Due settimane in Andalusia, la terra ricca di mistero e tradizione che rappresenta al meglio la Spagna

Due settimane al confine d’Europa: Andalusia terra del melting pot mediterraneo, tra straordinarie architetture arabe, storia millenaria e sconfinata tradizione culinaria.
Scritto da: Coti
due settimane in andalusia, la terra ricca di mistero e tradizione che rappresenta al meglio la spagna

L’Andalusia ci ha letteralmente incantati: un gioiello di arte, cultura e storia, che, unito (oppure insieme) allo stile di vita e alla gastronomia, ci hanno fatto innamorare di questa regione. Certamente il periodo scelto è stato particolarmente azzeccato, ci ha permesso di godere appieno di tutta la magia dei luoghi visitati senza affollamento e senza la calura che in queste zone può essere invalidante. Abbiamo trovato esattamente quella regione ricca di mistero e tradizione che speravamo di scoprire.

Viaggio in Andalusia

  • Periodo: Dal 12 al 25 ottobre 2024
  • Partecipanti: 2 persone
  • Prezzo: circa 2.000 euro a persona
  • Spostamenti: in aereo, auto e treno

Itinerario

  • Giorno 1: Malaga
  • Giorno 2: Ronda – Tarifa
  • Giorno 3: Tangeri
  • Giorno 4: Cadice – Jerez de la Frontera
  • Giorno 5: Arcos de la Frontera
  • Giorno 6: Siviglia
  • Giorno 7: Siviglia
  • Giorno 8: Siviglia
  • Giorno 9: Cordoba
  • Giorno 10: Cordoba
  • Giorno 11: Granada
  • Giorno 12: Granada
  • Giorno 13: Nereja – Malaga
  • Giorno 14: Malaga

Alloggi

  • Malaga: Kentia Rooms (Av. de Carlos Haya, 83, Cruz de Humilladero, 29010 Málaga, Spagna, +34 660451689)
  • Tarifa: Hotel Boutique Room Tarifa (C. Silos, 26, 11380 Tarifa, Cádiz, Spagna, +34 956 68 22 29)
  • Jerez: Astuto Boutique Jerez (C. Chancilleria, 21, 11403 Jerez de la Frontera, Spagna, +34 634 804 096)
  • Siviglia: Boutike Guesthous Sevilla (C. Sales y Ferré, 18, Casco Antiguo, 41004 Sevilla, Spagna, +34 955 29 31 48)
  • Cordoba: Hotel Selu (C. Eduardo Dato, 7, Centro, 14003 Córdoba, Spagna, +34 957 47 65 00)
  • Granada: Hotel Urban Dream (Cam. de Rda., 107, Ronda, 18003 Granada, Spagna, +34 958 10 01 48)
  • Malaga: Hotel Trebol H-A (C. Moreno Carbonero, 3, Distrito Centro, 29005 Málaga, Spagna, +34 952 60 87 02)

Trasporti

  • Volo: Ryanair da Bergamo-Malaga, sempre buon rapporto qualità/prezzo/organizzazione
  • Autonoleggio: Alamo Enterprise, agenzia economica, con un buon rapporto qualità/prezzo adatto a questo itinerario.
  • Treni: Prenotati in anticipo direttamente sul sito delle ferrovie spagnole renfe.com (Abbiamo preso treni veloci, puntali e puliti. È meglio prenotare con anticipo perché sono sempre molto frequentati).
  • Uber: per gli spostamenti all’interno delle città, soprattutto per/da stazioni e aeroporti utilizzate l’app di Uber, sicura, comoda, economica.
  • Strade: Tutte le strade che abbiamo percorso erano in buone condizioni e anche il traffico extraurbano piuttosto ordinato. La maggior parte delle Autostrade non prevede pedaggio (sono a pagamento solo quelle indicate come autopista, mentre le autovie sono completamente gratuite). Il limite di velocità massimo è di 120 km/h.

Extra

Escursione a Tangeri con l’agenzia Naturanda, prenotata online. La guida parla anche italiano.

