C’erano una volta le due capitali: 1000 templi e un treno missile per unirle, 10 giorni per scoprirle

Viaggio alla scoperta di Tokyo e Kyoto
Scritto da: rosaz2
c'erano una volta le due capitali: 1000 templi e un treno missile per unirle, 10 giorni per scoprirle
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Dopo qualche anno di preparativi abbiamo finalmente deciso di visitare il Giappone. In realtà il nostro viaggio riguarderà solo due città, le più celebri, Tokyo e Kyoto, con un eguale numero di giorni per scoprire la cultura, i luoghi e le tradizioni nipponiche. Un viaggio da vivere giorno per giorno, ricchissimo di esperienze che restano nel cuore.

Diario di viaggio in Giappone

Partiamo dall’aeroporto di Milano Malpensa il 30 giugno, destinazione Tokyo con volo ITA. Dopo uno scalo a Roma e 14 ore di volo arriviamo finalmente nella Capitale nipponica che sono le 11.00 del mattino del 1° luglio.

In aeroporto facciamo subito la pocket wifi che ci consentirà di avere sempre internet a disposizione, fondamentale per le mappe e per il traduttore, dato che non molti parlano inglese. Facciamo la Suica, la tessera ricaricabile che consente di viaggiare sui mezzi pubblici e anche di acquistare snack e bibite dalle macchinette. Preleviamo dei contanti, indispensabili per ricaricare la Suica e per pagare in alcuni posti, soprattutto di Kyoto, che non accettano carte di credito.

Giorno 1 – Jinbocho

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Utilizzando Google Maps, arriviamo all’hotel di Tokyo che abbiamo prenotato su booking, zona Jinbocho. Senza Google Maps non avremmo saputo orientarci nel ginepraio di linee metropolitane che si snodano lungo la capitale. Dopo qualche giorno riusciamo ad orientarci, ma al primo impatto siamo rimasti smarriti.

L’hotel Sotetzu Fresa inn Jinbocho è in stile occidentale, con personale che parla inglese e fa parte di una catena che ha hotel a prezzi molto abbordabili in zone centrali. È dotato di ogni cosa, dalle maschere per il viso ai caricatori per i cellulari alle piastre per i capelli.

Dopo aver lasciato i bagagli in hotel visitiamo la zona di Jinbocho, quartiere della stampa, ricca di piccoli negozi di libri usati, materiale per scrittura giapponese ed articoli di cartoleria. Il primo impatto con il Giappone è decisamente sbalorditivo: ordine, precisione, pulizia ed organizzazione, sono le prime cose che notiamo , oltre ad un’innata passione per tutto ciò che è gioco.

Camminiamo nell’afosa serata giapponese fino al Tokyo Dome, stadio di baseball utilizzato per i concerti, dove c’è un centro commerciale attraversato da una montagna russa. Su consiglio della Lonely, saliamo all’ultimo piano del Civic Center, lì vicino, con ingresso gratuito. Da lì possiamo vedere il primo meraviglioso tramonto sulla città.

La prima cena la facciamo in un ristorante di sola cucina giapponese e il prezzo è sorprendentemente moderato e la qualità molto buona.

Giorno 2 – Akihabara, Ueno

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Il secondo giorno abbiamo prenotato un tour dal sito Tokyo Localized. Ci troviamo puntuali alle 10.30 nel punto d’incontro nel quartiere Akihabara; la guida locale giapponese ci porterà attraverso il quartiere, il pittoresco mercato Ameyoko, dove ci accorgiamo che il prezzo della frutta è letteralmente alle stelle, terminando al parco Ueno.

Il caldo e l’umidità sono insopportabili, dobbiamo fare spesso tappa nei pulitissimi bagni pubblici sparsi un po’ovunque per rinfrescarci.

Nel pomeriggio visitiamo alcuni centri commerciali di Akihabara, colmi di action figures, manga, videogiochi, dvd è tutto quello che può interessare agli appassionati del genere. Facciamo anche tappa al bar Game Bar A-Button, consigliato dalla Lonely, dove, appena entrati ci consegnano dei vecchi game boys per ingannare l’attesa delle ordinazioni.

