Non ci sono i ciliegi: ecco cosa scoprire in Giappone per un viaggio all’insegna delle fioriture

Itinerario di due settimane in Giappone nel ponte 25 aprile/ 1 maggio, durante la famosa “Golden Week”, ammirando i magnifici giardini fioriti di azalee, rododendri, peonie, rose e glicine
Scritto da: leonardogru
non ci sono i ciliegi: ecco cosa scoprire in giappone per un viaggio all'insegna delle fioriture

Questo è il nostro secondo viaggio in Giappone: ci era piaciuto talmente tanto durante il nostro viaggio di nozze (pre-Covid) che abbiamo deciso di ripetere l’esperienza, completamente organizzata in autonomia e senza agenzia, scegliendo un itinerario molto rilassante, prevalentemente urbano, alla ricerca di angoli meno esplorati e della vera cucina giapponese. L’altro motivo per cui abbiamo deciso di tornare in Giappone è il tasso di cambio con lo YEN giapponese, sprofondato proprio durante la nostra vacanza al minimo storico degli ultimi 34 anni (1 Euro=168 Yen), rendendo tutto mediamente più economico. Tutto tranne gli hotel ed i voli, che seguono la domanda del turismo straniero e sono rincarati in modo tale da compensare (o addirittura superare) la svalutazione della moneta. In totale abbiamo speso circa 3500 euro a testa tutto compreso, più o meno lo stesso che avevamo speso nel 2019.

Abbiamo visitato Tokyo (8 gg), Kamakura (1 gg), Osaka (2 gg), Kyoto (1 gg), Himeji (1 gg), Nagoya (1gg). Non è quindi un itinerario “classico”, quello che si dovrebbe fare come prima volta, ma vi potrebbe essere comunque utile per avere informazioni pratiche aggiornate.

fioriture giappone

La scelta di andare in questo periodo dell’anno è legata esclusivamente al ponte del 25 aprile/1 maggio. Se cercate i ciliegi fioriti a Tokyo in questa stagione, è già troppo tardi, sono tutti sfioriti. In compenso abbiamo scoperto la passione tutta giapponese per i giardini fioriti di azalee, rododendri, peonie, rose e glicine. Dislocati all’interno dei parchi urbani o nascosti fra i templi shintoisti, questi giardini rispecchiano la ricerca della perfezione tipica dei giapponesi, che si intravede la cura maniacale dedicata alla potatura di ogni singola pianta, nei fiori immacolati che sembrano presi da una cartolina e formano delle macchie rosa, rosse, gialle, blu, tutte di colore vivissimo. L’altra peculiarità di questo periodo dell’anno è la “golden week”, ossia la settimana sono concentrate molte festività nazionali. Questo può essere un pregio, perché ci sono manifestazioni e festival folkloristici, ma anche un grosso svantaggio, perché tutti i giapponesi sono in ferie e le scuole sono chiuse, col risultato che gli hotel ed i treni saturano per il turismo interno. Da questo punto di vista le date “peggiori” sono il 29 Aprile ed il 3/4/5 Maggio. La nostra esperienza non è stata così drammatica, abbiamo notato in effetti che gli hotel erano più cari in queste date (circa il doppio del prezzo medio), ma il sovraffollamento all’interno delle grandi città (Tokyo e Osaka) non era tanto maggiore del solito.

Passando ai fatti, vi faremo un breve riassunto degli aspetti pratici ed organizzativi del viaggio fai-da-te, per poi descrivere l’itinerario a grandi linee, con quello che ci è piaciuto e cosa invece evitare.

Come organizzare il viaggio in Giappone e piccoli aspetti pratici

Volo

Abbiamo preso un volo Lufthansa Pisa-Francoforte-Tokyo perché era quello “relativamente” più comodo ed economico per noi (che abitiamo vicino Pisa). Lo abbiamo pagato la bellezza di 1150 euro a testa, prenotandolo dal sito della Nippon Airways (ANA)  perché costava 200 euro in meno rispetto allo stesso volo prenotato dal sito Lufthansa (le meraviglie del codeshare). Francoforte è un aeroporto molto caotico: i tempi di trasferimento da un terminal all’altro sono lunghi (oltre 1 ora). Sia all’andata che al ritorno abbiamo rischiato di perdere la coincidenza (all’andata ci hanno pure perso le valigie e le hanno spedite con un giorno di ritardo). Per quanto riguarda il volo vero e proprio, da quando lo spazio aereo della Russia è chiuso i tempi di volo si sono allungati di 2-3 ore. All’andata l’aereo ha fatto lo slalom, evitando gli stati in guerra e passando attraverso tutta la Cina. Al ritorno invece è passato dal Canada e poi direttamente sul Polo Nord, regalandoci un’esperienza indimenticabile: distese infinite di ghiaccio, paesaggi lunari bianchissimi, un’atmosfera totalmente surreale. Altra piccola nota: se volete vedere il monte Fuji all’atterraggio/ decollo da Haneda, prendete i posti sul lato sinistro dell’aereo.

