È la meta di vacanza delle famiglie più importanti d’America, ma su queste spiagge anche i veri “commoners” possono vivere un viaggio… gourmet!

Sono sempre stata affascinata dalle immagini spettacolari di Cape Cod con le sue spiagge sterminate e ventose, i fari iconici e le case spettacolari, dove soggiornavano per le vacanze i presidenti e le famiglie più importanti di America. Così, dopo essermi documentata con guide e racconti di viaggiatori ho preparato un programma di viaggio che esplorasse il New England fino alla punta estrema uncinata e, dalla parte opposta, l’Acadia National Park. Il nostro viaggio si è svolto secondo questo programma:
- 1° giorno – Volo Torino – Monaco – Boston
- 2° giorno – Sandwich -Welfleet
- 3° giorno – Marconi Beach – Provincetown
- 4° giorno – Boston -Falmouth
- 5° giorno – Marta’s Vineyard
- 6° giorno – Bar Harbor
- 7° giorno – Sand Beach – Thunder Hole – Otter Cliff
- 8° giorno – Frenchman Bay
- 9° giorno – Old Orchard Beach – Kennebunk Port
- 10° giorno – Salem
- 11° giorno – Boston Trail
- 12° giorno – Spectacle Island
- 13° giorno – Boston Fire – Public Library
- 14° giorno – Boston – Francoforte – Torino
Indice dei contenuti
Diario di viaggio a Cape Cod e New England
1° giorno. Volo Torino – Monaco – Boston
A Monaco pranziamo al Kafer bistro con un orrendo piatto di salsicciotti e crauti e birra – costo di 60 euro per 2 persone, poi ci imbarchiamo sul Airbus A380 a 2 piani: abbiamo scelto i posti in coda al piano superiore proprio dietro la prima classe, poche persone ed un po’ più di confort rispetto al piano inferiore. A Boston decidiamo di fermarci una notte all’Hilton dell’aeroporto, per riposarci e prendere l’auto il giorno seguente in piena forma. L’Hilton dovrebbe essere una certezza, in realtà un hotel scadente che ha come lato positivo solo quello di essere raggiungibile a piedi dai terminal; anche la piscina non è comoda, pavimento scivoloso, prova di appigli e poco sicura.
2° giorno. Sandwich – Welfleet
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Al mattino prendiamo la navetta che ci porta all’Avis Rental Car, dove abbiamo prenotato un’auto con tutte le coperture assicurative. Attraversiamo il ponte Sagamore e ci fermiamo a Sandwich: è la cittadina più antica di tutta Cape Cod: risale al 1637. Nel tranquillo centro storico abitazioni d’epoca, una bella biblioteca, campanili imbiancati. È il primo luogo che avevamo appuntato di vedere, non c’è un centro storico, ma come in molti paesini del Massachusetts e Maine, case sparse lungo la via. Proseguiamo verso Town Neck beach: una spiaggia sabbiosa e sterminata, quasi completamente deserta, dove si affacciano cottage. Ci fermiamo in una birreria, Brewing Cape Code, dove su una balconata vediamo sdraie con alcune persone in relax. Scopriamo che è una birreria che produce birre eccellenti e parliamo con una coppia, con un cagnolino, di Philadelphia, dell’Italia ed un po’ della politica Americana, ma soprattutto di birre che scopriremo eccellenti. Una coppia gentilissima che ci offre un’altra birra per farcene assaggiare un diverso tipo.
Riprendiamo il percorso e raggiungiamo Wellfleet dove raggiungiamo l’Endless Coast, il motel dove soggiorneremo 2 notti. Un motel simpatico, con piscina coperta, silenzioso ed in mezzo al verde e fiori. Ci rechiamo al Weelflet Bay Wildlife Sanctuary, nome altosonante, ma solo punto di partenza per escursioni, con Rangers molto gentili cui chiediamo info per visitare il sito in cui Marconi fece i suoi esperimenti cui dedicheremo la mattinata successiva Esploriamo la zona incontrando sentieri attraversati da paludi salmastre e spiagge con un fascino particolare, piene di uccelli, persone del posto che passeggiano con i loro bellissimi cani. Decidiamo di cenare da Mac’s Shack, un posto rustico, con panche all’aperto ed un menu di pesce invitante, in cui capeggia la zuppa di vongole ed il broiler cod
3° giorno. Marconi Beach – Provincetown
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Ci dirigiamo verso Marconi beach, un lungo lembo sabbioso con dune molto alte di sabbia, scogliere, legni e dove troverò una piccola stella marina ormai secca. A poca distanza una stradina conduce al luogo in cui Marconi inviò il primo messaggio transatlantico fra Stati Uniti e Gran Bretagna con apparecchio radio. In questo posto una targa ricorda l’evento.
