In questo museo ce ne sono oltre 200, ma non è il genere di “reperto” che ti aspetteresti di trovare dietro una vetrina
Spoiler: ce ne sono anche di umani! Diciamo la verità, chi non ha mai sognato l’Islanda almeno una volta nella vita, soprattutto quando le temperature in Italia sfiorano i 40°? Io personalmente più di una volta, ed ecco che per andare a Reykjavík, città dalle notti quasi perenni da oggi avrete un “grosso” motivo in più. E’ proprio qui infatti, nel cuore della capitale islandese, che possiamo trovare uno dei musei più eccentrici e diciamolo, anche inaspettati del mondo: il Museo Fallologico Islandese di Reykjavík. Si, avete capito bene, esiste un intero museo dedicato all’organo riproduttivo maschile che vanta una collezione di oltre 200 peni di specie animali diverse. In Laugavegur 116, abbiamo la possibilità di soddisfare alcune curiosità che nei contesti museali tradizionali non vengono spesso trattate, attraverso un’esplorazione scientifica e artistica del regno animale decisamente fuori dal comune.
Indice dei contenuti
Un museo…del fallo!
Se ieri abbiamo parlato dei Musei del Cibo in Emilia Romagna, sempre nell’ambito di musei particolari che vale la pena visitare, oggi abbiamo ulteriormente alzato l’asticella andando a scoprire il Museo Fallologico Islandese. Ben lontano dall’essere uno dei soliti musei, il Museo Fallologico presenta una collezione di oltre 200 esemplari di peni appartenenti a 93 specie animali: dai maestosi cetacei ai più piccoli dei roditori. Pensate che è presente il pene di una balenottera azzurra che è lungo 170 cm e pesante oltre 70 kg, che è soltanto una parte dell’intero organo riproduttivo…se fosse stato completo, avrebbe raggiunto una lunghezza di oltre 5 metri. Di contro, abbiamo anche forse il più piccolo pene mai conservato, appartenente a un criceto e lungo appena 2 mm che si può vedere soltanto con l’uso di una lente di ingrandimento.
Il museo riflette la passione e la dedizione del suo fondatore Sigurður Hjartarson, che per una serie di casualità iniziò la sua bizzarra collezione in giovanissima età. Il Museo Fallologico ospita anche una sezione interamente dedicata alle opere d’arte falliche, dove si può ammirare la creatività indiscussa di artisti islandesi e internazionali attraverso dipinti, sculture e oggetti bizzarri, che rompono i tabù con ironia e senso del bello. Esiste anche una sezione “folklore” dove è possibile trovare falli di creature mitologiche appartenenti alla cultura nordica, che però in perfetto allineamento alle credenze popolari, sono invisibili ai nostri occhi.
Come nasce il Museo Fallologico Islandese
La storia di questo particolarissimo Museo inizia nel 1974, quando il professore e preside di storia Sigurður Hjartarson riceve un insolito quanto ironico regalo: il pene di un toro. Quell’oggetto fu quello che innescò una passione destinata a concretizzarsi in una delle collezioni più bizzarre dell’intero mondo. Ben presto con le sue conoscenze tra i balenieri Sigurður Hjartarson comincia ad ampliare la sua collezione introducendo diversi esemplari di peni di cetacei. Il numero dei pezzi cresce esponenzialmente e il Museo trova una sua prima sede a Húsavík, cittadina sulla costa settentrionale. Dal 2012 il Museo si trasferisce nella capitale e da allora continua ad attrarre migliaia di visitatori, tra semplici curiosi, artisti e turisti che vogliono concedersi una visita culturale diversa, alla scoperta della fallologia, disciplina scientifica ancora quasi sconosciuta ai più.
Miti e leggende nordiche nel Museo Fallologico
Se state già facendo i biglietti per Reykjavík per visitare questo Museo del fallo, possiamo senz’altro promettervi che l’esperienza sarà istruttiva quanto sorprendente e inaspettata. Una sezione interessante e forse la nostra preferita, è quella dedicata alle curiosità folcloristiche dove è possibile avvicinarsi prima e poi immergersi completamente nella tradizione mitologica islandese attraverso opere d’arte ma anche storie e leggende antiche. Una curiosità che vi segnaliamo, è che lo stesso fondatore non ha mai nascosto la sua predilezione per il pene di elfo che lui stesso descrive come “insolitamente grande e vecchio”, sebbene invisibile. Nonostante il Museo Fallologico sia a tutti gli effetti un museo “serio”, nelle sue stanze si respira un’atmosfera quasi ironica tra i visitatori, che alternano reazioni come un genuino interessamento e risate a stento soffocate. Un viaggio tra conoscenza e divertimento dunque, che non vi pentirete di aver voluto intraprendere.
Reykjavík, città dalle notti quasi perenni e le 22 ore di luce estive, promette questa e tantissime altre cose da vedere, ma il Museo Fallologico resta forse una delle tappe più divertenti. Se quello che desiderate è di tornare a casa con un sacco di curiosità e storie da raccontare questo può essere decisamente il posto giusto.