Diario di viaggio in Andalusia

Ormai per noi ottobre è il mese dei viaggi alla scoperta del Vecchio Continente. Clima mite un po’ in tutta Europa e, non guasta, tutti i vantaggi della  bassa stagione. Nel 2024 abbiamo addirittura due settimane a disposizione e ci avventuriamo in un percorso itinerante in Andalusia.

Giorno 1 – Malaga

Partenza da Bergamo con Ryanair all’alba. Arriviamo a Malaga di primo mattino, pronti per esplorare la città per la quale, sbagliando, non avevamo grandi aspettative, se non per la movida, e che ci ha, invece, sorpreso, soprattutto per l’eleganza del centro storico. Grazie ad Uber in pochi minuti siamo al nostro B&B, lasciamo i bagagli e andiamo subito a fare una ricca colazione prima di incamminarci verso il centro.

Prima tappa il Mercato Atarazanas (lun-sab 9-14) che però troviamo chiuso perché oggi è il 12 ottobre, giorno della scoperta dell’America e Festa Nazionale Spagnola. Procediamo, quindi, verso il lungomare fino al Museo Pompidou (centrepompidou-malaga.eu), un originale cubo di vetro colorato, prima sede dell’istituto parigino fuori dalla Francia con una collezione che ripercorre l’arte del XX e del XXI secolo. Continuiamo inoltrandoci nelle vie del quartiere La Malagueta e ci fermiamo a mangiare un buon fritto di calamari accompagnato da un paio di tapas a “La Taberna del Muelle” un grazioso ristorantino non lontano dal lungomare. Proseguiamo fino alle spiagge de la Caleta che grazie al clima ancora mite sono ancora affollate, il caldo nel pomeriggio inizia a farsi sentire, arriviamo fino alla Plaza del Toro, purtroppo un po’ sacrificata tra palazzi anni ’60 che l’hanno progressivamente circondata.

A questo punto decidiamo di salire fino al Castello Gibralfaro. La fortezza è in cima alla collina che si affaccia sulla città e, teoricamente, è collegata al centro con l’autobus 35 che dalla Alameda Principal/Paseo del Parque porta direttamente all’ingresso del Castello. Ma, complice probabilmente la giornata di festa nazionale, il nostro autobus non si vede, la palina della fermata indica ritardi di oltre 100 minuti, pertanto, stremati decidiamo di raggiungere la cima a piedi. La salita è solo di 1,5 km, ma è molto ripida, la temperatura è salita, ma alla fine, in poco più di 20 minuti, siamo sulla cima: passeggiata faticosa, ma fattibile. Il panorama è molto bello, mentre il Castello non ci entusiasma, forse anche per la stanchezza che ormai, a tardo pomeriggio, inizia a farsi sentire in maniera prepotente (la nostra sveglia stanotte ha suonato alle 3).

Decidiamo di tornare verso il nostro B&B continuando a passeggiare per la città, nel frattempo il cielo si rannuvola e inizia a piovere. Approfittiamo del supermercato proprio sotto al nostro appartamento e decidiamo di mangiare sulla bella terrazza della nostra stanza, provvista di tavoli e sedie, poi cadiamo nel sonno profondo.

Giorno 2 – Ronda e Tarifa

Ci alziamo di buon mattino per raggiugere la stazione dove ritireremo la nostra auto. Ancora pioviggina e come se non bastasse in città si sta svolgendo una maratona cittadina… Tra le molte deviazioni ci mettiamo un po’, ma finalmente arriviamo. Il ritiro dell’auto non è agevole come previsto, l’addetto al garage cerca di rifilarci un’auto senza la cappelliera del bagagliaio, indispensabile per noi che viaggeremo spesso con le valigie in auto. Perdiamo ancora un po’ di tempo, ma almeno nel frattempo il cielo si schiarisce e torna a splendere il sole. Finalmente siamo in strada in direzione Ronda, 100 suggestivi km tra le colline andaluse.