Proseguiamo verso il paesino di Truro e poi visitiamo il Cape Cod Higland Light costruito nel 1797. Saliamo i 70 gradini che portano alla sommità ed ascoltiamo il racconto della vita dei guardiani che hanno vissuto in questo faro. La giornata prosegue verso Provincetown, punta estrema di Cap Cod, una cittadina affascinante, piena di vita, con negozi alternativi ed affascinanti, dove riuscirò a comperare alcuni oggetti da portare in Italia. Caffè, gallerie d’arte, e una spiaggia cittadina piena di conchiglie dove affonderò i piedi nell’acqua, riposandomi in relax al sole. A pranzo lobster roll di gamberetti da John’s Footlong, buona qualità a prezzi accessibili ed un ottimo gelato dai fratelli Brotheres.
Alla sera tornati a Wellfett decidiamo di dedicarci all’aragosta e scegliamo di andare in un posto che avevamo notato lungo la strada, Moby Dick’s un’istituzione a Cape Cod. un ristorante BYOB (Bring Your Own Booze- porta la tua bottiglia, scopriremo che non servono né birra, né vino), con pesce fresco, un ambiente rilassato e personale cordiale che fa sentire gli ospiti come a casa. Ci siamo andati appositamente per mangiare l’aragosta ed è stata un’ottima scelta. Un autentico locale americano, dove si sceglie il menu descritto sui cartelli all’ingresso. Ho preso una zuppa di aragosta, servita in una coppetta di carta, come un gelato, dal sapore insolito ma ottimo, e una bellissima aragosta servita con una pannocchia. Il proprietario, molto gentile, è venuto a chiederci se tutto andava bene e ci ha voluto offrire 2 bicchieri di vino bianco, parlandoci di Torino e della Sindone. Esperienza insolita ma positiva!
4° giorno. Boston – Falmouth
Abbiamo avuto un inconveniente con la nostra jeep, così sono venuti a prenderla con un truck, siamo tornati Boston e ce l’hanno cambiata con un’altra auto ancora più grande. Durante il viaggio abbiamo parlato con il camionista sudamericano che ha sempre sorseggiato il suo bicchierone pieno di bevande e ghiaccio. Siamo tornati a dormire a Falmouth, paesino scelto per la gita del giorno successivo a Martha’s Vineyard.
Falmouth è uno dei posti più deliziosi che ho incontrato nel mio viaggio, negozi eleganti, assolutamente privi della paccottiglia creata in Cina, originali, ristoranti accattivanti. La cena da Quarterdeck sarà quella che ho maggiormente apprezzato, per la qualità del Lobster roll, gamberetti, Haddock, chowder clam e soprattutto le deliziose birre artigianali, tanto che ci ritorniamo la sera dopo, musica dal vivo, servizio eccellente. Il motel è il meno costoso di tutto il viaggio, eccellente, ben organizzato, con posto auto che ci evita di andare al porto con l’auto e pagare il posteggio.
5° giorno. Marta’s Vineyard
Colazione al Betsy Diner. Esperienza eccellente e molto interessante. Un diner vecchio stile con juke box per ogni tavolo. L’arredo è quello anni ’50. Originariamente era un mountain Diner costruito nel 1957. Nel 1992 fu trasportato con un camion a Falmouth e prese il nome di Betsy Diner. Ottima colazione con waffle, pancake e sciroppo d’acero. Nell’attesa dell’apertura abbiamo avuto modo di parlare con alcuni vecchietti che attendevano la colazione della vita in questo paesino ordinatissimo, ricco, borghesemente americano.
