Nel cuore dell’Asia alla scoperta delle terre dell’efficienza e della gentilezza, dove il continente mostra il suo lato più autentico

Scritto da: gggraziella
nel cuore dell'asia alla scoperta delle terre dell'efficienza e della gentilezza, dove il continente mostra il suo lato più autentico

Singapore e Vietnam, efficienza e gentilezza. Il desiderio insaziabile di vedere tutte le cose più belle del mondo comincia ad essere ostacolato dal tempo che stringe, cioè… gli anni passano, aumentano i limiti: occorre fare delle scelte. È così che pensiamo di rinunciare al sud del Vietnam preferendogli la futuristica Singapore. L’abbinamento di Singapore ad Hanoi forse è insolito, ma è assolutamente ben riuscito. Grazie infinite a Paolo del Tucano Viaggi che si è generosamente prodigato per organizzare tutto alla perfezione (comprese le solite nostre richieste poco usuali, come la camminata nel parco MacRitchie con la tree top walk o la salita in cima a Hang Mua) e ancora una volta con i suoi colleghi ci ha viziati accollandosi incombenze di nostra competenza. Da notare che l’ingresso in Singapore prevede regole precise, ma gentilmente dal Consolato in Roma sono disponibili a fornire preziose istruzioni in merito.

Diario di viaggio tra Singapore e Vietnam

Giorno 1 – Arrivo a Singapore

Volo SQ0377 MXP/SIN 13,05/7,20. Singapore ci accoglie con una bella vista sulla baia affollata da centinaia di navi in rada e sui giardini suo polmone verde.

Giorno 2 – Singapore

singapore

I controlli doganali sono meno consistenti di quanto riportato sui vari siti per l’immigrazione: i medicinali (accompagnati da certificazione) nel bagaglio a mano ed il cibo (ad uso personale) in valigia sostanzialmente non vengono controllati. Ad attenderci un autista, che appena saliti in macchina ci fotografa per confermare all’agenzia il nostro arrivo. In albergo, come da programma, non abbiamo ancora a disposizione la camera per cui depositiamo i bagagli alla reception e ci cambiamo in un angolo della hall.

Poco prima delle 10 arriva la nostra guida Vittoria, una signora malese che parla molto bene l’italiano. Fin dal nostro arrivo è in corso un forte acquazzone (molto atteso dopo il lungo periodo di insolita assenza di piogge tipiche di questi mesi), così per prima cosa facciamo il giro del centro percorrendo le strade più note ed ammirando dall’auto gli edifici più significativi della città stato. Vittoria ci assicura che capita sovente di accompagnare i turisti sotto la piaggia, per cui sono preparati ed approfitta per illustrarci un po’ di storia e di economia del paese.

Per non farci aprire gli ombrelli l’autista ci porta molto vicino agli ingressi di Little India (una zona di negozietti tipici collegati da portici), al Merlion Park (con numerose tettoie da cui poter ammirare la Marina Bay, mentre è scoperto il piazzale dove è collocata la statua fontana), al Buddha Tooth Relic Temple ed infine al National Orchid Garden per una passeggiata fra una enorme quantità di stupende orchidee. Ovunque sono presenti curiosi ma severi cartelli di divieto che come ci spiega Vittoria sono indispensabili per gestire una cosi alta concentrazione di culture tanto diverse fra loro.

Tornando verso l’albergo, la guida ci indica numerosi posti per acquisti e pasti. La posizione del Carlton Hotel è davvero eccezionale: vicinissimo a immensi centri commerciali e ad altri luoghi di attrazione (chiese, moschee, ecc.). Cerchiamo di pranzare in una zona ristoro del centro commerciale Raffles (di fronte al nostro hotel) affollatissima di giovani; purtroppo, fidandoci delle immagini esposte, sbagliamo scelta.

