La più lunga strada della Scozia è una striscia d’asfalto (e meraviglia) lunga 500 miglia che attraversa i silenzi del mare del Nord

Dopo il viaggio di nozze nel 2011 e un tour di due settimane nel 2019, torniamo per la terza volta in terra scozzese, per un viaggio itinerante nelle Highlands del Nord e una mini vacanza finale ad Edimburgo.
Scritto da: Fra&Gazz
la più lunga strada della scozia è una striscia d'asfalto (e meraviglia) lunga 500 miglia che attraversa i silenzi del mare del nord
Ascolta i podcast
 

Dopo il viaggio di nozze nel 2011 e un tour di due settimane nel 2019, torniamo per la terza volta in Scozia, per un viaggio itinerante nelle Highlands del Nord e una mini vacanza finale ad Edimburgo. Prepariamo il nostro itinerario con largo anticipo e prenotiamo volo e alloggi nei primi mesi dell’anno. Sul sito www.northcoast500.com acquistiamo la membership della famosa NC500, che percorreremo tutta, al costo di £ 15,00. Questa affiliazione ci permette di accedere agli itinerari interattivi e alle mappe sul sito, nonché ad un’importante scontistica (sia in negozi e ristoranti selezionati che, soprattutto, nell’autonoleggio Arnold Clark).
Abbiamo costruito il nostro itinerario in base ai nostri gusti e ai ricordi dei viaggi passati, prendendo spunto da blog e diari di viaggi per aggiungere mete e piccole gemme nascoste. Abbiamo cercato luoghi meno battuti dal turismo di massa (con qualche eccezione, tra le quali spicca la Edimburgo dei Festivals estivi!), inseguendo il silenzio delle notti sul Mare del Nord e la compagnia di qualche Highland cows e delle onnipresenti pecorelle: nonostante fosse agosto, abbiamo percorso molte stradine deserte!

Indice dei contenuti

Come dice il detto “non c’è due senza tre… e il quattro vien da sé”: buona lettura del nostro terzo round in Scozia, in attesa del quarto capitolo!

Diario di viaggio in Scozia

Giorno 1 – Domenica 30 luglio 2023 (Callander – Glencoe) miglia 108,2

Alle ore 4,30 del mattino partiamo da Reggio Emilia; alle 5,30 siamo a Bologna, al parcheggio ParkinGo (prenotato online, € 135,85 per 17 giorni) dove lasciamo l’auto, consegnando le chiavi all’addetto. La navetta ci porta al Terminal dell’aeroporto Marconi, dove ci mettiamo in fila per il bag drop e per i controlli di sicurezza. Imbarco e partenza sono puntuali.

All’aeroporto di Heathrow abbiamo quasi tre ore di scalo; usciamo dall’area partenze per fare colazione da Cafè Nero. Rientriamo e ci dirigiamo al gate A5 dove ci aspetta il volo interno per Edimburgo. Il decollo è un po’ ritardato a causa del traffico nei cieli di Londra, ma in volo si recupera: alle 13,30 atterriamo all’Edinburgh Airport.

All’uscita telefoniamo all’autonoleggio Arnold Clark e, dopo pochi minuti, una navetta ci viene a recuperare per portarci al Car Rental da noi prenotato (£ 897,10 per 14 giorni, con assicurazione kasko e miglia illimitate; abbiamo usufruito dello sconto 15% grazie alla tessera della NC500). Alla consegna dell’auto abbiamo una sorpresa: ci viene fatto un upgrade gratuito, da categoria piccola a categoria media! Prendiamo possesso della Nissan Juke (nuovissima!) e partiamo.  

Finalmente inizia il nostro viaggio on the road. La nostra prima tappa è il paesino di Callander, dove, alla cafeteria Angaster, ci rifocilliamo con scones e biscotti al burro. Due passi per la Main Street e visita al centro informativo IScotland, poi ripartiamo. Lungo la A84 ci fermiamo sul Loch Lubnaig per alcune foto alla spiaggetta di ciottoli.

Proseguiamo, poi, in direzione Tyndrum. La strada è magnifica e si snoda tra laghi e montagne, con la cima immersa nelle nuvole. Facciamo una breve sosta al carissimo minimarket Landis, dove ci pelano per una bottiglia d’acqua e un sacchetto di patatine!

Imbocchiamo finalmente la A82 sul Rannoch Moor. Ci fermiamo nei vari viewpoints (Loch Tulla, Loch Ba, Stob Dearg) e scattiamo tante foto. Poi la strada sale e si entra nel Glencoe. Il cielo è spettacolare: nuvole bianche sulle montagne creano giochi di luce con i raggi del sole. Altri viewpoints e altre soste: Glencoe Resort, Meeting of three waters, Three Sisters.

La stanchezza comincia a farsi sentire e decidiamo di rimandare a domani la visita al Glen Etive.

Arriviamo all’hotel Clachaig Inn (£ 175,00 una camera matrimoniale per una notte con prima colazione inclusa). L’Inn si trova in una meravigliosa stradina secondaria della A82, circondato dalle montagne del Glencoe. La struttura è un po’ datata, ma è stata ampliata negli anni: oltre alle camere d’hotel, oggi comprende alcuni chalets self catering e due lounges/ristorante/pub. Noi siamo nella stanza 1A al primo piano: un trionfo di moquette e tartan! La camera è basica ma funzionale, con un bel letto comodo e un bagno spazioso.

Ceniamo in uno dei locali dell’Inn, il Boot Bar, con haggis e beef burger, accompagnati da due pinte di Loch Lomond Blond.

Dopo cena facciamo qualche foto all’hotel e agli chalets. Vorremmo fare anche una passeggiata lungo la piccola single track road che costeggia il torrente fino al villaggio di Glencoe ma, dopo pochi minuti, desistiamo perchè veniamo attaccati da sciami di terribili midges!

Ci ritiriamo in camera e, dopo aver sistemato il diario di viaggio, crolliamo.

Giorno 2 – lunedì 31 agosto 2023 (Glen Etive – Eilean Donan Castle – Duirinish – Achintraid) miglia 153,4

eilean donan

La giornata inizia con una full Scottish breakfast (haggis compreso) nella sala colazioni del Clachaig Inn.

Dopo il check out, partiamo sotto un diluvio torrenziale. Ripercorriamo a ritroso la A82 fino al bivio per il Glen Etive: una single track road senza uscita di 12 miglia, poco considerata dal turismo di massa, attratto dal più famoso Glencoe. La valle è stata riscoperta da pochi anni, in quanto vi è stato girato “007 Skyfall”.

Ne percorriamo circa la metà, fino alla Dalness Estate, fermandoci spesso nelle piazzole per fare foto e ammirare il paesaggio, reso ancora più drammatico dalla pioggia incessante.

Ritornati sulla A82, proseguiamo fino a Glencoe Village, dove ci fermiamo per una sosta caffè e souvenir al Craft and Things, in un vecchio cottage.

Costeggiamo, poi, il Loch Linne, superiamo il piccolo ferry di Onich e la trafficata Fort William e arriviamo a Spean Bridge. Qui si trova il Commando Memorial, dedicato ai soldati delle Forze Speciali britanniche morti durante la Seconda Guerra Mondiale (e nei conflitti successivi).

Poi la strada A82 costeggia il Loch Lochy, che termina nelle chiuse del Canale di Caledonia.

Superiamo Invergarry e lo splendido Glengarry Castle Hotel (dove avevamo soggiornato in viaggio di nozze); imbocchiamo la A87 e proseguiamo tra laghi, viewpoints senza vista panoramica, montagne e nuvole basse. Percorriamo tutto il Glen Shiel, ma non vediamo le vette delle Five Sisters, quasi interamente coperte dalle nubi.

Arriviamo all’Eilean Donan Castle, uno dei castelli più noti e visitati dell’intera Scozia. Fotografiamo il bellissimo ponte di pietra che conduce al castello e gli esterni del monumento, da tutte le angolazioni. Poi, all’interno del rinnovato centro visitatori, ci concediamo un caffè caldo e un croissant.

Visto che per le prossime due notti saremo in appartamento, dobbiamo fare la spesa per cene e colazioni. Ci dirigiamo, quindi, alla Coop di Kyle of Lochalsh. Prima di raggiungere il paese, facciamo una deviazione per Balmacara Square, il centro visitatori della penisola di Balmacara, che però troviamo chiuso.

Dalla cittadina portuale, imbocchiamo la strada costiera, che passa per i minuscoli villaggi di Erbusaig e Drumbuie, per raggiungere il piccolo hamlet di Duirinish. Qui ci fermiamo per qualche foto al torrente costeggiato da cottages bianchi.

Ci spostiamo, poi, fino a Plockton e al suo imbarcadero. Questo paesino è famoso per il clima mediterraneo, ma oggi la pioggia e il vento gelido non ci abbandonano. Anche qui, fotografiamo i cottages bianchi che punteggiano la costa.

Decidiamo che è ora di andare a prendere possesso del Craigellachie Studio, la nostra casetta per i prossimi due giorni (€ 397,36 per due notti). Superati Strathcarron e Lochcarron, svoltiamo in una minuscola stradina lungo il Loch Kishorn che conduce (e finisce) ad Achintraid, un piccolo villaggio di case vacanze.

achintraid

Il Craigellachie Studio è una struttura bianca con rifiniture azzurre, indipendente, con parcheggio privato e accesso diretto alla spiaggetta. All’interno, è composto, al piano terra, da una cucina attrezzata con tavolo rotondo, lavastoviglie e lavatrice (e finestra con vista panoramica!); al mezzanino, da una camera matrimoniale, con pavimento in legno e scaffale libreria, e da un bagno grande, con doccia enorme e ottimi prodotti da bagno SeaKelp; al primo piano, tramite una scala di legno, si raggiunge il salotto e il terrazzino azzurro con una vista incredibile sul Loch e sul Bealach na Ba (il passo che ci aspetta domani!).

Dopo una cena a base di toast al formaggio e una serata tranquilla nella nostra casetta, andiamo a nanna.

