La natura rigogliosa del Brasile: da Rio de Janeiro ai lençois, per scoprire una terra che sorprende e incanta
Mettere insieme in un viaggio gli spettacoli che la natura offre in Brasile non è cosi scontato da programmare, ma si concretizza con un itinerario vario e splendido. Il periodo è scelto per godere al meglio delle cascate di Iguazù ancora gonfie e spumeggianti e dei lençois prima che l’acqua delle pozze inizi ad evaporare, anche se giugno non è il mese migliore per Rio. Un grande grazie a Paola (de Il Tucano Viaggi Ricerca) che ha programmato e predisposto tutto alla perfezione.
Indice dei contenuti
Diario di viaggio in Brasile
Giorno 1 – Arrivo a Rio de Janeiro
Volo Latam LA 8073 MXP/GRU 13,15/19,55. A San Paolo, nella sala di imbarco scopriamo che il nostro volo è stato cancellato e che verrà sostituito da quello successivo 1 ora dopo (ci dicono perché entrambi poco pieni e ci assicurano che per noi non cambia nulla se non l’orario). Volo LA 3350 GRU/GIG 23,20/00,20. A Rio de Janeiro troviamo ad aspettarci Dario e ci assicura che sarà lui il nostro autista/guida per il giro in Rio. Vista l’ora le strade sono deserte e siamo al Copa Sul Hotel in Copacabana poco dopo le 2.
Giorno 2 – Copacabana, Cristo Redentore
Prima di iniziare il tour di Rio de Janeiro, facciamo una breve camminata sulla spiaggia di Copacabana (distante un solo isolato dall’albergo). Il cielo è abbastanza nuvoloso. Puntuali alle 9 partiamo per la nostra visita di Rio. Percorrendo le strade trafficate ci dirigiamo verso il Cristo Redentore, ammirandolo dal basso. Con l’auto saliamo fino alla stazione, poi con la navetta raggiungiamo la cima del Corcovado. Gli spiazzi che ospitano la gigantesca statua sono molto affollati, per affacciarsi alle ringhiere e vedere i grandiosi panorami di Rio occorre farsi largo tra la folla.
Nella cappellina sul retro del piedestallo è in corso una funzione religiosa con babbi natale, pare sia un battesimo. Il giro prosegue con varie soste attraverso i quartieri vecchi, i “larghi” e i ripidi saliscendi, il quartiere di Santa Teresa ed i suoi tram gialli aperti, l’arco di Lapa, i tanti murales, le vedute sulle favelas abbarbicate alle colline, la scalinata di Selaron e la cattedrale metropolitana di San Sebastiano dalle bellissime vetrate. Pausa per un pranzo decisamente abbondante in churrascaria con buffet molto vario di verdure, frutta e dolci ma soprattutto con ogni tipo di squisita carne servita o tagliata direttamente nel piatto.
Con la cabinovia raggiungiamo la vetta del Pan di Zucchero, prima che la nebbia lo avvolga, per ammirare gli spettacolari panorami sulla baia di Guanabara e sulla vasta Rio de Janeiro. Saltando fra gli alberi e le panchine alcune simpatiche scimmiette sagui aspettano la generosità dei turisti. Nel fare ritorno all’albergo allunghiamo ancora con un lento (grazie all’ora di punta) giro in auto per vedere le spiagge di Leblon, di Ipanema e di Arpoador.
Dario (che parla bene la nostra lingua imparata da dei corsi tenuti dal consolato) ci racconta varie curiosità sul carnevale, sullo sport e sulle favelas (ad esempio che in molti vanno ad abitarci per evitare le tasse e che la delinquenza lì non e maggiore che nelle altre zone della città) e ci sconsiglia di passeggiare sulla spiaggia e sull’Avenida dopo le 17 per i troppi furti che neanche la massiccia presenza di forze dell’ordine riesce a evitare. Accolti i consigli e prese le precauzioni del caso usciamo; la presenza di polizia è davvero elevata, l’avenida cambia completamente: di giorno ci sono persone che praticano sport mentre nel tardo pomeriggio ci sono tante bancarelle, artisti di strada e una marea di persone. Si fanno notare le donne brasiliane per la loro caratteristica di sfoggiare maquillage ben fatti ma eclatanti e tutte le età.
