Sulle tracce di Tamerlano: 11 giorni in Uzbekistan tra madrase, hammam e caravanserragli

La via della seta passava da qui
Scritto da: Lurens55
sulle tracce di tamerlano: 11 giorni in uzbekistan tra madrase, hammam e caravanserragli
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A febbraio diamo un’occhiata sul web per cercare un viaggio in primavera. Sul sito di Mundo Escondido vediamo la proposta di un tour in Uzbekistan ad Aprile per 18 persone con solo più 2 posti liberi. Con loro siamo andati in Oman a fine 2019 (prima della pandemia; organizzazione eccellente, perfetta soprattutto grazie alla guida omanita) e a febbraio 2023 in Vietnam e Cambogia (dopo pandemia; organizzazione con alcune pecche organizzative e comunicazioni poco chiare prima della partenza).

Decidiamo di dare comunque fiducia a Mundo Escondido, perché il programma di viaggio pubblicato a inizio febbraio sul loro sito propone visite e attività interessanti e voli abbastanza comodi (vedi oltre). Ci iscriviamo mandando l’acconto per bloccare i voli.

Pochissimi giorni prima di partire riceviamo i biglietti elettronici e scopro che il volo di ritorno è cambiato ed è molto più scomodo (partenza alle 2.30 a.m.). Primo difetto organizzativo. Nessuna giustificazione del cambio di orario peggiorativo.

Controllo sul sito di Turkish Airlines e vedo che il volo delle 09.20 è regolarmente programmato, però costa molto di più di quello delle 02:30.

Uzbekistan, diario di viaggio

Giorno -1 – Check in online

Apro da PC il sito web della Turkish per fare il check in e funziona malissimo. Scarico l’App che va ancora peggio. Torno al PC e riesco a fare il check in on line per evitare la coda ai banchi in aeroporto. I posti vengono assegnati dalla Turkish. Ogni cambio costa 14€ per ogni tratta. E con metodo da compagnia low cost assegna a me e Franca due posti lontani e per i quali non è possibile acquistare il posto vicino. Visto che comunque sono abbastanza avanti ce li teniamo come deciso dall’algoritmo.

Il download delle carte di imbarco non funziona, quindi lascio perdere e me le farò stampare a MXP.

Giorno 0 – Partenza per Istanbul

I bagagli sono pronti. Alle 14.45 partiamo da casa per Malpensa. Alle 16.45 lasciamo l’auto da Mr Parking (55€ per 13 gg). Avendo fatto il check in on line andiamo subito alla spedizione dei bagagli. Poi troviamo 3 compagni di viaggio circa nostri coetanei. Il volo per Istanbul parte in orario e arriva con più di mezz’ora di anticipo

Giorno 1 – Arrivo a Urgench, necropoli di Mizdakhan

necropoli di mizdahkan

Alle ore 1.05 a.m. si parte per Urgench. Il volo dura circa 4h. Sommando 2h di fuso orario, alle 7 a.m. (ora uzbeka) siamo a Urgench un po’ stanchi. Scesi dall’aereo vediamo che il paesaggio circostante e desolato. Terra arida a perdita d’occhio. Il controllo passaporti è abbastanza rapido. La consegna dei bagagli invece un po’ meno, ma finalmente arrivano.

Fuori c’è Farida, una giovane ragazza uzbeka, che ci accompagnerà nel nostro tour. Saliamo sul pullman gran turismo per andare a Nukus (160 km). La strada è abbastanza accidentata e si va a rilento. Arriviamo a destinazione alle 11.30. Stando al programma all’arrivo avremmo fatto “colazione” e quindi avuto tempo per riposare un po’, invece le camere non sono pronte e il personale dell’hotel non mostra nessuna disponibilità a risolvere rapidamente il problema. Seconda grave pecca organizzativa. Siamo tutti molto arrabbiati, contattiamo via whatsapp Mundo Escondido che contatta l’agenzia locale (http://www.uztravel.com/it/) che non fa nulla e le camere ci saranno date alle 13 (che è l’orario standard del check in dell’hotel).