Ronda è un’antica cittadina medievale arroccata sulla gola di El Tajo, profonda circa 100 metri, ed è famosa per il maestoso Puente Nuevo che la attraversa. Troviamo facilmente parcheggio gratuito nella zona della stazione, per fortuna la città non è particolarmente affollata. Nel frattempo, il cielo si è schiarito e gironzoliamo un po’ tra le viuzze, case in pietra, mirador e la Plaza del Toro tra le più antiche di Spagna. Ci fermiamo a pranzo in un piccolo plateatico davanti al Museo archeologico che però non visitiamo, è infatti ora di rimettersi in auto verso Tarifa. Ci aspettano altri 138 km, questa volta in Autovia (circa 7 euro) che percorriamo in poco meno di 2 ore. Anche in questo caso, grazie al suggerimento dell’Host dell’Hotel, siamo fortunati con il parcheggio che troviamo gratuito appena fuori dalle mura cittadine a 150 mt dal nostro albergo. Sconsiglio l’ingresso in città con l’auto perché le vie sono davvero strettissime e si rischia di rimanere incastrati in qualche vicolo senza contare la presenza delle restrizioni ZTL. Il nostro hotel è molto carino e curato, l’Host è gentilissima. Una veloce doccia e siamo pronti per la cena.

Tarifa è davvero bella, frequentata da surfisti di ogni età, tranquilla e senza forzate sovrastrutture. Forse la fortuna di visitarla in bassa stagione ci permette di assaporane a pieno il fascino. Viuzze ripide e strette tra i muri bianchi delle case addossate ordinatamente l’una all’altra al confine tra Europa e Africa. Il tramonto dalla terrazza del nostro B&B è davvero mozzafiato. Ceniamo a base di tapas, all’aperto in una delle piazzette del centro, grazie ad un clima mite più primaverile che autunnale, accompagnati dalla chitarra di un artista di strada.

Giorno 3 – Tangeri

Oggi si va in Africa! Attraverso un’agenzia viaggi scelta online abbiamo organizzato una gita di una giornata in Marocco, più precisamente a Tangeri che dista dalla costa spagnola solo 17 miglia nautiche (31 km) che si possono attraversare comodamente in meno di un’ora di traghetto, sul quale vengono espletate anche tutte le pratiche di immigrazione (è necessario il passaporto). Una volta sbarcati sulle coste africane una guida poliglotta ci accoglie e raggruppa la nostra comitiva (siamo una decina di persone, noi unici italiani). Ci portano subito sulle colline, il cielo è terso e assistiamo all’incontro tra mar Mediterraneo e Oceano Atlantico, per chi vuole è possibile una breve gita in cammello e poi ci siamo addentrati nella kasbah. Il turismo ha certamente snaturato questo luogo che riesce comunque a mantenere un forte carattere nordafricano e tra un negozio di tessuti e una estenuante visita al negozio di spezie (trappola per turisti in cui ti obbligano ad assistere ad una dimostrazione di prodotti che cercano insistentemente di vendere) arriva l’ora del pranzo. Siamo stati accompagnati in un ristorante tipico in cui ci siamo trovati molto bene, sia per l’ambientazione sia per la qualità del cibo. Mentre nel pomeriggio ci godiamo un paio di ore in libertà per un po’ di classico shopping da souvenir e per gironzolare nel labirinto della Casba. È già sera quando rientriamo a Tarifa. Giusto il tempo di una doccia e scoppia un acquazzone che ci perseguiterà per le prossime 24h. Ceniamo vicino al nostro albergo, in un piccolo ristorantino vegetariano “Chilimosa” che abbiamo adorato per lo stile del locale e il buon cibo. Abbiamo scelto per la nostra gita a Tangeri l’Agenzia Naturanda anche se un po’ più cara rispetto ad altre, perché dalle recensioni pareva non essere una classica trappola per turisti, in realtà un po’ lo è stata (tipo al negozio di spezie), ma diciamo che nel complesso è stata una giornata interessante e che Tangeri vale la trasferta.

