È il paese più verde al mondo, e tra le sue montagne rocciose angoli di azzurro dipingono un paesaggio tutto da… camminare
Come mettere d’accordo un’amante delle grandi città e uno della montagna e della natura? La soluzione per il viaggio estivo con la mia ragazza è ricaduta sulla strana combo formata da New York e i parchi dell’ovest del Canada, tra Alberta e British Columbia. Le due mete non sono così vicine ma sono ben connesse da diversi voli interni e ha permesso di soddisfare le preferenze di ciascuno.
Indice dei contenuti
Informazioni utili per un viaggio nelle Canadian Rockies
Itinerario e tipologia di viaggio
Abbiamo trovato degli ottimi voli diretti per New York e da Calgary su Roma, dove ci siamo recati in treno dalla Toscana, dove abitiamo. Abbiamo dedicato quindi i primi 5 giorni pieni della vacanza alla Grande Mela per prendere poi un volo interno verso Calgary, alle porte del Banff National Park, il più famoso Parco Nazionale della zona. Qui abbiamo trascorso otto notti muovendoci con un’auto presa a noleggio e facendo passeggiate e trekking per tutti i parchi nazionali. È di fondamentale importanza prenotare con ampio anticipo gli alloggi nei parchi nazionali, dato che sono piuttosto limitati e molto cari. Per comodità di lettura separerò il racconto in due racconti di viaggio separati, uno dedicato a New York e uno alla nostra avventura canadese.
Voli e spostamenti
Volo di andata da Roma a New York con la economy Norse Atlantic Airlines per 370€ a persona, con un bagaglio a mano (non compreso nella cifra base): questa compagnia effettua esclusivamente voli transatlantici verso gli USA da diverse città europee a prezzi davvero stracciati (a partire da 199€) ma non è compreso niente: né bagaglio a mano, né nessun tipo di servizio a bordo. Si paga dalle cuffie, all’acqua al bagaglio a mano. Sapendolo però ci si organizza e sinceramente, soprattutto per noi che dovevamo fare un tratto di sola andata, è risultata decisamente conveniente e non abbiamo avuto grossi intoppi.
Volo interno da New York a Calgary e volo di ritorno Calgary-Roma effettuati con la compagnia canadese West Jet: nel volo interno ci è stato offerto solo uno snack con bibita light, nel viaggio verso l’Italia invece erano compresi cena e colazione. Qui i bagagli a mano (oltre a un item personale) erano compresi nel prezzo base e abbiamo speso rispettivamente 260€ e 370€ a persona. Spesa complessiva per i voli 1000€ esatti a testa, per il periodo di Agosto e acquistati con 3 mesi di anticipo.
Soldi e spese
Voli esclusi abbiamo speso per 8 giorni circa 1000€ a testa. La spesa principale sono stati gli alloggi per circa 430€ a testa (7 notti nei parchi in b&b a una media di 120€ la doppia per 7 notti, oltre a una notte a Calgary a circa 45€ per la doppia). Abbiamo poi speso circa 500€ di noleggio auto e 150€ di benzina (molto più economica che in Italia). Per i pranzi ci siamo sempre arrangiati con dei panini con spesa fatta al supermarket e abbiamo cenato 5 sere su 7 negli appartamenti che avevamo prenotato. Anche mangiare fuori in Canada è molto caro. Abbiamo sempre pagato con la carta di credito, accettate per ogni piccola cosa: non abbiamo mai ritirato o cambiato contanti. Le carte di debito ci hanno creato invece qualche problema in più.
Clima
Piacevolmente fresco! Durante il giorno siamo andati dai 15°C a una massima (solo un paio di giorni) di 25°C. Un paio di mattine di pioggia siamo scesi anche sotto i 10°C. La presenza del sole impatta molto sulla temperatura, quindi occorre vestirsi a strati, come in montagna. Attrezzatevi per la pioggia perché le giornate piovose sono piuttosto comuni.
Itinerario
La nostra idea era di visitare negli 8 giorni a disposizione essenzialmente i parchi di Banff e Jasper, dedicando poi un paio di giornate a Yoho e ad altri parchi minori. Purtroppo 15 giorni prima della partenza è scoppiato un terribile incendio (il peggiore degli ultimi 200 anni nella zona) che ha devastato il parco di Jasper e la cittadina (il 30% degli edifici sono stati distrutti). Il parco è stato quindi chiuso così come la strada per arrivarci da un certo punto in poi. Abbiamo quindi deciso di sostituire le 2 notti previste a Jasper con la visita al Waterton Lakes National Park, che si trova a sud est, al confine col Montana. Abbiamo quindi fatto, dopo una notte di appoggio a Calgary, 3 notti a Canmore (per visitare il Banff National Park), 2 notti a Pincher Creek (per visitare il Waterton Lakes National Park) e 2 notti a Golden (ai confini del Yoho National Park).
