In lungo e in largo per la Slovenia: alla scoperta del Paese dal cuore verde

Arrivato alla soglia dei 30 anni, mi sono reso conto di aver visitato 40 nazioni, ma me ne mancava una proprio dietro l’angolo: la Slovenia. Ho iniziato a raccogliere informazioni su questo Paese, e ho presto capito che, nonostante il territorio sia di dimensioni ridotte, è estremamente vario. Ha una costa, seppur breve, ha le Alpi (con cime che arrivano quasi ai 3000 metri), ha una zona collinare con una rinomata produzione vinicola, e infine, spostandosi verso est, ha una grande pianura che prosegue poi nell’Ungheria. Più del 60% del territorio è ricoperto da foreste e molte sono le leggi che le proteggono, rendendolo uno dei Paesi più verdi d’Europa. Gli stili architettonici, i piatti regionali e le lingue parlate dalle persone cambiano insieme al territorio, fornendo molti stimoli per un road trip di una settimana.
Creato il mio itinerario e prenotate le sistemazioni per la notte, ho coinvolto entusiasticamente il ragazzo con cui mi stavo da poco frequentando per partecipare all’avventura insieme a me. Ma, proprio il giorno prima della partenza… cambio di programma: per motivi che potremmo riassumere come economici, culturali e morali, lui se ne sarebbe rimasto dov’era e non l’avrei mai più visto, mentre ad accompagnarmi nel viaggio sarebbe venuta mia mamma, che già da settimane si era proposta di venire nel caso il tipello non avesse potuto (inizio a pensare che gli abbia fatto il malocchio…). Sicuro di avere come compagna di viaggio una persona aperta mentalmente, che bada poco a spese e parlante ottimo inglese, siamo potuti partire per la Slovenia!
Indice dei contenuti
Diario di viaggio in Slovenia
Giorno 1 – Škofja Loka, Bohinj
Partenza da casa a Crema alle ore 8 con la mamma alla guida, che mi temeva troppo turbato dalla rottura per concentrarmi al volante (sese… dal secondo giorno guiderà quasi esclusivamente io). Abbiamo attraversato Lombardia, Veneto e Friuli-Venezia Giulia, prima di superare Trieste e ritrovarci in una Slovenia nuvolosa e con tanto, tanto verde. I limiti stradali rimangono pressoché uguali; la differenza principale è l’assenza di caselli autostradali. Come la Svizzera e l’Austria, la Slovenia utilizza un sistema chiamato vintrica (vignetta) che, su pagamento settimanale, mensile o annuale, permette di percorrere le sue strade a pagamento. Abbiamo acquistato la nostra vignetta con validità di 7 giorni comodamente online al costo di €20.
Siamo arrivati alla nostra prima meta, Škofja Loka, poco dopo mezzogiorno sotto un cielo uggioso. La cittadina è costruita lungo il fiume Selška Sora, e si accede al grazioso centro storico attraversando un ponte. Abbiamo come prima cosa pranzato all’ottima gostilna (ristorante) Kašča con due piatti locali: gli štruklji, delle crespelle con ricotta condite con funghi, e gli žlirkofi, una pasta ripiena con funghi e patate, anch’essi conditi con i porcini, che qui abbondano in autunno e primavera. La visita di Škofja Loka è proseguita salendo fino al castello e scoprendone gli interni, a pagamento a €8 persona (ma io, anche se fuori età di un paio d’anno, sfrutterò per tutta la vacanza la riduzione per studenti sui biglietti). Il castello ripercorre la storia della città, sopravvissuta a guerre e assedi, e alcune sale sono addobbate con mobili d’epoca e manichini per dare un’idea della vita all’interno delle mura.
In meno di un’ora di auto, sempre sotto un cielo nuvoloso, abbiamo raggiunto il lago di Bohinj e fatto check in alla nostra sistemazione, Apartments and Rooms Cerkovnik. La famiglia proprietaria aveva appena festeggiato il compleanno di una delle figlie, e ci hanno offerto dei buonissimi dolci fatti in casa dalla mamma. La stanza è piccola ma molto accogliente, lo stile è quello delle baite di montagna. Non siamo lontani dal Triglav, che con i suoi 2864 metri è la punta più alta della Slovenia. Abbiamo trascorso le due ore successive facendo la camminata che percorre l’intero perimetro del lago. Se per la prima metà il sentiero costeggia la strada asfaltata per le auto, una volta arrivati al campeggio in fondo al lago questa si interrompe, e la sponda nord è percorribile nella calma più assoluta. Inizio a capire di aver scelto un periodo ottimale per visitare la Slovenia, visto che in estate questo lago (e molte altre attrazioni) si riempiono a dismisura. Abbiamo invece incontrato pochissime altre persone nel nostro cammino, ed è stato molto tranquillo e ameno.