Nè Mundo Escondido né Uztravel ci hanno proposto una qualche compensazione per il disservizio. Si va a pranzo in un ristorante dove ci riempiono come tacchini. Avremmo preferito di gran lunga un pasto leggero e poi un po’ di riposo. Durante il pranzo arriva un tizio disposto a cambiare in nero gli euro in Sum (moneta uzbeka). Per 50 euro abbiamo avuto in cambio 650.000 sum (il cambio ufficiale è di 1 EUR = 13718,43 SUM).

Finalmente le camere sono pronte e riusciamo a darci una rinfrescata prima di partire per la necropoli di Mizdakhan, un complesso archeologico di strutture funerarie situato a 40 minuti dalla città di Nukus, che copre una superficie di duecento ettari. Ci sono antiche sepolture, alcune delle quali hanno 2400 anni. Mizdakhan è uno dei più antichi e grandi cimiteri dell’Asia centrale. Fin dai tempi antichi questo luogo ha attirato numerosi pellegrini per la sua sacralità. Le sepolture più recenti risalgono al XIV secolo.

Con un viaggio di più di un’ora raggiungiamo il villaggio di Chimbay, nella regione del Karakalpakstan, dove c’è una impresa artigiana che costruisce yurte. Ci hanno mostrato tutto il processo di preparazione del legname con metodi completamente manuali. Molto interessante.

Si torna a Nukus. Cena in un ristorante attiguo all’hotel dove mangiamo benissimo. Il pane di 5 o 6 tipi diversi è strepitosamente buono.

Giorno 2 – Moynak e Lago d’Aral

moynak

La meta di oggi è Moynak (200 km) per vedere ciò che rimane del Lago d’Aral. La strada è molto sconnessa e quindi per lunghi tratti si va a bassa velocità. Il panorama è monotono. Solo terra ricoperta da una patina bianca (sale residuo) e stoppie. Ogni tanto qualche gruppo di case in mezzo al nulla. Dopo 4 ore di scrolloni finalmente arriviamo a destinazione. Ci affacciamo dalla terrazza e vediamo il desolante panorama delle numerose barche arrugginite appoggiate sulla terra. Nel 1971 l’URSS aveva stabilito che nel territorio dell’attuale Uzbekistan si producesse cotone e per aumentare la produzione ha fatto costruire canali per irrigare i campi prelevando l’acqua dai due immissari del lago d’Aral.

Nel 1980 si era già ridotto quasi della metà e nel 1990 era meno di un quarto. L’acqua è sempre più salata e l’evaporazione in aumento. Nel 1960 il lago d’Aral era il quarto lago più grande del mondo con una superficie di 68.000 km² e un volume di 1100 km³. Al Museo un filmato in inglese (in alternativa in russo) racconta in 10 minuti la storia del disastro ecologico che ha trasformato una risorsa economica importantissima per la pesca e la lavorazione del pesce in un acquitrino senza alcuna forma di vita. La zona da cui è scomparso il lago d’Aral è ora coperta da una polvere fine ricca di sale. La guida ha detto che quando si scatenano forti tempeste di vento la polvere viene sollevata ad alta quota nell’atmosfera e raggiunge anche le nevi dell’Himalaya.

Ci avviamo col pullman verso un home restaurant, però nelle strade del villaggio ci sono fili elettrici aerei e sbarramenti non abbastanza alti per consentirci di passare. Quindi il pullman parcheggia e andiamo a piedi. La casa è molto spartana e il pranzo semplice, ma buono. Dopo pranzo torniamo al sito del lago scomparso e scendiamo fino alle barche arrugginite appoggiate sulla sabbia. Un panorama desolante. Negli anni ’60 del XX secolo la guerra fredda aveva spinto l’URSS a puntare sullo sfruttamento agricolo del suo immenso territorio con risultati ecologicamente distruttivi.

Scattiamo varie foto e poi ripartiamo per tornare in hotel. Sobbalzi, scrolloni e frenate brusche per evitare buche. Dal finestrino abbiamo visto diversi dromedari e un paio di cammelli (unico diversivo dal monotono panorama). Alle 20 siamo in hotel dove facciamo cena.