Organizzazione e affollamento
Avevamo letto ovunque di folle oceaniche: abbiamo scoperto che per nostra fortuna il mese di maggiore frequentazione è Luglio, mentre la seconda metà di Agosto quando siamo stati noi c’era sicuramente tanta gente ma mai da trovare parcheggi totalmente saturi o da dover fare grosse code lungo la strada. Necessario solo fare per tempo alcune prenotazioni (in particolare le navette per Lake Louise e Lake Moraine, per cui i posti sono limitati): dagli ultimi anni l’accesso con mezzi privati a questi laghi è davvero complicato. Ritengo indispensabile avere la macchina a noleggio se si desidera fare escursioni, perché non è sempre facile arrivare all’inizio dei sentieri. Per gli alloggi invece, anche per il periodo in cui siamo andati, la situazione non è semplice: la soluzione più gettonata è il camping ma noi avevamo un bagaglio in aereo limitato e sarebbe stato complicato. I B&B sono in genere molto cari, in particolare nei parchi di Banff e Jasper. Per Canmore (20min da Banff) abbiamo avuto un vero colpo di fortuna perché c’è stata una disdetta su AirBnb di un pernotto di 3gg proprio nel periodo in cui volevamo andare noi e per questa ragione c’era uno sconto del 70%: il prezzo scontato era di 120€ a notte per un appartamento, calcolate voi quale fosse il prezzo pieno. L’alloggio per Waterton l’abbiamo fatto a Pincher Creek che si trova a circa 45min di auto dall’ingresso del parco e lo stesso vale per lo Yoho National Park (Golden è comunque fuori dal parco): le cifre spese sono più o meno le stesse, mentre dormire in B&B dentro il parco parte da 200-250€ a notte.
Diario di viaggio nelle Canadian Rockies
Nel diario, per dare al lettore un’idea delle mete che mi sono piaciute di più e quelle che invece sono ‘sacrificabili’ utilizzerò la seguente scala:
***** = imperdibile, **** = molto interessante, *** = interessante, ** = medio, * = si può saltare
Giorno 1 – volo per Calgary
La prima parte di questo diario, riguardante i giorni trascorsi a New York, può essere trovata tra i diari pubblicati sulla mia pagina del sito di Turisti per Caso.
Poco dopo le 21 locali (-2h di fuso) atterriamo a Calgary, con ancora il sole che deve tramontare. I controlli di sicurezza sono molto rapidi e ritiriamo rapidamente all’ufficio della Thrifty l’auto prenotata da casa: ci viene data una Kia Forte (macchina mai vista in Italia) ovviamente con cambio automatico, che per 8 giorni ci costerà circa 480€. Puntiamo verso l’AirBnb prenotato e in cui dovremmo fare il check-in in autonomia, ma purtroppo il navigatore sembra non andare. Con un po’ di difficoltà arriviamo comunque a destinazione per la nostra prima notte canadese.
Giorno 2 – Banff National Park: Minnewanka Lake, Lake Louise e dintorni
Inizia oggi la nostra avventura canadese! Siamo alla periferia di Calgary e il primo obiettivo è fare una mega spesa che ci permetta di fare colazioni e cene negli appartamenti che avremo nei prossimi giorni e di farci i panini che mangeremo a pranzo durante le nostre escursioni: i prezzi della zona dei parchi, soprattutto per mangiare e dormire, sono davvero elevati quindi questa mossa sarà molto importante per risparmiare un po’.
Alle 10:30, dopo oltre un’ora di spesa in un mega supermercato dove ovviamente trovare tutto ha richiesto tempo, siamo in partenza per il Banff National Park e in particolare per il lago Minnewanka***. Fa un piacevole fresco (circa 15°C) e il viaggio è quasi esclusivamente in autostrada per cui dopo un’ora e 20 minuti siamo al casello di ingresso al parco. Qui acquistiamo il pass per i parchi per un solo giorno a 11CA$ a testa (circa 8€), dato che per i prossimi due giorni lo avremo incluso con il nostro alloggio. Per le 12 circa siamo al parcheggio del lago: ci sono anche delle navette ma riusciamo a trovare posto nel parcheggio senza grossi problemi. Mangiamo i nostri panini sulle sponde del lago, godendoci l’atmosfera e i tanti scoiattoli che girano indisturbati.
