Tra giraffe, leonesse e spiagge incontaminate: da soli o in famiglia, questo è il viaggio da fare almeno una volta nella vita
Serengeti, Ngoro Ngoro e Zanzibar. Un viaggio – in famiglia – alla scoperta delle meraviglie della Tanzania attraverso safari, relax in spiagge e straordinarie avventure per un’esperienza da fare una volta nella vita. Ecco come.
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Diario di viaggio in Tanzania
Giorno 1 – Arrivo a Kilimanjaro
Viaggiamo con Turkish Airlines ed il nostro volo atterra in anticipo poco dopo la mezzanotte a Kilimanjaro airport. Abbiamo fatto il visto online (sul sito ufficiale in inglese) e in 30 minuti siamo fuori dall’aeroporto. L’autista con un cartello con il mio nome ci attende e ci accompagna all’hotel (a quest’ora impieghiamo 50 minuti). Abbiamo una suite familiare con 2 stanze, ci fiondiamo a letto sapendo che la sveglia suonerà alle 7.45. La colazione è varia e abbondante. Chiudiamo le valigie e alle 8.30 ci aspetta il titolare dell’agenzia per darci il benvenuto e qualche informazione pratica. Gesto molto apprezzato.
Ci presenta la nostra guida, Yao, che ci accompagnerà per i successivi 5 giorni. Partiamo immediatamente per il Tarangire, che raggiungeremo in un paio di ore. Il parcò è molto verde e fiorito, vediamo subito giraffe, elefanti, gnu, gazzelle, bufali, zebre, impala e, a distanza, una leonessa con il suo cucciolo. Yao risponde a tutte le nostre curiosità ed ha l’occhio allenato a scovare tutti gli animali. Ci fermiamo a fare un pic nic in una zona apposita, circondati dai babbuini che provano in tutti i modi a soffiarci il cibo.
Dopo qualche ora lasciamo il parco e ci dirigiamo verso Karatu, a 1 ora e mezza di macchina, dove alloggiamo al Farm of Dreams Lodge. Il personale dell’Hotel ci accoglie cantando e ci offrono un karkade. Anche qui abbiamo due stanze comunicanti. La struttura è molto bella e immersa nel verde, viene offerto anche uno spettacolo di acrobati a bordo piscina. Caratteristico.
La cena è semplice, con varie scelte a buffet. Verso ora di cena qualche zanzara fa capolino ma ci siamo spruzzati a dovere.
Giorno 2 – Serengeti
Alle 8.00 partiamo per il Serengeti. Attraversiamo le montagne che separano Karatu dal Serengeti, attraverso il parco del Ngoro Ngoro, il panorama è molto verde, la strada lascia un po’ a desiderare. Impieghiamo circa 2 ore e mezza a raggiungere la meta. Qui i panorami cambiano, si alternano zone verdi a zone secche e stoppose. Il bello di queste jeep è che i sedili sono singoli e reclinabili, quindi è facile farsi un pisolino durante gli spostamenti. Il primo giorno al Serengeti vediamo il primo leopardo e una leonessa a riposo su un albero. Ci riusciamo ad avvicinare a tal punto che siamo praticamente sotto di lei con la jeep. L’emozione è alle stelle. Intravediamo anche un ghepardo che si nasconde tra le fronde di un albero. La giornata si conclude con gli ippopotami ed arriviamo al nostro bellissimo camp tendato.
Il Signature Serengeti è un camp nuovissimo e bellissimo. La nostra tenda familiare è enorme, abbiamo due stanze separate da un salotto, due bagni con doccia come quella di casa. Le due verande affacciano sulla natura e sul silenzio. Le zebre sono a poca distanza e si fanno gli affari loro. Ci viene dato il benvenuto con il succo di tamarindo e il manager Bonus ci fornisce un walkie talkie da usare tra il tramonto e l’alba, per farci venire a prendere ad ogni spostamento.
Nel camp, oltre a noi, solo un grande gruppo di americani un po’ rumorosi, ma tant’è. La cena è a buffet, questa sera un ricco barbecue servito sulla terrazza e una zuppa di verdure favolosa. Lo staff accende un falò, accanto al quale possiamo fermarci a guardare le stelle.
La notte nel camp è un po’ ventosa, il che purtroppo non ci fa riposare bene (la tenda si muove parecchio), ma siamo pronti per il safari all’alba. Tutti pronti per partire alle 5, la colazione la faremo sulla jeep più tardi.
