Il borgo del santuario e dei fiori di loto: alle porte di Mantova c’è il paese-gioiello di 500 abitanti che ti farà dire Grazie

Stefano Maria Meconi, 14 Mar 2024
il borgo del santuario e dei fiori di loto: alle porte di mantova c’è il paese-gioiello di 500 abitanti che ti farà dire grazie
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Borghi più belli d’Italia, tra i finalisti del Borgo dei Borghi 2024, c’è un borgo alle porte di Mantova che ti farà dire Grazie. Perché è proprio questo il suo nome, che è uno dei motivi per cui merita anche un po’ del nostro tempo. Tra le magnifiche architetture rinascimentali di Mantova, le bellezze della vicina Curtatone, il fiume e i laghi c’è davvero molto da vedere nella perla dei Gonzaga, compresi i fiori di loto che sembrano voler richiamare un’identità giapponese tanto lontana quanto vicina, almeno nel cuore. Partiamo?

Il borgo per cui dire Grazie (ai Gonzaga)

grazie incontro madonnari

Il borghetto di Grazie, una frazione del paese di Curtatone, nasce intorno a una chiesa risalente all’XI secolo e consacrata al culto della alla Madonna delle Grazie per la presenza di una icona della Vergine con il Bambino a cui gli abitanti della zona attribuivano miracoli e guarigioni altrimenti inspiegabili. Fu poi verso la fine del Trecento, quando la famiglia Gonzaga fece costruire un più ampio monastero in onore della Vergine come riconoscenza per aver fermato la peste, che la centralità di Grazie divenne ancora più evidente per la zona; il Monastero di Grazie, completato nel 1398, è tutt’oggi tra i più importanti siti artistici e religiosi della provincia di Mantova. Ed è sempre qui che, ogni Ferragosto (15 agosto), si svolge l’Incontro Nazionale dei Madonnari, gli artisti specializzati nella realizzazione di dipinti artistici, a tema religioso (ma non solo), che vengono tracciati su asfalto e mattoni con l’aiuto di gessetti colorati.

Grazie dell’arte (e anche del buon cibo)

Se Nilla Pizzi ringraziava per i fiori, a Grazie bisogna farlo per l’arte del Santuario della Madonna delle Grazie e anche per le specialità della cucina locale. Tra cui il prelibato cotechino, specialità locale che può essere mangiata anche oltre il canonico periodo di Capodanno, e che fa parte delle specialità di questo territorio così ricco di salumi, buon vino e paste ripiene. 

E dopo aver nutrito il corpo, è ora di passare allo spirito, per curiosare tra i particolari ex voto conservati nel Santuario di Grazie: erano proprio i fedeli, che portavano nella chiesa dei manichini di cartapesta raffigurante un pericolo scampato, per ringraziare la Vergine Maria di guarigioni o di essere stati sollevati da problemi di varia natura. Una tradizione che in molti luoghi, soprattutto mariani, continua ancora oggi e che costituisce un tratto distintivo di una spiritualità rimasta legata agli archetipi del passato. A Grazie, il tempo che scorre ha dato vita a una nutrita schiera di figure popolari che oggi costituisce parte dell’apparato decorativo. Ma non solo: nel santuario, appeso curiosamente dal soffitto, troviamo anche un coccodrillo imbalsamato. Stavolta però Maurizio Cattelan, che ha scelto il Battistero di Cremona per questa opera di arte concettuale, non c’entra proprio nulla: il coccodrillo di Grazie è decisamente più antico, perché fu collocato qui addirittura nel corso del Cinquecento.

Qualche curiosità da scoprire prima di partire

Grazie si trova ad appena 8 chilometri da Mantova, lungo la Strada Statale 10. Per percorrere questa distanza ci vogliono circa 15 minuti in automobile, percorrendo il bel tratto con vista sul Mincio che alimenta il Lago Superiore. In alternativa, l’autobus linea 13 che collega Mantova ad Asola (fermata Rinascimento) permette di raggiungere il borghetto in circa un’quarto d’ora. A voi la scelta.

Mantova è una città che merita un weekend, preferibilmente in primavera quando le temperature sono ancora agevoli: prima di partire per Grazie, fermatevi ad ammirare la perla dei Gonzaga, con il suo Palazzo Ducale, la Basilica di Sant’Andrea e la celebre Piazza Virgiliana,



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