Cena in un locale spartano, senza aria condizionata, senza menù in inglese, frequentato unicamente da giapponesi. A parte il caldo e l’unto ovunque, l’esperienza è molto interessante e in due, mangiando abbondantemente, spendiamo solo 19€.

Giorno 3 – Museo Ghibli, Rainbow Bridge

ghibli

Il terzo giorno, visitiamo il Museo Ghibli, luogo cult per gli appassionati di cartoni animati giapponesi. I biglietti sono praticamente impossibili da acquistare on line senza agenzia e, sul posto, non si possono acquistare.

Noi ci siamo affidati a al sito get your guide , li abbiamo pagati 50€ a testa (circa quattro volte tanto il loro prezzo), ma è stato l’unico modo per acquistarli. 

Vicino al Museo Ghibli c’è un bel parco con un laghetto in cui è possibile noleggiare delle barche e visitare un tempio, oltre a farsi una rilassante passeggiata, caldo a parte. Il Museo Ghibli, anche per i non appassionati di cartoni animati come me, è stata un’interessante scoperta.

Per concludere all’insegna dell’animazione la giornata, dopo il Museo, raggiungiamo il centro commerciale DiverCity Tokyo Plaza, davanti al quale c’è il Gundam gigante che si illumina e fa qualche (minimo) movimento.

Per arrivare al centro commerciale abbiamo dovuto attraversare la metropolitana di Tokyo nell’ora di punta. È stato proprio come ce lo immaginavamo ed abbiamo visto nei film : un fiume di gente in fila ordinata entrava nei vagoni dei treni per stiparsi all’interno in modo inverosimile.

Il centro commerciale è vicino alla spiaggia da cui si ha una bella vista sul Rainbow Bridge che illuminato sulla baia di Tokyo, sembra una cartolina.

Ceniamo in un ristorante proprio sul mare e il prezzo è davvero contenuto con una vista incredibile sulla baia.

Giorno 4 – Ginza, Shibuya

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Il giorno seguente acquistiamo in stazione i biglietti dello Shinkansen per il giorno dopo. Dal 2020 i prezzi sono aumentati del 60%, conviene acquistare prima di partire una card valida più giorni nel caso si abbia intenzione di viaggiare molto. Per noi che vogliamo fare solo Tokyo/Kyoto a/r va bene un biglietto semplice che comunque paghiamo 350€ per tutti e due a/r.

L’ultimo giorno a Tokyo lo dedichiamo a visitare il quartiere di Ginza e il famoso incrocio di Shibuya Dove c è la statua dell’akita, che per dieci anni attese il padrone e dove ci sono quelle famose strisce di attraversamento che fanno sembrare i pedoni tante piccole formiche in un formicaio allo scattare contemporaneo del verdi ai semafori.

La sera ceniamo in uno dei ristoranti a lago stazione, con un caldo infernale, una piastra calda davanti a noi con cui cucinare i cibi, il treno che sferragliava sulle nostre teste: un’esperienza unica e molto divertente nonostante il caldo incredibile.

Giorno 5 – Arrivo a Kyoto

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Il giorno seguente partiamo per Kyoto dalla stazione centrale di Tokyo. Il viaggio in Shinkansen è veloce e comodo. Per viaggiare con le valigie di grandi dimensioni è necessario prenotare anche il posto per la valigia. All’arrivo, Kyoto ci dà subito l ‘impressione di essere una città meno frenetica e più legata ai suoi ritmi antichi.

Dopo il check in al Fresa Inn di Goji, iniziamo la visita della città partendo dal tempio Higashi Hongan-Ji e dall’ultimo piano del centro commerciale (Kyoto station Building) adiacente alla stazione da cui si vede un meraviglioso tramonto sulla città.

Giorno 6 – Gion

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Il giorno seguente facciamo una visita guidata di Gion, il quartiere delle geishe con una guida locale (prenotata su Guruwalk) che ci dà molte informazioni utili su usi e costumi e su cosa visitare nei giorni successivi.

