L’autunno è la stagione giusta per scoprire il borgo della birra e dei tartufi nelle Marche

C’è un luogo nascosto tra le pieghe verdi dell’Appennino marchigiano, dove il tempo rallenta e ogni passo profuma di bosco. I sentieri si snodano tra faggi e ruscelli, le pietre raccontano storie antiche e l’aria è intrisa di aromi che parlano di terra e tradizione. In questo piccolo angolo di paradiso, autentico e suggestivo, la birra non è soltanto una bevanda ma espressione di cultura, artigianato e identità. Il tartufo, che nasce silenzioso sotto le foglie dei boschi profumati, è celebrato come un tesoro da condividere. Chi arriva qui non trova solo panorami incredibili ma scopre un ritmo diverso, un gusto autentico e un’accoglienza che fa sentire a casa.
Indice dei contenuti
Un tuffo nel passato tra le colline delle Marche, la storia di un borgo davvero sorprendente
Un piccolo gioiello incastonato tra le colline dell’Appennino umbro-marchigiano. Le sue origini risalgono al Medioevo, quando il territorio era conteso tra signorie locali e poteri ecclesiastici. Già citato in documenti del XII secolo, Apecchio si sviluppò attorno a un castello fortificato, diventando nel tempo un centro strategico lungo le vie di comunicazione tra Umbria e Marche. Nel Cinquecento, sotto la famiglia Ubaldini, il borgo visse un periodo di grande fermento culturale e architettonico. A loro si deve la costruzione del Palazzo Ubaldini, oggi sede del museo dei fossili e del teatro più piccolo delle Marche. Passeggiando tra le sue vie lastricate si respira ancora l’atmosfera di un tempo, fatta di pietra, silenzio e storie tramandate da secoli.
Cosa fare e vedere nel borgo dove storia e tradizione si incontrano
Passeggiare per le vie di Apecchio, in provincia di Pesaro-Urbino, è un’esperienza incredibile che rasserena l’animo. Il cuore del borgo è il suggestivo centro storico, con il ponte medievale a schiena d’asino che collega le due anime del paese. Poco distante si erge il maestoso Palazzo Ubaldini, splendido esempio di architettura rinascimentale, che ospita il Museo dei Fossili e dei Minerali e il Teatro G. Perugini, considerato il più piccolo delle Marche. Tra le tappe imperdibili ci sono le antiche chiese, come quella di Santa Caterina d’Alessandria, risalente al X secolo, e la Chiesa di Santa Lucia, che conserva affreschi di scuola giottesca. Un angolo particolarmente affascinante è il quartiere ebraico, con la sua sinagoga, il forno per il pane azzimo e il cortile del sukkot, testimonianza di una convivenza storica e multiculturale. Per chi ama la natura, Apecchio offre sentieri che si inoltrano tra boschi e colline, ideali per escursioni a piedi o in mountain bike. Ma questo borgo è anche una rinomata terra di sapori. Il tartufo, che cresce generoso nei boschi circostanti, è protagonista di piatti locali e di eventi che ne celebrano l’eccellenza. In ogni stagione è possibile degustarlo nei ristoranti del borgo o partecipare a escursioni guidate alla sua ricerca.
La birra, protagonista indiscussa di questo borgo
E per gli appassionati di birra, Apecchio è una vera sorpresa. Grazie all’acqua purissima del Monte Nerone e all’orzo coltivato in zona, nascono qui alcune delle migliori birre artigianali italiane, frutto della passione dei mastri birrai locali che portano avanti una tradizione antica e profondamente radicata. Ogni anno, nel primo weekend di ottobre, il borgo celebra queste eccellenze con l’evento “Apecchio Tartufo & Birra”, una festa che anima le vie del centro con degustazioni, musica, laboratori e incontri tra produttori e visitatori. Insomma, è il momento perfetto per scoprire il lato più conviviale e gustoso di Apecchio, dove la cultura del buon vivere si mescola al profumo del bosco e al sapore della birra, creando un’atmosfera davvero unica e meravigliosa.
Consigli di viaggio
Raggiungere Apecchio è semplice, anche se il borgo conserva quell’atmosfera appartata che lo rende così speciale. Per chi arriva in auto, il percorso più suggestivo è quello che attraversa le colline dell’entroterra marchigiano, passando per Cagli o Piobbico lungo la SP257. Se si parte da Roma o Bologna, il viaggio dura circa tre ore, con possibilità di uscita dalla E45 a Umbertide o da Fano lungo l’A14, per poi proseguire verso l’interno. Chi preferisce il treno può scendere alla stazione di Fossato di Vico – Gubbio o a quella di Cagli, e da lì proseguire in autobus o con un servizio navetta. Anche gli aeroporti di Perugia e Ancona offrono collegamenti comodi per chi arriva da più lontano. Qualunque sia il mezzo scelto, il viaggio verso Apecchio resta parte dell’esperienza, in un lento avvicinarsi a un luogo dove la bellezza non si mostra in fretta, ma si svela passo dopo passo.