Giorno 3 – Museo Savitskyi, lago Akhchakol e Khiva

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Alle 9 siamo al museo Savitskyi (Museo Statale delle Arti della Repubblica di Karapalkastan). Possiede la seconda più grande collezione al mondo di opere d’arte d’avanguardia russa collezionate dal pittore e archeologo sovietico Savitskyi (1915-1984) durante la sua vita, nonché gallerie di antichità e di arte popolare dei Karakalpaki. In totale, nella collezione del museo ci sono più di 82.000 oggetti. Il museo è stato descritto da The Guardian come il Louvre dell’Uzbekistan. La visita è durata oltre 2 ore. Alle 11 si parte per andare al sito delle rovine dei castelli nel deserto. Ci fermiamo prima per pranzo in un ristorante affacciato sul lago Akhchakol dove mangiamo seduti per terra in una yurta. Molto pittoresco ma decisamente scomodo.

Terminato il pranzo raggiungiamo poi le rovine delle fortezze nel deserto (Topraq Qala e Ayaz Kala). Infine arriviamo a Khiva, la città del minareto incompiuto che si vede nel film Aladdin della Disney. Invece di portarci all’hotel Zarafashan, indicato nel programma di Mundo Escondido, ci portano all’hotel Asfalan, sempre all’interno delle mura della cittadella ma, piuttosto modesto, con le finestre delle camere che danno sull’interno e il WiFi che funziona a singhiozzo.

Rapido relax in camera e poi cena in una antica madrassa trasformata in ristorante. Giro serale nella cittadella tutta illuminata. Molto suggestiva la tonalità di colore marrone chiaro dovuta all’intonaco dei muri fatto di fango misto a paglia.

Giorno 4 – Khiva

khiva

Ore 9 si parte a piedi per la visita della città vecchia. Visitiamo il complesso Ichan Kala, la Kunya Ark con le antiche prigioni e l’harem, la madrassa Amin Khan, la Moschea Juma o del Venerdì, eretta nel X secolo e ampliata, in diversi stili, nel corso di oltre otto secoli, proseguendo con la Casa di Pietra, dimora nobiliare a cortile, con la limitrofa madrassa Allakuli Khan e il mausoleo Pakhlavan Makhmud, eretto nel 1250 per ospitare il sepolcro a cupola del poeta e guaritore, ancora oggi venerato come un santo dai nativi. Particolarmente belle le decorazioni a piastrelle di ceramica sul tono del blu applicate su moschee e madrasse.

A Khiva è pieno di bancarelle che vendono cappelli. La guida ci spiega che i cappelli avevano dei significati a seconda di come erano indossati. Indicavano se una persona era libera o impegnata, se aveva figli, se era benestante o povera, ecc. Alcuni minareti sono visibilmente pendenti. La Torre di Pisa pende da centinaia di anni e non è crollata. Speriamo sia così anche per questi minareti. Verso le 13 interrompiamo la visita guidata e abbiamo qualche ora libera. 

Facciamo un giretto in un mercato artigianale ricavato nel vecchio caravan serraglio dove ci sono decine di banchetti che vendono tutti le stesse cose allo stesso prezzo. Dopo un breve relax in camera andiamo in un caffè per uno spuntino e quindi saliamo sopra le mura (biglietto 20000 sum, cioè circa 1.60€). Per salire c’è una scala con gradini alti 35 cm abbastanza stretti senza mancorrente. Per una persona anziana è impegnativo. Per fortuna è corta.

Il camminamento lungo le mura si sviluppa solo per un tratto (non si può fare il giro completo) ed è poco più alto dei tetti delle case, così la vista dall’alto non è particolarmente interessante.

Alle 18 riprendiamo la visita guidata andando ad un museo e poi all’harem dove c’è la stanza del re (molto decorata), quattro stanze per le quattro mogli (decorate con piastrelle) e le stanze delle concubine (decorate con affreschi floreali). Cena sulla terrazza di un ristorante con un vento piuttosto intenso e freddo. Dopo cena andiamo a coprirci meglio e facciamo un ultimo giro per il centro storico per imprimerci nella memoria le bellezze di Khiva e poi a dormire.