Giorno 3 – Martedì 1 agosto 2023 (Shieldaig – Applecross Peninsula – Bealach na Ba) – miglia 73,90

bealach na ba

Stamattina ce la prendiamo comoda: sveglia alle 9.00, colazione in casa (con brioches, pane tostato e marmellata, caffè e succo d’arancia) e due passi per la minuscola Achintraid, approfittando della splendida mattinata di sole.

Verso le 11.00 prendiamo l’auto e ci dirigiamo verso Shieldaig. Prima di raggiungere il paesino, ci fermiamo al Bealach Cafè, all’imbocco della strada del passo. Scegliamo di bere i nostri (orrendi) single espresso “out in the sun”, in compagnia di una pecora belante.

Raggiungiamo Shieldaig verso le 11.45: abbiamo mezz’oretta per passeggiare lungo la Main Road del paese e sulla spiaggetta di ciottoli, con una splendida vista sul Loch Shieldaig, che è un lago di mare. Alle 12.15 abbiamo prenotato un tavolo allo Shieldaig Bar and Coastal Kitchen, un ristorantino specializzato in seafood. Esageriamo: cozze alla marinara e seafood chowder come antipasti, seguiti da due fish&chips (£72,60 comprese birre e caffè). Tutto ottimo! Dopo pranzo siamo satolli e ripercorriamo la strada principale (e unica!) del villaggio, per smaltire un po’.

Ripresa l’auto, avanziamo sulla NC500 di qualche miglio, in direzione Torridon, per raggiungere il Loch Torridon viewpoint, dove scattiamo tante foto al fiordo e scambiamo due chiacchiere con una coppia di camperisti australiani.

Torniamo indietro sulla A896 e, dopo Shieldaig, imbocchiamo la strada panoramica Applecross Coastal Route che segue la costa frastagliata della penisola. È una single track road non troppo trafficata che ad ogni curva regala visuali bellissime: prima il Loch Shieldaig e il suo famoso red-roof cottage, poi il Loch Torridon fino a Fearnmore. Quindi la strada serpeggia verso sinistra e percorre l’intera linea costiera: davanti, le isole Rona e Raasay; sullo sfondo, Skye e l’Oceano Atlantico. Superata la spiaggia a mezzaluna di Sand, si arriva nella baia di Applecross.

Prima di giungere al paesino, visitiamo la Clachan Church (chiusa), con il suo cimitero e le rovine della cappella medievale. Applecross è un villaggio costiero, incentrato sull’omonimo Inn. Oggi è chiuso e, infatti, non c’è nessuno in giro! Proseguiamo verso il minuscolo centro di Camusteel dove troviamo un incredibilmente vintage e apertissimo village store: ne approfittiamo per acquistare una birra locale e due cartoline. Sono le 17.00 ed è giunta l’ora: superato nuovamente Applecross, imbocchiamo la single track road del famigerato passo Bealach na Ba. Per fortuna oggi c’è poco traffico; la strada è piccola e un po’ malconcia. Abbiamo il ricordo di tanti camper lungo questo passo impegnativo, nonostante il divieto di percorrerlo con mezzi troppo lunghi e larghi sia scritto a chiare lettere nei cartelli stradali. Invece, senza problemi, raggiungiamo la sommità dove le foto di rito su Loch Kishorn e Loch Carron sono funestate da nuvole di midges. Montiamo il portacellulare sul cruscotto per riprendere la strada e iniziamo la discesa, decisamente più impegnativa, per pendenza e numero di tornanti. La visuale sul fiordo, però, toglie il fiato.

Arrivati a Kishorn, prima di tornare a casa, facciamo una volata al village store di Loch Carron (che è, insieme, benzinaio, supermercato, meccanico, vivaio) per una mini spesa.

A casa ci attende una cenetta a base di toast e un tramonto meraviglioso sul mare.

Giorno 4 – Mercoledì 2 agosto 2023 (Loch Maree – Gairloch – Red Point – Ullapool) – miglia 138,70

Sveglia alle ore 8.30 e colazione fai da te. Chiudiamo i bagagli, salutiamo il proprietario Neal e (un po’ a malincuore) lasciamo la nostra casetta bianca e azzurra: oggi ci spostiamo da Achintraid ad Ullapool. Ripercorriamo la A896 fino a Shieldaig, poi proseguiamo per Torridon, dove ci fermiamo al Loch Torridon Community Centre per un caffè nel patio vista mare del piccolo bar.

La strada, che in questo punto è una single track road, prosegue all’interno lungo il Glen Torridon; entriamo nella Beinn Eighe Natural Reserve e siamo circondati da montagne rocciose. Arrivati a Kinlochewe, raggiungiamo il superfotografato viewpoint sul Loch Maree: la strada che sale lungo il Glen Docherty permette di avere una splendida visuale panoramica sul lago.

Seguiamo, poi, la A832 che costeggia il Loch ma offre poche opportunità di vedere e raggiungere la riva. Arriviamo al parcheggio delle Victoria Falls: da qui, un sentiero di circa 800 metri porta alla piattaforma sospesa sulle cascate. Dedicheremo il resto della giornata alla visita dell’area di Gairloch.

Iniziamo dal Gairloch Museum (ingresso £ 7,00 a persona), che si trova all’interno di un bunker ristrutturato: la “anti-aircraft operation room” è, infatti, una costruzione in cemento armato risalente ai primi Anni 50, facente parte del sistema di difesa britannico per un eventuale attacco sovietico. Già la location, quindi, è molto suggestiva! All’interno, la collezione è molto varia e articolata, ma tutta legata alla storia di Gairloch. Ci siamo soffermati, in particolare, su alcuni reperti e aneddoti. Nella sala principale troneggia l’immensa Fresnel Lens, proveniente dal faro di Rubh Re. Si tratta di una delle più grandi lenti per faro mai costruite; faceva un’intera rotazione in 30 secondi: i marinai, dunque, vedevano 15 secondi di buio seguiti da 6 rapidissimi flash. Leggiamo che il faro di Rubh Re aveva una portata di ben 23 miglia! Accanto, è esposto l’”outdoor pulpit” della chiesa presbiteriana: un pulpito in legno usato a Shieldaig dal 1893 al 1920 per celebrare le messe all’esterno, prima della costruzione di una chiesa in muratura. Si incontra, poi, la Gairloch Pictish Stone, la pietra scolpita risalente al 500 a.C., che commemora “Dunodnat, figlio di Nechtan” e dimostra la presenza delle popolazioni pitte nella zona. Arrivati al primo piano, ci fermiamo all’Am Bard Cafè, il ristorantino del museo. Qui pranziamo con toasted tuna melt, un sandwich delizioso, e jacket potato with prawns.

La visita prosegue con la spiegazione di quanto avvenuto nella vicina Gruinard Island; il cartello originale, situato fino al 1987 nella spiaggia antistante l’isola, dice testualmente: “L’isola è una proprietà governativa sottoposta ad esperimenti. Il terreno è contaminato con l’antrace e quindi pericoloso. L’accesso è proibito”. La storia di questi esperimenti, effettuati nel 1942, ci aveva già colpito nella nostra visita precedente. Si passa, poi, nelle stanze in cui è ricostruita la vita a Gairloch nel passato: la scuola, il pub, il negozio di alimentari e i crofts (minuscoli cottages in cui vivevano intere famiglie durante le Clearances).

Terminata la visita del museo, cerchiamo la deviazione (ben segnalata, in realtà, da un cartello di quattro metri!!) che conduce a Red Point: la B8056 è una single track road di 9 miglia che attraversa i villaggi costieri di Shieldaig, Badackro, Aird e Opinan e termina sulla spiaggia rossa di Red Point. Noi ci fermiamo al punto panoramico per fare qualche foto dall’alto della splendida baia e della spiaggia a mezzaluna.

Ripercorriamo a ritroso la B8056 e, tornando verso Gairloch, visitiamo il piccolo molo di Charlestown, alla ricerca di una cafeteria. L’unica che c’è sta chiudendo, nonostante siano le ore 16.00 del 2 agosto! Ripartiamo e tentiamo la sorte al Community Centre, ma anche qui il bar ha appena chiuso. Appurato che non è giornata per bere un caffè, decidiamo di ripartire e goderci il viaggio di circa un’ora e venti che ci separa da Ullapool.

Lungo la strada, ci fermiamo a Poolewe (per cercare la pietra pitta nel cimitero locale), al viewpoint su Gruinard Island, ad Aultbea (per leggere i pannelli informativi sulla storia dell’Artic Convoy, ovvero la rotta sicura utilizzata dagli Alleati durante la Seconda Guerra Mondiale, per rifornire di beni di prima necessità le popolazioni dell’Unione Sovietica) e, infine, al viewpoint sul Little loch Broom, dal quale si può ammirare tutto il fiordo.

Arriviamo ad Ullapool poco prima delle ore 19.00 e prendiamo possesso della nostra camera a The Ceilidh Place (£ 495,00 per camera matrimoniale standard e prima colazione, per tre notti). Il Ceilidh è hotel, bookshop, coffeeshop, ristorante e pub. Ci viene assegnata la camera n.2 al primo piano, la stessa del 2019 ma ritinteggiata. La stanza è abbastanza piccola ma ha un’innegabile atmosfera vintage, aumentata dalla mancanza di televisione, sostituita da una bella mensola con una radio e tanti libri a disposizione degli ospiti. L’armadio è a vista e ben organizzato, il letto comodo ma altissimo, il bagno pulito e funzionale. Le finestre guardano proprio sopra l’ingresso principale dell’hotel e sulla stradina di Ullapool.

Alle ore 20.00 abbiamo prenotato un tavolo al ristorante dell’hotel: ceniamo con due “paioli” di cozze dell’Isola di Lewis, con pane nero e patatine fritte. Dopocena, facciamo una passeggiata lungo il lungomare deserto; rientriamo in hotel, passando dal porto: anche qui, ci siamo solo noi (e i midges!). Ci gustiamo una birra al pub del Ceilidh Place, poi ci ritiriamo in camera per scrivere il diario.

