È l’isola più selvaggia d’Italia: non vorrai visitarla per le spiagge, perché i suoi punti più belli sono nascosti nell’entroterra

Scritto da: girovaga54
È l'isola più selvaggia d'italia: non vorrai visitarla per le spiagge, perché i suoi punti più belli sono nascosti nell'entroterra

Che dire di questa meta? Mentre il traghetto si allontanava dall’isola, mi sono venute delle considerazioni che vorrei condividere: l’Elba è un’oasi verde nel mare ed è conosciuta ormai a livello internazionale per il turismo balneare, un turismo sempre più pressante e per il quale l’isola sembra impreparata. In realtà, a me, quello che più è piaciuto di questo posto è proprio la parte più interna, tutta verde, fatta di fitti boschi e dove ogni tanto appare un paese piccolo e raccolto. È un’isola dura, selvaggia, basti pensare al Monte Calamita (la stessa strada per arrivare alle miniere del Ginevro lo conferma) o al Monte Capanne dove gli alberi sembrano nascere miracolosamente dalle lastre di rocce lucide e appuntite (imperdibile a questo proposito la salita in cabinovia, ma qualcuno la fa a piedi) o ancora alle spiagge ricavate in piccoli spazi tra le falesie che scendono nel mare. E a proposito di spiagge, non tutte sono fruibili da tutti, parecchie sono difficoltose da raggiungere attraverso sentieri scoscesi e in mezzo alla vegetazione incolta: non sono molte le spiagge adatte alle famiglie o alle persone con qualche difficoltà e quelle accessibili sono strapiene a dismisura. Detto questo, però, c’è una cosa che mi piace invece ricordare: i piccoli paesi visitati, sia quelli affacciati sul mare che quelli più interni, perché mi sono sembrati ancora veri, non artefatti nonostante il turismo, vissuti nella stessa maniera semplice sempre uguale nel tempo da pescatori, viticoltori, artigiani a cui si mescola il ricordo di quando gli abitanti dell’isola erano soprattutto minatori. Comunque, quindi, un posto da vedere ma forse da rivedere più volte, per coglierne alla fine l’essenza che gelosamente custodisce.

Diario di viaggio all’Isola d’Elba

Giorno 1 – Piombino, Capoliveri

capoliveri

Partiamo presto da Roma, alle 07:15 per essere sicuri di arrivare comodamente all’imbarco a Piombino dove abbiamo il traghetto alle 12:45. Viaggio tranquillo sull’Aurelia poco trafficata e in realtà arriviamo con largo anticipo che ci consente un piccolo giro di ricognizione della parte vecchia di Piombino che ci appare gradevole: arriviamo alla bella terrazza che si affaccia sul mare, peccato però che, rispettando le previsioni meteo, il cielo minacci pioggia e il mare sia grigio. Mezz’ora prima dell’imbarco, come da prassi, siamo in coda al molo della Compagnia Blu Navy e constatiamo che, nonostante l’alta stagione sia terminata e si stiano riaprendo le scuole, siamo veramente tanti, ma tanti ad avere avuto l’idea di una vacanza a settembre. Siamo ovviamente in possesso dei biglietti, usufruendo anche di uno sconto offerto dalla struttura dove alloggeremo. Finalmente si parte, la navigazione sarà breve e noi approfittiamo per mangiare l’ottima pizza comprata in un forno a Piombino, giudicandola tra le più buone mai assaggiate. 

Sbarchiamo a Portoferraio intorno alle 14:20: la città all’arrivo fa un bell’effetto che conserverà anche quando la visiteremo. Ora non ci fermiamo e in brevissimo tempo siamo già in località Lido di Capoliveri dove si trova il B&B Villa Capitorsola (il nome deriva da un antico toponimo): magnifica struttura, leggermente in collina a dominare l’affaccio del mare in lontananza. Tutto curatissimo, dal giardino che è una vera e propria oasi, attrezzata per il relax alle camere in stile shabby e con moderni bagni colorati, all’enorme salone dove viene servita la colazione ma che offre anche la possibilità di conversare nell’angolo salotto. La villa è gestita da una cortese signora moldava, Valentina, che viene affiancata dal figlio Vladim, un simpatico ragazzo sempre attento ai bisogni degli ospiti. Non potevamo chiedere di meglio!