Raggiungiamo il porto a piedi, in mezzo ad una nebbiolina, passando davanti a bellissimi cottage, ma non vediamo nessuno, fino alla radura dove stazionano varie barche. Mi aspettavo molto, avevo sognato da tempo di raggiungere questa isola. Ma la realtà, alla fine si è rivelata diversa dai sogni e dalle foto che avevo visto. Partiamo in mezzo alla nebbia ed al freddo: sono così eccitata ed incuriosita che gelerò per 1 ora e trenta in mezzo al vento sferzante ed alla nebbia, pur avendo 3 maglie e giubbotto. Il battello suona nell’approssimarsi ad altre imbarcazioni, come sull’autostrada nelle Langhe in inverno. Ma di colpo tutto si rischiara ed avvistiamo la costa, con le sue casette colorate.
In piccolo chiosco un signore gentile ci spiega come raggiungere Edgardtown e ci fa rilevare che il mezzo pubblico è gratis! Trovare qualcosa gratis o a basso costo negli USA ha dell’incredibile. Esploriamo Edgardtown, una piccola città, con la sua Corte di Giustizia, l’ufficio postale, la chiesa e ritorniamo vicino al porto, con una cartina che descrive tutte le case del villaggio. Poi pranziamo vicino al golfo, dove il menù è ormai quello cui siamo abituati, pesce, lobster roll o fish and chips. Proseguiamo per negozi, comperiamo magliette o libri, scendiamo in spiaggia, dove alle 13 il sole è cocente, e ci riposiamo in mezzo ad un mare di conchiglie.
6° giorno. Bar Harbor
È la giornata più impegnativa e faticosa del viaggio, dobbiamo raggiungere l’Acadia National Park senza passare da Boston, che è un imbuto senza fine. Così, dopo 8 ore di auto, raggiungiamo Bar Harbor ed il Villager Motel: posto per escursionisti, in bici, a piedi. La prima impressione: assomiglia ad un paese norvegese. Anche il motel ha le caratteristiche di hotel di paese nordico: perfetta organizzazione, camera impeccabile, letto comodo, bagno grande, arredato con marmi, piscina all’aperto che non potremo utilizzare per il grande freddo dei tre giorni; ma il plus era la colazione abbondante e con ottimi prodotti freschi, in particolare mirtilli, fragole succo di arancia naturale, yogurt, buon caffè americano, muffin; ottimo servizio da parte dei ragazzi addetti che rimpiazzavano il cibo e pulivano accuratamente. Molta attenzione all’ambiente, con piatti riciclabili ma, soprattutto con persone, per lo più americane molto attente nel riciclare, e consumare. Cena da Paddy’S dove mangiamo fish and chips e beviamo ottima birra. Avevamo provato da Geddys, ma era pieno, così abbiamo riservato per la sera dopo.
7° giorno. Sand Beach – Thunder Hole – Otter Cliff
Avevamo prenotato una escursione in mare, ma il tempo è inclemente, pioggia e vento come in Norvegia, in fondo siamo a pochi chilometri dal Canada. Così ci rechiamo al porto e riprenotiamo per il giorno seguente. Passeggiamo alla ricerca di un locale che avevamo individuato sulle guide, 2 Cats con l’intento di comperare magliette, ma, nulla di che. Giriamo il paesino e decidiamo di fare il percorso di 50 km. È una strada panoramica che collega i laghi, le montagne, le foreste e le coste rocciose di tutto il parco di Acadia. Sulla strada ci sono diversi punti di osservazione dove potersi fermare, il primo è Sand Beach: la spiaggia è selvaggia, immersa nei pini, color ocra, le onde alte che fanno immaginare forti correnti, acqua fredda, spettacolare. Solo questo spettacolo vale il viaggio. Dalla spiaggia partono dei gradini che conducono ad un sentiero Ocean Path attraverso alberi, rocce piatte color ocra, dove è bello sedersi contemplando le onde ed un mare selvaggio. Lungo il percorso si incontra un luogo famoso, chiamato Thunder Hole: si sente il suono del tuono quando le onde si infrangono in una cavità della roccia. È un divertimento fare le foto cercando di evitare l’onda più alta che ti farà casualmente una doccia completa. Più avanti Otter Cliff, spettacolare per le scogliere di granito rosa. Continuiamo il percorso costeggiando i 2 laghi. Cena da Geddy’s, il migliore dei tre giorni, ambiente simpatico, molto affollato, ottima zuppa di astice ed un delizioso piatto di merluzzo cucinato in maniera impeccabile. Il ragazzo che ha preso le ordinazioni con una memoria eccellente, nel ricordare a mente tutti i piatti e le birre scelte
8° giorno. Frenchman Bay
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Al mattino, dopo una eccellente ed abbondante colazione, facciamo a piedi il Bar Harbor Shore Path, partendo da Main Street e costeggiando le frastagliate rocce, le incantevoli dimore. Poi prendiamo il battello, in un mare comunque agitato, per esplorare i paesaggi più mozzafiato del New England. Dalle ripide scogliere di granito alle spiagge di roccia liscia, ammireremo un paesaggio marittimo aspro, solcato dai ghiacciai e battuto dal mare e dal vento. Sono imbacuccata con maglia termica, giubbotto, cappello antipioggia, ma nonostante il freddo sto fuori per individuare foche comuni e grigie sulle sporgenze, aquile calve che nidificano e branchi di focene comuni inseguono banchi di aringhe. Questa crociera offre l’opportunità di avvistare una varietà di specie di uccelli marini come gabbiani, sule settentrionali, cormorani dal ciuffo doppio, urie nere ed edredoni!
