si conclude scendendo al di sotto del veliero, dove si può ammirare la chiglia in tutta la sua lunghezza (e fare una pausa alla caffetteria).
Una volta usciti, attraversiamo College Approch ed entriamo nel Greenwich Market: oggi non ci sono bancarelle, ma guardiamo le vetrine dei negozi e ci concediamo un caffè e una pasta al Caffè Artfix. Svoltiamo a destra in Greenwich Church Street, superiamo il Vintage Market e la chiesa di St. Elfege, poi ci addentriamo nel quartiere residenziale, imboccando Royal Hill. Ci colpisce l’atmosfera da “villaggio inglese”, così diversa e tranquilla rispetto al caotico centro di Londra. Percorriamo tutta Gloucester Circus, con le sue case georgiane disposte a doppio semicerchio e i gardens privati al centro. La via termina in una delle entrate dell’enorme Greenwich Park. Seguendo le indicazioni, risaliamo la collina fino all’ingresso del Royal Observatory. La fatica della salita viene ripagata da una delle più belle visuali di Londra: dalla terrazza si vedono la Queen’s House, gli edifici simmetrici del Royal Naval College, il Tamigi e la sponda opposta con i grattacieli moderni di Canary Wharf. In lontananza, seguendo il corso sinuoso del River Thames, si vedono la City e la cupola di St. Paul’s Cathedral.
Entriamo al Royal Observatory e, subito, ci fermiamo a fotografare l’attrazione principale: il Meridiano Zero. All’interno, le varie stanze raccontano la storia, gli studi e le scoperte dell’astronomia inglese. Saliamo anche nella cupola / planetario, dove si trova un enorme telescopio astronomico. Dopo qualche acquisto allo shop, usciamo e ripercorriamo i viali alberati del parco fino a raggiungere il National Maritime Museum. L’ingresso è gratuito (consigliata donazione £ 5,00) e noi entriamo perché Marco vuole vedere le stanze dedicate ad Horatio Nelson. Qui, tra quadri e memorabilia, spicca la divisa indossata dall’Ammiraglio durante la battaglia di Trafalgar (la sua più grande vittoria che, però, gli è costata la vita). Passeggiamo, poi, per le stanze dell’Ala Est, promettendoci di ritornare quando saranno terminati i lavori di ristrutturazione attualmente in corso. A fianco del museo, si trova la Queen’s House, il primo edificio inglese in stile neoclassico, commissionata nel XVII secolo per la Regina Anna di Danimarca, moglie di King James I.
Attraversiamo questa villa dall’architettura simmetrica, attraversiamo anche la trafficata Romney Road e arriviamo al Royal Naval College. Questo maestoso complesso fu progettato nel XVII secolo da Sir Christopher Wren (“quello di St. Paul!”). Passeggiamo tra gli edifici, ammirando i colonnati, le statue e il panorama verso la collina dell’Osservatorio. L’atmosfera è ancora più suggestiva perché tutto è illuminato da lanterne a luce gialla. Sono quasi le 17.00 quando torniamo al Cutty Sark e al Greenwich Pier: qui, prendiamo un Uberboat (che fa parte della rete di trasporti londinese e si può pagare con la Oyster Card), che ci porterà fino a Westminster via Tamigi. Ci sediamo all’interno e vediamo, dalle grandi finestre, le due rive illuminate del River Thames. Rassicurati dal bigliettaio a Greenwich, attendiamo la fermata “London Eye – Waterloo Pier” ma, arrivati in prossimità della Ruota, il nostro battello prosegue senza soste e ci ritroviamo al St. George Wharf Pier, a ridosso del Vauxhall Bridge. Poco male: ne approfittiamo per qualche foto a questa zona, che non conosciamo, e alla Battersea Power Station illuminata. Poi prendiamo il bus n. 77 che ci porta fino al St. Thomas Hospital.
