6 cose che non sapevi sul Sacro Graal, la reliquia più famosa di tutti i tempi

Stefano Maria Meconi, 18 Mag 2024
6 cose che non sapevi sul sacro graal, la reliquia più famosa di tutti i tempi
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“…poi prese il calice, rese grazie, lo diede ai suoi discepoli e disse: «Bevetene tutti, perché questo è il Mio Sangue dell’alleanza versato per voi e per tutti in remissione dei peccati». È con queste parole, ripetute anche nella liturgia eucaristica, che gli Evangelisti descrivono l’eucarestia, il gesto che Gesù fece durante l’Ultima Cena spezzando il pane e distribuendo il vino agli Apostoli. E proprio il vino fu servito in un calice che, oggi, continuiamo a chiamare Sacro Graal. Una delle reliquie che, se fosse davvero ritrovata (e confermata come tale), contribuirebbe a gettare nuova luce sulla storia del Cristianesimo, ma su cui – a differenza di tantissime altre testimonianze della vita di Gesù e dei santi – non c’è una vera e propria coesione. O almeno c’è in parte, perché dei tanti calici dell’eucarestia conservati in chiese e musei di tutto il mondo, uno di questi è considerato il “più reale”.

Il Santo Calice di ValenciaSacro Graal 

cattedrale di valencia

Costituito da tre parti, unite in un solo corpo armonico, è nella Capilla del Santo Caliz della Cattedrale di Valencia che, si dice, sia conservato il vero e proprio Sacro Graal. E almeno dal punto di vista storico-testimoniale, potrebbe essere la ricostruzione corretta. La coppa nella quale Gesù versò il vino agli Apostoli, la sera prima di essere condannato a morte, è un calice in pietra d’agata lucida, dalle sfumature marroni-ocra, la cui datazione risale a un lungo periodo compreso tra il IV secolo a.C. e il I secolo d.C. Realizzata da sapienti mani artigiani del Medio Oriente, forse in Egitto o addirittura proprio in Palestina, combacerebbe con il luogo e le date della vita del Cristo. Almeno mille anni dopo, per sottolinearne l’importanza, vi furono aggiunti un sostegno in oro e una serie di perle e gemme preziose, a formare quella coppa la cui presenza è rituale nella Santa Messa.

La Cappella del Santo Calice, dove la fondamentale reliquia è conservata dietro due teche in vetro e circondata da un complesso scultoreo di stampo gotico in alabastro (opera di Giuliano Poggibonsi), si trova all’interno della Cattedrale, poco dopo la Puerta de los Hierros. Il complesso architettonico della cappella, così come le decorazioni murarie, sono ispirate ai temi degli Apostoli e all’Assunzione della Vergine. 

Come visitare la Cattedrale di Valencia

La Cattedrale del Santo Calice è aperta tutto l’anno con orario 7.30 – 10 e 18.30 – 20.30 per l’accesso libero. Le visite culturali, che includono anche il Museo della cattedrale, si tengono dalle 10.30 alle 18.30 (17.30 il sabato in inverno) dal lunedì al sabato e dalle 14.00 alle 18.30 (17.30 il sabato in inverno) la domenica. Il costo d’ingresso è di 9 euro, con audioguida (6 euro per studenti, under 17). 

È anche possibile visitare il Miguelete, il campanile alto quasi 51 metri della Cattedrale (dalle 10 alle 18.45, costo 2,50 euro).

6 cose che non sapevi sul Sacro Graal

capilla del santo caliz

Stava per essere distrutto tre volte

La prima volta in cui il Sacro Graal di Valencia stava per essere distrutto è il 1744, quando cadde accidentalmente durante le celebrazioni del Venerdì Santo. La seconda è nel corso della Guerra d’indipendenza combattuta a inizio Ottocento tra la Spagna e la Francia napoleonica, durante il quale il calice dell’Ultima cena venne portato fino a Palma di Maiorca. La terza (e ultima) fu negli anni ’30 del Novecento, quando le truppe repubblicane nel corso della Guerra Civile stavano per profanare la cattedrale di Valencia, e il Graal fu affidato a una famiglia del luogo, che lo portò con sé a Carlet, in provincia.

Due volte l’anno viene portato in processione

Oltre che nella cattedrale dell’Assunzione, il Sacro Graal può essere ammirato anche pubblicamente per ben due volte all’anno: il Giovedì Santo e l’ultimo giovedì di ottobre. In entrambi i casi è portato in processione per la messa In coena Domini e per la “Festa del Santo Calice”.

Ne esiste una replica

L’oreficeria Piro, una delle più antiche di Valencia, ha realizzato una copia in oro e materiali preziosi del Graal, che è conservata all’interno del Centro Artigianale della Comunità Valenciana. Un omaggio alla fede e all’opera ingegnosa di questi maestri orafi.

Il papa gli ha dedicato un giubileo

Sappiamo che, salvo quelli straordinari, ci sono giubilei ogni 25 anni (il prossimo si terrà proprio il prossimo anno), ma ci sono, oltre ovviamente a Roma, altre sei città nel mondo che possono vantarne uno “speciale”, autorizzato dal papa per motivi legati alla fede, e Valencia è una di queste, grazie al Sacro Graal. Le altre? Sono quasi tutte in Spagna: Santiago de Compostela, Camaleño, Urda, Caravaca de la Cruz e, infine, Gerusalemme.

È stato realizzato un cappello ispirato al Sacro Graal

Simile a una Fedora, il tradizionale cappello maschile a falda larga che Borsalino ha reso famoso in tutto il mondo, il Graal è anche un cappello. A produrlo è la storica Sombreros Albero, attiva addirittura dal 1820 e specializzata in cappelli di tutti i tipi e materiali, dal cashmere al feltro, dal lino al Gore-Tex.

C’è un album musicale che “suona” come lui

C’è un gruppo che realizza musica antica, anzi antichissima. Sono i Capella de Ministrers, specializzati nei repertori musicali medievali che mescolano strumenti dell’epoca e testi poetici, canti epici e racconti di gesta, come quelli di Chrétien de Troyes. E l’album The Grail è il loro omaggio al Sacro Graal che, ora lo sapete, si trova a Valencia. O forse no?



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