Dopo pranzo facciamo una passeggiata verso lo Stewart Canyon**: ci sono numerosi percorsi più lunghi ma occorre essere almeno in 4 e avere con sé lo spray anti-orso (che viene venduto anche in uno stand vicino al centro informazione del lago). Rinunciamo quindi a proseguire perché non sono molte le persone a fare trekking più lunghi, facciamo qualche foto al canyon (non indimenticabile) e torniamo sui nostri passi. Riprendiamo l’auto e ci dirigiamo verso la cittadina di Lake Louise (circa 40 minuti di strada), dove lasciamo l’auto nell’enorme parcheggio Park&Ride da cui è possibile prendere le lavette per arrivare ai celeberrimi laghi Louise e Moraine. Oggi abbiamo la prenotazione per le 16 per il Lake Louise (prezzo 8CA$ a testa): abbiamo prenotato dall’Italia con oltre 2 mesi e mezzo di anticipo e già non c’era disponibilità per orari precedenti!
In 15 minuti arriviamo al Lake Louise****, che con i suoi colori è davvero splendido. Dopo una giornata nuvolosa c’è qualche raggio di sole che fa ulteriormente risaltare il colore del lago. Purtroppo sappiamo di essere stretti con i tempi perché l’ultima navetta per il parcheggio parte alle 19:30. Decidiamo quindi innanzitutto di percorrere il sentiero che porta al Fairview Lookout****, che offre un’impareggiabile vista del lago dall’alto e del suo Chateau sulla riva: il colore da qui appare ancora più nitido. Il sentiero percorre circa 300m di dislivello e impieghiamo 40min A/R.
Decidiamo di impiegare il resto del tempo percorrendo il famoso sentiero verso la Lake Agnes Tea House***, una casa da tè assimilabile a un nostro rifugio di montagna. Il percorso è meno ripido ma più lungo: passiamo per il Mirror Lake su cui si riflette il Big Beehive e arriviamo infine all’Agnes Lake con la già citata Tea House. Passeggiata sicuramente bella ma penso che ancora migliore sarebbe stato arrivare in cima al Big Beehive stesso, che ormai è a poca distanza: purtroppo però non ce la faremmo coi tempi e dobbiamo rinunciare. Avessimo avuto un paio d’ore in più sarei voluto arrivare al Big Beehive e quindi scendere in direzione del Plain of Six Glaciers per vedere i ghiacciai da più vicino e chiudere quindi il percorso ad anello percorrendo il sentiero che costeggia il Lake Louise fino al punto di partenza. Sicuramente arrivando prima (o ancora meglio la mattina) si riesce a fare il tutto con maggiore calma.
Alle 19:15 siamo di nuovo al lago, giusto in tempo per qualche foto, riprendere la navetta fino al parcheggio e l’auto fino a Canmore (un’ora circa da Lake Louise e 20min da Banff): siamo poco al di fuori del parco e abbiamo avuto un’incredibile fortuna a trovare un mega appartamento per 3 notti a 120€ a notte a causa di una disdetta improvvisa: organizzatevi per tempo perché i costi normalmente sono davvero elevati, soprattutto se non volete campeggiare. Cena in appartamento con italianissima pasta e una fetta di carne e via a letto per essere in piena forma il giorno seguente.
Giorno 3 – Banff National Park: Johnston Canyon e Ink Pots, Vermillion Lakes
Oggi risveglio e colazione nel nostro appartamento di Canmore: la mia idea per questa giornata era quella di fare l’escursione Cory Pass Trail: tuttavia leggendo meglio un po’ di informazioni sembravano esserci alcune parti un po’ esposte e, dato che la mia ragazza è un po’ meno abituata di me a tragitti di alta montagna, abbiamo preferito virare su qualcosa di più semplice.