Giorno 5 – Giovedì 3 agosto 2023 (Falls of Shin – Lairg – Ullapool) – miglia 102,30

La sveglia suona alle 8.00 ma noi ci riaddormentiamo al suono della pioggia battente e ci risvegliamo alle 8.45. Il meteo aveva previsto acqua per tutto il giorno, quindi sappiamo che oggi ce la possiamo prendere con calma. La colazione a The Ceilidh Place è ottima: un bel buffet con croissant caldi, pane e marmellate oltre ai piatti caldi cucinati espressi; noi stamattina scegliamo una full scottish breakfast e gli scrambled eggs.

Si parte. Imbocchiamo la A835 accompagnati da nuvole basse e scrosci d’acqua. Arriviamo fino a Ledmore, dove prendiamo la A837 verso l’interno. Questa strada percorre valli isolate di brughiera e foreste. Ci godiamo il panorama (sapendo che lo vedremo anche al ritorno) in quasi completa solitudine, fino al bivio di Invershin dove svoltiamo nella più piccola B864 per raggiungere le Falls of Shin, cascate famose per la risalita dei salmoni.

A piedi, percorriamo il sentiero a zig zag che, dal centro visitatori (chiuso!) scende fino alla terrazza sulla cascata principale. La pioggia torrenziale di oggi e dei giorni scorsi ha reso il getto d’acqua troppo potente per i salmoni; ci accontentiamo della bellezza del luogo… almeno fino alla sera, quando, riguardando i video fatti alle Falls, riusciamo a intravedere un salmone coraggioso che salta contro corrente!

Ripartiti, ci dirigiamo verso Lairg sempre seguendo la B864. Improvvisamente, Marco accosta e parcheggia: tra gli alberi, ha avvistato un suspension bridge (per nulla segnalato) sul River Shin e non possiamo perdercelo. Scopriamo che il ponte di legno fa parte del sentiero che conduce alla vecchia stazione ferroviaria di Lairg. Ci spostiamo, quindi, alle porte del paese. Sulla sponda meridionale del Little Loch Shin si trova il Ferrycroft Visitor Centre, dove ci fermiamo per bere un caffè, recuperare opuscoli della zona e visitare la piccola mostra sulla storia locale. Nota bene: questo centro visitatori vanta un premio come “miglior bagno pubblico 2009”!

Seguiamo, poi, la A836 che costeggia il lago per vedere un’attrazione che io-Francesca puntavo da anni: la Wee Hoose, un minuscolo cottage bianco, poco più di due metri quadrati, costruito su un isolotto al centro del loch. Facciamo mille foto a questa piccola abitazione. Proseguiamo oltre la diga che divide il lago in due sezioni, per qualche miglio a nord sulla strada costiera A838.

Alle 15.00 circa iniziamo il rientro, facendo a ritroso il percorso di stamattina e fermandoci a fotografare l’antico ponte di pietra di Oykel Bridge. Quando arriviamo a Ullapool, il meteo peggiora, dopo quasi due ore senza pioggia… ma non è un problema, perchè abbiamo deciso di dedicare il pomeriggio ai negozietti del paese. Ovviamente, alle 17.00 chiude tutto, tranne (per fortuna!) le due librerie. In particolare, facciamo acquisti nel bookshop del nostro hotel che rispetta gli orari del pub ed è molto fornito di libri sulla Scozia (non solo guide ma anche romanzi ambientati qui).

Facciamo un aperitivo (un po’ umido!) nel dehors del Ceilidh Place poi ci spostiamo al Seaforth Restaurant per cena. Mangiamo benissimo: il locale è turistico e un po’ caro ma ne vale decisamente la pena; ci gustiamo una cullen skink e un antipasto di black pudding e capesante, seguiti da due enormi fish&chips (£ 93,17, compresi birre e caffè).

Dopocena, cioè alle 20.30, facciamo una passeggiata sul molo nonostante il vento gelido e la pioggerellina fastidiosa. Veniamo premiati dalla presenza inaspettata di due simpatiche foche! Rientriamo in hotel con l’obiettivo di goderci la lounge room a disposizione degli ospiti ma scopriamo che non ci sono tazze né bicchieri puliti per bere qualcosa di caldo e, soprattutto, le altre persone presenti rispettano un silenzio monastico che ci mette a disagio. Preferiamo, quindi, rientrare nella nostra camera.

Giorno 6 – Venerdì 4 agosto 2023 (Coigach Peninsula – Wee Mad Road – Kylesku – Ullapool) – miglia 106,10

Alle 9.00 siamo nella sala colazioni del Ceilidh Place: due full scottish breakfasts ci fanno iniziare bene la giornata! Sotto un cielo scuro, partiamo per l’itinerario di oggi, che ci porterà a visitare la Penisola del Coigach.

Dalla strada principale A835, all’altezza di Drumrunie, prendiamo la deviazione per Achiltibuie: quindici miglia di stradina sinuosa tra laghi e montagne. L’imponente sagoma dello Stac Pollaidh, con la cima nascosta dalle nubi, ci accompagna lungo il percorso. Svoltiamo seguendo le indicazioni per Achnahaird: da qui, a piedi seguiamo un sentiero scenografico sulla scogliera fino alla splendida spiaggia di sabbia. Al ritorno, assistiamo ad una strana transumanza: un piccolo gregge di pecore scende in picchiata la scogliera per arrivare ad una caletta e brucare le alghe!

La strada (senza uscita) che attraversa i villaggi di Achiltibuie, Polglass e Badenscallie è un continuo viewpoint sulle Summer Isles, le tante isolette che punteggiano questo tratto di mare. Ci fermiamo ai mitici Achiltibuie stores, sempre fermi agli anni 70, e al Summer Isles Hotel & Bar per un caffè. Purtroppo fuori non si riesce a stare neanche il tempo di una foto, perché l’aria è piena di midges!

wee mad road

Proseguiamo il nostro itinerario: ci aspetta la “Wee Mad Road” fino ad Inverkirkaig. La stradina è davvero “pazza”, un continuo saliscendi di curve e punti ciechi, tra scenari sempre diverse (prima montagne e pascoli, poi boschi e ruscelli, infine mare e calette di ciottoli). Mentre ci avviciniamo ad Inverkirkaig, la pioggia diventa torrenziale. Ci fermiamo un attimo e, a bordo strada in mezzo al nulla, vediamo uno scorcio davvero iconico: cabina del telefono rossa, cassetta delle lettere rossa e pecore che brucano. Sono quasi le 15.00 e abbiamo voglia di una pausa caffè. Proseguiamo, quindi, fino al paese portuale di Lochinver, considerato il centro più importante dell’area dell’Assynt, ma ovviamente non troviamo una cafeteria aperta.

Decidiamo, quindi, di fare rotta sul Kylesku Hotel, a circa mezz’ora di distanza. Veniamo premiati dal sole che ci accompagna lungo questo tratto “montano” della NC500. Ci fermiamo al viewpoint sul Kylesku Bridge, per fare qualche foto al famoso ponte. Qui, scopriamo un memoriale eretto per commemorare la XXIIma flottiglia sottomarina britannica e ne scopriamo l’intrigante storia: la flottiglia, durante la Seconda Guerra Mondiale, faceva esercitazioni con i sottomarini proprio in questo lago; come recita il ceppo “la sicurezza di queste operazioni top secret fu garantita dalla popolazione locale, che sapeva così tanto ma parlò così poco”.

Poi, finalmente, ci gustiamo un caffè al sole nella distesa del Kylesku Hotel, con vista sul Loch Glendhu.

Ripercorriamo a ritroso le 33 miglia che ci separano da Ullapool. Invece di rientrare subito in paese, proseguiamo sulla A835 verso sud dopo il centro abitato: qui si trova un bel punto panoramico sul villaggio e sulla baia (per le foto migliori, consigliamo di parcheggiare nella piazzola con la fioriera a forma di barca e procedere per cento metri a piedi lungo la strada).

Ritornati in hotel, ci sediamo ai tavoli esterni del pub per un aperitivo.

Per le ore 20.00 abbiamo prenotato un tavolo al ristornate del Ceilidh Place, che stasera è pienissimo. Per cena scegliamo di dividerci un antipasto (anelli di calamaro fritti), seguito da una spigola con couscous e un beef burger con patatine fritte.

Vorremmo, poi, fare una passeggiata sul lungomare, visto che non piove… ma nuvole di midges ci costringono ben presto a rientrare in albergo. Ne approfittiamo per preparare i bagagli e scrivere il diario.

Giorno 7 – Sabato 5 agosto 2023 (Ring of Tarbet – Durness – Talmine) – miglia 112,80

ring of tarbet

Ultima colazione al Ceilidh Place. Chiudiamo i bagagli, carichiamo l’auto e facciamo spesa al supermercato Tesco di Ullapool, in vista dei prossimi giorni nel pod. Poi si parte, direzione “the North”.

Ripercorriamo la A894 passando il Kylesku Bridge e proseguendo fino al villaggio di Scourie. Poco dopo si incontra il bivio che conduce a Tarbet. La stradina è minuscola ma spettacolare: si snoda tra colline rocciose, laghetti e cespugli di cardi in fiore, fino al piccolo molo da cui partono le gite in motoscafo per Handa Island.

Tarbet è un villaggio microscopico, incentrato proprio sul molo. Qui si trova l’unico bar/ristorante della zona, che però oggi è chiuso. Breve sosta ai bagni pubblici (che sono pulitissimi), poi proseguiamo in quello che abbiamo ormai ribattezzato “Ring of Tarbet”: un percorso circolare, su una strada strettissima che raggiunge in paesini di Fanagmore e Foindle per tornare poi sulla A894.

Continuiamo verso nord; la strada, che diventa A838, è una single track road che corre in mezzo ai monti fino a raggiungere il Kyle of Durness. E’ ora di pranzo: cerchiamo e troviamo il food truck “Cheese and Toasted”, nel parcheggio delle Smoo Caves. Qui ci mangiamo due toast al formaggio, seduti ai tavoloni al sole.