Nel primo pomeriggio e cessata la pioggia ci avventuriamo in una camminata attraverso il War Memorial Park, la Esplanade theatres fino all’Helix Bridge, visitiamo l’ex convento Chijmes e la Cathedral of the Good Shepherd (Saint Gregory the great). La città è pulita, ordinata, molto piacevole. Alle 17 incontriamo la nostra nuova guida Fabrizio, un ragazzo romano sposato con una singaporiana che, con entusiasmo, ci accompagna ad esplorare Gardens by the Bay, forse la parte più conosciuta di Singapore. Il rapporto con Fabrizio è da subito amichevole, familiare. Nonostante le poche ore trascorse insieme ci trasmette una valanga di interessanti informazioni e curiosità su Singapore e riusciamo a raccontarci a vicenda le nostre esperienze. Saliamo sullo Sky Park MBS per un drink e per ammirare il panorama davvero incredibile sulla immensa baia e su tutta la città: una distesa pianeggiante (quasi tutte le colline sono state spianate per recuperare spazio dal mare) di grattacieli intervallati da molto verde. La famosa terrazza è a strapiombo sulla laguna di acqua dolce costruita come riserva d’acqua, assolutamente indispensabile alla città stato. Singapore può affidarsi solo all’acqua piovana pertanto l’ultimazione della diga, che garantisce l’autosufficienza trattenendo l’acqua dolce nella laguna, è considerata da tutti con orgoglio la soluzione alle eventuali chiusure dei rubinetti da parte della confinante Malesia. Visitiamo entrambi i Dome.

Nel primo c’è la ricostruzione di vari ambienti dei 5 continenti (oltre ad una zona allestita con un  tema diverso ogni mese, nel nostro caso la sakura). Nella seconda saliamo in cima alla foresta pluviale, avvolta dalla nebbiolina originata dalla cascata. Ritornati all’aperto, camminiamo fra i giganteschi alberi artificiali ammirando i loro rivestimenti  in piante verdi e fiori di bouganville di tanti colori. Prima che faccia notte, grazie alla grande disponibilità di Fabrizio aggiungiamo la tree top walk, la passeggiata sulla passerella sopraelevata che collega fra loro gli alberi, posta  a circa metà della loro altezza e non prevista dall’escursione. Poi completiamo il giro dei giardini e prendiamo posizione per assistere al suggestivo spettacolo di suoni e luci.

Giorno 3 – Singapore

singapore, marina bay

Di buon ora facciamo una prima colazione nel salone dell’albergo, qui come nel resto dell’albergo la temperatura dell’aria condizionata è particolarmente bassa rispetto all’esterno. Verso le 8 e 45 con Beatrice, giovane signora singaporiana figlia di papà italiano (quindi anche lei con italiano perfetto), ci dirigiamo verso lo zoo. Pure Beatrice conosce l’intero nostro programma in Singapore e cerca di capire subito quali sono i nostri interessi allo zoo per spendere al meglio la visita. Percorsa una delle passerelle coperte, giungiamo al ristorante Ha Meng (nome della femmina di orango che negli anni passati era la delizia dei visitatori) dove sotto una tettoia aperta facciamo la seconda colazione vicini ad alcuni animali ed in particolare  ad un paio di oranghi. L’isola degli oranghi si trova oltre la stradina (dove passano i trenini che con vari circuiti collegano tutto lo zoo) ma un ingegnoso sistema di rami azionati dai rangers permette agli oranghi, che ne hanno voglia, di venire a mangiarsi qualche banana vicino ai turisti.

A piedi ed aiutandoci col trenino visitiamo l’intero zoo, molto ben organizzato (ci sono addirittura volontari che aiutano i visitatori a vedere gli animali nascosti o camuffati) e a misura di animali in quanto solo con barriere naturali. Purtroppo la zona delle scimmie nasiche è chiusa. Ovviamente dedichiamo la maggior parte del tempo agli oranghi senza stancarci di osservare le loro continue agili acrobazie a 4 mani. È davvero piacevole ascoltare tante notizie su Singapore trasmesse con entusiasmo, vedere la stima per le grandi conquiste fin qui fatte dalla citta stato, sulle difficoltà superate, su  come è stato affrontato il difficile periodo del covid, la fiducia verso il futuro e quanto ancora di grandioso verrà realizzato (in tutti i campi e senza sostanziali risorse).