Giorno 4 – Cadice e Jerez de la Frontera

Se fino ad ora il meteo ci è stato favorevole con qualche goccia di pioggia in momenti che non hanno disturbato in alcun modo la nostra visita, oggi il cielo ci sta punendo. È il diluvio. Partiamo da Tarifa in direzione Cadice di primo mattino. Cadice è definita la città della luce, con centinaia di torri di guardia, famosa per l’ospitalità, i “mirador” sull’oceano e l’ottima gastronomia tipica. Purtroppo, il maltempo non ci ha permesso di vedere nulla se non il mercato coperto che ovviamente è stracolmo di gente che cerca di ripararsi dalle violente raffiche di vento che sferzano la città dall’oceano. Ci mettiamo in rotta per Jerez della Frontera nella speranza di lasciare il ciclone sulla costa, ma niente, ci segue e anche nell’entroterra piove a dirotto. Arrivati a Jerez ci dirigiamo con qualche difficoltà alla Cantina “Tio Pepe” per una visita all’azienda più rinomata per lo Sherry, vino liquoroso la cui zona di produzione è costituita proprio dai dintorni della città di Jerez.  Abbiamo scelto questa cantina, e non una delle minori, proprio perché decantata come l’eccellenza… sinceramente ci ha un po’ deluso. Forse la nostra zona di provenienza (la Valpolicella) ci ha abituato a questi panorami e cantine, ma non abbiamo trovato nulla di straordinario e siamo rimasti anche un po’ delusi dalla degustazione compresa nel prezzo del biglietto per la visita, in cui ci hanno proposto, oltre al loro Sherry, una loro nuova bevanda per l’aperitivo che altro non era che la brutta copia del “nostro” Hugo!

In serata avevamo previsto una cena in uno dei tanti famosi tabancos (trattoria tipica) del centro di Jerez, magari assistendo ad uno spettacolo di flamenco, ma le strade sono inondate ed è impossibile muoversi senza trovarsi zuppi; quindi, ci arrendiamo e ceniamo nel nostro B&B che per fortuna ha un bello spazio condiviso con tavoli a disposizione degli ospiti.

Giorno 5 – Arcos de la Frontera e Siviglia 

Al risveglio in cielo c’è ancora qualche nuvola, ma ormai il peggio è passato e da oggi in poi il sole ci accompagnerà per tutto il resto della vacanza. Prima tappa della giornata Arcos de la Frontera, a 30 chilometri da Jerez, in cima ad un costone roccioso, sovrastato dal castello in arenaria, uno dei cosiddetti Pueblos Blancos, i villaggi bianchi dell’Andalusia: carino da visitare se siete di strada, ma non farei deviazioni importanti pur di vistarlo. Una breve passeggiata ci permette di visitare il centro e in tarda mattinata ripartiamo alla volta di Siviglia.

Dopo 90 km di strada molto suggestiva tra le campagne andaluse, arriviamo alla stazione dei treni Santa Justa di Siviglia, dove depositiamo l’auto (per qualche giorno ci sposteremo a piedi o con comodi treni veloci). È già passata l’ora di pranzo, perciò, affamati ci fermiamo in un ristorantino (La Bodeguita de Santa Justa) proprio davanti alla stazione, molto semplice, ma frequentato da persone del posto e cibo buono. Una volta rifocillati,  chiamiamo un Uber e andiamo nell’hotel che ci ospiterà per le prossime quattro notti. Siviglia ci appare subito un labirinto intricato di stradine nelle quali spesso anche il GPS di Google Maps perde l’orientamento. Nel tardo pomeriggio usciamo e vaghiamo un po’ per il centro senza una precisa meta, rilassati, così “inciampiamo” nella vivacissima piazza San Salvador, sovrastata dall’imponente omonima chiesa, e arriviamo all’Ajuntamiento (Municipio) della città, uno dei più notevoli esempi di elaborata architettura plateresca. Proseguendo a nord siamo nel quartiere La Macarena e vediamo il Metropol-Parasol, conosciuto come Las Setas de Sevilla, Plaza de la Encarnación. La struttura architettonica, divenuta una delle principali attrazioni della città, fu progettata dall’architetto tedesco Jürgen Mayer e completato nell’aprile 2011. Misura da un lato 150 metri e dall’altro i 70 metri di lunghezza, con un’altezza di quasi 30 metri, per cui ha il primato di essere la più grande struttura in legno al mondo. Al suo interno ospita un museo archeologico (l’Antiquarium), un mercato, un cocktail-bar e una Mirador. (per info orari e biglietti il sito ufficiale è setasdesevilla.com). Ci dirigiamo verso il Guadalquivir, il fiume che attraversa Siviglia, unico navigabile in Spagna, e entriamo al Mercado del Barranco (mercadodelbarranco.com), progettato dal famoso ingegnere Gustave Eiffel nel 1861, nel classico stile in ferro, oggi ospita una court-food d’eccellenza. Restiamo sul lungo fiume e decidiamo di cenare in un elegante ristorante “Doña Emilia Manolo Mayo” in cui ci rifacciamo della triste cena d’asporto della sera precedente con una cena davvero speciale!