Ci riposiamo un po’ e poi andiamo a Capoliveri, a poca distanza dalla Villa, un paese piccolo e curato come tutti quelli visitati sull’isola. Ci scontriamo da subito con il problema dei parcheggi, praticamente insufficienti ad accogliere le auto dei turisti  (alla fine utilizzeremo il parcheggio del supermercato Coop).  Il programma di oggi in realtà prevedeva un primo assaggio di mare su qualche spiaggia nelle vicinanze, ma il tempo non lo permette proprio e così, lasciata Capoliveri, dopo soli otto chilometri siamo a Porto Azzurro, altro piccolo borgo con una bella piazza affacciata sul porto che ci piace particolarmente.

Su consiglio di Valentina, ceniamo all’Agriturismo Montefabbrello, in località Schiopparello, poco oltre rispetto al nostro B&B: problemi di parcheggio anche qui ma ottima cena spendendo € 60,00 a coppia e con la possibilità di acquistare anche il vino di produzione propria da portare ai nostri figli.

Giorno 2 – Le miniere dell’Isola d’Elba

porto azzurro

Ci svegliamo anche oggi con il cielo coperto: ci conforta però una colazione superlativa che va oltre le aspettative. Torte fatte personalmente da Valentina, dolci vari, oltre al notevole buffet salato, macedonia, frutta secca.

In circa quindici minuti di auto raggiungiamo il Monte Calamita, un promontorio noto per l’estrazione della magnetite, il minerale di ferro di cui sono ricche le miniere del territorio intorno a Capoliveri, ferro estratto già dagli Etruschi. Ma sono presenti anche altri minerali quali l’ematite, la limonite e la pirite: oggi l’area è una delle più selvagge dell’isola dove sono presenti le uniche miniere sotterranee, visitabili accompagnati da una guida locale.

Visiteremo per l’appunto la Miniera del Ginevro: abbiamo prenotato l’escursione già da casa, al costo di € 18,00 a persona, assolutamente ben spesi che comprendono anche l’ingresso al Museo della Vecchia Officina, posto accanto alla biglietteria. Bisogna arrivare un po’ prima della partenza dell’escursione (noi l’abbiamo alle 10:00) e così, nell’attesa che si formi il gruppo, ci consigliano di visitare il Museo che risulterà veramente interessante, in quanto al suo interno sono stati ricreati alcuni ambienti attinenti alla vita della miniera, quali i locali dove i minatori si cambiavano e lavavano, l’infermeria con le barelle per il trasporto dei feriti, i registri con i turni del personale, gli uffici e appunto l’officina con tutti i tipi di strumentazioni.

L’imbocco del Ginevro dista circa sei/sette chilometri dal piazzale della biglietteria, ma la strada, bellissima dal punto di vista paesaggistico con diversi scorci sulle scogliere, è piuttosto accidentata e per fortuna noi avevamo chiesto  di poter usufruire di un mezzo: richiesta accordata se avanzata per tempo, ottima scelta per l’incolumità delle nostre auto private.

La guida ci fa indossare i caschetti e via, siamo nelle viscere del promontorio: abbiamo scelto l’itinerario 1, per il quale si scende a -6 metri di profondità e dove si percorrono gallerie illuminate. Volendo si può fare il percorso a -24, ma è completamente al buio e francamente attira pochi visitatori. Comunque una bella esperienza, anche per la descrizione che ne fa la guida e gli aneddoti che racconta.