Poi, riaccompagnandoci all’albergo, Beatrice ci fornisce istruzioni sulla camminata nel parco prevista per il pomeriggio. Alle 14 un autista parlante inglese ci accompagna al Windsor Nature Park dove, muniti di cartine stampate a casa, affrontiamo la camminata verso il tree top walk. Il tempo a nostra disposizione è davvero molto poco, l’autista tornerà a recuperarci ma non potrà aspettarci perché ha altri servizi da compiere. Percorriamo vari sentieri o “loop” o “link” o “trail”, tutti ombreggiati dagli alberi, incontriamo molte persone ed un solo folto gruppo di turisti giapponesi. Un pezzo di percorso è chiuso così per un breve tratto si passa sulla strada e non è facile individuare il punto di ritorno al sentiero. Facciamo poche brevi soste per bere od osservare qualche scimmietta e qualche uccellino. Raggiungiamo l’anello che comprende la salita alla collina da cui parte il ponte sospeso (percorribile solo in una direzione) che passando fra e sopra gli alberi porta in cima alla collina di fronte. L’ingresso al ponte è sorvegliato; sul MacRitchie tree top walk (lungo 250 metri ed alto 25 metri) ci prendiamo il tempo per ammirare i panorami e le chiome degli alberi. Poi scendendo completiamo l’anello e ritorniamo sui sentieri già percorsi fino al posteggio/ingresso con una camminata totale di circa 7 km. Siamo un po’ accaldati ma soddisfatti di essere riusciti in piena autonomia a fare questo mini trekking proprio come fossimo cittadini di Singapore.

Il parco è molto ben organizzato, ottime segnalazioni, piazzuole attrezzate e i sentieri sono di vario tipo, dalla terra battuta alle passerelle di legno, mentre la discesa dalla collina di arrivo del ponte è tutta in scale di legno. Alle 16,30 puntualissimo l’autista ci riporta all’hotel. Le strade percorse per lo zoo ed il parco ci hanno permesso di vedere quanto sia  curata e verde la città e quanti lavori ci siano in corso (quasi sempre abbattimento di grattacieli  per rimpiazzarli con altri più alti, più moderni e più funzionali). Completiamo il pomeriggio girovagando fra gli immensi centri commerciali (in cui non è affatto difficile perdere l’orientamento)  per curiosare ed acquistare souvenir o novità e goloserie da portare a casa. Singapore è decisamente una città positiva, carica di energie, piena di buone prospettive e proiettata verso il futuro,  ma siamo sicuri che abbiamo potuto apprezzarla al meglio grazie all’eccellenza  delle guide che ci hanno seguito.

Giorno 4 – Hanoi

train street

Colazione prima dell’alba ed alle 6 partiamo per l’aeroporto.  Volo SQ0192 SIN/HAN 9,05/11,25.  Ad attenderci Cuong, la guida: un ragazzo vietnamita dall’italiano impeccabile, e Tuan, l’autista gentile e premuroso. Percorrendo la strada verso il centro di Hanoi possiamo vedere il mosaico in ceramica lungo 4 miglia (6,5 km) raffigurante alcuni momenti della storia del Vietnam e realizzato per celebrare il millennio della storia stessa. Al Le Jardin Hotel Haute Couture la camera dovrebbe essere disponibile solo dalle 14, ma ci vengono consegnate le chiavi subito dopo il drink di benvenuto.  

Sistemato il bagaglio, partiamo per un giro nella vecchia Hanoi, lasciamo l’auto e con Cuong che come fosse un amico di vecchia data ci accompagna verso Train Street. Strada facendo, incontriamo una signora vietnamita che ci ospita nel suo locale affacciato direttamente sulla strada. Facciamo qualche passo sui binari fra tanti turisti (per lo più orientali) e siamo affascinati dall’esplosione di colori (fiori, addobbi, insegne, lanterne rosse e gialle in grande quantità). Giunti al locale prendiamo posto ai tavolini vicinissimi alle rotaie e ci godiamo un caffè all’uovo vietnamita davvero superlativo. Il tempo di scattare qualche foto e aumenta la confusione, concitatamente i proprietari delle case invitano tutti ad indietreggiare, si sente un fischio ed eccolo il rumorosissimo treno arriva. Sembra la scena di un film: il treno lungo almeno una dozzina di vagoni transita a velocità abbastanza sostenuta a ridosso delle case fra una folla di turisti curiosi tutti intenti ad immortalare questo evento. Sia in settimana che di domenica di treni ne passano pochi, in ogni caso tutto l’ambiente è pittoresco.