Torniamo indietro fino al craft village di Balnakeil; da qui, pochi chilometri e si arriva alla splendida e immensa Balnakeil Beach, dove andiamo a sentire la temperatura dell’Oceano. Dopo una passeggiata sulla spiaggia e tra le rovine della chiesetta adiacente, ci concediamo un caffè e un croissant glassato al cioccolato fondente alla famosa cioccolateria Cocoa Mountain.

Il tempo è clemente (rispetto al 2019) e riusciamo ad andare al viewpoint sulla splendida Sango Sand: attraversando a piedi il campeggio e percorrendo il sentiero sulla scogliera, si raggiunge una passerella in legno che conduce alla piattaforma sul mare. Il panorama è incredibile e ce lo godiamo in solitudine.

Attraversando il paese di Durness, ci fermiamo per fare rifornimento all’auto e per una spesa veloce alla Spar locale. Prima di lasciare il villaggio, infine, visitiamo il giardino-Memoriale dedicato a John Lennon, che qui trascorreva le vacanze d’infanzia.

Guidando lungo la A838, incontriamo le spiagge di Sango Beg e Ceannabeinne, circumnavighiamo il Loch Eriboll e attraversiamo la Flow County (la più grande torbiera d’Europa), fino al Kyle of Tongue.

talmine

Qui, prima di attraversare la strada rialzata, imbocchiamo la deviazione sulla sinistra che ci conduce al villaggio di Talmine e, precisamente, alla frazione di Achinahuagh, dove ci attende l’Island View Glamping Pod, la nostra casetta per le prossime tre notti (€ 340,77). Ci eravamo innamorati di questa struttura nel 2019 e quest’anno abbiamo deciso di fermarci tre notti; il pod offre totale privacy e indipendenza, oltre ad un posto auto privato. All’esterno si trova un bel patio rialzato con due poltroncine, con una vista incredibile sulle Rabbit Islands. All’interno, la casetta monolocale è attrezzata con un divano-letto angolare (fin troppo grande!), il bagno con doccia spaziosa, un letto king size, tavolino apribile con due sgabelli, angolo cucinotto con minifrigo, microonde, bollitore e toastiera: tutto quello che ci serve per le nostre cene e colazioni! In frigo, troviamo anche due birre e un dolcetto di benvenuto da parte dei proprietari.

La vista sul Mare del Nord è sicuramente il punto di forza di questa struttura, insieme alla pace che qui si può godere. Ne approfittiamo, passando una serata tranquilla tra patio e interno. Ceniamo a base di baguette e formaggi scozzesi, poi completiamo il diario del giorno e andiamo a nanna!

Giorno 8 – Domenica 6 agosto 2023 (Bettyhill – Strathnaver trail – Talmine) – miglia 86,50

Questa mattina ci svegliamo con un bel sole. Facciamo colazione nel nostro pod con brioches, pane, burro e marmellata, caffè e succo d’arancia.

La prima tappa di oggi è una splendida spiaggia a pochi chilometri da Talmine: Achinininver beach. Il panorama sulla baia è bellissimo, peccato che tutte le piazzole d’ingresso (e le passing places della strada) siano occupate dai camperisti che non vogliono pagare il vicino campeggio.

Ritorniamo sulla strada costiera A838 e attraversiamo il Kyle of Tongue. Dalla causeway (la strada rialzata che funge da ponte) si gode una bella visuale su Castle Varrich e sulla baia.

Abbiamo voglia di un caffè vista mare. Ricordiamo, dallo scorso viaggio, che a Bettyhill c’è un bar/hotel sponsorizzato NC500 ma, quando lo raggiungiamo, scopriamo che la domenica apre (se apre…) alle 15.00, quindi tra più di quattro ore! Poco male: sappiamo che poco più avanti si trova lo Strathnaver Museum con il vicino Clachan Cafè… Lo puntiamo ma di nuovo veniamo accolti dalla scritta “closed”!

Abbiamo perso le speranze quando, sulla strada, appare l’indicazione “Store Cafè”. Troviamo così un piccolo ma carinissimo locale, con tavolini sia all’esterno che all’interno, dove finalmente ci godiamo un caffè con pain au chocolat e brownie.

Rinfrancati, ripartiamo seguendo l’itinerario dello Strathnaver Trail e scoprendo la meravigliosa e pacifica valle del River Naver, sconosciuta al turismo di massa: ci siamo solo noi e saremo soli per tutto il pomeriggio!

Dopo essere scesi sulla riva del fiume per qualche foto, percorriamo la B873 fermandoci in alcuni siti che ripercorrono la storia del luogo fin dal Neolitico.

Primo stop al Skail chambered cairn and red priest’s stone: antico luogo di sepoltura e preghiera risalente al VI secolo d.C. Il sito è ben indicato e si raggiunge con delle passerelle di legno in mezzo al bosco.

Proseguendo lungo la stradina, lo scenario si apre sulla valle. Arriviamo alla Syre Church (incredibilmente aperta!), una chiesetta bianca e rossa di lamiera, costruita nel 1891 dalla Free Church of Scotland.

Incontriamo, poi, il Gloomy Memories Memorial, un ceppo commemorativo di Donald MacLeod, scrittore del luogo che ha vissuto e trasformato in racconti l’epoca delle Clearances.

La stradina è costellata di pecore, che non sembrano particolarmente disturbate dalla nostra presenza e si mettono in posa per le nostre foto!

Preparando il viaggio, di questo trail ci aveva colpito un sito in particolare: il Rosal settlement, le rovine dell’insediamento più grande della zona, risalente al periodo precedente le Clearances e abbandonato proprio a causa degli sfratti forzati. Abbiamo percorso più volte il tratto di strada dove dovrebbe trovarsi il sito, seguendo le indicazioni del trail, senza trovare altra via d’accesso che una carraia sterrata, impossibile da fare in auto. Non sapendo la distanza che ci separa dalle rovine, desistiamo.

Proseguiamo costeggiando il Loch Naver e ammirando il panorama sui Munros (così vengono chiamate le montagne più alte, in Scozia, ovvero tutte le cime superiori ai 914 metri).

Raggiungiamo un altro villaggio abbandonato durante le Clearances, Grumbeg. Qui visitiamo il sito e il Grumbeg burial groung and chambered cairn, un’antica tomba a tumulo risalente a circa seimila anni fa. L’aria è piena di midges e la visita è più veloce del previsto!

La stradina termina al Altnaharra, che sembra un paese fantasma: nessuno in giro, un hotel molto vintage e una pompa di benzina abbandonata! Da qui, la single track road A836, abbastanza scorrevole, ci riporta a Tongue, tra scenari montani e lochs con piccole spiaggette di sassi.

Rientriamo a Talmine, dove ci fermiamo per una passeggiata sulla splendida spiaggia deserta. Ci siamo innamorati di questo posto ben dodici anni fa, in viaggio di nozze!

Nel pod, ci aspetta una cena a base di toast e una serata casalinga a scrivere il diario.

talmine

Giorno 9 – Lunedì 7 agosto 2023 (Strathnaver Musem – Dunnet Head – John o’Groats – Talmine) – miglia 152,50

Facciamo colazione nel pod e, alle 9,30, partiamo per l’itinerario del giorno.

La prima tappa è lo Strathnaver Museum (ingresso £ 5,00 a testa). Il museo è allestito nella vecchia chiesa di St. Columba, eretta nel 1774 e dismessa nel 1955. Questa chiesetta ebbe un ruolo fondamentale nel periodo delle Clearances: proprio dal suo pulpito, furono annunciati gli ordini di evizione.

All’esterno, tra le lapidi del cimitero, spicca la pietra pitta detta Farr Stone, risalente al nono secolo a.C. e riccamente scolpita, con intricati disegni e simboli.

Lo Strathnaver Museum, ristrutturato nel 2021, è piccolo ma interessante, in particolare l’area dedicata alle Clearances e alla vita nei crofts, nonché la collezione al primo piano, che spiega la storia del Clan Mackay.

Quando usciamo, sta diluviando (…e dire che siamo entrati con un bel sole!!). Ci rifugiamo al vicino Clachan Cafè, per una tazzona di caffè caldo e un brownie, gustati tra gli scaffali del piccolo Visitor Centre.

Recuperata l’auto, percorriamo la strada A836, che in questo tratto diventa a doppia carreggiata: a destra, vediamo il paesaggio lunare della Flow County; sulla sinistra, ammiriamo la costa frastagliata sul Mare del Nord.

Dopo aver attraversato una trafficata Thurso, puntiamo la Dunnet Head, la punta più a nord della terraferma britannica. Per la prima volta visitiamo questo luogo con il sole, che nel frattempo è rispuntato. Ne approfittiamo per goderci la vista sulle scogliere, sul Penthland Firth e sul faro (che non è visitabile).

highland cows

Ripercorrendo la stradina B855 che porta alla statale, incontriamo una mandria di Highland cows, le bellissime mucche pelose tipiche della Scozia. Tra i cartelli stradali più strani, inoltre, possiamo annoverare quello che segnala di prestare attenzione all’attraversamento ricci!

Una deviazione verso il mare a East Mey ci conduce al pod dove avevamo soggiornato quattro anni fa. Questa stradina offre una splendida visuale sul Castle of Mey (al momento, chiuso al pubblico: ci sarà Re Carlo?).

La prossima fermata è la chiesetta di Canisbay, proprio sul ciglio della A836, tanto amata dalla Regina Madre. Nel Visitor book troviamo la nostra firma dell’agosto 2019!

Ci spostiamo, poi, a John o’Groats, un luogo decisamente turistico, con il famoso cartello che indica le distanze e diversi negozi e ristoranti. Il parcheggio, per tutto il giorno, costa 3 £ ed è pienissimo. Noi pranziamo al Cafè Groats, proprio con vista cartello, e ci gustiamo due seafood chowder e una mega porzione di patatine (£ 25,90 bevande incluse). Dopo le foto di rito, è giunto il momento shopping: per i souvenir, scegliamo il negozio più vintage di tutti, che pomposamente si definisce “First and last in Scotland”. Per rifornire la nostra piccola cantinetta di birre, visitiamo la John o’Groats Brewery.