Ci riportano con un bus nel Piazzale dei Cavatori e, vista la giornata incerta, ci viene in mente di andare a Portoferraio (anche oggi niente spiaggia) per visitare la residenza di Napoleone, poi per fortuna desistiamo e sarà la nostra salvezza perché su Portoferraio si scatenerà un clamoroso nubifragio che la sommerge letteralmente. È però ora di pranzo e optiamo per andare a mangiare a Capoliveri, poi per il pomeriggio si vedrà. Parcheggiamo l’auto alla Coop, usciamo dal parcheggio e ci investe una bomba d’acqua mai vista, con un vento tale da piegare anche gli ombrelli grandi da contadino: bagnati fradici, ci rifugiamo nel ristorante “Michele”, in Via Calamita 6, proprio all’imbocco del paese, che gentilmente apre le sue porte. Parecchi turisti non lo ringrazieranno neppure, noi ci sediamo e mangiamo benissimo a base di pesce spendendo € 50,00 a coppia.

Quando la pioggia finalmente diminuisce è d’obbligo ritornare nel B&B per cambiare i vestiti ancora inzuppati e poi andiamo nuovamente a Porto Azzurro per fare la Passeggiata Carmignani, un bellissimo sentiero che parte dal carcere di Porto Azzurro per arrivare, dopo poco più di un chilometro, alla bella Spiaggia di Barbarossa. In condizioni di bel tempo deve essere spettacolare, ma a noi ci si para davanti un mare marrone che francamente non mi era mai capitato di vedere: oltretutto ricomincia a piovere, parcheggiamo in paese (l’unico a essere dotato di un bel parcheggio capiente) e, considerata l’acqua che sta nuovamente scaricando e il fatto che oggi abbiamo mangiato abbondantemente a pranzo,  ci accomodiamo in una gelateria e ceniamo con un enorme gelato alla frutta. Approfittando di un momento di tregua dalla pioggia, riprendiamo l’auto e ci rifugiamo nella nostra confortevole villa.          

Giorno 3 – Rio Marina

rio marina

È piovuto durante la notte e continua a piovere quando ci svegliamo: ci consola solo la fantastica colazione (ieri sera si sentiva aleggiare il profumo delle torte nel forno). Non si può proprio uscire e quasi per scherzo chiediamo a Vladim se ha qualche gioco di società. Il ragazzo va e torna con il Monopoli! Erano anni che tutti e sei non ci giocavamo, da quando ormai i figli sono diventati grandi ma vi assicuro che abbiamo passato una delle mattinate più divertenti della nostra storia insieme. Ci siamo accaniti come se vincessimo realmente qualcosa, per lo spasso di Vladim e di qualche altro ospite.

Alle 12:30, calata sensibilmente l’intensità della pioggia, decidiamo di abbandonare il tavolo di gioco e di arrivare almeno a Capoliveri per il pranzo: ci fermiamo da “Binomio” in Piazza Matteotti ed io personalmente gusto una ottima insalata di polpo e patate. Nel frattempo esce pure il sole e fa addirittura caldo. Ci concediamo qualche acquisto lungo il corso ora vivace e pieno di gente e poi ci mettiamo in auto per raggiungere Rio Marina, altro piacevole borgo sul mare, distante una ventina di chilometri e  che si raggiunge in circa quaranta minuti.

Un tempo Rio Marina era considerata la “capitale del ferro” ed ancora oggi un po’ tutto il paese mantiene la colorazione rossastra derivata dai materiali ferrosi, le facciate delle case, la torre che si affaccia sul porto, persino la spiaggia. L’ultima miniera è stata chiusa nel 1981 e da allora la cittadina si è riconvertita in località turistica balneare, mantenendo però ancora il contatto con la sua vecchia attività sia per l’ottimo Museo che per la possibilità di visitare il Parco Minerario a cielo aperto con una visita guidata rigorosamente da prenotare in anticipo.

