5 cose che non sapevi sul Colosseo, il simbolo di Roma

Perché si chiama così e com’è cambiato: ecco le curiosità sul Colosseo o Anfiteatro Flavio
Claudia Giammatteo, 03 Apr 2024
5 cose che non sapevi sul colosseo, il simbolo di roma
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Considerato una delle 7 meraviglie del mondo moderno, è il simbolo indiscusso di Roma: ovviamente, stiamo parlando del Colosseo, l’anfiteatro situato nel cuore della capitale, terminato nell’80 d.C. che, originariamente, veniva utilizzato per gli spettacoli pubblici, in particolare per le gare dei gladiatori, le rievocazioni di battaglie famose e le cacce agli animali. Queste, però, sono le informazioni a tutti note, ma noi vogliamo svelarti delle curiosità sul Colosseo che (forse) ancora non conosci.

Curiosità sul Colosseo: 5 cose che forse ancora non sai

Il Colosseo rappresenta il primo e il più grande anfiteatro stabile in muratura del mondo e si trova in piazza del Colosseo ed è possibile visitarlo all’interno tutti i giorni (a parte il 25 dicembre), consultando gli orari di apertura sul sito ufficiale del Turismo di Roma.  Ma quali sono le informazioni più curiose e particolari da conoscere prima di visitarlo?

Le dimensioni colossali

Il Colosseo è di forma ellittica, lungo 189 metri e largo 156; copre una superficie di 24.000 metri quadrati con un’altezza di 48 metri. Sono presenti circa 80 ingressi e ospitava ben 50.000 spettatori. Per costruirlo ci vollero 5 anni: i lavori andarono avanti dal dal 75 all’80 d.C. e vennero utilizzati ben 100.000 metri cubi di travertino.

Il mistero del nome

In realtà chiama Anfiteatro Flavio, poiché fu costruito da Vespasiano e Tito dalla dinastia Flavia. Il nome “Colosseo” è arrivato solo nel medioevo, ma non se ne conosce il motivo preciso. Probabilmente, deriva dal fatto che è stato costruito nei pressi della statua del “Colosso” di Nerone che sorgeva a pochi metri dall’anfiteatro. Un’altra teoria, però, sostiene che derivi dalla posizione, il colle dove un tempo si trovava un tempio di Iside (da cui Collis Isei).

Il suo marmo venne utilizzato per altri edifici importanti

Alcune parti interne e il marmo della facciata vennero utilizzate per costruire la Basilica di San Pietro e altri edifici come, ad esempio, Palazzo Barberini. Infatti, l’Anfiteatro Flavio cadde in abbandono per un periodo di tempo e venne utilizzato come fonte di materiali da costruzione, fino al XVII secolo, quando tornò l’amore e l’attenzione per le antiche vestigia di Roma. Purtroppo, però, si stima che sia rimasto solo un terzo di quella che era la costruzione originale, anche a causa dei diversi terremoti, come quello dell’851 che fece crollare due ordini di arcate sul lato sud.

La fama di “porta dell’inferno”

Secondo una leggenda, anticamente, era un tempio pagano nel quale si adorava il demonio e si tenevano riti propiziatori utilizzando lo stesso sangue dei morti dell’arena. Sicuramente all’interno del Colosseo morirono decine di migliaia di persone, quindi il Colosseo si guadagnò la fama di “porta dell’inferno”.

La flora del Colosseo

Tra le rovine del Colosseo sono cresciute nel corso dei secoli diverse specie di piante, alcune delle quali di origine esotica e questo grazie al microclima dell’anfiteatro. I botanici, infatti, hanno condotto diverse ricerche e quella del 2011, svolta dall’Università di Roma Tre, sono state catalogate e analizzate le piante cresciute nel Colosseo negli ultimi 350 anni e la lista comprende 684 specie che sono diminuite nel tempo, dalle 420 del 1855 alle 242 di oggi.



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