La prima escursione del giorno è quindi quella del Johnston Canyon***, una delle più famose della zona. Troviamo posto nel secondo parcheggio (comunque a solo qualche centinaio di metri dall’inizio dell’escursione) e subito ci mettiamo a camminare con decine di altri escursionisti lungo il sentiero, che è addirittura asfaltato. In meno di mezz’ora si arriva alla Lower Fall, una cascata che si può ammirare dall’interno di una grotta ma per cui c’è già una coda lunghissima! Come letto in altri diari decidiamo quindi di proseguire verso le Upper Falls, con un sentiero solo lievemente più difficile. Anche qui c’è un altro punto panoramico (e fotografico) con coda: per chi ama la montagna questi serpentoni umani rovinano un po’ l’atmosfera ma la vista è sicuramente bella.
Da qui decidiamo di proseguire verso gli Ink Pots***, a cui si arriva con un’ulteriore ora di cammino con salita un po’ più accentuata: il numero di persone presenti si riduce sensibilmente. All’arrivo si possono vedere queste 5 pozze d’acqua sorgiva iper trasparente con bolle che affiorano dal basso: si trovano in una vallata con un torrente in una zona tranquilla, dove ci fermiamo a mangiare i nostri panini. Dopo pranzo torniamo indietro sullo stesso percorso, per un totale di poco più di 11km. Complessivamente il trekking è stato piacevole ma non imperdibile come descritto da alcune guide, soprattutto per il quantitativo di persone su questo stretto sentiero che non permette di godere a pieno del tutto.
Oggi decidiamo di prendercela più tranquilla anche perché ha iniziato a piovere: riprendiamo l’auto e facciamo una sosta ai Vermillion Lakes**, vicino a Banff. Questo è un complesso molto esteso formato da tre laghi molto grandi che però si trovano a pochi passi dall’autostrada: sono in una zona semi paludosa, cosa molto rara per l’area del Parco di Banff, cosicché è una bella zona per il birdwatching e, abbiamo letto, anche per vedere il tramonto e l’alba. Non c’è nessun punto informazioni ed è un’area meno turistica ma è possibile fare un giro anche in auto lungo le sponde dei laghi. Dopo il nostro giro torniamo a Canmore in appartamento, sfruttiamo la hot tub a disposizione per gli ospiti e ci rilassiamo un po’ prima di cucinarci la nostra cena e andare a dormire.
Giorno 4 – Banff National Park: Icefield Parkway, Lake Moraine
Oggi avrebbe dovuto essere una delle giornate più importanti dell’intero viaggio, perché abbiamo in programma di vedere alcuni dei paesaggi più belli e famosi della nostra avventura canadese… e quindi, ovviamente, piove a secchiate. Nonostante tutto non ci lasciamo scoraggiare, prendiamo l’auto fino a Lake Louise e quindi imbocchiamo la famosissima Icefield Parkway****, considerata la strada più bella del Canada. Incastonata tra montagne, laghi e ghiacciai questa strada collega i parchi nazionali di Banff e Jasper, ma, a causa dell’incendio descritto in precedenza, è al momento chiusa all’altezza del Columbia Icefield. Nonostante le nuvole basse e la nebbia la strada è veramente bellissima e noi facciamo una serie di stop per goderne a pieno.
La prima sosta è all’altezza del Crowfoot Glacier Lookout**, un’area di sosta lungo la strada che permette di vedere il ghiacciaio poco sopra di noi e il Bow Lake, a poca distanza. Proseguiamo per qualche chilometro per fare un’altra sosta al Bow Lake Lookout***, ancora più vicino al suddetto lago, che si può raggiungere parcheggiando nei pressi di The Lodge, un’iconica casa trasformata ora in caffetteria costruita da uno dei fondatori del parco nazionale. Nonostante le nuvole il Bow Lake*** è molto bello, con le montagne circostanti che si riflettono perfettamente nelle sue placide acque.
Proseguiamo ancora fino al celeberrimo Peyto Lake****: con una breve passeggiata di meno di 15 minuti dal parcheggio si arriva al punto panoramico su questo lago, di un azzurro incredibile e a forma di stella cometa: purtroppo la visibilità non è perfetta ma il lago ha davvero un colore stupefacente. Ci incamminiamo anche verso il Bow Summit Lookout, che dovrebbe distare circa un’ora di strada a piedi ma si scatena un temporale assurdo che ci convince a tornare indietro a metà: nonostante i k-way siamo completamente zuppi e arriviamo all’auto per asciugarci un po’.