Solita difficoltà nel parcheggiare, poi attraverso le vie e le piazzette del paese, arriviamo in Via Magenta dove il Palazzo del Burò (un tempo sede della Direzione delle Miniere dell’Elba) ospita il Museo dei Minerali dell’Elba: ottimo allestimento che vede esposti nella sala più grande minerali elbani di eccezionale bellezza mentre nelle sale adiacenti sono ricreati alcuni ambienti di una miniera ricostruiti fedelmente utilizzando arnesi e materiali originali, tra i quali l’officina del fabbro ferraio e il riparo del minatore; molto suggestiva, al piano inferiore, la ricostruzione di una galleria a grandezza naturale dove, all’improvviso, si attiva la simulazione dello scoppio della carica esplosiva usata dai minatori. Veramente interessante, comprensivo anche di  filmati d’epoca e delle  testimonianze di chi in questi luoghi vi ha lavorato.

Solitamente, si prosegue raggiungendo il Parco Minerario di Rio Marina: ad orari stabiliti da qui partono le visite guidate su trenini o mezzi attrezzati ma purtroppo, per via del maltempo, oggi il trenino non parte e noi non potremo ritornare nei prossimi giorni. Ci dicono che sia una bella esperienza perché a cielo aperto si trovano le caviere, la laveria ed i cantieri che per cento anni hanno visto le lavorazioni industriali dei minatori elbani, nonché il Laghetto di Conca, dal colore rosso per via del ferro che contiene Conclusa la visita al Museo, ci attira l’insegna di una piccola gelateria il cui nome è tutto un programma “L’assistenza dei golosi”: un ragazzo prepara gelati dai gusti più strani, abbinandoli insieme in coppe e bicchieri quasi a creare dei piccoli capolavori badando anche all’accostamento dei colori! Che squisitezze! Poi gironzoliamo lungo il porto e infine ritorniamo al parcheggio attraverso vicoli e una bella scalinata: il paese ci è piaciuto parecchio.

Ceniamo a Capoliveri da “Summertime” in Via Roma 56, un locale che avevamo già prenotato in mattinata per le sue ottime recensioni: un locale piccolo, con pochi tavoli ma con una cucina molto raffinata e particolare, come anche molto attento risulterà il servizio. Il conto sarà più alto del solito, € 84 a coppia ma ne valeva la pena. Unica tribolazione: il parcheggio, avendo dovuto lasciare l’auto parecchio fuori del paese e affrontare una scalinata neanche troppo piacevole.      

Giorno 4 – Marciana Marina

monte capanne

Stamattina finalmente splende il sole e l’Elba svela l’azzurro del cielo e del mare. Approfittiamo quindi per fare la gita già programmata sul Monte Capanne, nel comune di Marciana. Arriviamo dapprima a Marciana Marina, parcheggiamo sul lungomare e prenotiamo una escursione in barca, di quelle con il fondale trasparente, per il pomeriggio, di ritorno dal Monte Capanne. Compriamo in un forno della focaccia per il pranzo e poi, ripresa l’auto, in pochi minuti, salendo di quota tra boschi e castagneti, siamo nel parcheggio della cabinovia. Il biglietto costa € 20,00 a persona e in diciotto minuti conduce a 950 metri, godendo già durante il tragitto del bel panorama, essendo la cabinovia di quelle aperte, a cestello. Una volta alla stazione di arrivo,  è possibile proseguire fino a 1019 metri su un sentiero roccioso. Io aspetto il resto della comitiva presso il rifugio per via dei miei problemi di vista che rendono poi pericolosa la discesa e mi sistemo sulla terrazza da cui godo comunque di un panorama notevole.

Pranziamo con le focacce in un’area pic-nic nei pressi della stazione a valle della cabinovia, poi raggiungiamo in auto la Fortezza di Marciana, al di sopra del paese, che offre una visuale ancora più ampia. Non ci fermiamo invece nel paese di Marciana, ma poiché, nel frattempo ci hanno avvertito che l’escursione in barca è stata annullata, decidiamo di visitare Marciana Marina che, tra l’altro, è il set della serie televisiva “Barlume”. Il paese è uno dei più belli tra quelli visitati forse per il suo centro storico che viene chiamato Borgo al Cotone: si tratta del nucleo originario del paese, un gruzzolo di case arroccate su una cote, un solido masso di granito color ocra che si affacciano su un mare sempre calmo e limpido.

