Monte Cavo, la sentinella di Roma che nasconde una strada di 3000 anni fa

Stefano Maria Meconi, 06 Ago 2025
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Tutte le strade portano a Roma: non è solo un detto, e forse non lo è mai stato. Sin dagli albori dell’Urbe, la realizzazione di un importante apparato viario le ha permesso di espandere il suo controllo dapprima sul Centro Italia, poi sul resto della penisola e infine portarlo ben oltre il Mediterraneo. Molte di quelle strade, in forme simili se non del tutto uguali, le percorriamo ancora oggi: la Via Cassia verso Pisa, la Via Aurelia che addirittura arriva a Ventimiglia, la Via Salaria che arriva a San Benedetto del Tronto o la Tiburtina che muove in direzione Teramo. Insomma, il rapporto tra le strade e i Romani è parte integrante della storia di Roma. E lo stesso ragionamento vale per un antichissimo percorso alle porte della Capitale, dove si può percorrere il basolato di una delle più antiche strade ancora oggi esistenti in Italia.

La montagna sacra dei Latini

monte cavo

Nei primi secoli di esistenza, Roma era una città ancora relativamente debole, circondata da popoli e realtà consolidate, come gli Etruschi (a nord) e i Latini (a sud). Proprio questi occupavano un vasto territorio che oggi corrisponde ai quartieri nord della Capitale (Nomentana, Fidene), a Tivoli, la Campagna romana e i Castelli Romani, estendendosi fino al promontorio del Circeo. Le città latine, intorno al VI-V secolo a.C. (dunque 2600 anni fa) si associarono per formare la Lega Latina, che aveva sia una funzione militare che propriamente religiosa. 
 Per celebrare le vittorie militari, ma anche per ingraziarsi gli dei, le trenta città della Lega – a cui poi si unì Roma a partire dal 493 a.C., si riunivano sul Mons Albanus, dove sin da epoca antichissima esisteva il tempio di Iuppiter Latiaris, Giove Laziale appunto. Il monte era la parte sommitale della città di Alba Longa, una delle più antiche città di tutta l’Italia, fondata nel XII secolo a.C. da Ascanio, figlio di Enea, mitico fondatore di Lavinium fuggito da Troia. Ancora oggi, la localizzazione della città non è ben chiara per gli storici, molto più facile è però sapere che il Mons Albanus corrisponde al Monte Cavo, vetta da 949 metri di altitudine che domina l’abitato di Rocca di Papa, uno dei borghi dei Castelli Romani, dal profilo tipicamente medievale.

La Via Sacra e la sua “Loggetta”

loggetta di monte cavo
La Loggetta di Monte Cavo, balcone panoramico in prossimità della Via Sacra con in primo piano i laghi Albano (o di Castel Gandolfo) e di Nemi

Alba Longa e il tempio di Giove Laziale erano collegati, sin dal VI secolo, da una strada in basolato che veniva percorsa da sacerdoti e fedeli proprio in occasione dei riti delle Feriae Latinae. La festività, che raggiunge una durata di 3 giorni proprio nel 493 a.C., serviva per celebrare tre eventi storici:

  • la vittoria di Lucio Tarquinio Prisco (e di Roma) sugli Etruschi, per l’egemonia del Centro Italia;
  • la fine dell’età regia di Roma e l’istituzione della Repubblica nel 509 a.C.;
  • la firma del trattato di pace Foedus Cassianum tra Romani e Latini, appunto nel 493 a.C.

Il percorso della Via Sacra di Monte Cavo (o di Via Sacra di Rocca di Papa) è oggi conservato per larga parte, ed è percorribile a piedi partendo da più punti di accesso. Davanti agli occhi del visitatore si para una strada immersa nei boschi, inframmezzata da alcuni elementi di interesse, come una roccia di tufo scolpita al vivo e un’edicola sacra detta di Santa Rita, ma con una immagine della Vergine. Per molti, però, il vero punto di attrazione della strada latino-romana è la Loggetta. Questo scorcio panoramico, dove il bosco dirada, permette nelle giornate più belle di ammirare in un solo colpo d’occhio il lago Albano e quello di Nemi, Roma e la Campagna, spandendo lo sguardo fino a quel Circeo che, come abbiamo visto, era il limite meridionale della Lega Latina.

Le caratteristiche della strada

via sacra monte cavo

La Via Sacra è larga 2,60 metri e, almeno in origine, era protetta da marciapiedi con paracarri, secondo l’uso tipico romano. I grandi massi, di forma irregolare, che compongono il lastricato sono invece lisci in superficie e a forma di cuneo sotto, in modo da penetrare il terreno e rimanere immobili alle sollecitazioni esterne. Oggi il tratto percorribile è solo una parte di quella strada che, a parere degli storici, collegava le sponde del Lago Albano al Monte Cavo, sulla cui vetta insisteva il tempio di Giove Laziale. Tempio di cui oggi non esistono pressoché più tracce, abbandonato nel IV secolo, sostituito da un romitorio, poi da un monastero e, a cavallo tra Ottocento e Novecento, da un lussuoso albergo. Anche di questo, tuttavia, non ne restano tracce: a partire dagli anni ’70, per la sua posizione favorevole, il sito di Monte Cavo è stato scelto come luogo di trasmissione, con l’installazione di decine di antenne radiotelevisive, deturpando una delle terrazze più belle su Roma. In compenso, il percorso della Via Sacra è agibile ed è un omaggio straordinario alla storia romana, al panorama dei Castelli Romani e un modo per ripercorrere millenni di leggende.



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