Giorno 3 – Foresta di Tijuca
Fatta colazione ed una breve camminata sulla spiaggia, curiosiamo in un ampio locale posto di fianco all’albergo: è una banca, ci sono parecchi utenti ma non ci sono impiegati, solo una dozzina di sportelli automatici. Ci rendiamo conto che nei pagamenti il Brasile è all’avanguardia e troviamo comodo non cambiare in real ma pagare tutto con la carta/bancomat lasciando gli euro per le mance. Attraversiamo un’altra zona di Rio, passando vicino al sambodromo ed allo stadio Maracana.
Oggi è prevista una camminata nella foresta di Tijuca. Percorriamo alcuni sentieri nella foresta, con cascatelle, stagni, alberi endemici, punti (oggi poco) panoramici. Proseguiamo con la visita del giardino botanico. Fin dall’ingresso si possono ammirare numerosi tipi di uccellini e gruppetti di scimmiette sagui. Lungo i viali si possono osservare molti bei fiori ed alberi di vario tipo (tra cui quello da cui ha preso il nome il Brasile – da braza, il colore rosso al suo interno). I pezzi forti sono sicuramente la serra delle orchidee, le ninfee vittoria dalle foglie giganti e la zona dei cactus/piante grasse. Nella zona degli alveari una scimmia chiodo scende in cerca di banane dai visitatori. Pranzo è previsto in un locale self-service in Copacabana, anche qui la carne è ottima.
Completiamo il pomeriggio con una tranquilla camminata sulla spiaggia di Copacabana ammirando i tanti surfisti che cercano di cavalcare le grandi onde.
Giorno 4 – Foz do Iguaçu
Approfittiamo per un ultimo giro sulla spiaggia che grazie al cielo limpido si manifesta in tutta la sua bellezza e lunghezza. Poi volo interno LA 3684 GIG/IGU 11,50/14,05. Ad attenderci c’è Alfonso autista/guida davvero eccezionale, premuroso e preparatissimo su qualsiasi argomento. Qui le temperature non sono più quelle di Rio, occorre aggiungere un golfino.
Partiamo subito per la visita del parco nazionale di Iguaçu con le cascate dal lato brasiliano. È un vero piacere ricevere tante attenzioni ed ascoltare tante informazioni su tutto ciò che ci circonda (dalla salvaguardia dell’ambiente, alle programmazioni di infrastrutture, alla tutela degli animali, all’espansione delle città, alla collaborazione con l’Argentina per il parco, ma anche la vita com’era e come è in queste zone, questioni politiche ed economiche dell’intero Sud America, ecc. una vera e propria full-immersion nella realtà come avessimo vissuto qua per anni).
Giunti nel parco, Alfonso ci accompagna al percorso di visita, ci esorta a prenderci tutto il tempo che vogliamo, nel frattempo lui sposta l’auto e ci viene incontro a circa metà del percorso. Fatta la prima discesa, ci troviamo di fronte allo spettacolare insieme delle cascate contornate dalla rigogliosa vegetazione. Ad ogni angolo, ogni curva, ogni piattaforma belvedere siamo stupiti da tanta meraviglia. C’è molta gente ma il vociare è sopraffatto dal fragore dell’acqua. Prima della passerella che porta direttamente sulle e sotto le cascate indossiamo gli appositi impermeabili. Ripetiamo il percorso della passerella perché è troppo bello essere immersi nelle cascate e negli arcobaleni. Giunti a Foz do Iguaçu, Alfonso ci fa fare un giro panoramico della città con l’auto, quindi ci accompagna al Viale Tower hotel spiegandoci cosa possiamo trovare di interessante nelle vicinanze.
