Roma ha 1000 chiese, ma questi 4 gioielli di storia sono il modo perfetto per carpire l’essenza unica della Capitale
1000 chiese, 1500 fontane, decine di milioni di turisti ogni anno. A Roma non mancano i luoghi da visitare e i visitatori per questi luoghi. Eppure, sono tanti quelli che si accontentano di un giro sull’autobus scoperto, di tirare la monetina dentro Fontana di Trevi e di affollare Piazza San Pietro per un selfie. Ma in una città di quasi 1300 chilometri quadrati, così grande da inglobare il territorio delle altre 9 città più popolose d’Italia, sarebbe un crimine fermarsi “sulla soglia di casa” e ammirare solo le cose più immediate, e ovvie. Ecco perché abbiamo scelto di proporvi qualcosa di insolito, ma allo stesso tempo originale: 4 chiostri di Roma da visitare rigorosamente aggratis, come dice un ben noto influencer. Perché anche nella città che tutti vogliono scoprire almeno una volta nella vita, c’è spazio per qualcosa che riempie l’anima senza svuotare il portafoglio.
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Tempio di Apollo in Circo, Rione Campitelli
Conosciuto anche con il nome alternativo (e storicamente più accurato) di Tempio di Apollo Sosiano, questo sito archeologico della Capitale si trova non lontano dal Teatro Marcello e dal Tempio Maggiore, il più importante luogo di culto ebraico di Roma. La serie di portici che faceva parte del fu Campo Marzio (tra cui quello di Pompeo, di Minucio, d’Ottavio, di Filippo e il più celebre Portico d’Ottavia, oggi parte dell’allora Ghetto di Roma) offre questo scorcio dell’Apollo in Circo, uno spazio di cultura e pace con angoli verdi da cui si gode una magnifica vista del già citato Teatro Marcello.
Chiostro della Chiesa di San Cosimato, Trastevere
C’era un tempo in cui il biondo Tevere era davvero un fiume limpido, e su cui affacciavano delle spiagge di sabbia dorata, proprio come stare al mare. Di quei tempi non c’è più memoria nel fiume di Roma, ma una cosa rimane: la Chiesa di San Cosimato, ovvero dei Santi Cosma e Damiano, a Trastevere. La chiesa, che fa parte del millenario Ospedale Nuovo Regina Margherita, vede anche la presenza di uno tra i più autentici e meglio conservati chiostri di Roma. Costruito intorno all’anno 1240 e considerato uno dei più grandi dell’Urbe, presenta lati da oltre 40 metri ciascuno. Al suo interno ci sono numerosi sarcofagi, colonne e antichissimi reperti risalenti a varie epoche, che rendono la visita ancora più interessante.
Chiostro della Chiesa di Sant’Onofrio, Gianicolo
Fondata da un eremita proveniente dal bel borgo montanaro di Palena (Abruzzo), la comunità monastica di Sant’Onofrio al Gianicolo è un luogo di culto del Quattrocento. Sebbene sia strano pensare che nella caotica Roma di oggi ci sia spazio per l’eremitaggio, seicento anni fa le cose erano ben diverse. E anche adesso, passeggiando nell’elegante chiostro di Sant’Onofrio, si respira un’aria di spiritualità circondata da grandi capolavori dell’arte, come le lunette del Cavalier d’Arpino oppure le stanze dove soggiornò, e morì, Torquato Tasso nel 1595 e a cui è dedicato un piccolo museo.
Chiostro della Basilica di San Giovanni in Laterano
La più importante, a livello dogmatico e spirituale, delle quattro basiliche di Roma e quella dove insiste ancora oggi la Cattedra di San Pietro è l’Arcibasilica papale di San Giovanni in Laterano. Ancor prima di San Pietro, San Paolo Fuori le Mura e Santa Maria Maggiore, questo luogo di culto racconta la storia religiosa e architettonica della nostra Capitale. Ma se tutti conosciamo le sue magnifiche sorti e progressive, forse non si può dire lo stesso per uno dei chiostri di Roma che più rappresenta l’essenza della città. Esistente sin dalla sua fondazione, al centro vi era collocato l’antico Pozzo della samaritana in cui venivano raccolte le acque piovane. Il complesso architettonico è invece di gusto bizantino con influenze arabeggianti, dominato da 125 archetti con colonne tortili che sostengono un ampio loggiato. Al suo interno c’è spazio anche per diverse opere di Arnolfo di Cambio, oltre alla riproduzione della bolla di Papa Gregorio XI che riaffermava il primato religioso dell’Arcibasilica lateranense.