L’altra Terra Santa: 9 giorni alla scoperta dell’Arabia Saudita, tra luoghi di preghiera e deserti di meraviglia

Viaggio nell'Arabia Saudita che non ti aspetti.L’Arabia Saudita ha aperto al turismo nel 2017, pertanto è un luogo ancora lontano dal turismo di massa. È stato un viaggio sopra le nostre aspettative. C’è tanta natura e paesaggi pazzeschi ed il popolo è molto più ospitale e tollerante con i turisti di quanto si possa immaginare. Nel paese...
Scritto da: accipicchiolina
l'altra terra santa: 9 giorni alla scoperta dell'arabia saudita, tra luoghi di preghiera e deserti di meraviglia
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Nel corso di nove giorni, abbiamo avuto il privilegio di immergermi nell’atmosfera affascinante e ricca di storia dell’Arabia Saudita. Questo diario di viaggio è il mio tentativo di catturare le esperienze, le emozioni e le scoperte fatte durante questo indimenticabile soggiorno nel Regno Saudita. L’Arabia Saudita è una terra di contrasti straordinari, dove antiche tradizioni si mescolano con una modernità in rapida evoluzione. Durante il mio viaggio ho avuto l’opportunità di esplorare città antiche come Riyadh e Jeddah, immergermi nella cultura saudita, ammirare i paesaggi mozzafiato del deserto e scoprire le ricchezze storiche e culturali di questo paese.

Diario di viaggio

Giorno 0: il viaggio

Il nostro viaggio inizia da Jedda, luogo in cui i pellegrini per la Mecca atterrano in massa.

Già il volo è un’esperienza mistica in quanto si assiste al pellegrinaggio dei fedeli in bagno per spogliarsi delle vesti ed indossare uno o più asciugamani bianchi. Il gesto simbolico indica l’abbandono dei peccati terreni e la ricerca della purezza di spirito. Questo rituale va fatto prima di sorvolare il luogo santo, momento che viene annunciato dal capitano e momento in cui tutti iniziano a pregare.

Al ritorno assisteremo ad un pellegrinaggio al bagno diverso: tutte le donne si andranno a cambiare per togliere i vestiti tradizionali e vestirsi all’occidentale.

Giorno 1: Jedda 

Cominciamo la visita dal portale di accesso settentrionale, parte in cui si possono vedere le famose case con i balconcini in legno, le mashrabiyya. Alle 9.30 il centro è deserto e ci siamo solo noi in giro, poi piano piano le strade si animano, le botteghe aprono e alle 12 il souk è praticamente tutto aperto. A Jedda il souk è una via, non è un vero mercato come a Istanbul o Samarcanda.

Come in molte città musulmane i negozi sono divisi per settore ed è impressionante vedere quante botteghe  ci sono che vendono tessili. A noi piacciono i datteri e così scoviamo il nostro negozio per comprarne una piccola scorta ( 1kg 20 Sar). Ci trasferiamo poi a mangiare da McDonald alle Cormiche, facendo una bella passeggiata sul lungomare tra l’Hilton e lo Sheraton. Qui ci sono i giochi per bambini e tanti locali.

L’idea era quella di andare a piedi alla moschea Al Rahma per il tramonto, ma le lunghe distanze e la solita strada interrotta per lavori ci hanno fatto desistere e abbiamo preso un Uber. La moschea è accanto allo Yacht club, con grandi barche e una atmosfera chic. Il posto è carino per bere qualcosa e rilassarsi un po’ per poi affrontare un bel centro commerciale. Peccato sia vietato l’alcool perché uno spritz ci stava tutto. Poi siamo andati al Red Sea Mall, ma non abbiamo preso nulla nonostante ci fossero i saldi.

  • Cena da Metz: ottima qualità e taboulet superlativo (415 Sar in 7)
  • Hotel: Lotaz suites apartment ( 1200 sar per 2 notti in 7)
  • Cambio : 4 SAR = 1 EURO

Giorno 2: Jedda – Yanbu

Comincia oggi il nostro avvicinamento ad Al’Ula con uno stop sul Mar Rosso, con la speranza  di fare un bagnetto al mare. Torniamo quindi in aeroporto ( sempre con Uber 27 SAR) e ritiriamo la nostra macchina prenotata con Booking da Hamco che poi lasceremo a Medina pagando un extra di 288 SAR per il rilascio in un posto diverso. La strada è dritta, a tratti deserta, cammelli al pascolo, benzinai pochi, ma la benzina ovviamente te la tirano dietro ( 2 SAR al litro) e in 3 ore siamo a destinazione.