Giorno 5 – Viaggio per Bukhara

Ore 8 partenza per Bukhara. Si prospetta un viaggio noioso di circa 8 ore (soste incluse). Dopo un paio d’ore ci fermiamo in una stazione di servizio per andare in bagno. Purtroppo per entrare senza svenire sarebbe necessaria una maschera antigas e quindi tutti optano per una soluzione in plein air. La strada asfaltata è abbastanza in buono stato e scorre in mezzo a un monotono deserto di sabbia rossiccia in cui crescono piccoli arbusti. Pranzo light in una caffetteria. Samosa ripieno di carne molto buono e grande 13000 sum (cioè 1€). Una coca cola da 0.50 15000 sum. Più cara la coca.

Il viaggio prosegue e finalmente arriviamo all’hotel Asia Bukhara. Non é l’hotel indicato nel programma di viaggio, ma la camera é soddisfacente. Dopo aver sistemato i bagagli in camera andiamo all’hammam. Un edificio del XVI secolo per gli uomini, un hamman moderno per le donne. Ci forniscono armadietti, teli per la camera essudatoria, ciabatte e si va. Dopo una ventina di minuti di sosta nella camera umida e calda passiamo nella camera dei massaggi dove ci insaponano e poi sottopongono ad un energico e rilassante massaggio di una quindicina di minuti. Poi ci spalmano di una crema allo zenzero che scalda come una stufa.

Sosta di qualche minuto nella camera essudatoria e poi a tradimento ci tirano un paio di secchiate di acqua gelata e la seduta di hammam termina. Prima di uscire ci offrono tè e arachidi.

Alla sera cena in un home restaurant dove ci fanno vedere come si prepara il plov, un piatto tipico dell’Uzbekistan a base di carne, carote, cipolle, aglio, spezie e riso. Breve giro a piedi fino al minareto Kalon illuminato come tutta la piazza in cui è eretto. L’effetto scenografico è davvero notevole.

Giorno 6 – Bukhara

bukhara

Bukhara è piuttosto estesa, quindi raggiungiamo in punto di inizio del tour a piedi con il pullman. Visitiamo la fortezza di Ark, risalente al XI sec., la moschea Bolo Hauz, realizzata come luogo privato di preghiera per la famiglia reale, i due mausolei simbolo della città vecchia, il Chasma Ayub o delle Cento Cupole, dove sorge la cosiddetta sorgente o pozzo di Giobbe e dei Samanidi, scavato come sepolcro degli emiri, considerato un capolavoro dell’architettura per la armonia delle forme geometriche, il minareto Kalon, un tempo usato come “faro” per le carovane. Pranzo in un bel ristorante.

Nel pomeriggio visitiamo il Palazzo d’Estate (inizio XX sec). Questa struttura ha un enorme parco pieno di alberi da frutta e fiori. Nell’harem è stato realizzato un museo dove sono esposti alcuni arredi e tappeti delle camere delle mogli e concubine del re. Si torna in hotel per una sosta e alle 18 spettacolo di “Danze tradizionali e Fashion”. Si intervallavano danzatrici in costumi tradizionali e indossatrici con abiti molto decorati. Il tutto accompagnato da un gruppo di musicisti.

Cena in un bellissimo giardino. Purtroppo si è alzato un vento freddo e a causa del servizio abbastanza lento siamo congelati.

Giorno 7 – mausoleo di Naqshband 

mausoleo di naqshband 

Si parte alle 8.

Prima sosta al mausoleo di Naqshband (XIV sec.) protettore della città. In Uzbekistan sono molto liberali con la religione e quindi possiamo entrare nella moschea delle donne mentre stavano pregando. Farida ci ha spiegato i vari passaggi della preghiera islamica. La ritualità è piuttosto complessa e inoltre, visto che gli uzbeki in larghissima maggioranza non sanno leggere l’arabo, il Corano viene recitato a memoria. Più o meno come quando in Italia c’erano le messe in latino durante le quali i fedeli recitavano preghiere e formule rituali di cui avevano solo una sommaria conoscenza del significato. Mentre ci dirigiamo verso l’uscita vediamo sotto una tettoia un officiante (probabilmente un mullah) che legge il Corano e un po’ di gente che segue la preghiera. Ci sediamo anche noi sulle panche per seguire l’ultima parte del rito.