Giorno 3 – Safari
Dopo pochi chilometri Yao individua due ghepardi che si muovono nella steppa (noi non li abbiamo proprio visti), ci avviciniamo e arriviamo praticamente accanto a loro. Questi animali sono di una bellezza indescrivibile. Stanno andando a caccia e ci lasciano rapidamente.
In lontananza le mongolfiere punteggiano il cielo e il sole sorge mentre la natura si risveglia, che meraviglia. Ci mettiamo a caccia dei leoni, in direzione della migrazione. Dopo più di un’ora (durante la quale vediamo ovviamente centinaia di animali), intravediamo un giovane leone, nascosto dietro a un cespuglio di erba. Yao ci dice che non è solo e attendiamo qualche minuto. Infatti davanti a noi, ci viene incontro suo fratello. Lo vediamo arrivare con passo fiero, ci passa accanto e si sdraia all’ombra di un cespuglio. Il primo leone si alza a sua volta e scopriamo che accanto a lui giaceva la sua preda, una zebra, la raccoglie e si sposta accanto al fratello.
Mentre loro si trastullano e si mettono in posa per noi, consumiamo la nostra abbondante colazione. Sono meravigliosi. Nell’arco della giornata vediamo altri leoni, un leopardo, un ghepardo e zebre e gnu che stanno migrando verso il fiume Mara tutti in fila indiana.
Sulla via del ritorno ci fermiamo al centro informazioni a Seronera, dove ci danno informazioni generali sul parco. Non era una visita fondamentale ma abbiamo fatto oltre 300 km e Yao era a corto di benzina. Poi torniamo al camp dove pranziamo verso le 15.00. Saremmo dovuti andare a fare un’altra breve uscita alle 18, prima di cena, ma un problema all’auto ci ha fermati. E non ci è dispiaciuto, la giornata era già stata intensa…. La cena è stata meravigliosa e allietata dal team del Camp che ci ha coinvolto nei loro canti. Un bellissimo ricordo.
Durante la notte abbiamo sentito qualche animale che girava attorno alla tenda, probabilmente qualche zebra.
Nota sul camp: non hanno phon perché la corrente elettrica sarebbe troppo debole. Quindi ricordatelo! Io non ho lavato i capelli nonostante la polvere.
Giorno 4 – Ngoro Ngoro
La mattina dopo ci aspetta un’altra partenza alle 6.30, direzione Ngoro Ngoro. La strada è la stessa percorsa all’andata ma scendiamo verso il cratere, dove giace un lago disseminato di fenicotteri. Ci manca di vedere il rinoceronte e Yao ci dice che qui abbiamo più possibilità di vederlo. Anche in questo parco vediamo qualche leone e tanti gruppi di animali che con questo paesaggio hanno un fascino ancora diverso. Pranziamo in un’area picnic dove siamo anche riusciti a trovare un ottimo caffè espresso!
La ricerca del rinoceronte ci ha portato via qualche ora, Yao chiedeva alle altre guide che incrociavamo ma tutti scuotevano la testa, fino a che qualcuno ci ha indirizzati e abbiamo trovato una fila di jeep ferme. Su una collina davanti a noi un rinoceronte con il suo cucciolo. Senza il cannocchiale non lo avrei mai visto, ma ci siamo dovuti accontentare di vederlo così. I safari sono così, non ce n’è uno uguale all’altro e gli incontri non si possono programmare. Sono convinta che le guide conoscano gli alberi o le zone in cui certi animali amano riposare, ma nulla è garantito.
Riprendiamo la strada verso Karatu, Farm of Dreams Lodge. La cena è molto migliore della prima.
Giorno 5 – Lake Manyara
L’ultima mattina partiamo con calma. Yao ci ha detto che non dobbiamo avere aspettative su Lake Manyara, il lago si è allargato molto e non ci sono più i pontili. Effettivamente questa riserva potrebbe essere tranquillamente evitata, le strade sono tutte bloccate, il lago si è portato via tutti gli spazi. Eccetto qualche scimmia blu, nulla di speciale. Se il viaggio non fosse troppo lungo bisognerebbe andare diretti dal Serengeti ad Arusha.