Giorno 6 – Siviglia

La giornata parte già molto bene con l’ottima colazione del nostro albergo. Usciamo e ci dirigiamo subito verso la Real Alcazar, passeggiando sul lungo fiume, fino alla simbolica Torre dell’Oro. All’ingresso dell’Alcazar dove ci attende Carlo, la nostra eccellente guida italiana per questa visita. Lo abbiamo contattato attraverso il sito Sivigliamo.com e ci sentiamo di consigliarlo vivamente (attenzione per le visite sia dell’Alcazar sia della Cattedrale bisogna assolutamente prenotare i biglietti con molte settimane di anticipo, altrimenti difficilmente riuscirete ad entrare perché il numero è contingentato. Questi i siti ufficiale: alcazarsevilla.org – catedraldesevilla.es). La Reales Alcázares de Sevilla è un palazzo reale in architettura mudejar, la residenza reale ancora in uso più antica d’Europa. Assieme alla Cattedrale e all’Archivio delle Indie è stato dichiarato patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 1987. Il complesso monumentale copre 17.000 metri quadri con un giardino di 7 ettari. La visita con Carlo dura quasi due ore: l’Alcazar è stupefacente, impossibile perderla.

A pranzo ci fermiamo alla “Bodega de la Mina” per degli squisiti paninetti e diverse tapas. Nel pomeriggio proseguiamo verso Plaza de España, detta la Venezia di Siviglia, e i Giardini de Maria Luisa. Costruita in occasione dell’Esposizione ibero-americana del 1929, combina elementi di Art Deco e di stile Neo-Mudèjar, è circondata da un canale lungo oltre 500 metri, che segue la forma a semicerchio della piazza, popolato di barchette e “gondole” sulle quali i turisti si dilettano in brevi, fantozziane, navigazioni.

Per cena ci abbuffiamo di tapas, accompagnate dalla consueta cana de Cruzcampo (birretta) e dal Tinto de Verano (una specie di sangria più semplice e dissetante) a “Casa di Paco” in Alamena de Hercules, la grande piazza riconosciuta come il più antico giardino pubblico d’Europa, oggi luogo della movida.

Giorno 7 – Siviglia 

Passiamo la mattina a visitare la Cattedrale, in questo caso solo con l’audioguida, che però sinceramente lascia molto a desiderare. Consiglio di affidarvi ad una guida (purtroppo, Sivigliamo a cui ci siamo affidati per l’Alcazar, non era disponibile). La Cattedrale vale sicuramente la visita. Tra le più grandi al mondo, fu costruita tra il 1400 e il 1500, sui resti dell’antica moschea di Siviglia, ne mantiene il minareto, trasformato in campanile: la Giralda, oggi simbolo della città. Per pranzo ci spostiamo nel quartiere di Tirana, sull’altra sponda del Guadalquivir, attraverso il Ponte del Isabel II, emblema dell’architettura in ferro spagnola. Al mercato coperto mangiamo Paella e cozze e proseguiamo la passeggiata tra le vie del quartiere, famoso per i ceramisti. Ritorniamo verso il centro e ci “intrufoliamo” tra i maestosi cortili dell’Università. Il sole tramonta e ceniamo alla Taperia Alcaiza, in una vivace piazzetta vicino al nostro hotel.