Yanbu in arabo significa sorgente perché in questa zona ci sono circa 200 fonti. Il paesaggio non è infatti brullo ed arido come a Jedda ed in lontananza si intravedono le montagne.

La cittadina rappresenta la vera Arabia: gente tranquilla che vive come in un paese di 1000 abitanti anche se sono 300mila; l’approccio è gentile con i pochi turisti occidentali. Il piccolo centro ha una bella piazza e un piccolo mercato notturno caratteristico dove si può fare l’henné sulle mani per 10 SAR o acquistare un loro vestito per 80 SAR. A Yanbu abbiamo toccato con mano come funziona la Sharia: quando mio figlio di 12 anni ha chiesto di avere anche lui un disegno con l’hennè, la signora ci ha detto che se qualcuno avesse visto che toccava un uomo (che in realtà è un bambino) sarebbe finita in galera.

Il mare invece non è niente di che, ma andare a mangiare da Al Marsah fronte mare è stato comunque piacevole (460 SAR in 7)

Hotel: Rosalina (328 SAR a notte un appartamento con 2 camere, salone e 2 bagni). Preso su Expedia perché Booking non dava alberghi disponibili 

Giorno 3: Yanbu-Al’Ula

Il trasferimento di oggi è bello lungo perché sono circa 400 km. Il paesaggio lungo la strada è però molto bello, sembra quasi di essere nel South West americano: montagne rosse che si scagliano all’orizzonte e verde un po’ ovunque. Chi l’avrebbe mai detto che l’Arabia non è tutta deserto! Arriviamo per le 2 e ci dirigiamo subito all’oasi Daimumah (accanto all’old heritage trail) per un pranzo ristoratore e poi andiamo a visitare Old Alula in autonomia.

Il posto è incantevole, l’atmosfera un po’ turistica, ma si percepisce ancora quel tratto di autenticità che a breve sparirà con l’arrivo del turismo di massa. La passeggiata l’abbiamo fatta in autonomia, senza acquistare il biglietto dall’app di experiencealula perché erano finiti, ma in questo modo non abbiamo avuto accesso al forte in alto. Arrivati in albergo abbiamo però una brutta sorpresa: la nostra casa non c’è (Areen Yard) e ci ritroviamo a dormire in un posto pazzesco ma con 2 bagni decisamente datati.

Altri turisti incontrati durante il viaggio ci hanno poi consigliato il Laden Apartment.

Giorno 4: Alula 

La nostra giornata è dedicata ad esplorare i dintorni con un tour guidato di un giorno che ci porta a vedere il deserto a nord in direzione Tabuk, The Arch rock, Algramil rocks, Maraja Hall, il view point più alto di Al Ula, l’Elephant rock e la  Jar rock.

Seppur costoso (1500 SAR) , il tour, che è durato dalle 9 alle 18.30, merita veramente. Trasporto, light lunch e bibite sono inclusi.

Il paesaggio è molto simile a quello di Sedona in Arizona e i pinnacoli nel deserto ricordano la Cappadocia turca. Il tramonto dal view point è da 10 e lode. Concludiamo la giornata con la cena in una tenda beduina organizzata da Fahiz per 250 SAR e poi passeggiata ad Old Alula, dove ci vestiamo con vestiti tradizionali e misceliamo profumi.

Giorno 5: Alula

Ecco il grande giorno: sveglia all’alba per andare a vedere prima Dadan e poi Hegra. I biglietti sono acquistabili solo scaricando l’apposita app. Ci sono varie fasce orarie, ma noi 10 giorni prima abbiamo trovato solo il primo orario per Dadan (60 SAR adulto). Per Hegra invece i tour sono più frequenti e le disponibilità erano maggiori (95 SAR). L’escursione di Dadan non vale la pena: i leoni sulle tombe si vedono con il binocolo da lontano (e comunque si vedono piccoli) e le rovine del tempio non sono particolari. C’è giusto una cisterna di acqua che è rimasta intatta.

Le scritte in arabo sulle rocce sono veramente poca cosa. Hegra invece è un’altra storia. La chiamano la Piccola Petra, ma a mio avviso sono 2 cose completamente diverse. Qui abbiamo tante tombe, con influenza romana, egizia e babilonese distribuite su 4 siti principali, di cui uno, quello con la tomba singola scolpita nel monolite, è veramente sensazionale. 