Per spezzare il viaggio ci fermiamo in un Boma Masaai. Per accedere bisogna pagare (mi pare 50 dollari). Ci hanno coinvolti nei loro balli e salti, ci hanno spiegato il loro modo di vivere, le loro abitudini e ci hanno fatto vedere le loro abitazioni, la scuola e come accendono il fuoco. Alla fine ci hanno portato a ad una serie di bancarelle dove esponevano articoli che dicevano essere fatti dalle loro donne, “se li acquisti i soldi andranno per le donne”. Abbiamo acquistato 3 oggetti e ci hanno chiesto 25 dollari, ma gli stessi oggetti li abbiamo trovati a Zanzibar a 1 euro l’uno. Questa visita non mi è piaciuta, non mi hanno convinta la loro poligamia, la scuola in cui dicevano di insegnare inglese ma all’ingresso era scritto Shcool, gli oggetti che non sono fatti da loro. Tutto a misura di turista a cui spillare soldi. No grazie.
Arriviamo all’aeroporto di Arusha due ore e mezza prima della partenza del nostro volo AirTanzania delle 16.15. Salutiamo Yao e lasciamo la mancia che non possiamo esimerci dal dare, ha fatto di tutto per accontentarci.
L’aeroporto è davvero piccolo e il nostro volo parte puntualissimo, in un’ora siamo a Zanzibar.
Ho organizzato il taxi con il nostro Hotel (Temu Hotel), arriviamo all’ora del tramonto. L’hotel è sulla spiaggia ma non è nulla di eccezionale, purtroppo anche il tramonto è coperto da qualche nuvola. Per fortuna nella hall un biliardo e un calcino allietano la nostra serata. Ceniamo in hotel (purtroppo per noi) e facciamo un salto al Forodhani Park, dove tutti cercano di venderci qualcosa da mangiare.
Giorni 6-10 – Zanzibar
La mattina dopo colazione in hotel (abbondante e varia) e giro a Stone Town. Sinceramente non ci è piaciuta, sarà che faceva molto caldo e lo abbiamo sofferto ma non ci ha lasciato nulla. Alle 14.30 avevamo organizzato il taxi per Paje (mi pare 40 dollari) e partiamo. Dopo oltre 1 ora di strade dissestate (oltre all’accettabile, visto che siamo in un’isola votata al turismo) arriviamo alla meta. Ananda Beach Hotel, meraviglioso. Mariam ci accoglie con il sorriso e la nostra stanza familiare fronte mare è stupenda e ci lascerà dei bellissimi ricordi. Il terrazzo è arredato con una sorta di lettone in cui passiamo il tempo a leggere e giocare con lo sfondo del mare. Quando il vento è forte o la marea troppo bassa stiamo in piscina, altrimenti sui lettini fronte mare.
La colazione è sempre varia ed abbondante, il ristorante dell’hotel ottimo ed economico. Paje è piccola, il tempo trascorre tra una passeggiata, una nuotata, un giro sulla moto d’acqua e i pranzi sui ristoranti lungo la spiaggia. Li proviamo un po’ tutti, da Delight potete anche togliervi la voglia di una pizza e consiglio tartare, cheesecake a torta gianduia. Da zanzibarista ottimo il tonno tataki, da hello Capitano (ristorante dell’hotel) le insalate sono fantastiche. Tutti i ristoranti sono economici, eccetto il Shanga che non abbiamo provato.
Se fate kite questo posto è perfetto, noi abbiamo solo fatto da spettatori. Non aspettatevi un paese da visitare, dietro agli hotel Paje è abbastanza triste e decadente, oltre a qualche bancarella, market e ristoranti non troverete nulla.
A Zanzibar abbiamo fatto solo la gita a Prison Island e Nakupenda, che consiglio. Eravamo indecisi se fare il Safari Blu ma avendo pochi giorni di relax ci siamo proprio rilassati. Avrei voluto vedere Nungwi ma di farmi 4 ore di auto non ne ho avuto voglia. Abbiamo trascorso solo 5 giorni a Zanzibar, ma sono stati giusti per rilassarci.
Il nostro volo di rientro è sempre con Turkish e parte (ahimè) alle 3 di notte. Di rientro in Italia ci fermeremo 3 giorni a Istanbul, per non farci mancare nulla, ma questa è un’altra storia.
Consigli e info utili per un safari in Tanzania
Dopo avere chiesto e confrontato un po’ di preventivi tramite il portale Safari Bookings, propendiamo per Kilimanjaro Adventure Safari Club. Il prezzo non è il più basso ma è nettamente inferiore a quanto chiesto da altri operatori per lo stesso itinerario di categoria media e le comunicazioni via mail sono sempre state rapide e chiare. Le recensioni sono ottime.