Proviamo a spingerci oltre in auto lungo l’Icefield Parkwaye ed arriviamo al Mistaya Canyon**/***: ormai dobbiamo trovare solo il momento meno peggio tra uno scroscio e l’altro per fare i circa 10 minuti di strada fino al punto panoramico, che ci rivela comunque un torrente gorgogliante tra rocce levigate dal passaggio dell’acqua. Purtroppo continua a piovere forte e quindi rinunciamo a spingerci oltre. Facciamo una sosta e mangiamo i panini in auto col riscaldamento acceso. Quindi ci dirigiamo di nuovo al Park&Ride a Lake Louise per la navetta per il Lake Moraine che abbiamo riservato per le 15:00.
Arriviamo dopo circa mezz’ora sotto una pioggia leggera e facciamo subito i 10 minuti del Rockpile Hike****, che ci regala una bellissima vista del Lake Moraine dall’alto, purtroppo ancora avvolto dalle nuvole. Il programma prevedrebbe l’escursione di circa 2 ore fino ai Consolation Lakes ma con questo meteo è decisamente sconsigliato; ci limitiamo quindi a incamminarci per il lungolago: ancora una volta ci prende una vera e propria scarica d’acqua. Proviamo a resistere mentre tutte le attività del lago, in particolare l’affitto delle canoe (oltre 100€ per un’ora!), vengono sospese. Facciamo ancora qualche foto ma i colori sono ben diversi da quelli visti tante volte nelle foto da cartolina: purtroppo in un viaggio on the road va messo in conto anche questo.
Riprendiamo la navetta prima dell’ultima corsa delle 19:30 alla ricerca di un po’ di riparo dalla pioggia, dopodiché recuperiamo l’auto e torniamo al nostro appartamento di Canmore per una meritata doccia calda e l’ultima cena nel Banff National Park.
Giorno 5 – Waterton Lakes National Park: Bear’s Hump Trail, Red Rock Canyon
Oggi nell’itinerario originario avremmo dovuto spostarci al Jasper National Park tramite la Icefield Parkway ma come detto la strada è interrotta per gli enormi danni provocati da un recente incendio. Abbiamo quindi riprogrammato i prossimi giorni decidendo di visitare il Waterton Lakes National Park, che si trova più a sud, al confine con il Montana. Dopo la colazione ci mettiamo in auto per il lungo tragitto verso il parco (circa 4 ore). Il percorso in auto ci permette di vedere un Canada completamente diverso da quello montuoso osservato fino ad adesso, con campi di grano e fattorie, in uno scenario essenzialmente piatto. Superiamo Pincher Creek, dove abbiamo prenotato tramite AirBnb per la notte (prezzo 120€ a notte per un appartamento interrato), e il paesaggio inizia gradualmente a farsi più montuoso mentre entriamo nel parco. Il biglietto di ingresso è a comune con tutti gli altri parchi di questa zona (circa 8€ a persona) e verso l’ora di pranzo parcheggiamo non distante dall’Ufficio del Turismo di Waterton. Raccolte le informazioni per le escursioni che abbiamo intenzione di fare nei prossimi giorni, arriviamo al vicinissimo lungo lago dove mangiamo i nostri panini godendo della giornata soleggiata: ci sono tantissime famiglie a fare picnic, con alcuni deer (simili a cervi) che ogni tanto fanno capolino per recuperare qualcosa da mangiare. Dopo pranzo innanzitutto ci fermiamo alla marina per acquistare i biglietti per la barca che domani ci porterà all’inizio del Crypt Lake Trail, l’escursione più famosa della zona che parte dalla riva opposta del lago.
Quindi ci dirigiamo a piedi al vicino Bear’s Hump Trail***, un breve percorso che permette di risalire circa 300m di dislivello in meno di mezz’ora e consente di godere di un bellissimo panorama sull’intero lago, che ha un’estensione di una decina di chilometri in lunghezza. Facciamo un po’ di foto e ridiscendiamo, per recuperare l’auto e dirigerci verso il Red Rock Canyon. Lungo questa strada fino a pochi anni fa era molto facile incontrare orsi, ma un incendio del 2017 ha completamente stravolto il paesaggio.
Arriviamo al parcheggio al termine della strada e facciamo due brevi passeggiate: la prima verso la Blackinston Falls*, delle piccole cascate che si trovano all’inizio di un sentiero molto più lungo: si impiegano circa 20 minuti dal parcheggio, ma le cascate non sono niente di che.
