Ai piedi delle Dolomiti c’è un enorme tempio che sembra voler imitare il Pantheon
Impossibile non notarlo già da lontano: il Tempio Canoviano si erge su un’altura soleggiata, ai piedi delle Dolomiti, precisamente del Col Draga nella valle di san Rocco, a Possagno. Dedicato alla Trinità, il tempio di Canova richiama le tre fasi essenziali della storia: la civiltà greca, con il frontone ispirato al Partenone, la cultura romana col corpo centrale ispirato al Pantheon, e la grandezza cristiana con l’abside.
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Vero e proprio scrigno di opere d’arte e una grandiosa costruzione neoclassica del maestro Antonio Canova, il quale amava tornare spesso qui dove si trova, a Possagno, la sua città d’origine.
La storia del Tempio Canoviano
Il primo disegno che lo riguarda risale al 1804, che il maestro consegna al cugino Giovanni Zardo di Crespano e che, in origine doveva essere quello del nuovo Santuario della Madonna del Covolo. Canova, infatti, aveva intenzione di restaurare o rifare la chiesa di Possagno del 1100 circa, idea che viene accolta con entusiasmo dal parroco Andrea Bellis che condivide l’idea di demolire la vecchia parrocchiale e raccoglie l’adesione di tutti i capifamiglia per contribuire ai lavori e fornire materiali. I disegni preparatori di Canova sono pronti nel 1812 e vengono sottoposti all’esame dei colleghi dell’Accademia di San Luca a Roma e dell’architetto G. Antonio Selva a Venezia, grande amico di Canova.
Canova però manifesta la volontà di costruire a proprie spese un nuovo edificio per l culto, perché ogni spesa per la riparazione della fatiscente chiesa parrocchiale del paese sarebbe stata inutile.
Il Tempio viene allora progettato da Canova, disegnato da Pietro Bosio e, nel 1819 e per costruirlo vengono mobilitati anche gli operai di Castelluccio, Cavaso e Fietta. L’11 luglio dello stesso anno viene posata la prima pietra e per l’occasione Canova veste l’alta uniforme di Cavaliere dell’Ordine di Cristo, onorificenza di cui l’aveva insignito il papa Pio VII. La costruzione verrà portata a termine con indiscussa maestria e soluzioni tecnico-architettoniche geniali, così com’è possibile capire ammirando il Tempio.
Nel 1822 Canova muore a Venezia e, in attesa delle definitiva sistemazione nel Tempio, la salma viene deposta nella vecchia chiesa di Possagno. La costruzione continua non senza difficoltà e si conclude diversi anni dopo, nel 1857, in occasione del centenario della nascita di Antonio Canova, quando il mons. Sartori istituisce anche il Collegio Canova, scuola per i giovani del territorio.
Cosa vedere all’interno del Tempio del maestro Canova e della Gypsotheca
L’interno del Tempio è ricchissimo di opere, tra le quali spiccano la pala d’altare e la scultura della Pietà, opera incompiuta che l’artista ha realizzato in gesso senza riuscire a completare la trasposizione in marmo prima della morte.
A Possagno, vicino ala casa di Canova si trova anche la Gypsotheca che possiamo definire come un vero e proprio museo canoviano: infatti, dopo la sua morte, il fratello Giovanni Battista Sartori decise di spostare a Possagno tutte le opere che erano rimaste nello studio dove l’artista lavorava a Roma. La Sala Ottocentesca raccoglie moltissimi dei modelli più belli e famosi di tutta la produzione canoviana, mentre nell’Ala Scarpa sono esposti i bozzetti canoviani in terracotta, opere “prime” tra le più apprezzate dalla critica e dal pubblico.
È possibile trovare tutte le informazioni per effettuare le visite gratuite al tempio sul sito ufficiale.