La capitale mondiale dello yoga è la città santa dell’India che ha conquistato persino i Beatles

Spiritualità senza confini, geografici o storici: Rishikesh è la città che si è autoproclamata custode della meditazione per tutto il mondo
Stefano Maria Meconi, 27 Lug 2025
la capitale mondiale dello yoga è la città santa dell'india che ha conquistato persino i beatles

È una pratica sportiva per molti, ma quello che forse non sappiamo è che lo yoga fa parte dei principi della spiritualità ascetico-meditativa che sta alla base dell’induismo e della religiosità in India. Nata probabilmente già come parte integrante dei testi Veda nel XX secolo a.C., dunque oltre 4000 anni fa, questa disciplina si è diffusa in tutto il mondo solo a partire dal Novecento, complice anche l’apertura indiana al mondo nel periodo post-coloniale, ed è oggi praticata da milioni di persone ai quattro angoli del mondo. Per scoprirne le vere origini, però, bisogna fare un viaggio che non è solo cronologico, ma geografico, fino ad arrivare alla sua “capitale”, la città di Rishikesh. Ed ecco perché è una meta decisamente imperdibile.

Maharishi Mahesh Yogi, il guru che fece conoscere lo yoga ai Beatles

ashram beatles rishikesh
L’ashram di Rishikesh in cui i Beatles, nel 1968, si recarono per seguire gli insegnamenti di Maharishi Mahesh Yogi

Gli anni ’60 del Novecento furono forse quelli più carichi di venti rivoluzionari, una vera e propria esplosione di libertà che accompagnò anche la riscoperta del lato più intimo di noi. Proprio in quel periodo, Maharishi Mahesh Yogi, un guru e mistico celebre per aver inventato la meditazione trascendentale, venne in contatto con i protagonisti della scena musicale e cinematografica mondiale. Tra questi, Mia Farrow e i Beatles, che resero famoso il mistico in tutto il mondo e portarono Rishikesh sulla mappa mondiale.
Il lavoro di Mahesh Yogi si basava sulla trascendenza, ovvero la capacità di meditare sulla base dei mantra (dei suoni o delle litanie ripetute ritmicamente) per raggiungere la consapevolezza e la libertà mentale, che i medici hanno definito come uno stato di veglia ipometabolico, in cui i principali marker (come ansia e tensione) si abbassano e in generale il corpo ne ottiene un importante beneficio in termini salutistici. 

Ancora oggi, più di sessant’anni dopo, gli insegnamenti di questo guru indiano, scomparso nel 2008, continuano a essere seguire e ispirare le persone a recarsi in quest’angolo dell’Uttarakhand, nell’estremo nord indiano, per visitare l’ashram e gli altri luoghi della meditazione di Mahesh Yogi.

Rishikesh, la capitale mondiale dello yoga

rishikesh
La pratica dello yoga sulle rive del fiume Gange è la cifra media del viaggio a Rishikesh

Come raggiungere Firenze da Roma, così il viaggio dalla capitale Nuova Delhi a Rishikesh dura all’incirca 250 chilometri, ma in automobile ci vogliono almeno 4 ore e circa 5 in treno, con due soste intermedie ad Hariwar e Yog Nagari Rishikesh. Qui, il profilo pianeggiante di gran parte dell’India inizia a far scorgere le montagne del Garhwal Himalaya, che distano poche decine di chilometri. Da qui, infatti, si può partire alla volta del Nanda Devi che, con i suoi 7816 m s.l.m. è la montagna più alta di tutta l’India. La bellezza naturale di questi luoghi, ma soprattutto il tema della spiritualità, ha reso Rishikesh un luogo di pellegrinaggio Hindu sin dagli antichi secoli, con la presenza di numerosi ashram, ovvero i monasteri in cui vengono seguiti i riti dell’induismo, giainismo e sikhismo. Tra i più importanti della città c’è il Sivananda Kutir, costruito sulle rive del Gange, il fiume sacro per definizione dell’India, sede della Divine Life Society, i cui adepti in tutto il mondo seguono una disciplina basata su 20 “istruzioni spirituali”, tra cui la sveglia presto al mattino, la meditazione in posizione asana e la dieta Sattva, esclusivamente vegetariana e divisa in alimenti “energetici” per il corpo. Non è un caso che, proprio per rispettare l’ambiente spirituale, l’intera città sia meat-free alcool-free, una imposizione che probabilmente non si trova in nessun altra parte dell’India e del mondo.

I vari ashram di Rishikesh sono sì dei luoghi aperti a chi è curioso di esplorare il proprio lato spirituale, ma non sono attrazioni turistiche. Un po’ come succede in Italia, con conventi e monasteri che offrono momenti di spiritualità e accoglienza, qui si viene per pregare e meditare, e la disciplina orientale è molto rigida: ci si sveglia anche alle 4 del mattino, si fanno ore di lezioni pratiche e sessioni di meditazione e bisogna rispettare pedissequamente gli orari e le regole del luogo. In compenso, i soggiorni sono generalmente economici, e spaziano da circa 4 a 20 euro al giorno, comprensivi dell’alloggio e dei corsi di yoga, che vengono svolti soprattutto in lingua inglese (la lingua ufficiale dell’India, insieme all’Hindi e a numerose lingue locali, tra cui il sanscrito). Esistono anche guesthouse e strutture dove soggiornare in maniera più “libera”, decidendo di frequentare poi corsi di yoga meno intensivi, ma che sicuramente vi restituiranno solo in parte il fascino di questi luoghi.

Qualche consiglio utile per un viaggio in India

L’India è il più grande paese al mondo in termini di popolazione, uno dei più grandi anche per territorio, con distanze colossali e delle “scale” diversissime da quello che possiamo immaginare in Italia. Soprattutto, usi e costumi, abitudini e condizioni di vita, soprattutto nei luoghi meno centrali, differiscono molto dalla nostra quotidianità. È dunque necessaria una certa capacità di adattamento, soprattutto per quanto riguarda il tema igiene e sanità. Il Center for Desease and Control, autorità sanitaria statunitense, raccomanda le vaccinazioni contro Chikungunya, epatite A e B, rabbia, tifo, oltre alle medicine per la prevenzione della malaria, mentre non è raccomandata per la febbre gialla, almeno che non si provenga da zone a rischio. È importante fare attenzione agli animali selvatici, punture di insetti e all’uso di indumenti e oggetti igienici, che non devono mai essere condivisi con altre persone, soprattutto a rischio.

Per quanto riguarda la documentazione, è necessario il passaporto con validità residua di almeno 6 mesi, oltre al visto d’ingresso o eVisa da richiedere online sul sito dedicato.



Leggi ancheLeggi gli altri diari di viaggio
In evidenza