Ammiriamo la Frenchman Bay, una baia ricca di storia: dimora dei Wabanaki per migliaia di anni, esplorata dagli europei già nel XVII secolo e infine colonizzata alla fine del XVIII secolo. lungo la costa con avvistamento di fari, uccelli e case fantastiche che sembrano uscite dai libri di fiabe. Cena da West Street Cafè.
9° giorno. Old Orchard Beach – Kennebunk Port
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Ci dirigiamo verso la nuova meta, rinomata destinazione turistica, famosa per le sue spiagge, le attrazioni storiche e l’atmosfera rilassante. È una meta ideale per chi cerca una vacanza al mare, con la possibilità di passeggiare lungo le sue belle spiagge, esplorare il centro storico ricco di negozi e ristoranti, e visitare luoghi di interesse come Walker’s Point, dove si trova la casa vacanze dell’ex presidente George W. Bush.
Ci fermiamo anche ad Old Orchard Beach: lasciamo l’auto in un posteggio custodito, dove con 10 dollari è possibile posteggiare per la giornata in spiaggia, cambiarsi ed utilizzare il bagno. Raggiungiamo a piedi la prima spiaggia un po’ affollata di tutto il viaggio: sabbiosa e conchigliosa, mi ha ricordato alcune spiagge di Miami, giostra panoramica ed un lungo pontile con ristoranti e birreria e sale giochi. Un posto adatto per rilassanti vacanze! E poi l’immancabile chioschetto di patatine: Pier French Fries, croccanti all’esterno, cremose all’interno e con ketchup a volontà. Le patatine perfette sulla terra. Il principio dal quale tutte le patatine fritte sono misurate.
Dopo una sosta rilassante ripartiamo per Kennebunk Port. Avevo letto commenti positivi e mi aspettavo un borgo, in realtà un piccolo paesino con nulla. Un solo negozio aperto ed un ristorante pretenzioso, The Boathouse Restaurant, con il solito menu dove le solite micro zuppette un fish and chips e del merluzzo con birra costano circa 130 dollari. I paesaggi lungo le spiagge sono strepitosi, anche il tramonto con colori ed effetti indescrivibili. Dormiamo in un posto carino, King’s Port Inn, centrale, ma un grosso motel, della colazione rilevante il Waffle fatto da una signora proattiva condito con frutti di bosco e yogurt.
10° giorno. Salem
Durante il rifornimento scambiamo qualche parola con un ragazzo afgano, vissuto per molti anni in Italia, a Rimini. Gli chiediamo un parere sul tipo di vita e ci assicura che l’Italia è sicuramente meglio. Seconda tappa a Salem dove, per me, il luogo più interessante è stata la Witch House, la casa dell’omonimo giudice che celebrò i processi alle streghe del 1692. Corwin fu chiamato ad indagare riguardo le affermazioni di attività demoniache quando la zona fu colpita da un’ondata di accuse di stregoneria. Corwin fu quindi responsabile di centinaia di incarcerazioni (200) e di 19 esecuzioni capitali, persone ritenute colpevoli del reato di “stregoneria”. Tutte le diciannove persone rifiutarono di ammettere un proprio coinvolgimento nei fatti descritti, e sostennero la loro innocenza sino al punto di morte.