Ci soffermiamo ancora qualche momento poi è la volta del giro in trishaw. È un inimmaginabile tuffo nel caotico traffico fra motorette ed auto che sfrecciano in ogni direzione e continui suoni di clacson. Seduti davanti alla bicicletta si viene costantemente avvicinati  dagli altri mezzi. Col procedere lento si possono ammirare molte curiose scenette di vita quotidiana. Le motorette circolano a migliaia, sovraccariche di persone e di qualsiasi genere di cose, dai mattoni alle lavatrici, al cibo, ecc.. Altrettanto impressionanti sono i posteggi di motorette che sono presenti ovunque. Dopo una camminata fra i caratteristici vicoli molto affollati fra negozietti, bancarelle ed ambulanti (in bici o a piedi con i tipici cesti appesi ad un’asta portata a spalla) visitiamo il tempio Ngoc Son col suo elegante ponte in legno rosso nel lago della spada restituita, pieno di offerte in fiori e frutta e dove sono esposte le ultime 2 tartarughe giganti vissute qui. Finite le visite, ci avventuriamo verso il mercato serale domenicale ed approfittiamo per cenare ad uno dei tanti tavolini lungo le strade proprio come fanno i vietnamiti, ma ci limitiamo ad un economicissimo riso/pollo/verdure anziché i frequenti barbecue o altri comunque invitanti piatti tipici. Sulla strada del ritorno mentre consultiamo le cartine una coppia si offre di accompagnarci; si tratta di una signora nata in Australia che, dopo aver mandato a casa il marito con le borse della spesa, ci racconta strada facendo la sua vita e ci illustra il quartiere che stiamo percorrendo.       

Giorno 5 – Hanoi

hanoi

La giornata ad Hanoi inizia con la visita del tempio della letteratura Van Mieu impreziosito dai dragoni sui tetti ed i bonsai nei giardini. Il tempio è stato sede della prima università vietnamita ed è meta per i festeggiamenti di molte scolaresche. Sono particolarmente graziosi alcuni gruppi di bambini vestiti con abiti tradizionali bianchi e coroncina di fiori in testa o con la tunica e cappello tipici della laurea; molte delle insegnanti che li accompagnano indossano l’elegante abito tradizionale “ao dai” che non è raro vedere indossato dalla popolazione.

Poi procediamo con la visita della zona del Mausoleo di Ho Chi Minh e della sua spartana abitazione, immersa in curati giardini che ospitano anche la pagoda costruita su un unico pilastro.  Con piacevole sorpresa scopriamo da Cuong che, contrariamente al previsto, oggi abbiamo la pensione completa e sostiamo al 5 spice restaurant, dove il nostro ottimo pranzo è composto da varie portate tutte squisite. Subito dopo, essendo chiuso il museo etnografico, possiamo scegliere fra una serie di visite ed optiamo per il museo delle donne (di cui avevamo letto in occasione dell’8 marzo). Tra i vari settori, ad attirare maggiormente la nostra attenzione è quello dedicato alle donne durante la guerra, dove campeggia una gigantografia che ritrae le donne nei loro vari ruoli da portantine a medici e perfino “pilastri” di un ponte “trasportabile”. 

Ritornati in albergo, ci concediamo una camminata intorno all’isolato curiosando fra le varie attività, i molti fiorai e stupendoci del traffico davvero caotico. Verso sera veniamo accompagnati al Lotus Water Puppet ed assistiamo al simpatico spettacolo delle marionette sull’acqua. A conclusione della giornata ceniamo nella terrazza interna di un grazioso locale con varie portate molto buone e curate anche nella presentazione.