Da qui, a piedi, proseguiamo lungo il Tamigi e lungo un itinerario a noi ben noto e molto caro. Vediamo così Westminster Bridge e Big Ben, London Eye, Southbank Winter Market, Southbank Centre, Gabriel’s Wharf, Oxo Tower, Tate Modern (con visuale sul Millenium Bridge e St. Paul’s Cathedral), Shakespeare’s Globe, Southwark Bridge, Winchester Palace. Sono circa le 19.30 quando giungiamo ad uno dei nostri pub preferiti, The Old Thameside Inn. Qui, ci gustiamo l’ottimo comfort food del pub: cheesy garlic bread, fish&chips, beaf&ale pie, con due pinte di birra London Pride (£ 75,46). Quando usciamo dal pub sono le 21.00 e, dopo aver attraversato il Borough Market, prendiamo il bus n. 133 che ci riporta ad Holborn. Da qui, un’ultima passeggiata fino all’hotel, con sosta al Sainsbury locale per qualche acquisto da portare in Italia.
Giorno 4 – Inns of Court Walk
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Altra mega colazione in hotel, seguita dall’espresso di Caffè Nero. In Upper Woburn Place prendiamo il bus n.91 e scendiamo ad Aldwych, dove iniziamo la passeggiata di oggi alla scoperta degli Inns of Court. Gli Inns sono le istituzioni che, dal XIII secolo, formano e ospitano gli avvocati inglesi specializzati nell’attività forense, i barristers. All’interno di questi quartieri, caratterizzati da edifici antichi e piazzette alberate, si studia, si pratica e si esercita il diritto da secoli.
Inns of Court Walk. Imbocchiamo Portugal Street, affollata di studenti. Oltrepassando le King’s Chambers e Lincoln Chambers, andiamo a fotografare l’Old Curiosity Shop, in Portsmouth Street (è un negozio risalente al 1560, forse il più antico di Londra, citato anche da Charles Dickens). Ritornati su Portugal Street, arriviamo all’ingresso del Lincoln’s Inn. Ci colpisce subito l’imponente edificio di mattoni rossi della Honourable Society of Lincoln’s Inn (sede dell’associazione forense). Appena oltrepassato il cancello, ci sembra che i rumori e il caos della città siano svaniti e che il tempo si sia fermato. Nella grande e silenziosa piazza alberata New Square, vediamo una vecchissima cassetta delle lettere, che ben si presta a tante foto. Sul retro del palazzo della Honourable Society, si trovano due chicche nascoste. Per primo, vediamo l’Ostler Hut, il più piccolo edificio londinese tutelato dai Beni Culturali (costruito nel 1860, era adibito a capanno del portinaio).
A pochi metri di distanza, si trova la Lincoln Chapel, risalente al 1620. È sicuramente una struttura particolare: la chiesa si trova al primo piano, mentre l’intero piano terra costituisce la cripta (aperta) della cappella. Iniziamo la visita proprio dalla cripta, che è molto suggestiva: un tempo luogo di sepoltura, oggi si può passeggiare sotto le basse volte in pietra, che in alcuni punti, all’esterno del colonnato, riportano i segni di un bombardamento della Prima Guerra Mondiale. Salendo la scalinata, visitiamo anche la Cappella, con il suo soffitto ligneo a volta e i tipici banchi “chiusi”. Usciti dalla chiesa, ci avviciniamo alla splendida Gate House (che consente l’accesso all’Inn da Chancery Lane) con il suo portone originale del 1520. Qui, seguiamo un giovane avvocato che ci fa uscire da un accesso privato. Lungo Chancery Lane, incontriamo un pub dall’evocativo nome di The Last Judgement, l’immensa Maughan Library e una delle sedi di Ede&Ravenscroft (civico n.97), una sartoria specializzata in toghe e parrucche.