Il Salem Witch Trials Memorial, invece, è un luogo più specifico, dedicato a ricordare le vittime delle esecuzioni per stregoneria. Le panchine in pietra con i nomi e le modalità di esecuzione delle vittime creano un’atmosfera di riflessione. Carina anche la statua dedicata all’attrice Elisabeth Montgomery, protagonista del film Vita da strega. Tutto il resto è solo show: c’è un museo in cui una ragazza con voce stridula, in costume, racconta chissà cosa portando in varie stanze con figure. Insomma, tutto nella cittadina è fatto per catturare i turisti, ma di storico nulla, nulla.
Raggiungiamo finalmente Boston, dove lasciamo il nostro comodissimo transatlantico all’Avis: sbrighiamo il tutto in pochi minuti, con una navetta arriviamo alla linea blu della metro ed in 3 fermate raggiungiamo il nostro hotel, Bricco Suites, che si trova in posizione centralissima, anzi nella zona italiana di Boston. È una vera suite, con soggiorno, divano, bagno con luce emozionale, letto comodissimo. Usciamo per esplorare la città e per la cena siamo da The Bostonian. A Boston si mangia benissimo. Locali e ristoranti per tutti i gusti e per tutte le tasche, aragoste, ostriche, hamburger gourmet, cucina italiana ed etnica. The Bostonian è famoso ed abbiamo voluto provarlo perché vicino all’hotel. Uno dei migliori lobster roll con patatine, ottima birra, ma il conto si attesta sui 150 dollari.
Passeggiata nel Parco vicino, giardini con altalene, tavolini, fontane, dove alcuni bambini di vari colori e lingue si bagnano correndo davanti al ristorante di Gordon Ramsey che ci riserviamo per i giorni seguenti.
11° giorno. Boston Trail
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Iniziamo la giornata in un diner davanti all’hotel: Thinking Cup, locale giovane ed accogliente, con frequentatori di ogni genere, dove facciamo abbondanti colazioni a base di succhi freschi, muffin, frutta, dolci caffè. Mi piace così tanto vedere le abitudini mattutine di chi prende ed esce con il bicchierone in mano per andare al lavoro, i vecchietti habitué che chiacchierano, gli studenti che si fermano a leggere, le signore sole che perdono il loro tempo davanti al grande caffè, dove tornerò tutti i giorni.
Commettiamo un errore, ci affidiamo alle guide ed ai racconti e seguiamo il Boston Trail, ma per noi è insoddisfacente, visitiamo a pagamento musei e chiese pieni di cartelloni con foto, per noi non interessanti e ci stanchiamo molto, nel caldo alla ricerca di seguire il percorso. Infatti la King’s Chapel non ha nulla di interessante, solo l’adiacente cimitero merita la visita. Inoltre avevamo prenotato la CharlieCard da utilizzare per i Bus e incappiamo nel disservizio di un ufficio USA, solo una è pronta l’altra la devono fare. Abbiamo buttato tempo e dollari, non la useremo, anche perché la metro nei giorni successivi è ferma per guasto e decidiamo di andare a piedi e non usare i bus sostitutivi. Meglio concentrarci su quello che ci interessa, così visitiamo la US Constitution ormeggiata nel Charleston Navy Yard: è la più antica nave al mondo ancora in grado di navigare ed appartiene alla Marina Militare. È una delle pochissime attrazioni gratuite e, il giorno dopo non era più attraccata, ma l’abbiamo avvistata in mare aperto.
Così per riprenderci dalle fatiche, decidiamo di recarci al porto e fare un’escursione rilassante su un battello con la descrizione della città. Altro salasso: 60 dollari a testa su una imbarcazione che è come un pollaio, difficile per me capire quello che viene raccontato come in una lezioncina; ho provato a chiedere una descrizione o un dépliant almeno in inglese, niente da fare. Tuttavia ho una veduta ampia della città ed un orientamento che mi sarà utile per i giorni successivi.
Cena da Green Dragon Tavern: hamburger ed ottima birra. Gelato al Quincy Market da Ben e Jerry’s: non l’avevo mai provato, è stata una esperienza piacevole, mentre continuavamo il nostro giro in mezzo agli stand con tanti prodotti alimentari.