Giorno 6 – Hoa Lu, Trang An

vietnam

Oggi ci dirigiamo verso sud, strada facendo osserviamo la vita e la campagna vietnamita. Lungo il tragitto Cuong continua a darci molte informazioni e ad illustrarci le cose curiose che incontriamo. Così ci spiega che molte case sono  state costruite strette ed alte perché un tempo le tasse venivano pagate in base alle dimensioni della facciata, che le costruzioni con cupole sontuose non sono grandi santuari ma abitazioni di persone ricche, che la fede cristiana viene spesso esteriorizzata esponendo sulla facciata delle case una statua di carattere religioso, che è consuetudine fra i contadini farsi seppellire con piccoli monumenti tipo pagode all’interno dei loro campi.

Giunti ad Hoa Lu, prima di visitare i templi dei re Dinh e Le, nei  pressi del ponte che conduce al complesso, ci è impossibile resistere alla vasta offerta di cappellini dalle forme più svariate. Nell’ora del pranzo approfittiamo della minor presenza di turisti per effettuare l’escursione in sampan. Il giro in barca è molto piacevole, l’acqua è assolutamente tranquilla, lungo il percorso fra le risaie ed i picchi si possono osservare scenette di lavoratori nelle risaie e di addetti al mantenimento dell’ambiente. Le 3 grotte di Tam Coc nelle quali si transita sono suggestive, le signore che conducono le barchette sono totalmente coperte con tanto di ombrello per ripararsi dal sole e remano con i piedi. Sul finire dell’escursione, guardandoci intorno, non perdiamo l’occasione per cercare di scoprire quale sia fra i tanti picchi rocciosi la collinetta sulla quale poi saliremo.

Nel primo pomeriggio (dopo aver mangiato barrette per pranzo) affrontiamo la salita a Hang Mua (Mua caves), attraversiamo il grazioso giardino del resort sottostante e con calma saliamo i 500 scalini con numerose soste per ammirare il paesaggio di Trang An, fatto di risaie verdi o ancora con l’acqua puntellate dalle tante formazioni rocciose. In cima ci sono diversi turisti ed occorre farsi largo per riuscire a fare le foto col dragone, con la statua della divinità buddista o con la stupefacente vista sulla laguna solcata dalle tante sampan. La  discesa va affrontata con un po’ di attenzione perché gli scalini sono ripidi, sconnessi ed a volte lisci.

Al termine del programma della giornata raggiungiamo il Ninh Binh Hidden Charm Hotel and Resort e sollecitiamo Cuong a riposarsi per risolvere la febbre che lo ha infastidito durante tutta la giornata. Dopo una breve pausa usciamo a curiosare fra i negozietti e le bancarelle, ma soprattutto a cercare un locale per mangiare. Non è ancora ora di cena ed i ristoranti (tutti sostanzialmente ampie tettoie con lunghe file di tavoli) sono vuoti ma sempre funzionanti, così ci mangiamo un ottimo riso con pollo e verdure a buon prezzo. Facendo ritorno all’albergo incontriamo un nutrito gruppo di turisti italiani e non è il primo da quando siamo in Vietnam.     

Giorno 7 – Haiphong, Lan Ha

baia di ha long

Di buon ora partiamo verso la Baia di Halong per la mini crociera. Attraversiamo alcune province ammirando i paesaggi rurali, passando ancora una volta il Fiume Rosso e la foce gonfia d’acqua di altri fiumi e superando l’immensa città portuale di Haiphong. Con Cuong parliamo a lungo della guerra che lui non ha vissuto e ci facciamo raccontare questo pezzo di storia raffrontandola con i nostri ricordi. Quando all’orizzonte si fanno più nitide le tipiche formazioni montuose della baia, ci fermiamo per una dimostrazione/visita in una “fabbrica” di perle coltivate. A Tuan Chau ci imbarchiamo sul motoscafo che ci porta sulla elegante Indochine Sails. A bordo, dopo il drink di benvenuto con istruzioni, prendiamo possesso della bella cabina con balconcino e poi alle 13 pranziamo al buffet mentre la barca inizia la navigazione. Fra gli ospiti incontriamo 4 turisti italiani della nostra stessa provincia.

