Il borgo semi-sommerso tra le montagne della Toscana: il lago lo ha inghiottito, ma è tornato a vivere grazie ai turisti

Nascosto tra le pieghe più silenziose delle montagne toscane, esiste un luogo che sembra veramente essere uscito da una fiaba. Per anni, l’acqua lo ha celato alla vista, quasi volesse proteggerlo dal tempo e dagli occhi indiscreti. Poi, lentamente, ha cominciato a riaffiorare, ritrovando respiro, colori e presenze. Ora chi vi giunge scopre un paesaggio quasi irreale, tra pietra, bosco e riflessi colorati. Un vero e proprio incontro tra natura e memoria che attira viaggiatori, escursionisti e semplici curiosi.
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Un passato custodito dall’acqua: origini e trasformazioni
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Stiamo parlando del delizioso borgo di Isola Santa, in Toscana, un angolo incastonato tra le Alpi Apuane che ha visto secoli di storia scorrere tra i suoi muri in pietra. Le sue origini risalgono al Medioevo, quando nacque come luogo di sosta e rifugio per viandanti e pellegrini diretti verso Lucca. In passato, l’attività principale era legata all’agricoltura, alla pastorizia e allo sfruttamento delle risorse forestali, in un equilibrio quasi perfetto tra uomo e natura. Nel Novecento, tutto cambiò con la costruzione della diga e la creazione dell’invaso artificiale sul fiume Serchio, che portò alla sommersione di parte del borgo. Alcune abitazioni furono inghiottite dalle acque, e il paese, privato della sua quotidianità, fu progressivamente abbandonato. Per decenni, il silenzio regnò sovrano tra le rovine e lo specchio d’acqua. Eppure, nel tempo, i livelli del lago si sono parzialmente abbassati, complice una diversa gestione dell’invaso e gli interventi di recupero. Alcuni edifici storici sono così riemersi dalle acque, rivelando una bellezza sospesa e quasi magica. Del resto, la memoria, come le pietre, non affonda facilmente. E oggi, grazie al turismo lento e consapevole, questo frammento di passato è tornato a parlare. Camminare tra le sue viuzze riemerse è come sfogliare le pagine di un libro che aveva smesso di essere letto, senza però essere stato mai dimenticato.
Tra sentieri e silenzi: cosa fare e cosa vedere nel borgo ritrovato
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Isola Santa non è solo un frammento di memoria ma è un luogo che invita all’esperienza, al cammino, alla contemplazione. Oggi, chi arriva in questo angolo incantato tra le Alpi Apuane trova un paesaggio quasi irreale dove il tempo sembra rallentare. Il borgo, con le sue case in pietra restaurate, offre scorci fotografici straordinari, soprattutto quando il lago si fa specchio per le montagne. Tra le attività più suggestive, il trekking è sicuramente protagonista. Dalla località partono sentieri che attraversano boschi di castagni, lambiscono torrenti e conducono a punti panoramici mozzafiato, come il percorso verso il Monte Pisanino o la vicina Grotta del Vento. Per chi ama la natura più quieta, passeggiare lungo la riva del lago regala una dimensione meditativa, in cui ogni riflesso sull’acqua racconta una poesia. Il borgo stesso merita una visita approfondita: la piccola chiesa di San Jacopo, con il suo fascino austero, è testimone delle radici spirituali del luogo. E nelle stagioni più miti, non manca l’opportunità di pernottare in strutture ricettive caratteristiche, gustare piatti locali e scoprire la cucina rustica della Garfagnana. Insomma, Isola Santa è proprio uno di quei luoghi in cui ogni passo, ogni scorcio e ogni pietra aiutano a rasserenare il cuore, la mente e lo spirito, in un valzer di emozioni positive che caratterizzano i momenti più belli e autentici.
Come arrivare a Isola Santa: ecco qualche piccolo consiglio per voi
Questo piccolo borgo incantato, immerso tra le montagne delle Alpi Apuane, si trova nel comune di Careggine, in provincia di Lucca. Il modo più semplice per raggiungerlo è sicuramente l’auto. Da Firenze o Roma il tragitto può sembrare lungo, ma è costellato di paesaggi mozzafiato che rendono ogni chilometro una scoperta. Se si arriva da Lucca o dalla Versilia, la strada diventa più breve ma non meno suggestiva. In particolare, il tratto che passa per la SP13, la cosiddetta strada del Cipollaio, è un mix di curve strette, boschi e gallerie che sembrano scavate nella roccia. Non è una strada veloce, ma è perfetta per chi ama i viaggi lenti e panoramici. Se invece ci si preferisce muovere con i mezzi pubblici, Si può fare! La Prima tappa è raggiungere in treno una delle stazioni vicine, come Castelnuovo Garfagnana o Querceta. Da lì, con un po’ di coordinazione negli orari, si possono prendere gli autobus che salgono fino al bivio per Isola Santa, e poi proseguire con un secondo mezzo fino alla diga del lago. Non essendoci tantissime corse, il consiglio è di controllare bene gli orari in anticipo, ma l’avventura vale assolutamente la pianificazione.