Sono le 16.00 quando invertiamo il senso di marcia e ci prepariamo a ripercorre a ritroso la strada fino a Talmine.

Ci fermiamo a Dunnet, per scendere sulla splendida ed enorme spiaggia di sabbia. Nonostante il sole, c’è un vento micidiale e capiamo perché è considerata il paradiso dei surfisti.

Ci spostiamo, quindi, nel paesino portuale di Scrabster, per una birra al Popeye’s Bar (al quale siamo legati per aver soggiornato qui durante il nostro viaggio di nozze!).

Lungo la A836, durante il rientro, ci fermiamo ogni tanto per una sosta fotografica: in particolare, vediamo in lontananza la centrale nucleare di Dounreay (a picco sul mare), la Mackay split stone (una pietra spaccata in due, sul ciglio della strada, che si dice sia stata spezzata dalla coda del Diavolo) e l’immensa spiaggia di Farr. Verso l’interno, vediamo nubi nere e minacciose che avanzano sulla cima dei Munros.

Quando rientriamo a Talmine, troviamo la strada invasa da una mandria di mucche e vitelli. Superato l’ostacolo, facciamo ritorno al nostro pod, dove assistiamo ad un meraviglioso arcobaleno completo sul mare.

Altra cena a base di toast e serata casalinga nella nostra splendida mini-casa.

Giorno 10 – Martedì 8 agosto 2023 (Thurso – Lybster – Black Isle – Culloden) – miglia 220,10

Oggi ci aspetta un trasferimento lungo, da Talmine a Culloden. Fatta la colazione e sistemati i bagagli, salutiamo il nostro pod accompagnati da un altro arcobaleno.

Imbuchiamo le cartoline ai Talmine Stores, che fungono da minimarket e ufficio postale.

Tra raggi di sole e scrosci d’acqua, ripercorriamo la A836 fino a Thurso. Ci fermiamo nella cittadina per visitarne due luoghi in particolare. Iniziamo con le rovine della Old St. Peter’s Kirk, fondata nel 1220 e abbandonata nel 1832. Qui, incontriamo una simpatica volontaria che ci accompagna in una visita guidata improvvisata del sito, spiegandoci ogni lapide e la sua storia e trasformando una sosta di dieci minuti in una chiacchierata di un’ora! Ci spostiamo, poi, al North Coast Visitor Centre, dove guardiamo le due sale dedicate alle pietre pitte (tra cui l’imponente Ulbster Stone, scolpita nell’ottavo secolo a.C.) e la sezione riguardante la centrale nucleare di Dounreay. Prendiamo due caffè e uno shortbread nella cafeteria del museo e, dopo due passi nella decadente via principale di Thurso, ripartiamo.

Imbocchiamo la scorrevole A9 (che ci porterà fino ad Inverness) in direzione sud. Dopo un’enorme windfarm, deviamo verso Achavanich: una splendida single track road tra le colline ci conduce alle quasi abbandonate standing stones. Abbiamo visto dei luoghi più curati!

Risbuchiamo sulla costa all’altezza di Lybster, paese degli avi del nostro amico George: infatti, troviamo e fotografiamo la via che porta il suo cognome, Russell Street! Scendiamo fino al piccolo e molto scenografico harbour, per due foto al faro e al molo. Poi ripartiamo.

Arriviamo ad Helmsdale alle 14.00 circa e decidiamo di provare un locale super consigliato su Facebook: La Mirage. E’ sia ristorante che asporto; noi ci sediamo all’interno e ordiniamo un fish&chips classico e uno breaded (impanato con il pane grattugiato al posto della pastella): sono entrambi gustosi e per nulla pesanti (£ 52,50 per il pranzo completo, con birre e caffè).

Da qui, proseguiamo la discesa sempre sulla A9. All’altezza del villaggio di Brora, ci fermiamo a vedere lo stadio, così come a Dingle, dove gioca la squadra Ross County F.C. Purtroppo lo shop è già chiuso, ma riusciamo a fare qualche foto al campo da gioco.

Dedichiamo il resto di questa lunga giornata a visitare la Black Isle, che non è nera e non è un’isola!

Innanzitutto, ci fermiamo alla Black Isle Brewery ad Allangrange: il birrificio è davvero molto nascosto, raggiungibile attraverso una carraia. Lo shop è meraviglioso e recuperiamo qualche birra per le prossime sere.

La prossima tappa è il villaggio costiero di Avoch, dove fotografiamo la schiera di casette bianche sul lungomare e il molo. Qui, approfittiamo anche dei bagni pubblici, pulitissimi e gratuiti.

Ci spostiamo nella vicina Fortrose. Le rovine della cattedrale sono visibili, dall’esterno della cancellata, anche oltre l’orario di apertura; una volta arrivati, però, scopriamo che i cancelli d’ingresso al sito sono comunque aperti, quindi ci concediamo una visita più accurata. La cattedrale fu costruita nel tardo 1200; oggi, sono ancora visibili la navata nord (dove si trovavano sala capitolare e sagrestia) e la navata sud. La navata centrale, il coro e la torre campanaria sono andate perdute, ma il loro perimetro è ancora tracciato sul terreno. Siamo soli tra le rovine e l’atmosfera è molto suggestiva.

Poco più avanti, lungo la A832, una deviazione verso il mare ci porta a Chanonry Point, la penisola nella penisola: questa lingua di terra è famosa per l’avvistamento dei delfini; noi, purtroppo, non avvistiamo niente… ma facciamo tante foto al faro e al Moray Firth.

Seguiamo la A832, che taglia all’interno in direzione Cromarty. Lungo questa strada, incontriamo l’Egg Box shop, una baracchina automatizzata dove acquistare le uova prodotte nella vicina fattoria. Non resistiamo e compriamo un box da sei uova grandi per £ 1,50.

Arriviamo, infine, a Cromarty, sulla punta nord della Black Isle. Qui parcheggiamo sul lungomare e passeggiamo per le due vie del villaggio, ammirando i cottages bianchi, la chiesa, l’antica courtroom (sede del Tribunale) e i giardini fioriti.

Sono quasi le 20.00 e cominciamo ad essere “un po’ stanchini”, come direbbe Forrest Gump.

Ripercorriamo la Black Isle e facciamo rotta su Culloden, una cittadina a pochi chilometri da Inverness. Prima di andare a prendere possesso della casa, però, facciamo la spesa all’immenso Tesco Extra aperto fino a mezzanotte.

Arriviamo a Towerhill, quartiere residenziale di Culloden sulle colline con vista sul Moray Firth, dove ci aspetta l’abitazione affittata per le prossime due notti, Towerhill Crescent n.10 (€ 170 per l’intera casa). Si tratta di un appartamento al piano terra in una casetta bifamiliare, composto da ingresso, salotto enorme (con due divani, tavolo, tv e caminetto), disimpegno da cui si accede alla camera da letto (con letto king size e armadio gigante), alla cucina super accessoriata (forno, bollitore, piano cottura ad induzione, tostapane, macchina del caffè in capsule e lavatrice, oltre a tutto il necessario per le colazioni) e al bagno spazioso, con vasca-doccia.

L’alloggio è grande e accogliente, noi ci ambientiamo subito e ceniamo. Mentre scriviamo il diario del giorno, facciamo anche la lavatrice dei delicati! Poi, dopo le docce, crolliamo.

Giorno 11 – Mercoledì 9 agosto 2023 (Clava Cairns – Loch Ness – Glen Affric – Culloden) – miglia 128,80

clava cairns

Questa mattina, dopo aver fatto colazione in casa, partiamo per una giornata bella piena!

A poche miglia da Culloden si trovano i Clava Cairns, la nostra prima meta. È uno dei siti preistorici più evocativi di Scozia; è gestito da Historic Scotland, l’accesso è gratuito e il sito sempre aperto. Troviamo un po’ di gente (dopo giorni di solitudine, anche un paio di pulmini ci sembrano una folla!) ma riusciamo a vedere con calma i tre grandi cairns ad anello, due con corridoio aperto fino alla camera centrale e uno completamente chiuso, risalenti all’Età del Bronzo, oltre 4000 anni fa. Nel sito è presente anche il Kerb Cairn, un piccolo cerchio di pietre.

Ci spostiamo, poi, sul Moray Firth per vedere il Caledonian Stadium, lo stadio dell’Inverness Caledonian Thistle F.C. La ragazza dello shop, super gentile, ci accompagna anche a fare un giro del campo di gioco.

Attraversata velocemente una Inverness piena di turisti, imbocchiamo la B862 che, a Dores, diventa B852: si tratta di una antica military road, che costeggia la sponda orientale del Loch Ness, molto meno conosciuta rispetto alla sponda occidentale. Ci sono tante piazzole che consentono di parcheggiare l’auto e scendere fino alla riva del lago. Noi scegliamo il viewpoint di Whitefield, che si trova esattamente di fronte all’Urquhart Castle.

A Foyers scendiamo verso il lago seguendo una stradina nei boschi e le indicazioni per Lower Foyers: arriviamo al piccolo centro formato da due vie riservate ai residenti e un grande campeggio, con shop e cafeteria aperti anche ai visitatori.  Qui ci beviamo un caffè ai tavoli esterni e torniamo sulle rive del Loch Ness, sulla spiaggetta di ciottoli.

La strada B852 risale e si ricongiunge alla B862; qui, il paesaggio cambia: ci troviamo tra colline ricoperte di erica e laghetti. Ci fermiamo sulle sponde del Loch Turff per qualche foto.

Poi, con una pendenza del 12%, la strada piomba sul paesino di Fort Augustus. Sono quasi le 15.00 ed è ora di mangiare qualcosa: scegliamo una beef pie e un highland beef burger, accompagnati da due pinte di LochNess IPA al pub Loch Inn, proprio davanti alle famose chiuse del Canale di Caledonia.

