Un viaggio tra arte rupestre, castelli, enogastronomia e natura nel cuore della Valtellina
La Valtellina è una delle terre più iconiche del Nord Italia. Questo territorio, che si caratterizza per una forte cultura enogastronomica e per la presenza di importanti testimonianze dell’arte rupestre. Allo stesso tempo è una zona che, durante tutto l’arco dell’anno, può comodamente essere scoperta anche in un weekend. Esattamente come hanno fatto Cristina e Andrea, che ci raccontano il loro viaggio in Lombardia.
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Diario di viaggio
Giorno 1, venerdì
Approfittando delle ferie, trascorro insieme al mio compagno Andrea qualche giorno in Valtellina alla ricerca di relax e del buon cibo. Partiamo da Poggio Torriana (un paesino vicino a Rimini) venerdì all’ora di pranzo. Imbocchiamo l’autostrada A14 e in circa 3 ore arriviamo a Milano. Siamo diretti a San Giovanni di Teglio, piccola frazione montana in provincia di Sondrio, dove ad attenderci c’è l’appartamento di mio suocero. Da Milano percorriamo circa altri 150 chilometri e alle 18.00 arriviamo a destinazione. Ceniamo alla Trattoria Olmo, situata nel centro di Sondrio. Un locale molto accogliente, dove poter mangiare piatti della tradizione valtellinese come gli sciatt: frittelline croccanti, dalla forma tondeggiante, a base di farina di grano saraceno e formaggio Casera, serviti su un letto di insalata di cicoria.
Giorno 2, sabato
Dedichiamo il sabato mattina alla visita di Sondrio. Dalla stazione centrale ci perdiamo lungo le vie del centro dove si svolge il mercato settimanale, fino ad arrivare a Piazza Garibaldi, fulcro della vita cittadina. Basta alzare lo sguardo per rimanere incantati dalla natura che sovrasta la città: le magnifiche Alpi circondano Sondrio, creando una perfetta immagine da cartolina. Verso le 11 lasciamo la provincia lombarda per dirigerci a Livigno. D’inverno, quando il passo Forcola è chiuso, è possibile raggiungere la città passando soltanto dall’Italia, attraverso il passo del Foscagno. D’estate invece vi consiglio di raggiungere Livigno dalla Svizzera: il tragitto è più breve e potrete ammirare a più riprese i paesaggi attraversati dal trenino del Bernina.
Raggiungere Livigno in questa stagione è sempre una fantastica sorpresa: metri e metri di neve affiancano il nostro percorso, l’aria è frizzantina e la primavera sembra ancora lontana. Giunti in città, ci avventuriamo per le vie del centro e, vista l’ora, decidiamo di pranzare al Ristorante Pizzeria Cànoa. Ordiamo due pizze e sperimentiamo la birra artigianale “1816 – La birra di Livigno”: ottima scelta (se volete assaggiare tutte le varietà di birra, vi consiglio di recarvi al loro pub che si trova in Via Pontiglia 37). Appagati dal pranzo dedichiamo il pomeriggio ad un po’ di shopping per le vie del centro. A Livigno troverete prodotti ad un prezzo più basso rispetto a quello italiano perché esenti da IVA. La differenza maggiore la noterete sicuramente nel costo del carburante.
Curiosi di ammirare il Lago del Gallo (o di Livigno), anche nel periodo primaverile, ci allontaniamo di qualche chilometro dal centro città. Rispetto al paesaggio estivo, quello che ci troviamo davanti è un luogo brullo, ancora immerso nel torpore invernale. Il lago è completamente ghiacciato e al posto di un manto erboso c’è soltanto terra. Stanchi ma soddisfatti per la bellissima giornata, ritorniamo a Teglio. Ceniamo al “Ristorante La Botte” che si trova a Tirano. Ordiamo un piatto di pizzoccheri (tipica pasta valtellinese realizzata con farina di grano saraceno, condita con formaggio Casera, burro, verza e patate) e un piatto di gnocchetti di grano saraceno con asparagi, mandorle e pancetta: una delizia.
Giorno 3, domenica
Dedichiamo l’intera domenica alla scoperta del Parco delle incisioni rupestri di Grosio, un ambiente naturale che racchiude importanti testimonianze storiche del passato valtellinese: un viaggio tra arte rupestre, archeologia, castelli e natura. La visita dei castelli può essere fatta in autonomia e gratuitamente mentre per quel che riguarda la rupe Magna, che racchiude le incisioni rupestri, è necessaria una visita guidata. In attesa di scoprire l’arte rupestre, si avventuriamo alla scoperta dei castelli. Il primo che troviamo sul nostro cammino è il Castello Nuovo, costruito attorno al 1350 dai Visconti di Milano, per motivi difensivi: a testimonianza di ciò il castello presenta una doppia cinta di mura e una torre interna fortificata chiamata donjon.