Recuperato così il giorno di gambe che avrei dovuto fare in palestra, ci siamo fermati per cena al ristorante dell’hotel Jezero, dove mia mamma ha voluto provare gli žlirkofi, mentre io ho preso zuppa di formaggio e trota intera arrosto con verdure. La camminata e la cena hanno conciliato un sonno profondo.
Giorno 2 – Gole di Vintgar, lago di Bled, Radovljica, Lubiana
Sveglia poco dopo le 8 del mattino e partenza verso un luogo per fare colazione. La titolare della struttura dove abbiamo alloggiato ci ha consigliato un posto sulla strada verso dove eravamo diretti, chiamato Štrudl. Come suggerisce il nome, questo posto fa solo strudel… ma che strudel! Il più buono che avessi mai mangiato, una fettazza bella cicciona e cannellosa al punto giusto, accompagnata da una tisana di erbe locali. Siamo arrivati al parcheggio delle gole di Vintgar e abbiamo preso la navetta inclusa nel biglietto (preso online la sera prima – si consiglia questa soluzione, visto che i posti finiscono in fretta) che in pochi minuti ci ha portati all’ingresso del parco. Qui abbiamo atteso la nostra ora d’ingresso prenotata, le 10:45 (sono molto fiscali, giustamente). Ci aspettava meno di un’ora di cammino lungo una passerella che costeggia un fiumiciattolo che, nel corso degli anni, ha scavato delle impressionanti gole ora diventate una delle attrazioni più popolari della Slovenia. L’azzurro e il verde smeraldo dell’acqua creano un bel contrasto con il grigio e il marrone delle rocce e il verde della vegetazione. Terminato il percorso, ci sono due possibilità per tornare all’ingresso del parco; noi siamo tornati direttamente al parcheggio a piedi, mettendoci circa 50 minuti. Si può dire che questa settimana non ho saltato il leg day.
Nel frattempo, era uscito il sole, e il bel tempo non ci avrebbe abbandonato per tutto il resto del viaggio. In 5 minuti di macchina abbiamo raggiunto il lago di Bled, il luogo più iconico della Slovenia, con il suo castello svettante e il suo monastero su un isolotto in mezzo. Noi abbiamo deciso di raggiungere l’isola con una tipica imbarcazione chiamata pletna, guidata a mano da un rematore la cui famiglia fa questo lavoro da quattro generazioni (costo: €20 a persona). L’isola è molto piccola, e a parte il monastero, che chiede prezzi spropositati per la visita, non c’è molto. Avevamo mezz’ora, che abbiamo sfruttato facendo foto e mangiando un buon gelato.
Ritornati a Bled, abbiamo camminato lungo il lago nel paese e abbiamo ripreso l’auto verso Radovljica, un graziosissimo borgo a 10 minuti di distanza dove si trova il Museo dell’Apicoltura. La Slovenia è una grande produttrice di miele, e questo museo non solo spiega in modo simpatico e interattivo la vita e le abitudini di questi insetti fondamentali per l’ecosistema, ma ospita anche una nutrita collezione di pannelli dipinti delle arnie, un’usanza tutta slovena che non si trova altrove. I pannelli per aprire e chiudere le arnie vengono dipinti a mano da secoli, con rappresentazioni religiose e laiche. Una visita davvero gradevole! Tappa successiva, sempre a una manciata di minuti di distanza, è la Basilica di Brezje. Poco da dire su questo luogo di culto, molto imponente dall’esterno, ma che è più che altro una destinazione votiva, una sorta di Lourdes della Slovenia. Ci siamo divertiti a leggere i messaggi e a guardare gli oggetti più disparati lasciati dai fedeli, e in meno di 40 minuti abbiamo raggiunto la meta finale della giornata: Lubiana.
L’ingresso nella capitale è stato molto tranquillo, senza il minimo traffico e con strade in ottimo stato. Abbiamo parcheggiato presso la nostra sistemazione, Apartments Kartca, a due passi dal centro storico, e abbiamo fatto il self check in nello spazioso appartamento mansardato che ci avrebbe ospitato per le due notti successive. Siamo quindi andati in centro attraversando il famoso Triplo Ponte e abbiamo percorso la via principale fino a raggiungere il ristorante Julija, un posto stile anni ’80 con camerieri impettiti e frenetici e interni cupi in legno, pur sempre affascinante! La mamma ha riprovato gli žlirkofi, qui arricchiti con la pancetta, mentre io ho provato i fuzi, una pasta istriana condita con asparagi e con gli immancabili funghi. Lubiana è una città giovane e di sera il lungofiume è molto vivo, con i suoi locali dal vibe rilassato.