Hotel e ryokan

Ci siamo affidati principalmente a Booking ed Agoda per prenotare gli alloggi. Per evitare di stare nelle microscopiche camere di hotel (12 metri quadri) che ci avevano angustiato nel nostro primo viaggio, abbiamo preferito dormire negli apart-hotel (circa 40-50 metri quadri con cucinotto) spendendo qualcosina in più (150 euro a notte di media a Tokyo). Ad Osaka i prezzi sono un po’ più bassi (100 euro) mentre a Nagoya sono decisamente economici (60 euro) perché è fuori dal turismo di massa. Non abbiamo alloggiato nei Ryokan, le locande tradizionali giapponesi, perché lo avevamo già fatto nel nostro primo viaggio. È un’esperienza meravigliosa ma molto costosa (300 euro a notte con mezza pensione per uno di buon livello), che non può mancare se siete al primo viaggio.

Internet

Invece di noleggiare il router portatile WiFi, ci siamo affidati alle più economiche e pratiche sim virtuali (e-sim). Ci siamo trovati bene con la MOBAL. Abbiamo preso 2 e-sim da 50 GB, validità 16 giorni, per 3900 yen (24 euro) ciascuna. Attivate prima di partire, mentre aspettavamo l’imbarco in aeroporto, all’arrivo erano già funzionanti. Ricordatevi che per usare le e-sim serve un telefono compatibile (iPhone oppure Android di fascia alta, i modelli economici non le supportano).

Spostamenti

Atterrati all’aeroporto, fate la tesserina magnetica “Welcome Suica” per i trasporti pubblici. È una tessera temporanea (28 giorni), ricaricabile, senza deposito cauzionale, anonima, individuale, che vi dà accesso a qualunque mezzo pubblico in Giappone. Si può fare esclusivamente negli aeroporti di Haneda e Narita, non la troverete altrove. Ad Haneda è nel terminal 3 (quello internazionale), davanti all’entrata della Tokyo Monorail. Dentro le città è facile spostarsi con la metro e gli autobus, usando le app come Google Maps oppure JapanTravel (Navitime). La metro a Tokyo e Osaka ha tante scale e pochi ascensori, se vi muovete con le valigie è meglio andare in taxi, che è comunque abbastanza economico (3 euro al kilometro). L’app dei taxi più diffusa si chiama “TAXI GO” (esiste anche UBER ma è meno diffuso e più caro). A Tokyo c’è anche lo sharing dei monopattini e bici elettriche (LUUP), ma sono poco utilizzati e vanno parcheggiati solo nelle aree designate, non si possono lasciare dove si vuole.

Per quanto riguarda i treni, l’opzione Japan Rail Pass (pass per avere tutti i treni gratis) è diventata insostenibile da quando, lo scorso ottobre 2023, il prezzo è aumentato di colpo del 70%. Il pass da 7 giorni costa 50mila yen (300 euro) ed è difficile da ripagarsi. Importante durante la golden-week! Nella settimana 29 Aprile – 5 Maggio, tutti gli Shinkansen rapidi (Nozomi) sulla linea Tokaido (Tokyo-Kyoto-Hiroshima) sono molto affollati ed hanno la prenotazione obbligatoria. Gli altri Shinkansen che fanno più fermate (Hikari) invece hanno più disponibilità e non è obbligatoria la prenotazione (carrozze 1-5 libere). Prenotare i biglietti dello Shinkansen da internet è molto difficile: vi potete affidare ad alcuni siti non-ufficiali, che lo faranno per voi con un grosso sovrapprezzo, oppure potete tentare dal sito ufficiale “smart-ex.jp”, che però funziona male con le carte di credito non giapponesi. Dopo aver provato con 3 mastercard e 2 Visa, abbiamo rinunciato e siamo andati in stazione a prenotare dalla macchinetta automatica (evitate la biglietteria, non parlano inglese). Dato che i treni delle ore di punta (7-10 la mattina) erano tutti pieni, per spostarci tra Tokyo e Osaka abbiamo ripiegato su orari meno affollati, verso le 11, perdendo purtroppo parte della giornata. Nota extra: i sedili degli Shinkansen sono ruotabili, tutti i posti sono sempre rivolti nella direzione di marcia del treno, non esistono posti “al contrario”.