Il borgo nasce quando sul posto cominciano ad arrivare pescatori dalla Liguria e dalla Campania, impiantando un commercio fiorente derivato dalle attività legate alla pesca, finché si sviluppa un vero e proprio “borgo nel borgo”,  con tanto di piazzole, vie, edifici comuni, istituzioni locali e persino una chiesa dedicata a Santa Chiara (culto importato dai pescatori campani) che è ancora oggi la santa patrona di Marciana Marina.   

Ritorniamo verso il nostro B&B e decidiamo di passare il resto del pomeriggio su una spiaggia locale: ci indicano quella del Lido di Capoliveri, una delle più grandi e belle dell’isola che si raggiunge agevolmente con una breve camminata. Sbagliamo le indicazioni e ci ritroviamo alla Spiaggia del Felciaio, sicuramente bella anche questa ma difficoltosa da raggiungere ed inoltre invasa da alghe (forse il nome le deriva da queste o sarà perché il maltempo dei giorni scorsi le ha accumulate?). Ceniamo nuovamente a Porto Azzurro da “Calafarata” in Via Vitaliani 8, ottimo locale, ottima cena spendendo € 50,00 a coppia. Poi ci concediamo un giro in notturna nel paese in cui ritorniamo ogni volta volentieri forse anche perché è l’unico dove non ci sono problemi di parcheggio.

Giorno 5 – Marina di Campo

fetovaia

Anche oggi splendida giornata di sole, l’ideale per stendersi su una delle spiagge dell’isola. Poiché, nel pomeriggio, dovremo partecipare ad una gita in barca con partenza da Marina di Campo, scegliamo la Spiaggia di Cavoli, ritenuta una delle più belle ma soprattutto perché dista solo cinque chilometri dal porto della cittadina. Riusciamo fortunatamente a trovare posto per le nostre auto in un parcheggio attrezzato e scendiamo verso la spiaggia, notando subito il grande affollamento nonostante siano appena le 10:00. La spiaggia sicuramente,  quando non è invasa da ombrelloni e quant’altro, è un bel posto, racchiusa tra due promontori che scendono nel mare, ma francamente noi abbiamo visto solo un ammasso di gente sia negli stabilimenti attrezzati che negli spazi ridotti di spiaggia libera dove a malapena siamo riusciti a stendere i nostri asciugamani, quasi a ridosso della strada, lontano dalla riva.

Si è avvicinata l’ora di pranzo, riprendiamo le nostre cose e raggiungiamo il centro di Marina di Campo  fermandoci a mangiare da “Arpaia”, una piacevole enoteca con piccola cucina in Via Guglielmo Marconi 95. Ci avviamo verso il porto un po’ in anticipo, come di prassi, in quanto alle 16,00 dobbiamo imbarcarci sulla Motonave Magic Princess, già prenotata da casa al prezzo di € 30,00 a persona per un tour di tre ore. La barca, molto affollata, ci conduce al Golfo di Galenzana, si ferma davanti alla cosiddetta Grotta  del Vescovo (siamo invitati a riconoscere la sagoma di un vescovo in preghiera, ma credo che veramente pochi l’abbiano individuata), poi c’è la prima sosta bagno al Colle della Palombaia, così come previsto. Si prosegue per la Grotta Azzurra (e l’azzurro dove sarà?), passiamo davanti alla spiaggia di Cavoli, ancora strapiena come in mattinata, seconda sosta bagno a Seccheto. Vediamo la Spiaggia di Fetovaia, che dicono essere un’altra meraviglia dell’Elba ma strapiena anche questa e infine ci fermiamo per la terza sosta bagno a Pomonte dove, chi si immerge, può riuscire a vedere il relitto dell’Elviscot, un cargo di sessantacinque metri battente bandiera italiana che nell’inverno del 1972 finì contro lo Scoglio dell’Ogliera a causa di una forte mareggiata, affondando.