Giorno 7 – Foresta di Bambù

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Il terzo giorno a Kyoto visitiamo la foresta di bambù, raggiungibile facilmente in treno, come tutto del resto a Kyoto (è valida la Suica card). Non lontano dalla foresta di c’è un bel parco in cui vivono, in libertà, le scimmie giapponesi. Bisogna salire su di una collina per arrivarci, ma ne vale veramente la pena, sia per che scimmie che per la vista.

Tornati nella zona centrale di Kyoto, facciamo un aperitivo nel mercato Nishiki dove ci sono molte bancarelle che vendono prevalentemente street-food ed il pesce è talmente fresco che viene conservato vivo negli acquari del retrobottega.

Giorno 8 – Tempio d’Argento

Il quarto giorno visitiamo il percorso della filosofia e il Tempio d’Argento. La passeggiata deve essere meravigliosa in primavera con i ciliegi in fiore, in estate fa un caldo insopportabile anche se l’atmosfera resta di pace idilliaca. Dobbiamo fermarci a prendere una granita al limone con i fagioli rossi (buonissima) per riuscire a resistere al caldo afoso.

Giorno 9 – Fushimi Inari Taisha, Kinkaku-Ji

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Nel nostro ultimo giorno a Kyoto visitiamo il Fushimi Inari Taisha, tempio dalle 10.000 porte rosse dedicato alla divinità del riso. La camminata sulla montagna attraverso le 10.000 porte è una bella sfida che merita tutto lo sforzo. Come ultimo visitiamo il Tempio d’oro, Kinkaku-Ji, situato al centro di un parco zen che ci lascia veramente incantati.

L’ultima notte a Kyoto la trascorriamo in un Ryokan tradizionale, prenotato anche questo su Booking, Kamoya Ryokan (43,00€ a notte), molto caratteristico anche se il futon può risultare un po’duro. Mentre raggiungevamo il Ryokan abbiamo lasciato inavvertitamente il cellulare sul treno e, non ci potevamo credere, è stato ritrovato e consegnato alla stazione del capolinea, che però si trovava nella prefettura di Osaka.

Giorno 10 – Rientro a Tokyo e onsen

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La mattina seguente, prima di partire con lo Shinkansen, andiamo ad Osaka a riprendere il cellulare, ancora increduli per averlo ritrovato e per l’incredibile onestà di questo popolo. Tornati a Tokyo, facciamo l’ultima esperienza giapponese che abbiamo sulla nostra lista: l’onsen. Molto simile alle terme, uomini e donne sono però separati perché si sta completamente nudi. Ne usciamo un po’intontiti, nonostante non vi abbiamo trascorso molto tempo, perché l’acqua arriva anche a quaranta gradi, in alcune vasche.

Quella sera soggiorniamo in un hotel della solita catena Fresa Inn a Kawasaki, che si trova non lontano dall’aeroporto Haneda di Tokyo. Per raggiungerlo prendiamo la metropolitana ma all’ora di punta naturalmente è molto piena. Saliamo su un vagone quasi vuoto che poi scopriamo essere la prima classe. La Suica non è sufficiente in prima classe, bisogna avere anche un bollino verde che si acquista a parte in base ai km che si vogliono percorrere in prima classe. La signora che ci controlla i biglietti non si scompone quando diciamo di avere solo la tessera Suica, semplicemente ci invita a scendere alla nostra stazione di arrivo e ad acquistare il bollino verde. Anche qui rimaniamo stupiti per la fiducia. Naturalmente scesi a Kawasaki acquistiamo dai distributori automatici il bollino.

Ultima cena giapponese in un locale tipico di Kawasaki a base di pesce e cavallo, naturalmente togliendoci le scarpe all’ingresso. Il giorno seguente ritorno in Italia, un po’provati da gran caldo e dai chilometri macinati a piedi ma incredibilmente pieni di emozioni per le meraviglie viste nel Paese del Sol Levante.

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