Infine, se pensate di spostarvi fuori dai centri urbani, in zone rurali o montuose, non disdegnate l’ipotesi di noleggiare una macchina. Lo avevamo fatto nel nostro primo viaggio ed è stato divertente. La guida è a sinistra come in Inghilterra, le auto sono tutte con cambio automatico e serve la patente internazionale (da fare in motorizzazione o all’ACI almeno 1 mese prima di partire).

Pagamenti

Contrariamente al resto del mondo occidentale, dove il cashless è la scelta preponderante, i contanti sono molto amati in Giappone. Non esiste l’obbligo del POS, anzi moltissimi ristoranti accettano solo contanti (e non fanno scontrini). Non è necessario partire dall’Italia carichi di banconote, piuttosto è molto più semplice e conveniente prelevare yen direttamente in Giappone dal bancomat (solo il 2% di commissione sul tasso di cambio). Il primo bancomat utile è direttamente all’aeroporto di Haneda, accanto alle macchinette per fare la “welcome suica” all’ingresso della Tokyo monorail. Poi li potete trovare all’interno di tutti i minimarket (7eleven, Family Mart, Lawson), che sono veramente tantissimi. Le carte di credito dei principali circuiti (Mastercard, Visa e American Express) funzionano senza problemi. Le carte di debito (Maestro e V-Pay) invece non sempre vengono accettate.

Cibo

Per noi italiani lo shock culturale passa (soprattutto) dal cibo. La colazione giapponese è salata, a base di pesce, tofu e funghi (ci vuole stomaco). Per questo motivo abbiamo scelto solo pernottamenti senza colazione e ci siamo comprati i biscotti al supermercato. A pranzo ci sono molte opzioni “veloci” ed economiche (meno di 5 euro a testa) come una ciotola di ramen/soba/udon, gli yakitori (spiedini), il tonkatsu (cotoletta di maiale fritta) e l’okonomiyaki (frittata con uova, farina e verza). L’acqua del rubinetto è potabile e viene sempre servita gratis durante i pasti. Una birra media alla spina costa circa 4 euro, che in proporzione al costo del cibo è davvero tanto. A cena potete spendere qualcosa in più ed andare a mangiare il sushi (da 20 euro in su), esplorare la varietà della cucina izakaya (locanda tradizionale, da 30 euro in su), o assaggiare il fantastico Wagyu, la carne di manzo giapponese, cucinata in mille modi diversi (bollita, alla piastra, grigliata, fritta, ecc). Le versioni che ci sono piaciute di più sono quella alla griglia (Yakiniku) e quella alla piastra (Teppanyaki). Il prezzo dipende dalla qualità, dal taglio e dal peso: quella più economica (che è comunque buona) costa intorno ai 12 euro all’etto (viene pesata solo la carne già tagliata e disossata); il leggendario Wagyu di Kobe A5, che è il massimo del massimo, lo abbiamo invece pagato la bellezza di 100 euro all’etto (si avete letto bene, mille euro al chilo), ma una volta nella vita vale la pena provarlo. Ad essere del tutto sinceri, la differenza con il filetto di massima qualità (A5) della razza “japanese black” (quindi non Kobe) si sente ma solo se li assaggiate insieme, con la non trascurabile differenza che quest’ultimo costa la metà (50 euro all’etto).

Note extra: se avete allergie/intolleranze alimentari gravi, avrete molte difficoltà perché i giapponesi parlano zero inglese e la stragrande maggioranza dei ristoranti non prevede nemmeno la lista degli allergeni nei piatti. Attenti anche ai ristoranti che hanno il menu in inglese con i prezzi gonfiati per turisti, noi siamo stati fregati almeno due volte. Per evitare che il turista si accorda della truffa, i prezzi nel menu giapponese sono scritti in Kanji, alfabeto giapponese, quindi illeggibili senza un telefono col traduttore.

Meteo

Il meteo aprile/maggio è decisamente più piovoso del nostro (del centro/sud Italia perlomeno). Di media abbiamo avuto 1 giorno su 3 di pioggia, 1 su 3 molto nuvoloso ed il rimanente soleggiato. Anche le giornate di sole erano comunque velate, con molta umidità nell’aria (più si va verso l’estate e più aumenta). Speravamo di trovare una giornata veramente limpida per andare a vedere il monte Fuji, ma non siamo stati fortunati, questa non è la stagione adatta. Le temperature a Tokyo cambiano rapidamente, un giorno piove e fanno 18 gradi, il giorno dopo esce il sole e sale a 28-30 gradi di colpo. 