Sorseggiando un caffè ai tavolini esterni, assistiamo al passaggio di alcune imbarcazioni attraverso il sistema di chiuse che permette di superare il dislivello tra il Canale e il lago. E’ un’operazione complessa per ogni equipaggio: per attraversare tutte le chiuse di Fort Augustus ogni barca impiega almeno 40 minuti!

Attraversiamo, poi, il Canale e visitiamo il rinnovato Caledonian Canal Centre, che ospita una piccola mostra e un grande negozio di souvenir.

Percorrendo il sentiero sulla sponda destra del Canale, arriviamo al punto in cui inizia il Loch Ness.

Ritorniamo poi all’auto e ripartiamo, con l’obiettivo di raggiungere l’Urquhart Castle entro le 17.15, orario dell’ultimo ingresso. Purtroppo, il traffico lungo la A82 e il parcheggio inspiegabilmente affollato ci fanno arrivare alla biglietteria alle 17.16, dove un solerte addetto ci dice “we are closed”.

Avendo già visitato due volte le rovine del castello, non ci demoralizziamo e decidiamo di attuare il “piano B”: visitare il vicino e poco battuto Glen Affric. All’altezza di Drumnadrochit, lasciamo il Loch Ness (ancora una volta, senza aver visto Nessie!) e imbocchiamo la A831 che percorriamo in completa solitudine. Prima di arrivare a Cannick, facciamo due soste.

Innanzitutto, lungo la strada si trova la piccola ma molto curata St. Ninian’s Church, consacrata nel 1853. Siamo soli, il luogo è molto tranquillo, sulle rive del Loch Mieklie. All’interno, ci colpisce l’iscrizione in gaelico sopra all’altare: “So geata na beatha riorradh” (“questo è il cancello per la vita eterna”). 

Con una piccola deviazione dal Glen Urquhart raggiungiamo il Corrimony Chambered Cairn, un tumulo dell’Età del Bronzo con ingresso ad architrave: da qui, un corridoio coperto e bassissimo porta fino alla camera centrale, senza tetto. Il cairn è splendido, in una posizione isolata e circondato da un cerchio di pietre.

Arrivati a Cannick, svoltiamo in direzione Glen Affric: tutta la zona è riserva naturale. Qui, la strada che corre parallela al fiume è una single track road in mezzo ai boschi. Avvistiamo un falco enorme e un topolino minuscolo: speriamo che non si incontrino mai! Arriviamo fino alla prima diga, poi torniamo indietro e ci fermiamo al parcheggio delle Dog Falls: da qui, partono i sentieri e i trails per le cascate; c’è un ponte sul River Affric che ci permette di scattare tante foto al fiume e alla foresta di pini che lo circonda. Poco più avanti lungo la strada, è possibile raggiungere una piattaforma panoramica sulle cascate.

Ritornati a Cannick, proseguiamo lungo la A831 che, anche se più larga rispetto alla stradina del Glen Affric, è comunque splendida e costeggiata da boschi di pini e querce.

Arrivati a Beauly, decidiamo di tornare a visitare l’omonima Priory. Dell’antica comunità di monaci, risalente al 1230, rimangono oggi solo le rovine della chiesa senza tetto. Il sito è visitabile gratuitamente ed è sempre accessibile.

Quando ripartiamo, decidiamo di andare a salutare le simpatiche Highland cows nella vicina fattoria di Robertson’s the Larder: peccato che il farm shop a quest’ora sia chiuso, ci saremmo riforniti volentieri!!

Mezz’ora di strada e siamo a Towerhill. Stasera si cena con le uova (strapazzate) comprate ieri all’Egg Box.

Scriviamo il diario, prepariamo i bagagli e andiamo a nanna.

Giorno 12 – Giovedì 10 agosto 2023 (Fort George – Findhorn beach – Cullen) – miglia 84,20

Ultima colazione casalinga a Towerhill. Sistemiamo l’appartamento, chiudiamo le valige e prepariamo i sandwiches per il pranzo al sacco; poi partiamo.

Alle 10.00 circa siamo a Fort George, un immenso forte militare, ancora parzialmente in uso, edificato dopo le rivolte giacobite a difesa del Moray Firth (ingresso £ 11,00 a testa, ma entriamo gratis con le tessere dell’English Heritage). Una volta superato il ponte d’accesso con annesso corpo di guardia, visitiamo le historic barracks rooms (dove alcuni manichini rappresentano le condizioni di vita dei soldati nei secoli scorsi), il grand magazine (costruito per contenere 2.672 barili di polvere da sparo, oggi ospita una grande collezione di armi d’epoca), la Garrison Chapel (dove ammiriamo un angelo che suona la cornamusa, nella vetrata dietro l’altare). Saliamo poi sugli immensi bastioni rivolti verso Chanonry Point. E’ possibile percorrere l’intero perimetro del forte, circa un chilometro di ramparts, con garitte e cannoni. Dall’alto, vediamo anche il piccolo e commovente dog cemetery, dove riposano i cani del reggimento.

Scendiamo dai bastioni e prendiamo un caffè nella cafeteria interna del forte, prima di tornare all’auto.

Riprendiamo la A96 e procediamo fino a Nairn: vorremmo fermarci in questo paesino, dove avevamo dormito in viaggio di nozze, per fare una passeggiata sul lungomare… tuttavia, quando arriviamo è in corso una fiera e c’è gente ovunque!

Decidiamo, quindi, di andare oltre lungo la costa, fino al villaggio di Brodie. Qui, entriamo nella tenuta del castello per ammirare la Rodney’s Stone, una pietra pitta molto ben conservata, scolpita oltre 1200 anni fa. La pietra presente una grande croce celtica da un lato e un intricato insieme di simboli e animali fantastici sull’altro. Approfittiamo della sosta anche per un po’ di shopping al Brodie Countryfare, in particolare thè e marmellate locali.

Attraversiamo, poi, il paese di Forres, dove scattiamo qualche foto allo stadio del Forres Mechanincs F.C., e deviamo verso il mare fino a Findhorn. Qui, su un tavolo di legno tra le dune, pranziamo con i nostri panini. Poi, saliamo le scalette di legno e andiamo a vedere l’immensa spiaggia bianca con gli huts (cabine) colorati.

Mentre rientriamo verso la A96, ci fermiamo a visitare le rovine della Kinloss Abbey, un’abbazia cistercense fondata nel 1150 e dismessa nel 1560. L’ingresso è libero; all’interno ci sono dei pannelli informativi che spiegano la storia del luogo. Della struttura rimane ben poco, ma il sito è tutt’ora utilizzato come cimitero; ospita anche alcune tombe del Commonwealth.

Per la prima volta da quando siamo arrivati in Scozia, c’è caldo: 25 gradi e sole a picco. Abbiamo bisogno di una sosta refrigerante: cosa c’è di meglio di un Tesco Extra, con cafeteria interna (vista corsie!) e una temperatura massima di 10 gradi?! E’ quello che troviamo ad Elgin! Dopo aver bevuto un caffè al fresco, ci spostiamo verso lo stadio dell’Elgin F.C. ed entriamo in auto praticamente fino al campo di gioco.

Poi ripartiamo. Percorriamo la A96 fino a Fochabers, quindi imbocchiamo la A990 per passare dal villaggio costiero di Port Gordon, dove quattro anni fa avevamo avvistato un gruppo di foche. La colonia c’è ancora, nel medesimo punto, e si è moltiplicata! Saranno almeno un centinaio le foche stese sul bagnasciuga.

Fa veramente caldo per gli standards scozzesi… noi procediamo fino a Cullen, dove vorremmo visitare la parte “alta”, più nuova, del paese, caratterizzata dai negozietti di vintage. Tuttavia, nonostante siano da poco passate le diciassette, è già tutto chiuso! Seguendo i vicoli in salita, passeggiamo fino a North Deskford Street, dove è possibile imboccare il viadotto ferroviario in disuso, oggi trasformato in sentiero pedonale. Da qui, partono diversi trails e si possono fare splendide foto alla baia di Cullen dall’alto.

crovie

Facciamo, quindi, rotta sul Cullen Bay Hotel, che ci ospiterà per le prossime due notti (€ 256,00 per camera matrimoniale con vista mare e colazione). L’hotel è una struttura imponente sulla A98, alle porte di Cullen, un po’ datata sia negli spazi comuni che nelle camere… però, ha un fascino vintage che a noi piace! Ci viene assegnata la camera n. 10 al primo piano: dimensioni standard, con angolo scrivania, armadio e letto comodo; il punto di forza è la vista sulla baia di Cullen (e la poltroncina strategicamente piazzata sotto la finestra, dove passiamo ore a guardare il mare!).

Dopo una doccia rinfrescante, ci spostiamo al piano terra, nel ristorante dell’hotel, famoso perché qui è nata la Cullen Skink. Prendiamo proprio questa zuppa di patate e eglefino come antipasto, seguita da Cullen Bay macaroni e haddock Mornay, con contorno di onion rings. La cena è ottima e ci godiamo anche il tramonto sul mare dalla splendida vetrata del ristorante.

Poi decidiamo che per oggi è tutto e ci ritiriamo in camera.

Giorno 13 – Venerdì 11 agosto 2023 (Fraserburgh – Pennan – Crovie – Cullen) – miglia 86,20

cullen

Stamattina facciamo una lauta colazione nella sala ristorante, con vista sulla baia di Cullen: due Full Scottish breakfast cucinate espresse, oltre al buffet dolce e alle bevande. Alle 10.00 circa ci mettiamo in auto per il nostro itinerario sulla costa nord dell’Aberdeenshire.

A poche miglia da Cullen, la prima sosta: il porto storico di Portsoy, risalente al diciassettesimo secolo. C’è poca gente e percorriamo tutto il molo in tranquillità. Qui sono state girate diverse scene della serie tv Peaky Blinders e, infatti, troviamo un piccolo memoriale sul luogo dell’”omicidio” di Michael Gray, uno dei protagonisti.