12° giorno. Spectacle Island
Per sfuggire al caldo ed al traffico di Boston decidiamo di fare una escursione a Spectacle Island, un’isola senza abitazioni, parco naturale. Ci avviciniamo al traghetto di linea (costo del biglietto 25 dollari!) credendo di essere in pochi, ma poco prima della partenza ecco arrivare un nugolo di ragazzini di varie scuole. È l’estate dei ragazzi di Boston! Facciamo la traversata scambiando qualche parola con 2 ragazze, giovani Ranger in servizio sull’isola, incuriosite dalla nostra presenza. Appena arrivata prendo nel centro visitatori la cartina che mostra le mappe dei sentieri e facciamo il giro dell’isola dalla quale si vede lo Skyline di Boston. Piccola sosta sulla spiaggia e poi nuovamente traghetto.
Pranzo nel piccolo bar al porto, dove vediamo arrivare il battello anfibio, quello che si muove velocemente sulle onde e quelli grandi per turisti, tutti affollati. Scendiamo le scale della metro alla Stazione Aquarium e vediamo i treni fermi, gli orari variano, insomma dopo un po’ capiamo che non funziona. Così proseguiamo a piedi e ci dirigiamo verso alcuni punti indicati sul Freedom Trail, per completare il giro, in particolare il Granary Burying Ground Storico sito dove, tra i molti patrioti, sono sepolti Samuel Adams e Paul Revere.
Cena al French Quarter, ristorante creolo, trovato per caso vicino all’Opera House, con gamberetti e pesce gatto.
13° giorno. Boston Fire – Public Library
Visita alla caserma dei pompieri. Il Boston Fire Museum presenta una collezione di attrezzature antincendio di Boston e manufatti di importanti incendi di Boston. Situate in un’ex caserma dei pompieri risalente ai tempi delle autopompe trainate da cavalli. L’ingresso è gratuito ed i volontari raccontano storie ed episodi successi, insieme ad una mascotte, un bellissimo e dolce pointer.
Pranzo da Gordon Ramsay: l’hamburger è giustamente famoso, particolare, da provare, ambiente elegante, camerieri professionali. Inizia una pioggia battente e scrosciante, tuttavia non possiamo perdere la prossima attrazione, la Public Library: imponente, maestosa, rinascimentale fuori; all’interno siamo accolti da una scalinata con i leoni, ma la cosa che più mi ha colpita è la sala lettura, piena di studenti e lettori. Dopo un giro veloce alla Trinity Church sotto una pioggia torrenziale ritorniamo a prendere i bagagli e ci dirigiamo in aeroporto. Quello di Boston è uno dei più confortevoli conosciuti, con le poltrone a guscio, innumerevoli negozi, ristoranti e soprattutto 2 sale per il benessere degli amici animali.
14° giorno. Boston – Francoforte – Torino
l volo di ritorno è meno confortevole sull’Airbus 340, in ritardo, le hostess meno attente ed il servizio rispetto ai voli degli anni precedenti molto spartano. L’aeroporto di scalo, Francoforte sul Meno, è meno accogliente rispetto a quello di Monaco, pochi ristoranti, sedili nella norma.
Come si mangia nel New England?
So che è difficile da credere, ma in New England abbiamo mangiato sempre bene, pesce fresco, gamberetti gustosi, aragoste, merluzzo atlantico saporito, mirtilli, frutta saporita e sciroppo d’acero. Indimenticabile la Clam Chowder, ogni paese ha la sua ricetta, con vongole, astici, granchi con patate e panna. Le vongole sono la base delle zuppe più comuni, ma spesso vengono utilizzate altre tipologie di pesce, a seconda della stagione e del pescato, accompagnata da biscottini salati. Ottime anche le colazioni con muffin, waffle e pancake con frutta e sciroppo d’acero. Anche i locali di street food propongono panini appetitosi e fritture di qualità.
Eccellenti le birre New England IPA, che sono diventate in poco tempo un fenomeno birrario di portata mondiale. Una produzione di IPA molto particolari: torbide alla vista, morbide al tatto, dall’aroma di agrumi, frutta tropicale e resina e dall’amaro contenuto. Anche i gelati inaspettatamente buoni, cremosi con panna ed ingredienti freschi e di qualità. Ogni piatto ha una storia da raccontare, rispecchia il territorio, la sua storia e le persone che lo compongono. Il nostro è stato anche un grande viaggio gastronomico, non ci siamo risparmiati nulla, un grande piacere provare lo scrigno di sapori e la gioia che il cibo sa infondere.



















