Il faro di Virginia Woolf esiste davvero, ed è uno dei monumenti più belli della Cornovaglia
Situato su un isolotto davanti al villaggio di St. Ives, in Cornovaglia, non è un faro qualsiasi, ma quello che ha ispirato una delle scrittrici più importanti della letteratura moderna, per la scrittura di quello che viene definito da diversi critici come il suo capolavoro: “To the Lighthouse” (“Gita al faro”) del 1927. Chiunque lo abbia letto, non può non aver immaginato questo faro che si erge fiero sul mare, sottoposto alle intemperie e metafora di vita.
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Il faro di Godrevy, ispirazione per il romanzo più autobiografico di Virginia Woolf
Il faro di Godrevy si trova sull’isola omonima, a largo di St.Ives, uno dei luoghi più belli da vedere in Cornovaglia, ed è una torre a base ottagonale in muratura, alta 26 metri e unita al fabbricato che la costeggia. Costruito tra il 1858 e il 1859, a seguito dei numerosi naufragi avvenuti nei dintorni, si trova in una zona molto pericolosa della regione, per via della presenza di scogli che il fenomeno dell’alta marea nasconde e per le forti correnti marine. Il faro, che non è possibile visitare, ma ammirare durante una gita un barca, è noto soprattutto per essere stato ispirazione per Virginia Woolf, in particolare per la scrittura di uno dei suoi romanzi più belli e famosi, della letteratura del ‘900, “To the Lighthouse”.
Il Faro di Godrevy diventa quello di Skye nel romando di Virginia Woolf
I genitori della scrittrice possedevano una casa a St. Ives e da là Virginia, durante il periodo nell’adolescenza, ammirava il fascio luminoso del faro che si propagava per circa 22 chilometri attraverso la baia.
I biografi sanno, quindi, che l’ispirazione è tratta dal faro di Godrevy, anche se nel suo romanzo tutto, però, si trasferisce sull’isola scozzese di Skye l’isola più grande tra le tante che si affacciano sulla costa accidentale, cornice delle vacanze della famiglia Ramsay e di una giovane, aspirante artista, che compie frequenti, quanto infruttuosi, tentativi di approdo al faro.
Solo nel terzo e ultimo capitolo, chi è rimasto della famiglia, fa finalmente la famosa gita al faro che è al centro del romanzo ed è proprio quello dell’infanzia della scrittrice, delle lunghe estati passate in Cornovaglia con la famiglia.
Il faro ha molteplici significati: è la luce che si vuole raggiungere, il desiderio che si vuole realizzare e simboleggia, quindi, il traguardo.
Perché non dedicarsi alla lettura di questo romanzo, magari proprio dalla baia di St. Ives, ammirando il faro che lo ha ispirato?