Si riparte. Sosta a Gijduvan a vedere una fabbrica artigianale che produce ceramica. Tutti i processi di lavorazione che ci hanno mostrato erano totalmente manuali. Il tornio girevole per lavorare l’argilla era mosso col piede dal vasaio.

Si riparte per Nurata. Arrivati a Nurata (ore 14) si prosegue per il ristorante vicino al campo delle yurte (raggiungibile secondo Farida in mezz’ora). L’autista sbaglia strada 3 volte andandosi a impantanare su strade sterrate con guadi da cui, per uscire, ha dovuto fare lunghi tratti a passo d’uomo in retromarcia. Risultato: arriviamo a pranzo che sono le 16. Il ristorante si affaccia su un bel lago, ma è infestato da migliaia di moscerini e il pranzo è quanto mai indecente. Causa stanchezza, gli animi sono un po’ accesi. Con il pullman raggiungiamo il campo tendato e quando arriviamo Farida ci dice che è pieno e non hanno posto. Più avanti c’è un campo di yurte più piccolo vuoto (meno male) e quindi ci sistemiamo. Ci fanno fare un giro di 10 minuti sul cammello (proprio quello a 2 gobbe). Una cosa un po’ becera, ma lo faccio lo stesso, visto che essendo in mezzo al nulla non c’è altro da fare.

L’ultima volta che ero salito su un dromedario risale al 1986 nel deserto del Thar in India per andare a vedere gli stupendi cenotafi di quella zona. In quell’occasione ero stato sul dromedario 8 ore e mi si erano abrase le terga. Il cammello mi sembra più alto e più tozzo del dromedario. Ma scomodo uguale. Quindi un po’ di riposo nel duro letto della yurta e poi cena.

La sala ristorante è realizzata in paglia e fango e nonostante fuori faccia freddo dentro, senza riscaldamento, la temperatura è molto gradevole. Un eccellente esempio di bioedilizia a basso impatto ambientale. Tanto per cambiare, ci servono per l’ennesima volta insalatina a base di cavolo rosso, pomodori e cetrioli, zuppa brodosa e spezzatino con patate. Un classico della cucina uzbeka.

Dopo cena accendono un falò e ripiombiamo negli anni ’70 del XX sec. Qualcuno si mette a cantare e ad un certo punto compare un signore karakalpako con uno strumento a 2 corde vagamente simile ad un mandolino che si esibisce in uno spettacolo di canzoni uzbeke e karakalpake. Davvero bravo.

Quindi a dormire. La yurta ovviamente non è riscaldata e quindi il letto è fornito di una spessa coperta pesantissima. A parte che è difficile girarsi, non si patisce il freddo.

Giorno 8 – Viaggio per Samarcanda

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Pur essendo in mezzo al nulla la colazione è stata buona. Migliore di alcune avute negli hotel. Curiosità: c’era la confettura di zucca invece delle classiche marmellate di frutta. Alle 8 siamo in marcia. Che dire della scelta di Mundo Escondido di farci fare oltre un’ora e mezza di strada dissestata per andare in quel campo di yurte sperduto nel nulla? Poco sensato. Ci sono vicino a Nurata campi con yurte che sarebbe stato molto più rapido e meno faticoso raggiungere.

La distanza per Samarcanda è circa 250 km e la stima di tempo, senza soste, è di quasi 5 ore. Arriviamo a Samarcanda che sono le 13.30. Oggi il pranzo è definito “libero”. In realtà è più corretto definirlo “a pagamento”, perché ci hanno portato in un ristorante gigantesco e di libero c’era giusto la scelta di cosa prendere. Dato che sono giorni che si mangia molto, io e altri decidiamo di non pranzare (con irritazione della guida). Andiamo a fare un giro nel circondario e prendiamo uno snack. Invece quelli che si sono fermati al ristorante ci mettono la bellezza di due ore per pranzare e noi ad aspettare.