Giorno 3 – Lubiana
Abbiamo iniziato questa giornata interamente dedicata a Lubiana con una corroborante colazione a base di torta e tè. La città si gira tranquillamente a piedi, le attrazioni sono tutte concentrate in una zona piuttosto circoscritta, quasi tutta pedonale. Prima tappa è il Museo Nazionale, il cui edificio include anche il Museo di Storia Naturale, che però non abbiamo visitato. Abbiamo imparato molto sulla storia slovena, dalla preistoria ad oggi, e abbiamo trovato altri pannelli per arnie dipinti!
Ci siamo quindi diretti verso la Chiesa di San Francesco, facile punto di ritrovo a Lubiana data la sua facciata rossa e la sua posizione davanti al ponte che porta su al castello, e ne abbiamo visitati i cupi interni, in netto contrasto con quelli della vicina Cattedrale di San Nicola, dove l’oro e il rosa prevalgono. Per pranzo abbiamo scelto Ala Pršuterija, dove abbiamo degustato prosciutti e formaggi sloveni (tutti ottimi, in particolare il prosciutto carsico, prodotto in una regione non troppo distante dalla nostra San Daniele).
Nel pomeriggio abbiamo raggiunto a piedi il Castello di Lubiana, un centinaio di metri più in alto rispetto al centro. Da qui abbiamo visto la città dall’alto grazie alle varie terrazze panoramiche, e abbiamo anche visto un breve film sulla storia di Lubiana. Direi che il prezzo elevato del biglietto, che dà accesso alla torre più alta e alla sala con il filmino, non vale la visita. Tornati in centro, abbiamo preso delle ottime fragole locali al mercato come snack e abbiamo fatto un po’ di compere (non manco mai di acquistare dei CD di musica locale nei miei viaggi, completamente alla cieca e facendomi ispirare dalla copertina). Prossimi al tramonto, siamo saliti sul Nebodočnik, il grattacielo di Lubiana, la cui terrazza è accessibile gratuitamente e offre una bellissima veduta sul castello, decisamente più interessante visto da qui!
Per cena ci siamo spostati, sempre a piedi, leggermente in periferia, dove avevo trovato la gostilna Pod vrbo che mi ispirava parecchio dal menù pubblicato sul sito. Si cena nel tranquillo giardinetto al suono dell’acqua sgorgante della fontanella. La mamma ha voluto completare la trinità degli žlirkofi, decretando che i migliori fossero quelli di Škofja Loka, mentre io ho preso un antipasto di pâté di carne suina con funghi e verdure sott’olio, filetti di trota impanati. e poi strudel alle ciliegie.
Giorno 4 – Bogenšperk, Celje
Partenza da Lubiana per le 9 e sosta per il rifornimento GPL con non poche difficoltà: se in Italia non è consentito fare il self service, in Slovenia è inusuale farsi servire dal benzinaio. Non avendo noi idea di come si faccia il pieno con il GPL, abbiamo chiamato un addetto che, gentilmente, ci ha fatto rifornimento. Abbiamo lasciato l’autostrada e abbiamo imboccato delle stradine che seguono la morfologia del territorio, attraversando dei piccoli villaggi e poi su e giù fra i colli, fino a raggiungere il Castello di Bogenšperk, situato proprio in mezzo alla natura. Questa massiccia struttura bianca non è mai stata una vera e propria fortezza; era bensì la residenza di un nobile che, rimasto senza discendenti, l’ha affidato al suo servo tutto italiano. “Té, al è da Bèrghem!”, ha esclamato la mamma, bergamasca DOC, leggendo i pannelli informativi sulla vita di quest’uomo. La sua famiglia l’ha mantenuto per generazioni nel corso dei secoli, e ora è un museo dove si tengono anche matrimoni, data l’amenità della zona. Il castello ospitava anche una mostra temporanea di rinomate ceramiche ungheresi di Herend, molto apprezzate soprattutto in questo contesto.