Ripartiamo e ci dirigiamo verso la punta estrema della costa, dove si trovano Fraserburgh e il suo Museo dei fari scozzesi. Il Museum of Scottish Lighthouses, aperto nel 1995 come piccola associazione indipendente per la conservazione del faro di Kinnard Head, ha poi ottenuto riconoscimenti e donazioni da parte del Northern Lighthouse Board (l’ente che gestisce i fari scozzesi dal 1786), diventando la più grande collezione di lampade e lenti da faro d’Europa. Nel 2019 avevamo già visitato questo interessante museo, ma molto velocemente. Abbiamo quindi deciso di rivederlo con calma e di effettuare la visita guidata al faro, che parte a mezzogiorno (ingresso museo e visita guidata £ 11,00 a testa). Nell’attesa, giriamo tra le immense lampade esposte nelle varie stanze. La nostra guida si chiama Michael e ci racconterà tantissimi aneddoti su questo luogo.

kinnard head lighthouse

Kinnard Head fu “la prima luce del Northern Lighthouse Board ad essere accesa nel 1787”. Il primo guardiano, James Park, veniva pagato uno scellino a notte per fare quello che, nonostante l’automazione, rimane il lavoro dei guardiani: “far brillare le luci del faro dal tramonto all’alba”. La particolarità del faro di Kinnard Head è quella di essere stato ricavato nella struttura della torre di un antico castello, costruito nel 1500 dalla famiglia Fraser. Questo lo rende unico in Scozia.

Iniziamo la salita lungo la ripida scala a chiocciola del faro. Al primo piano, si trova la Oil Room, dove venivano stoccati olii e paraffina che facevano splendere la lampada. Michael ci spiega che proprio qui si scatenò un incendio, a causa di un guardiano poco furbo che decise di lavare la stanza con la benzina! Altri gradini e arriviamo alla Keeper’s Lodge del secondo piano, dove risiedeva il guardiano in carica e dove, per anni, alloggiavano i futuri keepers durante l’addestramento: per imparare il mestiere, dovevano rimanere in questa stanzetta per sei mesi! Al terzo piano, si trova una terrazza con vista a 360 gradi sulla baia e sul paese di Fraserburgh. Il panorama è splendido, ma il vento è furioso a questa altezza. Da qui, si vedono anche il nuovo faro automatizzato e la immensa sirena per la nebbia, fog horn: in caso di visibilità inferiore alle due miglia, questa sirena suonava sette secondi ogni minuto e mezzo, per la gioia degli abitanti del luogo! Infine, attraverso una scala a pioli che finisce in una piccola botola, si raggiunge il quarto piano, dove si trova la lanterna lasciata intatta e ancora attivabile manualmente, l’unica in tutta la Scozia.

Ripresa l’auto, facciamo una sosta al locale Tesco Extra per bere una coca fresca e per comprare qualcosa per pranzo; siamo ancora talmente satolli dalla colazione che ci accontentiamo di due croissants. Ci fermiamo anche a fare alcune foto al pittoresco stadio Belleslea Park del Fraserburgh F.C.

pennankinnard head lighthouse

Ripercorriamo, poi, a ritroso la A98 fino al bivio con la B9031, che porta verso il mare e verso la prossima meta: il villaggio da cartolina di Pennan. Si accede al paese, costituito da due file di cottages bianchi e un porticciolo, attraverso una ripidissima ma breve stradina single track che sembra finire direttamente in mare. Parcheggiamo nello spiazzo apposito, mangiamo i nostri croissants su una panchina del lungomare e poi passeggiamo fino al jetty, il piccolo molo, scattando mille foto.

Risaliamo la single track road e ci spostiamo fino a Gardenstown, un altro villaggio costiero con un bel molo storico che si raggiunge con una discesa mozzafiato tra le case. Siamo tornati in questo paesino per fare la passeggiata di circa quindici minuti che si snoda lungo la spiaggia e alle pendici della scogliera e che conduce a Crovie.

crovie

Quest’ultimo è un villaggio incantevole, non accessibile in auto (se non ai residenti). Qui non c’è alcuna strada tra le scogliere e la fila dei cottages; ogni abitazione ha in dotazione un piccolo carretto (con il numero civico della casa!) per portare la spesa al proprio cottage! Il lungomare è rialzato rispetto alla spiaggia: ci sono delle funi per chi vuole salire più rapidamente la forte pendenza.

Rientriamo a Gardenstown, sempre percorrendo il sentiero sotto le imponenti cliffs, e ripartiamo.

Lungo la strada verso Cullen, ci fermiamo per qualche sosta fotografica, in particolare allo stadio Deveronvale di Banff e al viewpoint sulla spiaggia di Whitehill. Torniamo al Cullen Bay Hotel per gustarci una birra nel beergarden. Poi, dopo una doccia e un po’ di riposo sulla poltrona vista mare della nostra stanza, ci aspetta un’altra ottima cena di pesce al ristorante dell’albergo. Stasera scegliamo, oltre alle doverose Cullen skink come antipasto, un’enorme fish&chips e una fish pie. Dopo cena, attraversiamo la strada per passeggiare nel campo da golf di fronte all’hotel, con vista su tutta la Cullen Bay. Poi camera, bagagli, diario e nanna.

Giorno 14 – Sabato 12 agosto 2023 (Aviemore – Edimburgo) – miglia 202,10

Stamattina facciamo colazione poco dopo le otto con due full Scottish breakfast per prepararci al lungo trasferimento da Cullen ad Edimburgo, passando per il Cairngorms National Park.

Appena partiti ci fermiamo per una foto alla spiaggia di Cullen, al viadotto in disuso e all’iconico cartello che indica il paese come “home of the Cullen skink”.

Ad Aberlour troviamo aperto il Joseph Walker Shop, negozio storico della dolciaria Walkers. Qui facciamo scorta di biscotti shortbread, a prezzi imbattibili, per noi e per gli amici.

Il cielo s’incupisce. Noi proseguiamo sulla A9, strada a scorrimento veloce, fino ad Aviemore, centro turistico e snodo del Parco Nazionale dei Cairngorms. Qui ci fermiamo per visitare la Cairngorms Brewery, alle porte del paese, dove acquistiamo due birre e qualche gadget; il Costa Cafè per bere due espressi; il centro informazioni turistiche di Visit Scotland, per raccogliere depliants e cartine della zona, in vista del ritorno in Scozia.

Comincia a diluviare e noi ripartiamo. Abbiamo già deciso di cambiare il programma di oggi: invece di visitare di corsa e sotto l’acqua scrosciante il villaggio di Pitlochry, ci dirigiamo verso sud per raggiungere prima possibile Edimburgo e scaricare i bagagli nell’appartamento che ci ospiterà per le prossime tre notti, prima di riconsegnare l’auto ad Arnold Clark Rental presso l’aeroporto.

Facciamo una breve sosta-pranzo a Perth: troviamo un mega Tesco con cafeteria interna e facciamo anche una piccola spesa per i prossimi giorni.

Sono circa le 15.30 quando arriviamo ad Edimburgo, in Broughton Street. La fortuna ci assiste: c’è un posto auto proprio davanti all’ingresso del palazzo n.32/A. L’appartamento è spettacolare, ma noi rimandiamo l’home tour approfondito a dopo: dobbiamo scappare a riconsegnare l’auto entro le 17!

Arrivati alla sede di Arnold Clark Rental, sbrighiamo in pochi minuti le pratiche di consegna, con l’immancabile foto al contachilometri: in due settimane abbiamo percorso 1757 miglia, circa 2800 km. La navetta ci riporta al terminale dell’Edimburgh Airport; da qui, leggeri e senza bagagli, prendiamo il tram 100 Airlink (£ 9,50 a testa, con andata e ritorno open) fino a Picardy Place, a 200 metri circa da casa nostra.

Prendiamo possesso dell’appartamento n.003 al primo piano di Destiny Scotland Broughton Street Loft (£ 703,00 per tre notti). Come già detto, la struttura è facilmente raggiungibile sia in auto che con i mezzi ed è posta in una strada tranquilla, ricca di attività e locali. L’appartamento è immenso e molto curato, con arredi nuovi e addirittura due bagni. E’ disposto su tre livelli: ingresso con primo bagno (dotato di doccia enorme!) e salone molto spazioso: ci sono un divano a tre posti, una poltrona, tavolini, cassettiere e mensole, nonché due finestroni altissimi con vista sui palazzi vittoriani di Broughton Street. Si scendono tre gradini e c’è la cucina super accessoriata, disposta a ferro di cavallo e dotata di ogni elettrodomestico possibile, lavatrice compresa. Unico neo: il tavolino rotondo minuscolo e le sedie scomode. Sempre dal salotto, attraverso una scala in legno, si sale alla camera da letto con letto king size, comodini, un sacco di ripiani e mensole, due cabine armadio e il secondo bagno (più grande, con vasca-doccia).

Ci siamo innamorati subito di questo loft, al punto che ceneremo “a casa” due sere su tre, anche approfittando del nostro dirimpettaio: Chippy by Spencer. Dopo esserci sistemati, infatti, Marco attraversa la strada e acquista la cena da asporto: due fish&chips (uno battered e uno breaded) e una porzione di squid, calamari fritti deliziosi.

Usciamo, poi, per un primo assaggio della città durante i Festivals di agosto: dopo tredici giorni di solitudine, siamo quasi sopraffatti dalla marea di gente! Ci adattiamo subito al clima festoso e dopo un caffè (orribile) da Black Sheep Coffee e una passeggiata lungo Princess Street, approfittiamo dello stand della birra Belhaven per gustarci le prime due pinte nella capitale. Siamo pronti per la nostra “vacanza nella vacanza”.

Verso le dieci rientriamo. Mentre scriviamo il diario, avviamo una lavatrice che si rivelerà un incubo: una centrifuga senza fine che sembra scuotere tutto il palazzo!!

Giorno 15 – Domenica 13 agosto 2023 (Glasgow – Edimburgo)

Ci svegliamo presto, facciamo colazione in casa e ci incamminiamo verso la Waverley Station, che dista pochi minuti a piedi dal nostro appartamento: alle 9.00 abbiamo prenotato il treno (£ 58,80 andata e ritorno per due persone) che in circa 50 minuti ci porta a Glasgow.