Finalmente andiamo in hotel per darci una ripulita (nel campo delle yurte i servizi comuni erano molto approssimativi e ci si poteva lavare come i gatti). La prima tappa è alla cantina-museo Hovrenko dove è stata organizzata una degustazione di vini e liquori prodotti nella regione.

Si assaggiano 7 vini a gradazione crescente tra bianchi, rosé e rossi, 2 brandy da 40° e un amaro tipo fernet. Prima di ogni assaggio una sommelier spiegava in russo (a beneficio dei turisti russi presenti) le caratteristiche del prodotto e la guida le traduceva in italiano. La produzione vinicola è di ottimo livello. Non avevo idea che esistessero vini Uzbeki.

Allegri dopo la degustazione, partiamo col pullman per raggiungere il complesso Gur-e Amir (noto anche come Mausoleo di Tamerlano), che in persiano significa “tomba del re”. Il complesso contiene le tombe del conquistatore mongolo Timur, meglio conosciuto in occidente come Tamerlano, dei suoi figli Shah Rukh e Miran Shah e dei nipoti Ulugh Beg e Muhammad Sultan. Viene onorato anche Mir Sayyid Baraka, maestro di Tamerlano. La cupola, ricostruita dai russi intorno al 1930, ha un rivestimento di piastrelle semplicemente magnifico.

Con il pullman ci portano a Piazza Registan, quando è già quasi buio e comincia a fare freddo. Dirci di portarci dietro una felpa prima di partire dall’hotel era troppa fatica? Quando siamo usciti per la degustazione faceva caldo e Farida non ci aveva detto che avremmo girato fino alle 9 di sera. Nella piazza ci sono tre madrasse: la Madrassa Ulugh Beg (1417-1420), la Madrassa Tilya-Kori (1646-1660) e la Madrassa Sher-Dor (1619-1636) che visitiamo anche all’interno.

Finalmente andiamo in hotel a scaldarci e cenare. Gestione dei tempi molto scadente. E dire che siamo sempre tutti puntualissimi.

Giorno 9 – Shakhrisabz

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Alle 8 siamo tutti pronti a partire per raggiungere Shakhrisabz, luogo natio di Tamerlano, in cui si ammirano preziose architetture, fra cui il palazzo-fortezza Ak Saray, residenza estiva del re, la moschea Kok Gumbaz o del Venerdì, con la splendida cupola azzurra in maiolica, fra le più notevoli nell’arte sacra islamica, il mausoleo Shamseddin Kulyal, precettore e guida spirituale del sovrano, il complesso Khazrati Imam con la tomba di Jehangir.

Ci sono ad attenderci 3 van, ma la sistemazione a bordo risulta scomoda tenuto conto che la strada è piuttosto impervia e in cattivo stato. Così all’ultimo, Farida cerca un quarto veicolo, e si perde un’ora prima che arrivi. Se l’agenzia locale (uztravel) avesse gestito meglio l’organizzazione non avremmo perso tempo per la riorganizzazione dell’odierno tour. Una buona organizzazione non richiede riorganizzazioni.

Pranzo in home restaurant molto buono e un po’ più vario rispetto al solito.

Il viaggio di ritorno è stato da paura. La strada era sconnessa e gli autisti hanno guidato come dei pazzi. Sulla parte di strada di montagna sorpassavano pure in curva. Per fortuna alle 17 siamo arrivati sani e salvi a Registan Square con la possibilità di fare un giro libero nella zona. Noi ne approfittiamo per andare a dare un’occhiata al bazar dove verremo con più calma domani. È esposta una quantità enorme di spezie e frutta secca. Uno dei banchi ha dei pistacchi favolosi e contrattiamo per domani l’acquisto (17€/kg) con pagamento (e resto) in euro. Nessun problema. Accettano anche le monete da 1 e 2 €. Vista la quantità di turisti italiani è un modo per incrementare le vendite.

Troviamo anche dell’ottimo karkadé. Cena in un ristorante dietro al bazar.