Tornati indietro facciamo anche un giro lungo il Red Rock Canyon**, una formazione rocciosa di un bel rosso che si insinua sempre più in una gola. È pieno di turisti indiani (!) che percorrono il canyon con i piedi nell’acqua e si fanno foto, ma sinceramente abbiamo anche in questo caso visto dei canyon assai più belli. Anche questa escursione si completa in meno di mezz’ora. Riprendiamo l’auto e in un’oretta torniamo a Pincher Creek dove siamo accolti dalla padrona di casa col figlio piccolo e il loro cane: facciamo una veloce spesa per integrare le cose che ci mancano e quindi ci prepariamo una semplice cena prima di andare a letto e riposare in vista della lunga escursione di domani.
Giorno 6 – Waterton Lakes National Park: Crypt Lake Hike
Veloce colazione in appartamento e via verso Waterton per prendere la barca delle 9 per la Crypt Lake Hike***. Ci sono due partenze, alle 08:30 e alle 09:00 e due rientri, alle 15:30 e alle 17:30: i biglietti per il ritorno sono senza orario, chi prima arriva prima sale, fino a esaurimento posti. Il rientro con l’ultima barca è invece garantito a tutti. Il tragitto con la piccola barca dura una quindicina di minuti: siamo una ventina di persone, non certo la folla oceanica descritta da altri in Luglio. La zona è nota per la presenza di orsi, ma essendo il secondo gruppo non ne vediamo alcuno. In breve il gruppo si disperde lungo il sentiero, cosicché ognuno può andare al suo ritmo.
Il primo punto panoramico sono le Twin Falls, piccole cascate gemelle che si vedono da lontano. Tutto il primo tratto, oltre un’ora, è nel bosco, fino a sboccare nei pressi della Burt Rock Falls, molto scenografica. Da qui la pendenza del sentiero aumenta: passiamo davanti un camping non più utilizzato prima di arrivare al gran finale: una scala verticale porta al Crypt Tunnel, una galleria nella roccia di una ventina di metri dove si procede accucciati. Questo punto fa da collo di bottiglia e spesso si creano ingorghi, anche perché seguito da un tratto attrezzato con cavi lungo una cengia rocciosa. Niente di troppo complicato per chi frequenta le nostre montagne. Da qui in breve si arriva al lago, nascosto fino all’arrivo, in una vallata aperta. Tempo di percorrenza circa 3 ore, andando molto con calma e facendo svariate soste. Mangiamo i nostri panini e mentre la mia ragazza fa una pennichella in riva al lago io seguo il sentiero che circumnaviga il lago, arrivando all’altra estremità che si trova in Montana! L’intero giro, in piano, necessita di circa 30 minuti. Sveglio Eva e ci incamminiamo per il ritorno: una ragazzina si blocca nel punto con i cavi e nonostante l’aiuto del padre sembra in grossa difficoltà. Fortunatamente riesce a superare il momento, ma se avete bimbi piccoli o non siete abituati ai sentieri un po’ esposti valutate bene prima di venire.
Il ritorno è sulla via dell’andata e facciamo in più una deviazione verso le Hell Roaring Falls, su un sentiero che, diversamente da quanto dice la guida Lonely Planet, si ricongiunge al sentiero principale senza che si debba tornare indietro lungo la strada fatta. Sinceramente la deviazione non vale granché. Verso le 17 siamo al punto d’imbarco, dove alle 17:30 saliamo sull’imbarcazione per il ritorno. Sbarcati sul lato principale del lago, facciamo una pausa birra in un locale di Waterton, per assaporare la conclusione della nostra gita prima di rientrare a Pincher Creek: l’escursione è sicuramente piacevole e non difficile, ma per essere considerata tra le più belle dell’intero Canada tutto sommato mi ha deluso un po’. Rientriamo quindi in appartamento per cena e pernottamento, domani ci riavviciniamo a Banff con destinazione finale Yoho National Park.