In prossimità del Castello Nuovo, sulla sommità meridionale del colle, sorgono i resti del Castello di San Faustino risalente al X-XI secolo. All’interno delle mura del “castello vecchio” sono visibili il campanile (restaurato agli inizi del ‘900) e due sepolture altomedievali ricavate nella roccia. Questo castello, più che una funzione difensiva, rappresentava un’affermazione di potere del feudatario di Grosotto e Grossura. Ci fermiamo un’oretta nell’area pic-nic per il pranzo e verso le 14.00 ci rechiamo al centro informazioni dove acquistiamo il biglietto per la visita guidata alla rupe Magna (costo 5€). Ne approfittiamo per visitare l’Antiquarium dove sono esposti i reperti ritrovati dagli scavi archeologici condotti sul Dosso dei Castelli e sul Dosso Giroldo negli anni ’90. All’interno del museo si trovano prevalentemente oggetti ceramici, che hanno permesso di definire le caratteristiche degli insediamenti protostorici individuati sui due Dossi, inquadrandone la nascita e lo sviluppo, tra l’età del Bronzo e l’età del Ferro (XVI-II/I sec. a.C.).
Insieme a Gottfried, archeologo e guida del parco, iniziamo il tour guidato alla scoperta dell’arte rupestre. Dopo una breve introduzione ci viene illustrata, in maniera chiara ed esaustiva, la Rupe Magna una delle più grandi rocce incise dell’arco alpino. I temi rappresentati vanno dalle figure antropomorfe (oranti, armati e lottatori), a quelle di animali, dalle figure geometriche alle coppelle, fino ad oggetti della vita quotidiana (ad esempio, i rastrelli). Queste incisioni sono databili tra la fine del Neolitico (IV millennio a.C.) e l’età del Ferro (I millennio a.C.). Ammirare da vicino queste creazioni è stata un’esperienza unica, da togliere il fiato: 6.000 anni di storia in una sola roccia, illustrata in maniera coinvolgente e interessante dalla nostra guida. Il tour però non termina qui. Gottfried prosegue illustrandoci velocemente anche i due castelli, mettendo in risalto alcuni particolari difficilmente individuabili attraverso una visita autonoma del parco. Terminato il nostro viaggio nella storia, ringraziato Alessandro e Gottfried per la bellissima esperienza, torniamo a Tirano per gustarci un buon gelato e scambiarci opinioni a caldo su quanto appena visto. Prima di cena Andrea mi mostra un posto incantevole a pochi passi dal centro abitato di San Giovanni di Teglio. In mezzo al bosco, ad una decina di minuti di cammino, si trova una cascatella che ci rinfresca dopo un’intensa giornata passata sotto il sole. Terminiamo la giornata con una cena a base di pizza presso il “Ristorante 7 Archi” a Chiuro.
Giorno 4, lunedì
L’ultimo giorno di vacanza parte lentamente. Sveglia alle 9, colazione con cappuccino e brioche alla pasticceria Mosconi a Villa di Tirano. Dedichiamo la mattinata a un po’ di relax (in fondo siamo in vacanza). Pranziamo al ristorante La Svolta, a Castionetto. Per la prima volta assaggiamo i Chisciöi, frittelline piatte preparate con farina di grano saraceno e formaggio, fritte in olio o burro. Come secondo piatto ordiniamo una tagliata di manzo e un piatto di pizzoccheri (tanto per star leggeri). Terminato il pranzo, decidiamo di fare una passeggiata a Montagna in Valtellina tra i ruderi del Castel Grumello. La Valtellina in passato fu luogo prediletto per la costruzione di fortezze e castelli per via della sua posizione strategica.
Tra questi vi è il Castel De Piro al Grumello, chiamato così perché edificato su un dosso roccioso (“grumo”). Costruito tra il XIII e XIV secolo per mano del ghibellino Corrado de Piro, venne parzialmente distrutto nel 1526 dalle Leghe Grigie. La struttura è divisa in due aree: una militare, situata ad oriente, (che presenta una torre a pianta quadrata con una funzione difensiva) e l’altra residenziale. Sullo sfondo si stagliano le Alpi Retiche, che rendono il paesaggio unico e mozzafiato. A pochi passi dal rudere, filari infiniti di viti vengono coltivati per la produzione del Valtellina Superiore Grumello DOCG. Trascorso il pomeriggio tra cultura e natura, cena veloce a Castionetto, con una pizza per Andrea e un primo leggero per me.
La Valtellina è un luogo incantevole, dalle mille risorse, sia culturali che enogastronomiche. Ci sarebbero ancora moltissimi luoghi da visitare, tantissimi sentieri da percorrere, ma purtroppo non ne abbiamo il tempo. Ci promettiamo di ritornare al più presto per ammirare da vicino le meraviglie che questo territorio offre.