Giorno 5 – Parco di Aves e Garganta del Diablo
La prima visita è al parco di Aves, con la ricca vegetazione, i suoi tantissimi uccelli (pappagalli, rapaci, ecc. tra cui le 2 superbe arpie) ed i pochi fenicotteri rimasti dopo l’incursione notturna di un giaguaro. Cari ma con roba bella i negozi interni. Il resto della giornata lo dedichiamo alle cataratas dal lato argentino. Superate facilmente (grazie all’esperienza ed intraprendenza di Alfonso) le formalità doganali per l’ingresso in Argentina, raggiungiamo i parcheggi del parco. L’aria continua ad essere fresca. Percorriamo il sentiero verde verso il trenino e subito ci imbattiamo nei simpaticissimi coati e poi con scimmie chiodo. La passerella che conduce alla Garganta del Diablo è molto rilassante e, passando sopra le acque ancora tranquille, permette di osservare tutta la vegetazione, numerosi uccelli, pesci e tartarughe, nonché i rottami di passerelle spazzate via, in passato, dalla furia delle acque.
Avvicinandoci alla garganta, l’acqua diventa veloce ed occorre indossare nuovamente i leggeri impermeabili. La piattaforma che si affaccia direttamente sopra un lato della imponente cascata è molto affollata, ci si bagna ma è uno spettacolo senza uguali. Sono impressionanti la quantità, il fragore e soprattutto la potenza dell’acqua. Ritorniamo col trenino e percorriamo sia il circuito superiore che inferiore continuando ad ammirare le cascate da tutte le angolazioni possibili. Lungo i sentieri incontriamo ancora coati, scimmie, uccelli ed arcobaleni.
Essendosi fatto tardi Alfonso riesce a venirci a recuperare con l’auto all’interno del parco nella zona del vecchio hotel. In albergo saliamo sulla terrazza al 17* piano dalla piscina a sfioro per goderci il tramonto ed il panorama all’imbrunire.
Giorno 6 – Verso Santo Amaro
Dopo colazione Alfonso ci accompagna in aeroporto e, cosa decisamente inconsueta, ci assiste fino all’imbarco. Volo interno LA3201 IGU/GRU 9,50/11,30; come all’andata si sorvola l’immenso bacino di Itaipu e non si vedono le cascate. All’arrivo a San Paolo siamo piacevolmente sorpresi nello scoprire che il “gate” del prossimo volo corrisponde a quello da dove siamo arrivati (per cui non sono necessari spostamenti all’interno dell’aeroporto). Anche l’aereo che ci porterà a Sao Luis è lo stesso che ci ha portati da Foz do Iguaçu, e le operazioni di imbarco iniziano immediatamente. Volo interno LA 3294 GRU/SLZ 12,25/15,45, tranquillo fino all’arrivo. Nella fase finale della discesa il comandante avvisa di una turbolenza consistente, infatti il cielo si è fatto particolarmente cupo. Quando ormai stiamo per toccare la pista il velivolo si impenna, viene ritirato il carrello e continuando a traballare notevolmente ritorniamo in alto. Il comandante avvisa che non era possibile atterrare in quelle condizioni e che verranno fatti altri tentativi. Per oltre 45 minuti giriamo sulla zona, un paio di volte sorvoliamo la pista abbassandoci ma senza tentare l’atterraggio, una volta viene nuovamente tentato l’atterraggio ma senza arrivare così vicini al suolo. Sopra l’oceano il velivolo è più stabile mentre sulla terra tra fulmini e pioggia gli scossoni sono continui. Infine con i motori al massimo tocchiamo terra all’inizio della pista e la frenata dura tutta la lunghezza della pista, per fortuna va tutto bene, le ali non toccano il terreno nonostante il vento sia molto forte e la pioggia violenta. I piloti escono dalla cabina per ricevere i complimenti. La nostra valigia non è tra quelle sull’aereo (evidentemente gli operatori non si sono accorti che avrebbero dovuto ricaricarla subito sullo stesso aereo) e gli addetti si occupano prima di chi ha avuto solo qualche danno ai bagagli. Con non poche difficoltà ci viene assicurato che la valigia (già pronta per essere imbarcata sul prossimo volo) ci verrà riconsegnata tramite corriere nell’albergo successivo visto che è già tardi (quindi non possiamo aspettare che arrivi) e che l’albergo odierno è distante e ci fermiamo una sola notte. Partiamo per Santo Amaro, remoto e sperduto, quando ormai sta calando la notte. Dopo quasi 4 ore di auto arriviamo alla Pousada Agua Doce, nonostante l’ora ci viene servita la cena.