Giorno 7 – Canmore: Grassi Lakes, Yoho National Park: Emerald Lake
Oggi è previsto il rientro verso Banff e lo Yoho National Park, così, dopo la colazione in appartamento, ci mettiamo in auto con destinazione Canmore, dove vogliamo fare la breve escursione ai Grassi Lakes****, famosi per il loro colore spettacolare. Raggiungiamo il parcheggio in circa 3h e 30 minuti, dopo aver ripercorso la strada dell’andata. Da qui si possono fare due percorsi diversi per raggiungere i laghi: decidiamo di fare all’andata quello più semplice, con pendenza molto ridotta e adatto anche alle famiglie con passeggini. Arrivati a destinazione in mezz’ora di cammino, data anche la bellissima giornata di sole, i laghi hanno davvero sfumature bellissime, con azzurri, verdi accesi e turchesi che si combinano a causa dei minerali e delle alghe sul fondo degli specchi d’acqua. Mangiamo i nostri soliti panini e poi facciamo il giro dei piccoli laghi, con alcuni scalatori che fanno palestra di roccia su una parete alle spalle dei laghi stessi. Quindi prendiamo l’altro sentiero per rientrare, che passa anche nelle vicinanze di una cascata. Questo sentiero è molto più ripido ma anche più panoramico. In una mezz’ora siamo di nuovo alla nostra auto, con cui ci dirigiamo verso lo Yoho National Park. Si supera Banff e raggiunge Lake Louise da dove si prende la deviazione verso Golden, dove passeremo la notte.
Poco dopo il cartello di ingresso al parco ci fermiamo a Field al centro informazioni e quindi prendiamo il bivio verso l’Emerald Lake****, la principale attrazione della zona. Si può parcheggiare a pochissima distanza del lago che, come si può dedurre dal nome, ha un bellissimo color smeraldo. Purtroppo il meteo è peggiorato e sta iniziando a piovigginare ma ciononostante facciamo l’intero giro del lago, che completiamo in circa 80 minuti. Soddisfatti della nostra giornata ci dirigiamo verso Golden, distante circa 40 minuti, dove abbiamo prenotato tramite AirBnb al Watson’s Lodge, dove il proprietario Rick ci accoglie nella sua casa completamente in legno nella foresta, sempre accompagnato dal suo fido cagnolino Watson, a cui è intitolata l’intera casa! Dopo esserci sistemati andiamo a cena al The Wolf’s Den, un pub tradizionale, dove dopo diversi giorni di cene in appartamento ci concediamo una rib-eye steak con patatine e birra per la non certo modica cifra di circa 55€ a testa. I prezzi anche nei parchi sono davvero alti. Quindi rientriamo al b&b (10 minuti) per il meritato riposo.
Giorno 8 – Yoho National Park: Natural Bridge, Takakkaw Falls. Banff National Park: Icefield Parkway (Peyto Lake, Columbia Icefield)
Oggi ultima giornata completa nei parchi canadesi. Rick ci prepara due buonissime colazioni (uova e pancetta per me e pancake ai frutti di bosco per Eva) dopo di che ci dirigiamo di nuovo verso lo Yoho National Park; la giornata è inizialmente ancora molto grigia. Primo stop al Natural Bridge**, un piccolo ponte naturale in roccia sotto cui scorrono impetuose le acque del fiume. Ci dirigiamo quindi alle Takakkaw Falls****, le seconde cascate più alte del Canada. La strada in auto ha alcuni tornanti molto stretti, su cui un pullman rimane bloccato interrompendo la circolazione per una decina di minuti. Arrivati al parcheggio ci dirigiamo a piedi alle vicine cascate: c’è vento fortissimo e arrivano gli schizzi dell’acqua e fa davvero fresco. Le cascate sono molto scenografiche e belle e il sentiero permette di arrivarci proprio sotto. Sono sicuramente le cascate più belle che abbiamo visto durante il nostro viaggio. Fatte un po’ di foto torniamo all’auto: il meteo sta migliorando e decidiamo quindi di dirigerci nuovamente all’Icefield Parkway che avevamo percorso tra le nuvole, con l’obiettivo di arrivare anche al Columbia Icefield.
La strada è lunga e quindi decidiamo di fermarci nuovamente al Peyto Lake****, il cui colore turchese con qualche raggio di sole brilla ancora più intensamente. Da qui ci dirigiamo al Columbia Icefield, entrando in una piccola porzione del Jasper National Park. Il panorama lungo la strada è davvero magnifico, con immensi ghiacciai che ci attorniano. Arrivati al centro visitatori compriamo un Off-Peak Ticket per le 15:30 che ci permette di fare la visita combinata del ghiacciaio e della passerella in vetro per ammirare il panorama: costo complessivo ben 120 CA$ a testa, circa 80€. Con un pullman con ruote cingolate ci portano sul ghiacciaio, spiegandoci tutta la sua formazione anche dal punto di vista geologico. Questa esperienza del Glacier Explorer*** è complessivamente molto turistica anche se sicuramente interessante. Vengono poi lasciati circa 15 minuti in libertà per camminare sul ghiacciaio, in una zona delimitata da corde.