Svoltiamo in Breams Buildings (dove si trova la coloratissima statua di un pinguino, che fa parte di un trail temporaneo di statue analoghe sparse per la City), poi a destra in Fetter Lane fino all’incrocio con West Hardling Street. Da qui, si raggiunge una tranquilla piazzetta pedonale, Gough Square, dove si trovano la casa-museo dello scrittore Dr. Samuel Johnson e la piccola statua di Hodge, uno dei suoi amati gatti. Percorrendo la stretta Bolt Court, arriviamo su Fleet Street, che attraversiamo dirigendoci verso il portone di legno che conduce agli altri Inns of Court: Middle e Inner Temple. La Temple Church al momento è chiusa perché sono in corso le prove del coro. Ne approfittiamo per fare prima la passeggiata attraverso gli Inns. La Church Court ci regala già due “chicche”: al centro, la Colonna dei Templari (che segna il punto in cui il Great Fire del 1666 fu spento) e, sul muro esterno della Honourable Society of the Inner Temple, una targa che racconta la storia del “Nibblett Pegasus”, il fregio a forma di cavallo alato che adornava la Nibblett Hall come ringraziamento per i lasciti di William Nibblett. Dalla piazza, ci spostiamo nell’elegante Kings Bench Walk, circondata da edifici in mattoni rossi che accolgono gli studi legali (o, meglio, law firms) di Londra: al civico n.11 lavoravano Tony e Cherie Blair e il loro nome è ancora presente sulla targa all’ingresso dell’immobile.
Svoltiamo nella Crown Row per raggiungere l’Inner Temple Garden, un ampio giardino che si estende fino ad Enbankment sul lungo Tamigi; qui, gli avvocati passeggiano e pranzano sulle panchine; ovunque, si trovano le immagini del pegaso e del grifone, simboli dell’Inn. Proseguiamo oltre i giardini, superiamo un passaggio ad arco e raggiungiamo Middle Temple Hall, un imponente edificio risalente al 1563. A destra, incontriamo una piazzetta alberata con una fontana al centro: si dice che questa sia stata la prima fontana “permanente” di tutta Londra. Attraverso cortili interni e passaggi a volta (alcuni utilizzati come filming location della serie TV “The Crown”), torniamo a Temple Church. La chiesta templare, risalente al 1185, è aperta e noi entriamo per la visita (ingresso £ 5,00 a testa). Siamo stati diverse volte in questo luogo, ma risulta sempre affascinante. Nella parte a pianta rotonda, ci colpiscono le effigi dei templari e le grottesche che adornano il muro. Saliamo la stretta scaletta in pietra che conduce al primo piano (ammirando la minuscola cella del penitente, scavata nel muro della scala). Raggiunto il Triforium, si possono notare le mattonelle vittoriane originali e godere la vista sull’intera navata. Tornati al piano terra, visitiamo la parte più moderna della chiesa; qui, si possono ammirare la East Window, la grande vetrata ricostruita dopo il Blitz durante la Seconda Guerra Mondiale, e l’altare intagliato disegnato da Sir Wren, risalente al 1680. Una chicca: lungo la navata, si può notare un piccolo baule di legno, contenete la lettera con cui King James I assegnava definitivamente la proprietà di Temple Church agli Inns of Court.
Usciti dalla chiesa, ritorniamo su Fleet Street, dove ammiriamo l’immensa Royal Court of Justice e, al centro della strada, la colonna che indica l’inizio della City (Temple Bar Memorial). Facciamo una breve sosta per un sandwich da Pret-à-manger, poi visitiamo il negozio storico della Twinings. Saliamo, poi, su un bus n.15 (e abbiamo la fortuna di trovarne uno “vecchio”, un affascinante Heritage Routemaster double-decker!) che ci porta fino a Bank. Qui, a piedi, raggiungiamo la Guildhall per vedere la cabina della polizia decorata con gli stencil da Bansky (“Piranha Police Box”), custodita nella Guildhall Art Gallery ma visibile attraverso la vetrata. Entriamo per una breve visita nell’antistante chiesa di St. Lawrence Jewry, disegnata da Sir Wren nel 1677 ma interamente ristrutturata nel 1957.