A metà pomeriggio facciamo il giro delle Bat Cave, in un’ansa dall’acqua particolarmente placida, ed il giovane marinaio della nostra sampan mentre rema ci canta alcune melodie vietnamite. Poi la navigazione prosegue brevemente. Sia durante la navigazione che durante la sosta in attesa che cali la sera non prendiamo parte alle altre attività previste e ci godiamo lo splendido panorama, reso forse ancora più quieto dai cupi nuvoloni. La cena viene servita alle 19 con piatti molto buoni e ben presentati. Il paesaggio notturno della baia di Lan Ha con le tante imbarcazioni illuminate è particolarmente suggestivo. Nella notte sulla baia infuria un violento temporale con abbondanza di fulmini e vento forte, ma la nave resta perfettamente ferma.

Giorno 8 – Cat Ba, Trung Trang

nha trang

Subito dopo il caffè con dolci, previsto dalle 6, sulla terrazza solarium seguiamo la lezione di Tai chi attorniati dalla splendida natura, mentre il sole cerca di fare capolino ed il personale rimuove le cose rotte dal temporale. Poi visitiamo gli altri spazi all’aperto della nave a disposizione degli ospiti cioè mini golf e piscina. In seguito alle 7,30 col motoscafo veniamo trasferiti sull’isola di Cat Ba dove ci attende il pullman per la breve camminata alla grotta di Trung Trang. L’escursione si conclude sotto una pioggerellina ma ci vengono distribuiti leggeri impermeabili. Alle 9,30 si può accedere al buffet della seconda abbondante colazione, o brunch, mentre la “giunca” effettua l’ultimo breve tratto di navigazione in uno scenario surreale dove i colori del cielo plumbeo e del mare calmissimo si confondono e sono spezzati solo dalle sagome scure delle formazioni rocciose che si infilano nelle nuvole. Infine il motoscafo ci riporta al molo di Tuan Chau dove ci aspettano i nostri amabili autista e guida. Durante il ritorno ad Ha Noi, Cuon ci accenna del villaggio dell’incenso Quang Phu Cau, ma non abbiamo ancora effettuato gli acquisti che ci eravamo programmati, così ci da istruzioni su dove trovare le cose che cerchiamo e ci scrive i nomi dei prodotti per farci capire meglio dai venditori. Nel pomeriggio passeggiamo nelle stradine piene di negozietti e ambulanti di frutta, verdura e fiori; poi continuiamo la camminata facendo il giro intorno al lago della spada restituita, vicinissimo al Sinfonia Majesty hotel, fra turisti e molta popolazione locale

Giorno 9 – Hanoi

Mentre attendiamo l’auto stando ancora un po’ in strada, fra gli ambulanti in bici ed a piedi, due signorine della reception ci raggiungono per consegnarci un piccolo souvenir (portafogli in stoffa) e ci spiegano che  sono i simboli del loro paese: il colore rosso della bandiera ed il ricamo raffigurante  due donne in  abito tradizionale e la bicicletta. Ci intratteniamo con un gruppo italiano che sta lasciando Hanoi per Saigon. L’autista arriva puntuale alle 8,45, lo spostamento verso l’aeroporto è un ultimo tuffo nel caotico traffico di motorette.

Volo SQ0191 HAN/SIN 12,35/17,05. La durata dello scalo all’aeroporto di Singapore-Changi è sufficiente per permetterci un bel giro nel terminal a curiosare i lussuosi negozi, ammirare le varie isole allestite con fiori e fantastiche scenografie, esplorare la serra delle farfalle (con tanto di cascata tropicale oltre a fiori e frutta ed una nursery per i bozzoli). Inoltre non disdegniamo una lunga pausa su comode poltrone di fronte alla mega schermo che trasmette il notiziario continuo per ascoltare le notizie dal mondo da un punto di vista diverso da quello italiano/europeo cui siamo abituati. Volo SQ0356 SIN/MXP 23,30/6,10 (+1).

Giorno 10 – Rientro in Italia

Alla fine del volo ammiriamo la luce dell’alba che illumina le magnifiche alpi imbiancate ed il sole che comincia a lambire i grandi laghi. Singapore: entusiasmo, intraprendenza e futuro; Vietnam: affaccendato e caotico, placide acque e paesaggi.

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aerial view of tam coc at sunrise in vietnam.



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