Giorno 8 – Siviglia

Oggi si va per musei… tutte visite gratuite per i cittadini UE che, se avete qualche ora in più da passare a Siviglia, vi consigliamo di non perdere. Al mattino visitiamo l’Archivio delle Indie. L’archivio è molto affascinante: raccoglie i documenti e mappe dell’Impero spagnolo nelle Americhe e nelle Filippine. Nove chilometri di scaffalature, che contengono circa 43.000 volumi, per un totale di 80 milioni di pagine prodotte dall’amministrazione coloniale, in tre secoli di storia. L’edificio, completamente in pietra, e un monumentale esempio di architettura rinascimentale spagnola ispirata al modello italiano. Ci spostiamo poi al Museo delle Belle Arti, non particolarmente entusiasmante, ma comunque interessante e, infine, ci siamo spostati al Centro Andaluso di Arte Contemporanea a La Cartuja, che vale la visita anche solo per il sito. In questo originale complesso architettonico, fondato alla fine del XIV sec., Cristoforo Colombo preparò il suo secondo viaggio in America. Nel XIX sec., le truppe napoleoniche lo trasformarono in una caserma e Charles Pickman lo acquistò per accogliervi una fabbrica di ceramiche, operante dal 1841 al 1982. Fu, infine, restaurato per l’Expo del 1992. Tutta la piccola isola de La Cartuja, in mezzo al Guadalquivir è stata collegata alla città con un ponte, in occasione dell’Expo e popolata con parchi a tema e padiglioni espositivi, in parte abbandonati.

Per cena, dopo otto giorni di cibo tipico, ci lasciamo andare alla nostalgia della cucina italiana e mangiamo una buonissima pizza da “Alimentari diversi”, un locale gestito da ragazzi italiani. Mi sento di consigliarlo. E così salutiamo la meravigliosa Siviglia, una città vivace, ricca di cultura e ottimo cibo, sicuramente quella che più mi resterà nel cuore in questa vacanza.

Giorno 9 – Cordoba

Al mattino andiamo con Uber alla stazione, ci imbattiamo in un’altra maratona autunnale e arriviamo a prendere il treno per un soffio. Il viaggio è piacevole e puntuale e una volta  arrivati a Cordoba portiamo i bagagli in albergo. Purtroppo, la nostra stanza è davvero piccolissima, ma per fortuna riescono gentilmente a spostarci in una più ampia e rinnovata.

Ci incamminiamo verso la famosissima Mezquita e l’ennesimo contrattempo della giornata si manifesta: le audioguide sono disponibili solo entro le ore 17, quindi non faremo in tempo ad utilizzarle. La cosa che mi ha innervosito è che molte settimane prima, quando comprai i biglietti di ingresso (anche in questo caso come per Siviglia è bene munirsene con largo anticipo sul sito mezquita-catedraldecordoba.es), scrissi all’ufficio informazioni della cattedrale per essere rassicurata sia sulla presenza delle audioguide sia sull’orario relativo al loro utilizzo, confermandomi  la disponibilità delle audioguide fino all’orario di chiusura (mi sarei altrimenti organizzata diversamente).

La Mezquita è certamente uno degli edifici più straordinari di tutta l’Andalusia. Una enorme moschea che fu riconvertita in cattedrale cristiana. Una perfetta fusione tra stile islamico e cristiano. Noi purtroppo non l’abbiamo goduta appieno, riuscendo a rimediare in qualche modo solo con la guida agganciata ai QR Code presenti in modo sparso nella Mezquita. La visita è assolutamente da non perdere, ma da vistare con una guida professionista per poterne cogliere a pieno tutta la meraviglia.