Si ritorna indietro sbarcando al porto intorno alle 19:00 ma qualche critica mi viene spontanea: organizzare una gita con tre soste bagno di circa mezz’ora l’una vuol dire che chi non nuota sta un’ora e mezza seduto sulla barca senza fare niente. Inoltre, il tratto di costa che viene percorso è limitato e poco accattivante: a mio modesto avviso, ci dovrebbero essere due tipi di gita, per chi desidera immergersi e per chi vuole, in tre ore, fare un tratto di costa più lungo o in alternativa fare una escursione di sole due ore senza fermate. Ogni modo, se non avete intenzione di tuffarvi dalla barca e nuotare, scegliete un altro operatore.

È l’ultima sera sull’isola e decidiamo di cenare ancora a Porto Azzurro da “Caravella” in Via Vitaliani 3, finendo veramente in bellezza gustando, tra l’altro, un’ottima frittura di pesce. Ritorniamo nel B&B a preparare le valigie.    

Giorno 6 – Villa San Martino

villa san martino

La nostra permanenza sull’isola  sta per finire e salutati i cortesi gestori di Villa Capitorsola, in cui mi sono sentita veramente ben accolta e consiglio calorosamente, ci avviamo alla volta di Portoferraio. Il nostro traghetto partirà alle 16:00 e quindi abbiamo a disposizione del tempo per visitare questa città che mi è piaciuta molto e di cui avrei voluto avere il tempo per approfondirne la conoscenza.

Ci fermiamo dapprima a Villa San Martino, pochi chilometri fuori del centro cittadino: si tratta della residenza estiva di Napoleone il quale la acquistò nel 1814 per farne una villa raffinata che nulla avesse da invidiare a quelle parigine, apportandovi numerose modifiche. La parte originaria della villa è quella che si estende sopra la Galleria Demidoff, che prese il nome dal conte Anatolio Demidoff, marito di una nipote di Napoleone, grande collezionista, realizzata nel 1851 per conservare ritratti e cimeli. Bellissime alcune stanze della villa originaria, come la Sala del Nodo d’Amore, il cui affresco sul soffitto simboleggia l’amore tra l’imperatore e Maria Luisa, raffigurato da due colombi che allontanandosi, stringono un nodo e la Sala Egizia sulle cui pareti sono rappresentate le Campagne d’Egitto e al cui centro c’è una vasca ottagonale che conteneva piante di papiro.

Avremmo voluto visitare la Villa dei Mulini, cioè la residenza principale di Napoleone sull’isola,  dove Paolina dava le sue magnifiche feste quando era in visita al fratello, ma che attualmente non è visitabile per restauri.

Poi riprendiamo le auto, le sistemiamo nel parcheggio del porto e saliamo verso il Forte Falcone che fa parte del complesso delle Fortezze Medicee, veramente notevole, quelle fortezze che sono la prima cosa che colpisce nel panorama della città all’arrivo sull’isola. I Bastioni furono voluti da Cosimo I, granduca di Toscana nel 1548 ed oggi rappresentano una visita interessante dal punto di vista militare ma consigliabile anche perché è il punto più alto di Portoferraio e dal camminamento si gode di una vista spettacolare sulla città e sul mare infinito fino a vedere la Corsica.

È ora di pranzo quando lasciamo il Forte e scendiamo percorrendo lunghissime scalinate che ci permettono così di avere un po’ l’idea del centro storico di questa bella città fino a ritornare al porto dove facciamo la pausa pranzo in Corso Vittorio Emanuele II da “Panelba”, una caffetteria panetteria pasticceria senza infamia e senza lode.

Gironzoliamo nella zona più moderna del porto per ingannare il tempo e arrivare al momento dell’imbarco alle 16,00: un’ora più tardi siamo a Piombino dopo una tranquilla navigazione.

Ci salutiamo con i nostri amici che devono rientrare a Roma, mentre Fabio ed io trascorreremo ancora qualche giorno di vacanza in Maremma.

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