La guida in italiano costa parecchio di più, noi parliamo bene inglese e scegliamo una guida parlante inglese. La jeep è tutta per noi e gli alloggi proposti soddisfano le nostre richieste, ma vi consiglio di verificare bene anche gli alloggi proposti.
Nostra figlia di 15 anni ha un piccolo sconto sul prezzo e nostro di figlio di 11 viene scontato parecchio. Il costo medio è di circa 1850 dollari a persona e ci chiedono una caparra che paghiamo con bonifico. Il resto sarà da pagare all’arrivo o con un altro bonifico qualche giorno prima di arrivare. Decidiamo di pagare all’arrivo cambiando i dollari nella nostra banca.
Abbiamo dormito presso: Mount Meru Hotel ad Arusha, Farm of Dreams Lodge a Karatu e Signature Serengeti Luxury Tented Camp nel Serengeti (avremmo dovuto alloggiare a Into Wild Africa ma era full e ci hanno spostato in un lodge di categoria superiore).
Ecco alcune informazioni utili:
- Durante i safari la polvere che si respira è davvero tanta. Indossare una bandana sul viso tutto il tempo è difficile, ma almeno vale la pena averla per le zone più polverose
- Scarpe: si impolverano moltissimo, noi abbiamo usato le nostre scarpe da trekking basse. Ho visto gente con le crocks così come con vecchie scarpe da ginnastica. Scegliete voi, ma sappiate che saranno da lavare.
- Valigie: essendo in 4 i nostri bagagli stavano dentro la jeep e si sono comunque riempiti di polvere, i gruppi numerosi avevano i bagagli sul tetto della jeep. Abbiamo usato trolley morbidi e una sacca grande in tessuto. Al ritorno è tutto da pulire.
- Abbigliamento: anche sugli abiti la polvere non manca. Abbiamo usato pantaloncini leggeri da trekking, il pomeriggio fa caldo e la mattina fa freddo. Si parte con addosso il piumino 100g, la felpa, maglia a manica lunga e calzettoni per poi rimanere in maglietta (noi prendevamo dietro il cambio).
- Zanzare: in Tanzania ne abbiamo visto davvero poche, nei parchi zero. Qualcuna a Karatu all’ora del tramonto. Durante i Safari Yao ci faceva sempre presente quando era giunto il momento di “spruzzarsi”, e lo faceva anche lui. Noi abbiamo usato Jungle e Jungle Kids. La profilassi è una scelta soggettiva che va fatta con coscienza.
- Mance: tutti se la aspettano, un paio di dollari quando ci portano bagagli e soprattutto una lauta mancia per la guida, come suggerito dal titolare dell’agenzia (cosa che non avevamo considerato)
- Zanzibar: è il giusto finale per un safari in Tanzania, ma di per sé non è un’isola dove andrei in vacanza. Potendo scegliere meglio le isole Mauritius o le Seychelles, ma sono collegate male con la Tanzania.
- Cambio: in Tanzania preferiscono i dollari americani, a Zanzibar accettano tutto ma è molto, molto più conveniente cambiare con la moneta locale (cambiate a Stone Town)
- Cibo e acqua: noi abbiamo sempre usato l’acqua imbottigliata per lavare i denti e siamo stati attenti all’alimentazione in Tanzania. Nonostante ciò i nostri figli hanno avuto problemi intestinali, risolti con fermenti e Diosmectal. Quando ti scappa in mezzo al nulla non è simpatico, ma si risolve. A Zanzibar ci abbiamo dato dentro anche di Tartare e non abbiamo avuto problemi.
- Meteo: noi siamo stati dal 22 giugno al 3 luglio. Meteo perfetto e quantità di turisti accettabile, non posso immaginare quante jeep ci siano in giro ad Agosto. Anche a Zanzibar è piovuto solo per qualche ora una mattina e la sera si stava al massimo con una camicia a manica lunga.
Il Safari è un’esperienza che tutti gli amanti della natura dovrebbero fare una volta nella vita. È una vacanza che richiede pazienza e spirito di adattamento, ma ripaga. L’avevamo già fatto in Sudafrica ma qui c’è una quantità di felini incredibile (Yao ci diceva che ci sono 2500 leoni in Tanzania). I nostri ragazzi non si sono mai lamentati e porteranno questi ricordi con sé per sempre.