Giorno 10 – Cordoba

L’hotel offre una colazione buffet internazionale davvero completa, non altrettanto buono è il servizio di deposito bagagli. Chiediamo, infatti, di poter lasciare le nostre valigie in albergo per mezza giornata (alle 16:30 abbiamo il treno per Granada) e la concierge gentilmente ci informa che è previsto il servizio di deposito bagagli. Peccato che il magazzino sia piccolissimo e già strapieno, quindi i nostri zaini vengono stivati all’interno della toilette comune della hall. Ma proprio dentro, vicino al WC! Sinceramente troviamo l’idea poco sicura (chiunque poteva entrare e uscire dal bagno) e soprattutto molto poco igienica, per cui decidiamo di portare i nostri pagagli al deposito che si trova alla stazione degli autobus (affianco a quella dei treni); prezzo 10 euro per due armadietti capienti. Torniamo in centro, attraversiamo lo splendido Ponte Romano, simbolo della città e ci immergiamo tra le vie strette e tortuose. Cordoba è senza dubbio molto bella e ben curata, ma sta totalmente perdendo di autenticità: la turistificazione di massa, problema diffuso in molte zone d’Europa, qui è davvero molto evidente. Tutto è votato al turismo. Davvero un peccato.

Nel pomeriggio torniamo alla stazione per prendere il treno per Granada, dove arriviamo puntuali alle 18 dopo esserci goduti bellissimi panorami dal finestrino della carrozza. Il Tram ci porta comodamente in poche fermate direttamente sotto il nostro hotel, una veloce doccia e ci immergiamo nella Granada by night. Il nostro albergo è un po’ fuori, dobbiamo camminare circa 15 min per entrare nel centro storico della città, ma una passeggiata nei quartieri periferici spesso racconta molto di una città e Granada si espone subito come una città giovane, multietnica, universitaria, ma con una discreta dose di degrado fuori dal circuito strettamente turistico. Ci sediamo all’aperto per cenare nella centralissima Plaza de Bib-Rambla, cuore commerciale della città e ci godiamo la serata.

Giorno 11 – Granada

Oggi scopriamo la vera meraviglia di Granada: l’Alhambra! Arriviamo a piedi fino a Plaza Isabel la Católica e da lì prendiamo l’autobus 30 (va bene anche il 32) che porta in cima alla collina, all’ingresso dell’Alhambra. (ovviamente anche in questo caso i biglietti per la visita sono da acquistare con molto anticipo, direi addirittura mesi. Sito ufficiale: alhambra-patronato.es – è disponibile un’App con una buona audioguida fornita con l’acquisto dei biglietti, oppure è possibile affittarla direttamente all’ingresso). La cittadella-fortezza è indescrivibile, un intreccio di arte e storia che non credo sia possibile ritrovare in nessun altro posto al mondo. Ci lascia sbalorditi e ci passiamo praticamente l’intera giornata (entriamo alle 11 ne usciamo dopo le 17). Questi più o meno i tempi che abbiamo impiegato per visitare le diverse aree e palazzi dell’Alhambra, in ordine: 1 ora e 15 min Generalife, 20 minuti Medina, 1 ora Alcazaba, 20 minuti Parador, 10 minuti Palazzo Carlo V, 1 ora e mezza Palazzi Nasridi (straordinari), 20 minuti per le Torri Sei ore complessive…ma la sensazione che il tempo sia volato.

Per il pranzo abbiamo optato per il classico pranzo al sacco, scelta, abbiamo scoperto, tra le più gettonate: c’è una grande area pic-nic all’ingresso dell’Alcazaba dov’è presente anche un piccolo chiosco e, vicino alla Porta del Vino, ci sono bagni e distributori automatici di bibite e spuntini. Troverete anche bar e ristoranti, questi ultimi con prezzi  non economici rispetto alla qualità. Attenzione al caldo: noi ci siamo stati a fine ottobre e siamo stati bene in maniche corte… se decidete di visitare l’Andalusia nei mesi caldi prevedete lunghe soste nelle ore centrali della giornata. Scendiamo verso la città attraverso una ripida discesa da Porta della Justicia e ci fermiamo in una bella piazzetta ombreggiata da grandi tigli per un classico aperitivo “spagnolo” (si diventa velocemente dipendenti). Per cena, invece, ci affideremo al cibo messicano di “Antojtos”, giusto per variare un po’: non male.