Sempre seguendo strade poco trafficate in mezzo alla natura, siamo arrivati dopo un’oretta al Castello di Celje. Qua il passato di fortezza difensiva è lampante, con alte torri di avvistamento e un’agghiacciante mostra sui metodi di tortura più in voga nel Medioevo. Il castello è situato in cima ad un’altura da cui si vedono l’intera Celje e i territori circostanti. Per pranzo, siamo usciti da ogni rotta turistica per raggiungere la gostilna Kolar, dove ci siamo rifocillati con insalata mista con gamberi e medaglioni suini con salsa di funghi e štruklji, spendendo €21 in due. Nonostante non si vedano turisti da queste parti, la cameriera, così come chiunque altro in Slovenia, padroneggiava l’inglese come una vera professionista.
Altre amene stradine ci hanno portato all’attrazione da me più attesa del viaggio: la Certosa di Žiče. Trattasi di un monastero medievale fortificato, un tipo di struttura che conoscevo dai racconti di chi è stato in Transilvania, ma che non avevo mai visto coi miei occhi. Immerso in una radura fiorita con un ruscello, questo luogo incantato invoglia a rimanere in eterno (e, tecnicamente, si potrebbe fare alloggiando alla locanda situata appena fuori). Il tour è con audioguida, disponibile anche in italiano, e spiega la storia del monastero e la vita e le usanze dei monaci certosini, che altro non facevano se non pregare, lavorare, meditare, lavorare, pregare, mangiare, meditare e dormire. Interessante soprattutto la spiegazione dei loro pasti: una dieta sicuramente molto poco varia, spezzata nelle festività principali da qualche piatto più corroborante, come uno stufato di carne cotta nella birra.
Lasciato questo luogo paradisiaco, siamo arrivati ai confini con la Croazia per visitare il Castello di Brežice, un’imponente struttura famosa per la sala affrescata dove sono rappresentati, attraverso l’utilizzo di allegorie con divinità greche, i quattro elementi. Nel paese è anche possibile visitare l’acquedotto, alta torre di inizio Novecento, da cui sicuramente si gode di una bellissima vista, ma era già tardo pomeriggio e la biglietteria era chiusa.
Accompagnati da un bellissimo tramonto sui campi, siamo arrivati a Kostanjevica na Krki, paese costruito su un’isola al centro del fiume Krka. Consigliamo la nostra sistemazione, Ob Krki Apartments, di recente ristrutturazione, con la sua stanza luminosa e il suo bagno spazioso. Abbiamo attraversato tutto il centro di questo paesello magico e siamo arrivati per cena alla gostilna Žolnir, dove abbiamo preso tris di porcini, filetti di trota salmonata e trota intera al forno. Eletto all’unanime il ristorante migliore del viaggio!
Giorno 5 – Pleterje, Predjama, Postumia
Ci siamo svegliati con un sole stupendo e abbiamo fatto visita alla pekara (panetteria) di Kostanjevica per prendere dei gustosi burek al formaggio, che abbiamo mangiato in riva al fiume. Poco distante, sempre seguendo strade di campagna, siamo arrivati alla Certosa di Pleterje. Abbiamo innanzitutto visitato il museo all’aperto che conserva quattro strutture originali ottocentesche, dove il curatore ci ha spiegato gli usi e costumi della civiltà rurale slovena nel passato. Del monastero, tuttora funzionante e quindi in gran parte chiuso al pubblico, è visitabile solo la chiesa medievale, unica parte originale sopravvissuta della struttura quattrocentesca. Abbiamo quindi intrapreso il Sentiero del silenzio eloquente, un percorso circolare di poco meno di 3 km tutto intorno alle mura del monastero, che porta prima nel bosco, e poi fra le vigne.
Abbiamo, nostro malgrado, abbandonato la regione della Bela Krajina e in meno di due ore siamo arrivati al Castello di Predjama, iconica struttura del XIII secolo arroccata sulla parete di una grotta carsica. Il castello aveva funzione abitativa e difensiva, ed era considerato inespugnabile proprio per via della sua architettura unica. A pochi chilometri (il biglietto è infatti acquistabile congiuntamente, e si consiglia la prenotazione online) si trovano le Grotte di Postumia, che insieme al lago di Bled sono probabilmente l’attrazione più nota della Slovenia. Il nostro tour di un’ora e mezza con guida è partito dal punto di ritrovo appena fuori dall’ingresso principale. Siamo saliti su un lungo trenino che ci ha portato per alcuni chilometri all’interno delle caverne, dove già abbiamo potuto ammirare sale con notevoli strutture. All’interno delle grotte la temperatura media è intorno ai 10°C per tutto l’anno, un notevole sbalzo dai quasi 30°C che c’erano fuori! Abbiamo percorso, sempre con la guida, circa un chilometro a piedi per ammirare le stalattiti, stalagmiti e i laghi sotterranei. Poco prima di tornare, abbiamo dato un’occhiata al vivaio dei protei, creature presenti solo nelle grotte carsiche soprannominati “cucciolo di drago” dagli abitanti del posto che è ormai difficile vedere nelle grotte aperte ai turisti, dato che la fauna si è perlopiù ritirata nelle caverne non interessate dal passaggio di persone. Bisogna ricordare che tutte le “sculture” naturali presenti in questi oltre 20 km di grotte sono il frutto di milioni di anni di azioni degli agenti naturali: perché si formi un centimetro di stalattite ci possono volere fino a 50 anni!