Scendiamo alla Queen Street Station e ci troviamo catapultati nei Mondiali del Ciclismo! L’antistante George Square, infatti, è l’arrivo delle gare odierne: hand bike a squadre e donne.

Dopo un caffè da Costa, entriamo nella fanzone e facciamo qualche acquisto. Vediamo passare le hand bikes, poi ci avviciniamo al motivo per cui siamo qui: la mostra di Banksy, “Cut & Run”, una delle rarissime esposizioni ufficiali organizzate dall’artista, nella Gallery of Modern Art.

Il nostro ingresso è alle 11.15 e, puntuali, entriamo. La mostra espone le opere più famose e gli stencils utilizzati da Banksy nel corso degli anni. Vengono, inoltre, raccontate la vita e la carriera dell’artista, in chiave autoironica. All’interno non si possono scattare foto (e anzi, il cellulare viene requisito all’entrata!) ma gli addetti alla mostra scattano polaroid ricordo, davanti alle opere scelte da noi.

All’uscita, svaligiamo lo shop poi pranziamo con un panino da Subway. Prima di riprendere il treno per Edimburgo (che parte alle ore 14.00), vediamo anche l’arrivo della gara femminile in linea. Anche se non siamo appassionati di ciclismo, l’atmosfera è molto coinvolgente e ci ritroviamo a tifare a bordo strada.

Ritornati alla stazione di Waverley, appena terminato un acquazzone, tentiamo un assalto allo shop del Military Tattoo, per scoprire che è incredibilmente chiuso la domenica. Ripieghiamo sul Waverley Festival Village, uno dei nostri posti preferiti durante i Festivals di Edimburgo. Qui, troviamo posto nei grandi tavoloni in legno al coperto e ascoltiamo i concerti dal vivo bevendo ottima birra e mangiando i toast grigliati al formaggio di Say Cheese.

Restiamo un’oretta a goderci l’atmosfera festiva, poi percorriamo tutta Princess Street per qualche acquisto di souvenirs.

Rientriamo verso l’appartamento attraverso il nuovo centro commerciale Saint James’ Quarter, poi ci riposiamo un po’ sfruttando il nostro splendido alloggio.

Sono quasi le 21.00 quando andiamo a cena da Five Guys. Poi passeggiamo per una Edimburgo stranamente tranquilla, percorrendo Princess Street (con foto di rito al castello illuminato) e Rose Street, prima di rientrare.

Giorno 16 – Lunedì 14 agosto 2023 (Edimburgo)

edinburgh castle

Giornata interamente dedicata ad Edimburgo e ai suoi Festivals di agosto.

Dopo una colazione casalinga, ci incamminiamo e raggiungiamo il Royal Mile, dove facciamo una sosta golosa al caffè Mor Bakery, attirati dai tavolini al sole e dalle brioches appena sfornate.

Iniziamo la salita verso il Castello, tra artisti di strada e perfomers vari.

Entriamo nella Cattedrale di St. Giles, che visitiamo. Purtroppo, la Cappella del Cardo è chiusa.

Proseguiamo e raggiungiamo la Esplanade del Castello, dove torneremo stasera per il Royal Military Tattoo.

Da qui imbocchiamo una stradina/scalinata in discesa che ci porta in Victoria Street, con le sue facciate colorate e i negozietti indipendenti, per poi giungere a Grassmarket, la più antica area di mercato nella storia inglese (il primo market documentato risale al 1370). Dal 1660, la piazza divenne anche il luogo delle esecuzioni pubbliche, con le forche da impiccagione.

Non avevamo mai visitato questo quartiere, ma ci piace subito, soprattutto Grassmarket Square piena di locali. Delle antiche taverne medievali, rimangono le tracce nei due pub più famosi: The Last Drop pub (dove i condannati a morte bevevano l’ultima pinta) e Maggie Dicksons pub (ci fermiamo a leggere l’incredibile storia di Maggie “impiccata a metà”: la legge sulle esecuzioni fu cambiata proprio a causa della donna che venne appesa alla forca ma sopravvisse; da quel giorno, le sentenze non prevedevano più la condanna ad “essere impiccato”, ma specificavano “impiccato fino alla morte”!).

Dall’estremità della piazza c’è anche una splendida vista sul castello arroccato. Un’altra incredibile visuale si ha da the Vennel, il viottolo medievale che imbocchiamo e saliamo fino alla sommità.

Questa scalinata ci porta anche verso una delle mete di oggi: l’International Book Festival, che quest’anno è giunto alla quarantesima edizione e che, post Covid, è stato spostato nel College of Art. Giriamo la nuova location e vediamo la signing tent (dove si svolgono gli incontri con gli autori e i firmacopie) e il bookshop, dove acquistiamo un paio di libri autografati. Ci fermiamo anche al punto ristoro per una birretta di mezzogiorno.

Percorrendo Lauriston Place, con i suoi magnifici colleges in pietra grigia, raggiungiamo la zona di Greyfriars, dove ci fermiamo per pranzo da Subway. Ristorati, vediamo l’ingresso del Greyfriars Kirkyard e la statua del cagnolino Bobby, per poi entrare al National Museum of Scotland (ingresso libero), dove trascorriamo un paio d’ore a girare i cinque piani (oltre al roof terrace… un po’ lasciato andare!) e le varie esposizioni.

Tra gli highlights del museo rientrano sicuramente Dolly, la pecora più famosa del mondo (fu il primo mammifero clonato nel 1996), gli scacchi di Lewis (nove pezzi di scacchi in avorio di zanne di tricheco, trovati sulla spiaggia di Uig, Lewis, nel 1831. Gli altri pezzi sono custoditi al British Museum), il percorso denominato Kingdom of Scots: un’esposizione in cui viene mostrata la storia scozzese a partire dalla preistoria, con particolare attenzione al periodo dei Pitti.

Usciti dal Museo, rientriamo verso il Royal Mile, dove le attività del Fringe Festival sono in pieno svolgimento e c’è un fiume di persone. Troviamo incredibilmente un tavolino libero con vista sulla via da Caffè Nero e ci riposiamo guardando le performances degli artisti di strada.

Scendiamo lungo la ripida ma bellissima Cockburn Street, per passare al negozio del Royal Military Tattoo, dove acquistiamo il merchandising dell’edizione di quest’anno, intitolata Stories, tranne il programme (ovvero il giornalino con il programma dell’evento, già acquistato online) che ritireremo direttamente all’ingresso.

Dopo una birra al Festival Village di Weverley, rientriamo in appartamento. Cominciamo a preparare i bagagli e ceniamo con due ottimi fish&chips da asporto dell’ormai collaudato The Chippy by Spencer.

Sono le 19.40 quando decidiamo di incamminarci nuovamente verso la città vecchia per il Tattoo, ma il destino ci fa trovare un taxi libero, con le portiere aperte, proprio davanti a casa! Ci facciamo quindi portare fino al Royal Mile, risparmiandoci una bella scarpinata!

La fila per entrare al Tattoo è lunga ma scorrevole; in poco tempo siamo dentro e possiamo aspettare l’inizio dello show previsto per le 21.30. Stories è un susseguirsi di performances scenografiche e parate militari; tutto funziona alla perfezione, soprattutto il gran finale con l’Inno inglese, il lonely piper (che suona la cornamusa da solo su una torre del castello) e Scotland the brave, la canzone che ormai è il simbolo del Military Tattoo.

Con ancora il suono delle cornamuse nelle orecchie, camminiamo fino a casa, dove scriviamo il diario del nostro ultimo giorno nella Capitale e finiamo di preparare le valigie.

Giorno 17 – Martedì 15 agosto 2023 (Edimburgo)

Ultimo giorno in terra scozzese. Facciamo colazione in casa e finiamo il “tetris” dei bagagli, che poi portiamo nel comodo luggage store del palazzo.

Sono quasi le 10.00 quando ci incamminiamo verso il Royal Mile. Sulla strada centrale di Edimburgo prendiamo un caffè ammirando gli artisti del Fringe Festival.

Rientriamo nella imponente St. Giles Cathedral, per provare nuovamente a visitare la Thistle’s Chapel. Siamo fortunati: quando arriviamo, un volontario sta aprendo la cappella, per una visita guidata gratuita. Qui ha sede l’antichissimo Ordine del Cardo, i cui membri vengono nominati dal Sovrano d’Inghilterra. La cappella è interamente ricoperta di legno intagliato (tra le tante sculture, spicca un angelo che suona la cornamusa) e contiene diciannove stalli riccamente decorati: 16 per i cavalieri (ognuno con il proprio stemma), uno per il Sovrano e due per i Reali. Il volontario è molto preparato e ci intrattiene per quasi un’ora.

Usciti dalla Cattedrale, decidiamo di trascorrere il tempo rimanente prima della partenza al Weverley Festival Village, dove ci gustiamo una birra e un cheesy toast ascoltando musica dal vivo.

Alle 13.30 recuperiamo le valigie e, dopo la salita a Picardy Place, prendiamo il comodo tram su rotaia 100 Airlink che ci porta direttamente in aeroporto.

I voli sono puntuali, sia da Edimburgo che da London Heathrow. All’arrivo a Bologna, chiamiamo ParkinGo e la navetta ci viene a prendere in aeroporto. Riprendiamo l’auto e all’1.30 siamo a Reggio.

“Non c’è due senza tre… e il quattro vien da sé”: ci rivedremo presto, Scozia!

Guarda la gallery
012_rainbow_at_talmine

reflection of kilchurn castle in loch awe, highlands, scotland

022_waverley_festival_village

021_edinburgh_castle

020_cullen_bay_hotel

019_crovie

018_pennan

017_kinnard_head_lighthouse

016_cullen

015_highland_cows

014_clava_cairns

005_the_wee_mad_road

011_dunnet_head

010_island_view_glamping_pod_talmine

009_sango_sand

008_balnakeil_beach

007_ring_of_tarbet

006_the_ceilidh_place

004_achnahaird

003_minicasa_ad_achintraid

002_bealach_na_ba

001_eilean_donan_castle



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche

    Video Itinerari