In Sardegna c’è la più antica necropoli d’Italia: i suoi 5000 anni di storia sono una macchina del tempo aperta a tutti

L’Italia è una terra straordinaria che affascina e sorprende ad ogni angolo. Oltre alle sue rinomate città d’arte e agli scorci naturali che sembrano dipinti, è ricca di luoghi altrettanto affascinanti e ricchi di mistero, dove vita e morte si sfiorano e si intrecciano, raccontando storie millenarie. Nello specifico, oggi, andiamo alla scoperta di un luogo dove il tempo non scorre, ma si stratifica. Un luogo nascosto tra rilievi silenziosi e affioramenti di tufo, dove l’ingegno umano ha scolpito nella roccia il passaggio tra la vita e l’aldilà. Qui, a pochi chilometri dai centri abitati moderni, si cela un complesso ipogeico che risale a oltre cinque millenni fa. Le sue pareti raccontano storie di rituali e divinità, mentre le decorazioni scolpite e dipinte sembrano ancora pulsare di significato. Non è solo un sito archeologico, ma un viaggio nella spiritualità di un popolo che ha trasformato la morte in architettura, e l’architettura in memoria eterna.
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Quando il mistero prende forma nella roccia: storia di un luogo dal fascino divino
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Il luogo di cui stiamo parlando è la Necropoli di Monte Siseri, situata nel territorio del borgo sardo di Putifigari, in provincia di Sassari. Questo complesso funerario, risalente al periodo compreso tra il Neolitico finale e l’Eneolitico (circa 3200–2600 a.C.), è considerato la più antica necropoli d’Italia. Scavata in un affioramento di tufo rosa alle pendici del monte da cui prende il nome, la necropoli è composta da quattro domus de janas, tombe ipogeiche scolpite nella roccia. Tra queste, la più celebre è la Tomba dell’Architettura Dipinta, nota anche come S’Incantu, ovvero “dell’incanto”, un vero capolavoro dell’arte funeraria preistorica. Al suo interno, si trovano decorazioni scolpite e dipinte, false porte, protomi taurine, soffitti a doppio spiovente e una coppella rituale circondata da cerchi concentrici, simboli di passaggio e fertilità. Ogni elemento architettonico è pensato per evocare il mondo dei vivi e quello dei morti, in un dialogo eterno tra spiritualità e ingegno. Putifigari, il borgo che custodisce questo tesoro, è un piccolo centro agropastorale con radici medievali, legato al Giudicato di Torres, ai Doria, agli Aragonesi e infine ai marchesi Boyl. Oggi conserva un’anima autentica, fatta di tradizioni, paesaggi rurali e una profonda connessione con la sua storia millenaria.
Cosa fare e cosa vedere a Putifigari: ecco qualche piccolo consiglio per voi
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Visitare la Necropoli di Monte Siseri significa immergersi in un paesaggio silenzioso e sacro, dove la Tomba dell’Architettura Dipinta, nota come S’Incantu, incanta con le sue decorazioni scolpite e dipinte, le protomi taurine e il soffitto a doppio spiovente che riproduce le capanne neolitiche. Dopo aver percorso il sentiero che conduce al sito, si può proseguire con una passeggiata nellaBadde de Janas, la “valle delle fate”, dove sorgono le altre domus de janas, immerse nella vegetazione mediterranea. Nel borgo di Putifigari, si può visitare la chiesa di Nostra Signora de s’Ena Frisca, con la sua facciata settecentesca e le celebrazioni tradizionali che animano il paese tra maggio e giugno. Il centro storico conserva un’atmosfera autentica, con scorci rurali e piccole botteghe artigiane. Durante l’anno, il borgo ospita eventi come la sagra del mirto, il festival dell’organetto e la mostra micologica del Capo di Sopra, occasioni perfette per scoprire sapori locali e tradizioni popolari. Nei dintorni, vale la pena esplorare la necropoli di Santu Pedru ad Alghero, il nuraghe Santu Antine a Torralba, o concedersi una giornata al parco naturale di Porto Conte, tra sentieri panoramici e spiagge come Porto Ferro e Mugoni. Per chi ama l’archeologia, la zona offre un itinerario ricco di testimonianze prenuragiche e nuragiche, mentre gli appassionati di natura e outdoor, possono dedicarsi al trekking, alla fotografia paesaggistica o semplicemente al silenzio contemplativo.
Come arrivare: ecco qualche indicazione utile per muoversi con facilità e tranquillità
Per raggiungere la Necropoli di Monte Siseri, il punto di partenza ideale è il borgo di Putifigari, in provincia di Sassari. Da lì, si percorre la strada provinciale SP12 in direzione della località Iscala Mala, seguendo le indicazioni per Monte Siseri. Dopo circa 2,2 km, si imbocca una strada sterrata ben segnalata che conduce a uno spiazzo dove è possibile parcheggiare l’auto. Da questo punto, si prosegue a piedi per circa 1,3 km lungo un sentiero immerso nella macchia mediterranea. Il percorso è agevole, con qualche saliscendi, e ben segnalato da cartelli in legno marrone. Il sentiero attraversa una proprietà privata, quindi è importante camminare con rispetto e richiudere eventuali cancelli utilizzati per il bestiame. Al termine del percorso si raggiunge un piccolo caseggiato in pietra che protegge la Tomba dell’Architettura Dipinta. Per una visita completa e consapevole, è consigliabile contattare l’associazione ArcheoUri Vagando o l’ufficio turistico del comune di Putifigari, così da concordare l’accesso e ricevere una guida esperta.