In Liguria c’è un borgo che si arrampica sul mare, tra colori accesi e silenzi profondi

Ci sono luoghi che non si raccontano, si vivono. Basta un passo oltre l’ultimo tornante, un respiro profondo davanti all’azzurro che si apre all’improvviso, e tutto cambia. Le case sembrano aggrapparsi alla roccia, come se volessero restare sospese tra cielo e mare. I vicoli stretti profumano di salsedine, mentre il sole disegna ombre leggere sulle facciate colorate. Qui, ogni dettaglio ha il sapore dell’autenticità, un pescatore che rammenda le reti, un balcone fiorito, una voce che canta lontano. È un luogo che non ha fretta, che invita a rallentare, a guardare, a sentire. Uno di quei posti che scaldano il cuore e curano l’anima.
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Un viaggio nel tempo di un autentico borgo ligure: tra pescatori, chiese e racconti tramandati
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Come forse qualcuno avrà potuto intuire, stiamo parlando del meraviglioso borgo di Monterosso al Mare, il più occidentale delle Cinque Terre, e forse anche quello dove la storia si respira con più intensità. Le sue origini risalgono al IX secolo, quando un gruppo di superstiti provenienti da Albareto, distrutto dai Longobardi, si insediò alle foci del torrente Buranco. Nei secoli successivi, il borgo fu fortificato con torri di avvistamento contro le incursioni saracene, alcune delle quali sono ancora visibili. Monterosso fu conteso tra Genova e Pisa, fino a entrare stabilmente nella Repubblica di Genova nel 1254. Di quel periodo restano tracce nel castello medievale e nella torre Aurora, che domina il mare e separa il borgo antico dalla zona più recente di Fegina. Nel XII secolo, il borgo conobbe un forte sviluppo agricolo grazie alla costruzione dei terrazzamenti collinari, che permisero la coltivazione di uva, olive e limoni. La pesca ha sempre avuto un ruolo centrale, e già nel Seicento si ha notizia di una tonnara attiva al largo di Punta Mesco. Le chiese, come quella di San Giovanni Battista, l’oratorio di Santa Maria di Porto Salvo e il convento dei Cappuccini, raccontano secoli di fede e arte, mentre il Santuario di Nostra Signora di Soviore, poco fuori dal centro abitato, è uno dei più antichi della Liguria. Passeggiando tra le vie e le memorie, si ha la sensazione che qui il passato non sia mai davvero passato, ma continui a vivere nel ritmo lento del presente.
Monterosso da vivere: tra sentieri, spiagge e meraviglie nascoste
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Monterosso al Mare non si visita, si esplora. È un borgo che si svela poco a poco, tra scorci inattesi e profumi salmastri. Il cuore pulsante è il centro storico, dove ogni vicolo racconta una storia e ogni pietra conserva un segreto. Qui si può ammirare la già citata Chiesa di San Giovanni Battista, con le sue fasce bianche e nere che sembrano onde scolpite nella pietra, e salire fino al Convento dei Cappuccini, da cui lo sguardo abbraccia il mare e le colline. Chi ama camminare troverà nel Sentiero Monterosso–Vernazza un’esperienza indimenticabile: stiamo parlando di un suggestivo percorso tra vigneti, muretti a secco e panorami mozzafiato, dove ogni passo è un incontro con la bellezza. E poi c’è la Spiaggia di Fegina, la più ampia delle Cinque Terre, dove il mare si stende placido e il Gigante di pietra, il dio Nettuno, veglia silenzioso sulla baia. Per chi cerca momenti di quiete, il Santuario di Nostra Signora di Soviore, immerso nel verde a quasi 500 metri di altitudine, offre silenzio, spiritualità e viste che tolgono il fiato. E quando il sole cala, Monterosso si accende di luci soffuse e voci leggere, ed è il momento perfetto per gustare un piatto di acciughe locali, sorseggiare un bicchiere di Sciacchetrà e lasciarsi cullare dal ritmo lento del borgo.
Come arrivare a Monterosso al Mare: ecco qualche piccolo consiglio che può tornare utile
Raggiungere Monterosso al Mare è già parte dell’esperienza. Il modo più comodo e suggestivo è il treno, con la linea Genova–La Spezia che costeggia il mare e regala scorci indimenticabili. I treni Intercity e regionali fermano direttamente nella stazione del borgo, a pochi passi dalla spiaggia di Fegina. Per chi preferisce l’auto, si può uscire dall’autostrada A12 a Carrodano–Levanto e proseguire lungo una strada panoramica, tortuosa ma affascinante. E nei mesi più caldi, il battello è un’alternativa incantevole: salpa da La Spezia, Portovenere o Levanto e arriva direttamente nel cuore del borgo, cullato dalle onde. Qualunque sia il mezzo scelto, l’arrivo a Monterosso è sempre un piccolo incanto.