Giorno 7 – Santo Amaro
Iniziamo la giornata con un giro nel bel giardino circostante. Esternamente le casette con le camere sono molto graziose, ben inserite nel rilassante giardino pieno di piante e fiori ; da qui possiamo osservare alcuni abitanti del posto attraversare la parte di lago confinante con la posada rimboccandosi i pantaloni e camminando come se fossero in strada. La temperatura è gradevole. In questi giorni ci accompagna ed è sempre con noi Halter: discreto e solerte conosce bene l’italiano in quanto è stato in Italia alcuni anni. L’organizzazione di queste giornate è perfetta, nonostante il ritardo iniziale riusciamo a fare tutte le escursioni previste; i trasferimenti in auto o fuoristrada o barca e chiatta sono tutti puntualissimi e molto ben sincronizzati, anche i pasti nelle varie località sono inseriti nelle escursioni evitando perdite di tempo e permettendoci di godere al massimo di questa natura meravigliosa con soste e camminate a volontà.
Partiamo con il fuoristrada e facciamo il primo incontro con i grandi lençois: lo spettacolo è splendido, non è facile da descrivere. Un’infinità di pozze d’acqua dolce e cristallina, di cui le più grandi vengono chiamate lagoe, inserite fra dune di sabbia bianca, abbagliante soprattutto col sole, sono un ambiente straordinario. Con la jeep che percorre la traccia di alcune piste, arranca sulle dune più alte o attraversa le pozze nei punti meno profondi, andiamo a vedere le lagoe Baagi, Praigna, Casuerigno, poi ammiriamo dall’alto Espigao e ancora laoge Giunco, Murici (asciutta), Andoirigna e Gaivota ed infine il Rio Alegre. Le soste e brevi passeggiate sono molto frequenti presso le lagoe, dalle pozze per camminare un po’ nell’acqua, dai punti panoramici o semplicemente dai punti che più ci piacciono.
Incontriamo pochissimi turisti, ci sono addirittura delle mucche. Usciti dal parco troviamo la macchina che ci trasferisce a Barreirinhas. Durante il pranzo presso la Pousada Do Buriti ci viene riconsegnata la valigia, il tempo di vestirci in modo più leggero e ripartiamo con il fuoristrada (questa volta oltre all’autista esperto c’è anche un assistente/guida). Attraversiamo il Rio Preguicas con una chiatta, mentre scendono alcune gocce di pioggia. La pista, tipo montagne russe, attraversa una zona con parecchia vegetazione e nuclei di abitazioni di una popolazione sostanzialmente nomade.
