Colli Piacentini, tra storia e gusto

colli piacentini, tra storia e gusto

L’itinerario che condivido con voi, tra Piacenza e la Val Tidone, è un viaggio in cui – come vedrete – storia, personaggi storici e gusto si intrecciano. Il mio consiglio è di dedicargli almeno due giornate, come abbiamo fatto noi Pensionati per caso (vi vedo, milanesi, resistete alla tentazione di far stare tutto in una gita fuori porta!).

Una sosta a Piacenza

La nostra visita di Piacenza è cominciata a Palazzo Farnese, in occasione della mostra “I fasti di Elisabetta Farnese. Ritratto di una regina”. Antonio Iommelli, direttore dei Musei civici, ci ha accompagnato lungo il percorso, raccontandoci la storia di questa affascinante figura storica e di come la sua vita s’intrecciò con i prodotti del suo territorio. Ma, per parlare di lei, non si può non citare un altro grande personaggio: Giulio Alberoni.

Il cardinale Giulio Alberoni, un protagonista della storia piacentina

«Altro che monete d’oro e d’argento o preziosi ninnoli. Fette di coppa e di salame!». 

Scrive così il Cardinale Giulio Alberoni, un protagonista illustre della storia piacentina e poi europea, che riuscì a influenzare le politiche delle corti europee del ‘700 a colpi di – o meglio dire, a profumo di – coppa e salame piacentini. Aveva origini umili (era figlio di un ortolano), ma era un un ottimo diplomatico e un grande comunicatore. Seppe fare buon uso dei salumi e dei vini del suo territorio per consolidare relazioni lungo tutto l’arco della sua carriera.
Diventato segretario generale del francese Vendôme e giunto alla corte di Versailles, il Cardinale Alberoni riuscì in due imprese. Stabiliti contatti con la corte di Spagna, convinse gli aristocratici spagnoli ad accettare Filippo V, il nipote del Re Sole, come re.
E quindi persuase le dame di corte spagnole che il miglior partito per Filippo V fosse la duchessa di Parma e Piacenza, Elisabetta Farnese, persona “semplice e a modo”, istruita dalla madre Dorotea di Neuburg, principessa tedesca e sorella dell’imperatrice del sacro romano impero.

Elisabetta Farnese, donna di cultura

Una volta a Madrid, si scoprì che Farnese era tutt’altro che la donna sempliciotta che era stata descritta da Alberoni. Si rivelò una donna di grande cultura, che parlava e scriveva in quattro lingue e sapeva governare. Di lei Federico II di Prussia disse: «Il cuore energico di un romano, la fierezza di uno spartano, la pertinacia di un inglese, l’astuzia di un italiano, la vivacità di un francese concorsero a formare questa donna singolare». Elisabetta Farnese, ghiotta dei salumi di casa, continuò a chiedere ad Alberoni di rifornirle la dispensa reale; e i salumi piacentini continuarono a essere usati per promuovere le relazioni di corte. Cosa che portò in seguito il figlio di Elisabetta, Carlo III, a diventare re delle Due Sicilie, duca di Parma e Piacenza e infine re di Spagna.  Se volete approfondire la storia di Alberoni, consigliamo di visitare il Collegio Alberoni con una guida. È ancora un seminario attivo, ma alcune sue sale sono visitabili e ospitano importanti opere d’arte, tra cui arazzi fiamminghi, una pinacoteca e un Cristo di Antonello da Messina. La visita include anche l’antica biblioteca, con rari manoscritti religiosi e scientifici, talmente preziosi da essere stati risparmiati da Napoleone grazie alla visione laica del fondatore, il Cardinale Giulio Alberoni.

Salumificio Grossetti, ristorante La Palta

A questo punto potete immaginare il desiderio che avevamo noi di assaggiare questi favolosi prodotti DOP che hanno fatto la storia! È successo il secondo giorno. Siamo partiti alla ricerca dei sapori del territorio in bicicletta, per un itinerario lungo i sentieri della Val Tidone!  Su consiglio del direttore del Consorzio dei Salumi Piacentini, dopo circa un’ora e mezza di pedalata abbiamo raggiunto Strà in alta Val Tidone. Quiè d’obbligo fare una sosta al Salumificio Grossetti, uno dei 12 salumifici del Consorzio Salumi Piacentini, adiacente al sentiero cicloturistico. Prenotando in anticipo, potrete godere di una visita guidata ai laboratori di salumeria, degustare i prodotti, e capire perché hanno riscosso tanto successo tra l’aristocrazia europea e recentemente tra i ciclisti del Tour de France 2024.  Dopo esserci goduti questa merenda, ci siamo fermati a Borgonovo Val Tidone, nei pressi di Bilegno. Si tratta di una piccola frazione di case di una volta, dove abbiamo scovato una gemma nascosta: il ristorante La Palta. Le due titolari, Isa e Monica, coniugano la tradizione locale con l’esperienza della cucina stellata di Isa. Rifocillati, ci siamo quindi avviati alla volta di Piacenza – e per completare il giro in maniera perfetta siamo tornati ai Musei civici di Palazzo Farnese, dove è in mostra uno dei primi quadri di Botticelli. Grazie alla loro abilità nel tenere nascosti i tesori più preziosi e, allo stesso tempo, nel far conoscere al mondo i loro prodotti, i piacentini hanno saputo creare legami, evitare conflitti e godersi in pace la bellezza e i sapori dei loro colli.

Gianfranco Nalin

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