Terminata questa esperienza a dir poco magica e unica al mondo, ci siamo diretti, in meno di un’ora, verso la costa. La Slovenia si affaccia per poco meno di 50 km sull’Adriatico, e qui si trovano quattro paesi. Per la cena abbiamo scelto la gostilna Strunjan a Portorose, dove abbiamo pasteggiato a base di pesce fresco con un misto di cozze, cannolicchi, vongole e noci di mare, e una grigliata con spigole intere, scampi e calamari. Pasto eccellente e memorabile! La nostra sistemazione per l’ultima notte in Slovenia, situata a pochi chilometri nell’entroterra fra gli uliveti, è Baredinka Izola. Trattasi di un ampio bilocale ricavato dalla casa di una deliziosa famiglia che, come chiunque in questa parte della Slovenia, parla un perfetto italiano. Posizione incantevole, stanza molto curata, e ci hanno anche regalato una bottiglia di delizioso olio da loro prodotto.
Giorno 6 – Piano, Isola
L’ultimo giorno in Slovenia è stato dedicato all’esplorazione della breve costa slovena. Dopo una chiacchierata con il padrone di casa, siamo partiti alla volta di Pirano, lasciando l’auto in un parcheggio sotterraneo a nove piani vicino al centro (sarebbe altrimenti stato impossibile trovare posteggi altrove). Abbiamo fatto un giro sulle mura (a pagamento), e poi ci siamo addentrati nel bellissimo borgo, dove si respira, come del resto dovunque sulla costa orientale adriatica, un’atmosfera molto veneziana.
Arrivata l’ora di pranzo, ci siamo diretti a Isola. Qui siamo andati a mangiare al ristorante dell’Hotel Marina, prenotato gentilmente dalla famiglia che ci ha ospitato. Dopo l’ottimo pranzo a base di linguine fresche con gamberi e asparagi e spigole cotte con patate, funghi, olive e pomodorini, abbiamo fatto una camminata digestiva nel tranquillo centro storico, fino ad arrivare alla costa. In assenza di vere e proprie spiagge, è stato adibito un comodo parco per prendere il sole. L’acqua era cristallina!
Ultima tappa del nostro viaggio sloveno è stata Capodistria, il più grande dei quattro paesi costieri, che però non è riuscito a trasmetterci il fascino degli altri. forse anche per la sua natura più industriale e portuale. Senza trovare il minimo accenno di traffico, anche per il fatto che molti si sono fatti il ponte del 1º maggio, in meno di tre ore e mezza abbiamo fatto rientro a Crema.
Considerazioni finali sulla Slovenia
- In Slovenia quasi tutti parlano correntemente più lingue: a parte lo sloveno, è diffusissimo in tutta la popolazione l’inglese. Il tedesco è molto gettonato, così come l’italiano nella zona costiera e lungo il nostro confine.
- Gli sloveni sono estremamente disponibili e gentili. Sempre pronti ad aiutare, e con uno spiccato senso civico.
- I prezzi non sono tanto più bassi rispetto a quelli a cui siamo abituati nel nord Italia. La Slovenia ha visto, negli ultimi tre decenni, un notevole sviluppo economico che ha portato gli stipendi ad alzarsi fino a raggiungere salari medi simili a quelli italiani e, di conseguenza, anche il prezzo della vita si è alzato. Tenete in conto di spendere €70 per una sistemazione media in un appartamento o una stanza doppia, e €30 per un pasto saziante al ristorante.
- La Slovenia è comoda e facile da girare in auto. Le strade sono tenute bene e gli autovelox sono ben segnalati. I limiti sono simili ai nostri: 130 km/h in autostrada, 50 nei centri abitati.
- Data la varietà del territorio, la Slovenia ha qualcosa da offrire in tutti i periodi dell’anno. Viaggiando a fine aprile, abbiamo potuto apprezzare tutto ciò che questa piccola nazione ha da offrire, dal mare alla montagna, dalla natura alle opere antropiche.