Il tour è però organizzato male, perché circa 40 persone vengono caricate su un pullman e portate nei 4 siti, con tempi fissi e spiegazioni approssimative. Non c’è tempo di assaporare l’atmosfera, peccato. Consiglio per Alula: prendere il tour per Hegra delle 14:30 che vi farà vivere il tramonto nel sito e , se potete, di prendere la jeep anziché il pullman. Non comprare il biglietto per Dadan e investire su quello della Old town. 2 giorni pieni sono sufficienti.

Giorno 6: Alula – Khaibar- Medina- Riad

Questa è una giornata di trasferimento verso Riad. Visto che non abbiamo trovato nessun rental car con riconsegna ad Alula abbiamo deciso di allungare a Medina e risparmiare così anche sul volo (83€ anziché 180€ a testa). La strada è interessante: ci sono tante montagne brulle sullo sfondo e arbusti alti ai lati della strada. Quasi nessuno lungo la via, giusto qualche cammello.

L’oasi di Khaibar è molto particolare ed è una di quelle cose che vale il viaggio: tutto intorno rocce vulcaniche e poi in una depressione in cui l’acqua sorgiva permette da millenni la vita. Qui ammiriamo anche 2 fortini e la guida ci racconta che sono state trovate tombe risalenti a 5000 anni fa.

Qui mangiamo al ristorante del visitor center e alle 2 scappiamo in direzione Medina, perché abbiamo un Airbus 330 della Saudi che ci aspetta per portarci a Riad. Arrivati a Riad prendiamo un’auto a noleggio perché le distanze sono enormi.

Giorno 7: Riyadh

La mattina la dedichiamo alla vecchia città di Diryaha e poi ci spostiamo verso il Red Sands, dove cavalchiamo le dune su un quad affittato dai beduini (100 SAR 1 ora) e poi saliamo sulle dune a goderci il tramonto. Attenti alla velocità in autostrada: il massimo è 110 km/h.

Cena da Harat notevole.

Giorno 8: Riyadh – Edge of the world – Riyadh

L’idea di oggi era quella di andare a vedere i grattacieli in attesa di andare ad Edge of the World ed invece scopriamo che tutto apre alle 3 e quindi bivacchiamo da Top Up in attesa del nostro appuntamento. Top up è un super negozio dove viene venduto qualsiasi cosa, dal cibo, ai vestiti, ai mobili. Provare per credere.

Facciamo l’escursione comprata tramite Viator con Riad off road per 420$ in 7, con fuoristrada 4X4 e senza cena. Edge of the world è un altopiano roccioso oltre cui c’è il nulla cosmico. Da qui il nome “confine del mondo”. Vedere il tramonto da qui è un’esperienza unica. Il prezzo trovato è ottimo e la gita è irrinunciabile se si viene a Riad. L’escursione dura in tutto circa 6 ore, di cui 4 rappresentano il viaggio di a/r.

Giorno 9: Riyadh

Oggi è venerdì e quindi è una giornata ancora più difficile di ieri. Andiamo quindi di mattina a vedere da fuori la Masmak fortress, poi il Murabba Heritage Palace, dove tra i ruscelli artificiali in stile Gaudì i locali il venerdì fanno il picnic. Dopo pranzo è finalmente l’orario di apertura dei negozi e quindi che souq sia.

Noi siamo andati a quello vicino alla fortezza, ma ce ne sono vari. Il negozio che puntiamo si chiama Kingdom Heritage ed è l’unico negozio di antiquariato del quartiere, con belle scatole e oggetti di qualità.

Compriamo anche un po’ di argento e alcune Abaya tra le mille bancarelle. Alle 6 ci dirigiamo in aeroporto: è giunta l’ora di tornare a casa.

Considerazioni e consigli

  • Il paese è ospitale e nessuno ci ha mai chiesto di coprirci le braccia. Abbiamo sempre girato con pantaloni lunghi
  • In inverno la temperatura di giorno è mite, la sera (esclusa Jeda) ci vuole il giacchetto.
  • Affittare la macchina, soprattutto a Riyadh, è fondamentale, anche se i sauditi guidano in modo spavaldo
  • Scaricando le mappe offline non abbiamo mai avuto problemi
  • Edge of the world non può essere fatta in autonomia. Serve un’auto 4X4 , ma contrattate sul prezzo perché partono tutti da 100$ a persona.
  • Ad Alula comprate solo i tour per la città vecchia ed Hegra, tralasciando Dadan
  • noi abbiamo preso una sim con 8 GB per non essere legati al wi-fi che comunque abbiamo trovato in tutti gli alberghi
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elephant_rock

yambu

arch_rock

datteri

hegra

kingdom_heritage

maraya_hall

masmak_fortress

moschea_jedda

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red_sands



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