Sulle montagne intorno al lago di Como c’è una scalinata da 900 gradini che ti porterà direttamente in Paradiso
Ebbene sì, tutti noi non vediamo l’ora di andare in Paradiso. E sta al confine!
What? Cosa? Come? Como?
Yes: per quanto il Lago di Como sia meraviglioso, e una capatina per vederlo fa sempre bene all’animo, sui monti attorno al lago c’è una scalinata da 900 gradini (e oltre) che ti porta in Paradiso. Si chiama, appunto, Scala del Paradiso e sta esattamente sul confine tra l’Italia e la Svizzera, dentro a un parco splendido di nome Parco Spina Verde. In tempi non proprio vicinissimi questo sentiero un po’ spettacolare e un po’ stancante veniva utilizzato come passaggio dai contrabbandieri per passare il confine eludendo i controlli di gran carriera.
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Come arrivare alla Scala del Paradiso di Como
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Per arrivare alla Scala del Paradiso devi anzitutto cominciare dallo stare a Como. Per Como hai mille modi diversi, tra autostrade e non; quando arrivi ti serve poi arrivare nel Parco Regionale Spina Verde. Per fare ciò devi portarti al parcheggio di Via Stefano Franscini, che è un punto di partenza ben segnalato: non sbagliare col navigatore perché c’è una via omonima a Chiasso che sta in Svizzera. Ricorda che parliamo comunque di una zona al confine, non ti sorprendere; se poi arrivi in auto il parcheggio sta a ridosso della ferrovia.
Cosa ti aspetta col percorso? 900 scalini, e poi…
Scala del Paradiso, Lago di Como. La vista dal Pin Umbrela
Dal parcheggio devi farti sui 200 metri di camminata per arrivare all’inizio della scalinata, col cartellone informativo sulle caratteristiche naturali e storiche del percorso. D’altronde la scalinata è fatta da più di 900 gradini in pietra, e si sviluppa in un bel bosco che in estate torna utile come piccolo rifugio dal sole.
Sì, c’è un corrimano che sarà molto d’aiuto, ma una cosa da tenere ben presente è che ha pure pendenze non indifferenti, e in certi pezzi arriva fino al 40%, e dislivello di 350 metri.
Quel che troverai sarà un sentiero ad anello di quasi 5 km con diversi punti interessanti, e considerate le pendenze, non spompatevi sin da subito che la strada è lunga e tortuosa. In sé il percorso chiede sulle 2 ore e 10 per farlo, e a livello di difficoltà è intermedio. Ergo, andateci equipaggiati con gli scarponi da trekking, sufficiente acqua e bastoncini da escursionismo in caso, vista la possibile umidità.
Quando arrivi in cima alla prima scalinata avrai davanti un bivio, e il giro ad anello comincia qua. Consigliamo di girare l’anello in senso orario, tenendo la sinistra. Dopo una decina di minuti si incontra la prima delle cose da notare qua.
…un belvedere, un ponte tibetano, e un fortino
E alla vostra destra, Signore e Signori, potete vedere la grata metallica che a tutti gli effetti è il confine con la Svizzera. Parliamo quindi di cos’altro c’è da vedere: il ponte tibetano in legno, un punto panoramico con ottime viste sul Lago di Como che si chiama Pin Umbrela e il Fortino del Monte Sasso, posizione militare della Grande Guerra.
Dopo il ponte tibetano il percorso ricomincia a salire con certi tratti un po’ ripidi che, dopo una quarantina di minuti, ti portano al Pin Umbrela. C’è un’asta col Tricolore ed è il punto migliore per fare foto e video. Siamo comunque sul Monte Sasso, e il suo fortino lo troviamo a 15 minuti di camminata da qua. Il Fortino del Monte Sasso lo si conosce pure come Fortino di Cavallasca ed ha una piccola targa che indica dove stai in quel preciso momento. Solo che lì ci sono le trincee e i vari camminamenti da vedere, mimetizzati nella vegetazione, sempre per questioni difensive. Effettivamente c’è una postazione con un grosso arco di fronte, coi camminamenti che alternano punti dove usare armi leggere, postazioni di artiglieria, ricoveri e gallerie.
Poi dopo il Fortino si comincia la discesa e dopo 20 minuti il sentiero riporta alla scala del Paradiso, quella che utilizzavano i contrabbandiero fino al dopoguerra. Venivano chiamati Spalloni, principalmente per lo zaino con doppio fondo in spalla, portando dalla Svizzera varie cose di contrabbando. Scambiavano beni di prima necessità con orologi, sigarette, cioccolata… beni di lusso, in quel periodaccio. Detto questo, andateci preparati, anche se in sé il percorso non è particolarmente complesso, se non semplicemente faticoso. Le viste sul Lago di Como però ripagano tutto il leg day che effettivamente farai, ricorda solo che essendo dentro a un bosco c’è poco sole ed è umido, ergo la vegetazione è bella rigogliosa, e il corrimano sarà il tuo migliore amico.