Arrivati al parcheggio affrontiamo la ripida salita (volendo con scala) che porta sulla duna di accesso alla lagoa Bonita, Clony, Descansale ed altre senza nome. Dall’alto il panorama è davvero unico, c’è molta gente ma gli spazi sono a perdita d’occhio. Camminiamo a lungo anche nell’acqua. All’ora del tramonto si avvicinano grossi nuvoloni neri che in lontananza sono squarciati dai fulmini. Torniamo all’auto lasciandoci sprofondare nella sabbia lungo la ripida discesa, diamo uno sguardo agli stand che vendono prodotti locali (tra cui molti anacardi) e ci precipitiamo all’interno del fuoristrada perché inizia un acquazzone. La pousada è molto carina, la camera ha più locali ed un bello spazio coperto con amaca davanti all’ingresso, il cortile lastricato è ricco di fiori e piscina di fianco al ristorante
Giorno 8 – Vassouras, Mandacaru
Nel buffet della colazione ci incuriosiscono varie specialità tipiche a noi sconosciute. Un auto ci traferisce all’imbarcadero. Il nostro mezzo di trasporto questa mattina è la barca, indossato il salvagente iniziamo la navigazione lungo il Rio Preguicas. La prima sosta è a Vassouras per un giro nei piccoli lençois, da qui e da molti altri punti della navigazione è ben visibile un esteso campo di pale eoliche. Poi attracchiamo a Mandacaru dove saliamo sul faro per uno sguardo dall’alto su tutta la zona. La sosta successiva è a Caburè, la lingua di spiaggia che si trova tra il fiume e l’oceano. Arrivati ad Atins un fuoristrada ci conduce alla Pousada Irmao Atins. Atins è un altro paesino remoto e difficile da raggiungere, è costruito sulla sabbia, non esistono strade ma solo piste di sabbia. La pousada è molto amabile con la piscina vicino all’ingresso, il vialetto centrale ombreggiato da molte palme sotto le quali ci sono delle aiuole in cui sono coltivati prodotti dell’orto; il ristorante non funziona ed una parte di camere non è agibile perché una forte mareggiata l’ha recentemente rovinata ed è in corso di ristrutturazione. La nostra camera, suites dunas, è un vero e proprio alloggio confortevole. Prelevati da un altro fuoristrada, facciamo un giro fra le abitazioni di Atins, per recuperare delle sdraio, poi sempre su piste di sabbia e guadi ci dirigiamo verso il Canto di Atins dove è previsto il pranzo (semplice ma buono il petto di pollo alla griglia con verdure) in una struttura fra palme e fiori costituita da grandi tavolate sulla sabbia sotto una tettoia.
Riprendiamo il tour viaggiando direttamente sulla spiaggia e sul bagnasciuga fino a delle piccole cascate di acqua dolce provenienti da una lagoa. In alcuni tratti ci sono pecore e capre a brucare la poca erba che spunta tra la sabbia. È suggestivo camminare sopra e sotto le mini cascate a pochi passi dalle lunghe onde dell’oceano. Ci allontaniamo dirigendoci verso l’interno e le lagoe Maria Vittoria e Gavion dove ci concediamo un rilassante bagno. Poi ancora saliscendi fra le dune e pozze fino alla lagoa 7 Muglieres dove vengono posizionate le sdraio per farci assistere al tramonto, ci sono altre auto e altre sdraio ma ognuno ha un’ansa tutta per se. Il cielo è terso, i colori cambiano, il sole tramonta e all’imbrunire ripercorriamo la strada dell’andata arrivando a notte fonda. Halter ci accompagna a cena in un ristorante poco lontano dalla pousada ed anche in questo posto sperduto paga con “PIX” il corrispondente del nostro Satispay.
Giorno 9 – Rientro in Italia
La sveglia suona molto presto, ma quando ci presentiamo per la colazione preparata apposta per noi troviamo già Halter che continua a ricoprirci di premure ed attenzioni. Con un fuoristrada raggiungiamo il Rio Preguicas dove ci attende la barca, essendo ancora buio non la vediamo così il barcaiolo richiama l’autista con una telefonata. Poco dopo la partenza assistiamo all’alba ed al risveglio della natura. Il tragitto diretto in barca dura circa 1 ora. Ad attenderci a Barreirinhas c’è l’auto che ci porta a Sao Louis. Lungo la strada sostiamo brevemente presso un locale tipo autogrill giusto il tempo di acquistare ancora degli anacardi tostati.
Il volo LA 3293 SLZ/GRU 12,50/16,30 parte con 10 minuti di ritardo. All’arrivo a San Paolo il ritardo è ancora aumentato, l’imbarco del nostro volo intercontinentale è già iniziato, dobbiamo attraversare letteralmente di corsa i terminal, cercando di saltare in parte le code ai controlli ed arrivando ultimi a salire sull’aereo che sta già per chiudere i portelloni! Volo LA 8072 GRU/MXP 17,45/10,00, l’hostess si ricorda i nostri nomi dal volo di andata: evidentemente siamo proprio vecchietti.