Itinerario di viaggio in Giappone

Abbiamo pianificato molto poco, organizzando tutto in meno di 3 settimane. Abbiamo pernottato, in ordine, 5 notti a Tokyo, 4 notti ad Osaka, 1 notte a Nagoya, altre 4 notti a Tokyo. Da Tokyo abbiamo fatto una gita di 1 giorno a Kamakura e mezza giornata a Yokohama, mentre da Osaka ci siamo spostati per le gite a Kyoto ed Himeji. Col senno di poi, Nagoya potevamo saltarla.

Qui di seguito l’elenco delle città visitate con i nostri consigli:

Tokyo

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Città enorme, inutile scrivere tutti i posti che abbiamo visto, elenchiamo solo quelli che sono tipici di questo periodo tardo-primaverile:

  • Ueno Toshogu Peony Garden: a pagamento (700 yen), contiene circa 600 peonie arbustive. Nelle vicinanze, dentro il parco di Ueno, c’è un ristorante kaiseki molto carino, che si chiama “Inshotei” (consigliata prenotazione).
  • Bunkyo Azalea Festival: a pagamento (500 yen) ma si vede bene anche da fuori, è un giardino di azalee enorme (circa 3000 piante) accanto al tempio Nezu. Il 22 aprile era fiorito ma molte piante iniziavano già a sfiorire, meglio visitarlo un paio di settimane prima.
  • I roseti all’interno del parco Yoyogi: gratis, sono nella parte sud del parco, vicino alla Shibuya gate, vale la pena se siete già in zona. Da accoppiare per esempio con il santuario Meiji, Takeshita street ed Omotesando Hills.
  • Sky lobby Azabudai Hills (Mori JP tower): bar con consumazione obbligatoria al 33esimo piano del nuovissimo grattacielo di Tokyo, che fa parte di un complesso di collinette artificiali con negozi ultralusso molto piacevole da visitare (un sogno per gli architetti). La vista di notte sulla Tokyo Tower è impagabile. La potete accoppiare con la visita al TeamLab Borderless (proprio lì accanto).
  • Tokyo Disney Sea: a soli 20 minuti di metro dal centro di Tokyo, il parco della Disney in versione porticciolo veneziano è adorabile (che abbiate figli o meno). Per trovare meno affollamento, siamo entrati con il biglietto serale infrasettimanale (4500 yen, dal lunedi al venerdi, dalle 17 alle 21) ed è stato più che sufficiente per vedere tutto il parco, lo spettacolo con le barche e fare alcune delle attrazioni principali (dopo le 20 le file si riducono parecchio). Per ottimizzare i tempi ci siamo portati uno snack nello zaino (sarebbe vietato ma non controlla nessuno) e abbiamo posticipato la cena dopo l’uscita.
  • Da evitare, il mercato del pesce di Tsukiji all’ora di pranzo. Da quando il vero mercato del pesce è stato spostato a Toyosu (non accessibile al pubblico), questo insieme di bancarelle e buchetti per mangiare è diventato un trappolone per turisti stranieri. Gli unici giapponesi che vedrete qui sono quelli che cercano di vendervi il sushi o gli spiedini di fragole caramellate.

Yokohama

Sinceramente non l’abbiamo apprezzata molto, forse perché eravamo stanchi. C’è un grande quartiere cinese ed un’ampia area portuale con centri commerciali ed una bella ruota panoramica. Probabilmente non una delle mete essenziali del nostro viaggio.

Kamakura

Nonostante questa località sia consigliata in quasi tutti gli itinerari classici, a noi non è piaciuta molto, probabilmente perché ci siamo organizzati male. Siamo partiti tardi la mattina e ci siamo fatti a piedi la strada dalla stazione di Kita-Kamakura fino a Kamachi-dori street, guardando i templi che si nascondono nei boschi ai lati della strada (circa 5 km comprese le deviazioni). I templi sono carini, ma la strada è un po’ trafficata. Anche il caldo non ha aiutato, era una giornata di sole abbastanza afosa (28 gradi). Alla fine ci siamo fermati a fare shopping a Kamachi-dori e non abbiamo proseguito oltre (saltando quindi il famoso buddha gigante ed Enoshima, che forse erano le uniche che valeva la pena vedere). Per confronto, ci era piaciuto molto di più Nikko, altro grande classico vicino Tokyo, con i suoi templi immersi nei boschi e fuori dalla civiltà (visitata nel viaggio del 2019).