Una volta rientrati siamo accompagnati alla piattaforma panoramica in vetro denominata Skywalk**/***: il panorama è sicuramente molto bello, anche se il tutto sembra essere stato costruito appositamente per fare delle belle foto su Instagram. Il panorama è bellissimo ovunque, ma la piattaforma in sé non regala molto di più rispetto ad altri punti panoramici. Dopo quasi tre ore concludiamo la nostra esperienza, un po’ cara, ma comunque diversa dalle altre fatte qui in Canada. Intraprendiamo quindi il lungo rientro verso Golden ammirando ancora i magnifici panorami, fino a quando non ci prende un fortissimo temporale.
Andiamo a cena direttamente al The Wolf’s Den come ieri, dove assaggiamo l’alce, che in realtà ci viene servito in un hamburger che avremmo distinto con difficoltà da uno di manzo: prezzo finale circa 40 € a testa con una birra e la mancia. Rientriamo quindi al b&b per l’ultima notte canadese.
Giorno 9 – Banff National Park: cittadina di Banff; Calgary
In serata abbiamo l’aereo per Roma, ma abbiamo buona parte del giorno ancora da sfruttare: peccato piova a dirotto e ci siano 9 °C. Facciamo ancora colazione con i pancake di Rick e ce la prendiamo comoda, facendo sosta a Banff. Aspettiamo un po’ in un parcheggio gratuito vicino alla stazione ferroviaria che la pioggia diminuisca e quindi facciamo un giro in centro. Banff* non mi entusiasma: la cittadina è turistica, con negozi di souvenir, ristoranti e negozi di noti brand di abbigliamento. Solo il paesaggio circostante rimane molto bello. Girelliamo tra i negozi facendo qualche acquisto, quindi torniamo all’auto dove mangiamo gli ultimi panini della vacanza al riparo.
Quindi ci dirigiamo verso l’aeroporto di Calgary, facendo una breve deviazione in auto verso il centro punteggiato di grattacieli e dalla famosa Calgary Tower. Non abbiamo molto tempo ma sinceramente la città non ci sembra imperdibile. Alle 16:15 siamo in aeroporto, con tutto il tempo a disposizione per il volo per Roma delle 18:45.
Giorno 10 – Rientro in Italia
Notte in volo e arrivo a Roma intorno a mezzogiorno, accolti da caldo e afa. Prendiamo la navetta di Terra Vision prenotata all’andata per la stazione Termini, mangiamo un meritato piatto di pasta Da Cecio e quindi prendiamo il treno poco dopo le 15 che arriva a Pisa tre ore più tardi. Vacanza conclusa senza intoppi e, come sempre, tanti ricordi da portare con noi.
Conclusioni
Le montagne che compongono le Canadian Rockies sono molto diverse da quella a cui siamo abituati in Italia: gli spazi sono enormi, ben organizzati e i paesaggi sono puntellati da specchi d’acqua e tantissimo verde. Le valli sono ampie e molto più “morbide” rispetto, ad esempio, alla Patagonia che ho visitato lo scorso inverno. Una vacanza in queste zone è molto più semplice e meno estrema, con i parchi che sono dotati di ottimi servizi e sono provvisti di tutto ciò di cui un turista può avere bisogno. I canadesi sono in media gentilissimi e nonostante i prezzi elevati molti servizi sono davvero comodi e permettono di vedere molti luoghi con relativa facilità. Molti sentieri sono belli e facili e alcuni paesaggi davvero sbalorditivi.
Per chi ama la montagna c’è un però: per mio gusto sei sempre un po’ troppo guidato, incanalato sul sentiero insieme a tanti altri turisti come te, portato a fare gli stessi giri. Non sto dicendo che manchino le opportunità per girare in libertà, ma è tutto molto “organizzato” (parcheggi, navette, mega camping per gli alloggi, etc.) ed è un concetto di montagna a cui faccio fatica ad abituarmi. Per il resto chi viene in questi luoghi potrà godere di panorami meravigliosi e facilmente accessibili anche senza troppo sforzo, immersi nella natura e nella bellezza che questa sa regalare. Provate a evitare le folle di turisti e sicuramente scoprirete un lato del Canada che vi farà innamorare di sé.