È la Pompei del ‘900: il borgo abbandonato per antonomasia è uno dei luoghi più affascinanti (e spettrali) d’Italia

In Italia esistono luoghi che sembrano usciti da un film, con strade deserte, insegne sbiadite ed edifici silenziosi che raccontano una vita interrotta. Tra questi, c’è un borgo in particolare, ormai abbandonato da decenni, che è uno di quei posti che incuriosiscono e affascinano. Si può passeggiare tra le rovine, visitare il castello restaurato e scoprire scorci che sembrano rimasti fermi agli anni ’60. Non è solo un luogo da guardare, ma è una vera e propria esperienza da vivere. Oggi, tra visite guidate e progetti di recupero, questo borgo continua a raccontare la sua storia a chi ha voglia di ascoltarla.
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Quando il tempo si è fermato: la storia di un borgo dal fascino speciale
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Il borgo in questione è Apice Vecchia, situato in provincia di Benevento, in Campania. Le sue origini risalgono almeno all’VIII secolo, quando viene citato in un documento longobardo del principe Grimoaldo. Nel Medioevo fu teatro di assedi e passaggi feudali, e la sua posizione strategica, a ridosso del fiume Calore e vicino alla via Appia, ne favorì lo sviluppo. Il centro storico si consolidò nel tempo con edifici religiosi, palazzi nobiliari e il Castello dell’Ettore, costruito tra il VII e l’XI secolo, oggi restaurato e visitabile. La svolta drammatica arrivò il 21 agosto 1962, quando due forti scosse di terremoto colpirono il Sannio e l’Irpinia. Apice Vecchia fu dichiarata inagibile e la popolazione, circa 6.500 abitanti, fu trasferita nel nuovo centro abitato, Apice Nuova. Alcuni resistettero fino al sisma del 1980, che segnò l’abbandono definitivo. Da allora, il borgo è rimasto sospeso nel tempo, un luogo dove la storia antica e quella recente si intrecciano tra rovine, silenzi e scorci che raccontano più di quanto le parole possano dire.
Cosa fare e cosa vedere nell’affascinante borgo di Apice Vecchia
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Apice Vecchia è un borgo che si visita con rispetto e curiosità, dove ogni angolo racconta una storia sospesa. Il punto di partenza ideale è il Castello dell’Ettore, restaurato e aperto al pubblico, che ospita eventi culturali, mostre e manifestazioni stagionali come i rinomati mercatini di Natale. Da qui si può proseguire facendo una bella passeggiata tra i vicoli del centro del borgo, messi in sicurezza, dove si incontrano botteghe abbandonate, insegne d’epoca e scorci che sembrano rimasti fermi agli anni ’60. Tra le tappe da non perdere c’è anche la Collegiata di Santa Maria Assunta, con il suo coro ligneo e i dipinti cinquecenteschi, e il Convento di Sant’Antonio, che domina il borgo e conserva la memoria della devozione locale. Apice Vecchia è anche un paradiso per gli appassionati di fotografia urbana, con finestre senza vetri, auto d’epoca e interni intatti che offrono spunti davvero unici per reportage e scatti d’autore. Nei dintorni, soprattutto ad Apice Nuova, si trovano ristoranti e agriturismi dove è possibile degustare piatti tipici del Sannio come i migliatielli, la fianchetta di agnello e i cicatielli con il puliéio. Insomma, visitare Apice Vecchia significa immergersi in un vero e proprio museo a cielo aperto, dove la bellezza dell’abbandono convive con la voglia di riscoperta.
Come arrivare ad Apice Vecchia: ecco qualche piccolo consiglio per voi
Per raggiungere Apice Vecchia, il modo più comodo è in auto. Basta percorrere l’autostrada A16 Napoli-Canosa e uscire al casello Benevento – Castel del Lago. Da lì, si prosegue per circa 6 km seguendo le indicazioni per Apice Nuova, dove si può parcheggiare e usufruire del servizio navetta che porta direttamente al borgo storico. In alternativa, si può arrivare in treno fino alla stazione di Benevento, ben collegata con Napoli e Foggia, e poi proseguire in taxi o autobus. Il borgo è visitabile in occasione di eventi o tramite visite guidate organizzate dalla Pro Loco locale.