Osaka

Pur essendo una grande metropoli, le differenze con Tokyo sono molte. Prima di tutto, l’atteggiamento delle persone, decisamente più aperte, chiacchierone e meno “imbalsamate”. Poi, la pulizia delle strade, non immacolate come quelle di Tokyo. Infine in metropolitana, le carrozze “rosa”, riservate alle donne, piene di volantini e annunci anti-molestie. Le cose da vedere ad Osaka non sono tantissime, 2 giorni pieni forse sono anche troppi. Eccone alcune che ci hanno colpito:

  • Shinsaibashi-Suji Shopping Street: una lunga galleria coperta piena di negozi a non finire, che si estende da nord a sud per circa 600 metri, terminando sul canale principale di Dotonbori.
  • Dotonbori: il quartiere più famoso di Osaka, pieno di locali, ristoranti, chioschi per lo street food, vita notturna ed insegne al neon.
  • I mototeppisti (Bōsōzoku) di GTO (Great Teacher Onizuka): lungo i viali di Osaka, di notte, sfrecciano ancora le ultime bande di mototeppisti. Marmitte aperte, gas a manetta, non passano certamente inosservati.
  • teamLab Botanical Garden Osaka: (2000 yen) se avete già visto i teamLab di Tokyo, questo allestimento all’aperto nel giardino botanico di Osaka vi piacerà sicuramente. Per ovvi motivi è aperto solo dopo il tramonto (gli orari cambiano a seconda della stagione).
  • Nakanoshima Rose Garden: (gratis) bellissimo giardino con oltre 4000 piante di rose. La fioritura a fine aprile non era ancora completa, probabilmente migliora nelle prime settimane di maggio.
  • Castello di Osaka: ha un bel giardino all’esterno, piacevole da passeggiare. Non siamo entrati all’interno perché avevamo già visto quello di Himeji (vedi dopo)

Himeji

A circa 1 ora di treno da Osaka, troverete Himeji con il suo omonimo castello, che è quello meglio conservato in tutto il Giappone e merita sicuramente una visita. Tuttavia, i biglietti non sono acquistabili online, solo alla biglietteria in loco e non c’è un limite massimo al numero di ingressi. Noi siamo andati di sabato e siamo stati praticamente in fila dall’ingresso fino all’uscita, incanalati come pecore in un percorso guidato, impossibile fermarsi o fare foto, tanta era la folla. Meglio sarebbe stato visitarlo fuori dal week-end.

Kobe

Nella stessa giornata della gita ad Himeji, abbiamo accoppiato una cena a Kobe sulla via del ritorno. A Kobe non c’è molto da vedere, solo da mangiare. Scendete alla stazione di Sannomiya e vi troverete circondati dai ristoranti, anche se quelli buoni sono sempre pieni e richiedono la prenotazione. Noi siamo andati dal Kobe Beef Steak Ishida, famoso ma molto caro, e abbiamo preso il filetto di Kobe A5 per circa 100 euro a testa (vedi sopra la parte sul cibo).

Kyoto

Raggiungibile da Osaka in 40 minuti, a Kyoto vi troverete catapultati nel Giappone medievale, trovando un ambiente molto diverso dalle caotiche Tokyo ed Osaka. Abbiamo fatto una gita soltanto un giorno perché ci eravamo già stati nel precedente viaggio, ma Kyoto merita almeno 2-3 giorni ed un pernottamento per essere goduta a pieno, soprattutto la sera quando le mandrie di turisti si diradano. Tra le esperienze da provare, la cerimonia del tè in una locanda tradizionale e la passeggiata in centro con il kimono preso a noleggio. In primavera si svolge anche il “Miyako odori”, uno spettacolo teatrale inscenato dalle maiko (apprendiste geisha) che va in scena 3 volte al giorno per tutto il mese di aprile (ingresso 4000-6000 yen). Avendolo prenotato solo un paio di settimane in anticipo, ci siamo dovuti accontentare dell’ultima fila in piccionaia (le prime file vanno esaurite già nella prevendita di gennaio!) ma è stata comunque un’esperienza da ricordare. Se avessimo avuto un giorno extra, saremmo tornati anche a Nara, per nutrire i suoi affamatissimi cervi (al punto di saltarvi addosso se non li nutrite).

Nagoya

Senza infamia e senza lode. Avevamo prenotato una notte perché pensavamo di fare una passeggiata lungo la “nakasendo trail” (antica strada postale tra Tokyo e Kyoto) che però è saltata per pioggia. Abbiamo ripiegato quindi su una visita al castello di Nagoya, di cui però si può visitare solo il giardino, l’edificio principale è chiuso perché non è antisismico. In serata siamo andati al “Nabana no Sato”, il giardino botanico di Nagoya con illuminazione notturna, che è bello ma non vale la pena andarci apposta (piuttosto andate al teamLab di Osaka).

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