Ripercorriamo Queen Street a ritroso fino alla chiesa di St. Mary Aldermary, che avevamo annotato tra le curiosità da visitare. La chiesa ortodossa, infatti, ospita un piccolo Cafè al suo interno ed è possibile sorseggiare un espresso o una bevanda tra i banchi di legno della navata. Tornati su Cannon Street, prendiamo un autobus fino alla St. Paul’s Cathedral. La cattedrale è già chiusa, ma ammiriamo la splendida facciata illuminata. All’ingresso dell’adiacente Paternoster Square, si trova l’imponente Temple Bar Gateway, l’unica porta di accesso alla City oggi sopravvissuta. Originariamente, era posta su Fleet Street, dove oggi si trova la colonna omonima, ma, nel 1878, venne smontata pietra per pietra. La Porta venne custodita per anni, in attesa di una nuova collocazione; finalmente, fu ricostruita nel 2004 nel luogo ove si trova oggi. Un altro bus ci porta fino a Charing Cross Station; da qui, a piedi, attraversiamo Trafalgar Square e raggiungiamo Covent Garden, passando per St. Martin’s Lane e la piccola Cecil Court (una via pedonale con ben dodici librerie indipendenti!).
Dopo aver ammirato le decorazioni natalizie della Mr. Fogg’s Tavern, arriviamo in piazza e veniamo sopraffatti dalla marea di gente! Dopo una foto veloce all’albero di Natale e al mercato coperto, prendiamo una decisione: per cena, andremo al pub storico Cittie of Yorke, vicino ad Holborn e lontano dal caos di Covent Garden. Passeggiamo sulle affollate James Street e Neal Street fino a raggiungere New Oxford Street, dove prendiamo il bus n.8 fino al pub. Troviamo un tavolino libero nella “cell”, la sala interrata del Cittie of Yorke. Qui, ceniamo con sausages&mash, steak, shin&Ale pie e una porzione di cheesy chips, tutto accompagnato da due pinte di birra Samuel Smith (£ 53,65). Prima di riprendere l’autobus n.8 che ci riporterà in zona Russell Square, facciamo qualche acquisto al Tesco Express accanto al pub. Rientriamo, quindi, in hotel, dopo una lunga e splendida giornata alla scoperta della City.
Giorno 5 – Piccadilly Walk
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Dopo l’ultima luculliana colazione, liberiamo la stanza e facciamo il check-out, lasciando le valigie nel deposito gratuito dell’hotel. Beviamo un espresso al Caffè Tropea di Russell Square poi, con la Piccadilly Line, raggiungiamo la fermata di Green Park. Da qui, percorriamo Piccadilly a piedi, ammirando le Arcades decorate a festa e il cortile della Royal Academy of Arts. Visitiamo Fortnum & Mason, la libreria Hatchards (la più antica del Regno Unito) e la libreria Waterstones, dove ci concediamo due bibite nella cafeteria interna. Arriviamo a Piccadilly Circus, stranamente poco affollata, forse perché la fontana “di Eros” è in ristrutturazione. Ci inoltriamo nelle vie di Soho fino a Windmill Street, per vedere il nuovo negozio dei nostri amici di The Soccer Archive. Arriviamo, poi, a Carnaby Street, addobbata per Natale e, come sempre, affollata di gente. Ci fermiamo al pub The Clachan per un’ultima pinta. Il tempo, ormai, inizia a scarseggiare, quindi camminiamo lungo Regent Street, Oxford Circus e Oxford Street (con una breve sosta nei grandi magazzini John Lewis per gli ultimi acquisti) poi, con un bus, rientriamo a Russell Square. Recuperati i bagagli al Royal National Hotel, prendiamo la Piccadilly Line (quasi vuota, nonostante siano quasi le 17.00) dalla fermata Russell Square al capolinea, Heathrow Terminal 5. Il volo di rientro è puntuale e tranquillo e, alle 23.00, siamo a Bologna. Un’oretta di autostrada e siamo di ritorno a Reggio, dai nostri tre mici.