Giorno 10 – Samarcanda

samarcanda

Alle 9 carichiamo le valigie su un camion che le porterà all’hotel a Tashkent.

Quindi siamo pronti a partire per completare la visita di Samarcanda. Prima tappa la necropoli reale Shah-i-Zinda, dove riposano i resti del cugino di Maometto. Il complesso Shah-i-Zinda comprende dei mausolei e altri edifici rituali dei secoli IX-XIV e XIX. Ad oggi include più di venti edifici. Il nome Shah-i-Zinda (significa “Il re vivente”) ed è collegato con la leggenda che Kusam Ibn Abbas, il cugino del profeta Maometto sia stato sepolto lì, ritenendo che fosse venuto a Samarcanda con l’invasione araba nel VII secolo a predicare l’Islam. Le leggende popolari narrano che egli, dopo essere stato decapitato, prese la propria testa e andò nel pozzo profondo (il Giardino del Paradiso), dove sta ancora vivendo. Terminata la visita di questo sito andiamo a vedere un villaggio artigiano dove producono carta, olio e ceramiche con metodi di lavorazione manuali antichi e con forza motrice prodotta con mulini ad acqua.

Successivamente andiamo a visitare (sotto un sole cocente) l’osservatorio astronomico costruito nel 1429 dal principe timuride e astronomo Ulugh Beg. È considerato dagli studiosi uno dei migliori osservatori dell’Islam medievale. L’osservatorio venne distrutto nel 1449 e fu riscoperto solo nel 1908 dall’archeologo russo V.L. Vyatkin. Ad oggi sono state restaurate solo alcune parti. In origine nella collina era stata scavata una galleria larga circa due metri, orientata lungo il meridiano passante per l’osservatorio. Essa ospitava l’arco dello strumento. Il quadrante era alto undici metri e raggiungeva la sommità dell’edificio di tre piani che lo circondava. Con il suo raggio di 40,4 metri era il quadrante più grande del mondo. Oggi c’è solo più il primo piano.

Con questo strumento e precisi calcoli matematici Ulugh Beg determinò la durata dell’anno solare in 365 giorni, 5 ore, 49 minuti e 15 secondi, con un errore di soli 25 secondi rispetto all’attuale computo. Ulugh Beg determinò anche l’inclinazione assiale della terra in 23°52′, valore prossimo ai calcoli attuali (23° 26′ 10.5″).

Successivamente andiamo a visitare il Mausoleo del Profeta Daniele, che contiene un sepolcro lungo 18 metri. Una misura esagerata. La spiegazione razionale sostiene che in questo modo si volle rendere difficile il compito a chi avesse voluto trafugare il corpo del profeta, custodito in chissà quale segmento della tomba.

Dopo pranzo abbiamo una mezz’ora libera per andare a fare acquisti al bazar dove compriamo al banco in cui ieri avevamo contrattato il prezzo 1kg di pistacchi top quality 17€ e ½ kg di noci pecan aromatizzate al cioccolato (15€/kg). Girando poi tra i banchi, abbiamo scoperto che altri vendono le noci pecan a meno e quindi sono andato dal nostro venditore a dirglielo. Lui ha sostenuto che quella che ci ha venduto è alta qualità (sarà vero? Non lo scopriremo mai).

Poi visita alla Moschea di Bibi-Khanym, uno dei più importanti monumenti di Samarcanda. Nel XV secolo è stata una delle più grandi e più belle moschee del mondo islamico. Alla metà del XX secolo era solo un rudere, ma ora le parti principali della moschea sono state restaurate. Poi col pullman andiamo alla stazione dove arriviamo con quasi un’ora e mezza di anticipo. Contrariamente alle stazioni italiane, qui c’è un ottimo collegamento gratis a internet con cui distrarsi nell’attesa del treno.

Nel programma pubblicato sul sito di Mundo Escondido a Febbraio 2024, cioé quando ho prenotato il viaggio e inviato con bonifico l’acconto del 30%, era previsto il trasferimento da Smarcanda a Tashkent con treno veloce Afrosiab, in prima classe. Invece l’agenzia Uztravel ha preso biglietti di classe economy.