Giorno 12 – Granada

Anche oggi ci dedicheremo a Granada. Prima di tutto visitiamo la Cattedrale (biglietti acquistati senza code direttamente alla biglietteria, 6€ compresa l’audioguida ben fatta). Passeggiamo verso la Plaza Neva a raggiungiamo El Banuel, le terme arabe più antiche di Granada e tra le meglio conservate dell’Andalusia. Risaliamo l’antico quartiere arabo dell’Albaicin con le sue case bianche stradine strette che troviamo quasi deserte in questo tranquilla mattinata di metà ottobre, ma che intuiamo essere letteralmente invase dai turisti in alta stagione, dato che ci sono parecchie bandiere e striscioni appesi alle finestre delle case in protesta al “el turismo massivo”. Arriva l’ora di pranzo e decidiamo di  infilarci nel suq de  l’Alcaicería: oggi mercato di souvenir e artigianato che ricorda i souk orientali con numerosi ristoranti di cucina araba.

Nel pomeriggio visitiamo la Casa Zafra, un’abitazione ispano-musulmana del XIV secolo che mantiene intatti alcuni affreschi Nazari e una impareggiabile vista sulla Alhambra. Tutte le visite sono comprese nel biglietto omnicomprensivo denominato “Dobla de Oro” che include: Alhambra e, il giorno prima, il giorno stesso o il giorno dopo la data del biglietto permettono la visita diurna ai monumenti andalusi: Corral del carbón. Bañuelo, Palazzo Dar al-Horra, El Maristán; e alle Case moresche: Forno d’oro, Chapiz e Zafra. Per cena scegliamo guidati dalle ottime recensioni online il ristorante Reverso, locale alla moda, ma il cibo sinceramente non ci è piaciuto molto, non lo consiglierei.

Giorno 13 – Cueva Nerja e Malaga

Al mattino ritiriamo l’auto presso la stazione di Granada (questa volta senza intoppi se non l’estrema lentezza dell’addetto alle prenotazioni) e percorriamo i 90 km in direzione sud verso Nerja per vistare la famosa Cueva Nerja, che custodisce un tesoro tra stalattiti giganti e arte preistorica, la visita con audioguida dura circa 45 minuti ed è realmente interessante. (sito ufficiale: cuevadenerja.es/it/). Un veloce pranzo al sacco e ci spostiamo sulla costa nel paese di Nerja, fa davvero caldo e le spiagge sono affollate. In molti fanno il bagno in mare e sinceramente un po’ li invidiamo, sembra estate! Proseguiamo sulla costa fino a Malaga, dove depositiamo l’auto e in metro arriviamo all’hotel. Per l’ora dell’aperitivo ci immergiamo nuovamente nella vivace ed elegante movida della Capitale della Costa del Sol. Confermiamo l’ottima impressione per Malaga e sarà l’euforia dell’ultima sera di viaggio, il clima estremamente mite o lo splendido tramonto ma nasce l’idea di pianificare un ritorno in questa città. Intanto rimbalziamo tra una taperia e l’altra e si fa notte.

Giorno 14 – Rientro

Dal centro stavolta torniamo all’aeroporto con i mezzi pubblici (Metro L1, fino alla stazione e poi il trenino C1). Tutto molto comodo, in molte città spagnole il trasporto multimodale è decisamente già realtà. Il nostro volo è un po’ in ritardo, ma tutto viene recuperato in volo, mentre il traffico sull’A4 che ci riporta da Bergamo a Verona, purtroppo, non si smentisce mai. Fine vacanza, fine del relax.

Guarda la gallery
la_setas_siviglia_ok

plaza_de_espana_siviglia_ok



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche
    In evidenza