Il treno parte in perfetto orario. Arriviamo alla stazione di Tashkent alle 20.45. Qui c’è un pullman che ci porta all’hotel Mercure. Bello, ma piuttosto periferico. Cena e poi in camera.

Giorno 11 – Tashkent

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Alle 9 si parte col pullman. Tappa al Museo Moye Mubarek, dove è custodito il prezioso corano di Osman, risalente al VII sec. e quindi il più antico testo sacro islamico giunto integro fino ai giorni nostri. Il Museo è chiuso. Quindi andiamo ad un altro museo situato in una vecchia abitazione. Interessante.

Visita del gigantesco bazar Chorsu dove ci sono panifici che sfornano del pane dal sapore straordinariamente buono e dalle forme insolite e una quantità infinita di spezie e frutta secca e disidratata. Poi facciamo un giro nella metro che ha le stazioni molto simili a quelle di Mosca. Usciamo e diamo uno sguardo all’hotel Uzbekistan (uguale all’hotel Kosmos di Mosca) e alla statua equestre di Tamerlano.

Pranzo “libero” (per modo di dire) in un ristorante in mezzo al nulla, così se vuoi andarti a prendere giusto uno snack non puoi. Tra l’altro ci sono volute due ore che avremmo potuto impiegare in modo più gradevole. Poi un’ora in hotel per riposare in previsione del viaggio notturno.

Prima di cena avremmo dovuto visitare un sito che invece è risultato inaccessibile (informarsi prima no?). Decisamente una organizzazione scadente. Così ci portano a vedere un centro commerciale ispirato al kitch di Las Vegas (in scala molto ridotta). Quindi a cena. La peggiore del viaggio. Carne stufata con tantissimo grasso. Un’ora e mezza di relax in hotel e poi si parte per l’aeroporto.

Giorno 12 – Rientro in Italia

All’1:30 inizia l’imbarco. Alle 2.30 decolla. Il volo dura 5h15′. Arrivati a Istanbul, nonostante si percorra il corridoio dei transiti internazionali, bisogna di nuovo fare il controllo del bagaglio a mano in una bolgia infernale.

Quando finalmente siamo vicini al gate del volo per Malpensa prendiamo due caffè espresso in uno dei tanti bar. Costo totale 8.50€. Un filino caro. Oltretutto nemmeno buono.

Il volo per Malpensa parte e arriva in orario. Il controllo passaporti è veloce. I bagagli, nel classico stile Malpensa, arrivano a rilento.

La navetta di Mr. Parking arriva in 10 minuti. E via in auto verso Torino.

Viaggio in Uzbekistan. Informazioni utili

Spese per 2 persone

  • Costo viaggio: 5320.00€
  • Parking Malpensa: 55.00€
  • Cambio valuta: 50.00€
  • Spese varie: 100.00€

Totale: 5525.00€

Note

  • Il programma di visite che aveva la guida era parecchio diverso da quello che ci ha fornito Mundo Escondido. La guida ci ha detto che doveva seguire quello che le era stato assegnato dalla sua agenzia (uztravel). I siti si direbbe che li abbiamo visti tutti comunque.
  • L’impressione generale è che l’organizzazione da parte di Mundo Escondido sia stata molto carente. La sensazione che ho avuto è che M.E. e UZtravel non abbiano preso accordi chiari. E quando si sono verificati problemi non abbiamo ricevuto nessun aiuto.
  • Tra il programma scaricato a febbraio dal sito di Mundo Escondido e quello che è stato inviato via mail il 19 aprile c’erano differenze peggiorative (es. treno da prima classe a turistica)
  • La gestione dei tempi da parte della guida era scadente. Non teneva conto dei tempi reali di percorrenza che erano sempre molto superiori al previsto.
  • Quello che abbiamo visto è stato interessante, purtroppo però le spiegazioni della guida erano difficili da seguire perché il suo italiano è molto da migliorare.

Conclusione

È stato un bel viaggio con un programma interessante, ma avrebbe potuto essere molto più apprezzato se non avesse avuto tante pecche organizzative.

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