Lunga 132 metri e alta 51: la più grande chiesa gotica al mondo si trova nel cuore della città “rossa”

Leonardo Anchesi, 27 Dic 2023
lunga 132 metri e alta 51: la più grande chiesa gotica al mondo si trova nel cuore della città rossa
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Con i suoi 258.000 metri cubi di volume è la chiesa gotica realizzata in mattoni più grande al mondo, ma la Basilica di San Petronio a Bologna non è solo questo: sesta chiesa più grande in Italia, la basilica minore bolognese è vanto per la popolazione e scrigno di tesori inestimabili. Al suo interno, infatti, sono custodite opere d’arte che con la loro magnificenza scandiscono il passare dei secoli, a partire dal 1390, anno dell’inizio del cantiere. Da allora San Petronio è un punto di riferimento sia per i bolognesi, che orgogliosamente ne rivendicano la “proprietà”, e per gli appassionati di arte di tutto il mondo che ogni anno, numerosissimi, affollano le sue navate in estasi totale. Ora che vi ho incuriosito seguitemi perché vi porterò a scoprire tutto ciò che c’è da sapere su San Petronio, regina indiscussa del gotico mondiale.

Una basilica per il popolo, con un gotico “in calcio d’angolo”

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La basilica rappresenta il culmine di un’opera di rilancio del culto del Santo, nominato patrono della città di Bologna nel 1253, cominciata già agli inizi del XIV secolo. Il consiglio dei Seicento, organo di governo della città, decise quindi di far costruire un tempio intitolato al Santo bolognese, un tempo vescovo della città. Le autorità civili bolognesi organizzarono l’imponente operazione edilizia, il cui cantiere è durato diversi secoli, in totale autonomia, generando il malcontento del clero, esautorato del proprio ruolo di promotore delle arti e degli edifici religiosi. Tuttavia, la posa delle prima pietra avvenne regolarmente nel 1390 come previsto, dando così inizio all’ultimo grande cantiere gotico in Italia. Il gotico, prescelto per la realizzazione dell’ambizioso progetto, era già verso il tramonto; difatti, lo stile che aveva dominato la scena europea negli ultimi due secoli, di lì a pochi anni sarebbe stato soppiantato dalla rivoluzione rinascimentale che, di colpo, fece divenire vecchio e stantio tutto ciò che era stato fatto nei secoli precedenti. Tuttavia, proprio grazie a questa tardività oggi possiamo godere di un’opera meravigliosamente matura, che si può definire, senza paura di smentite, la quintessenza del gotico nella sua accezione più pura. L’esperienza di due secoli di stile si percepiscono pienamente nelle raffinatissime architetture di San Petronio, frutto del lavoro di maestranze ormai ben avvezze a destreggiarsi fra archi a tutto sesto e imponenti pilastri a fascio.

La storia della Basilica di San Petronio

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La Basilica di San Petronio è a pianta longitudinale, senza transetto, e l’interno è scandito in tre navate. Le dimensioni sono decisamente imponenti: ben 132 metri di lunghezza e 60 di larghezza (il progetto originario prevedeva ben 183 metri di lunghezza). Il tetto, a capriate lignee, arriva a sfiorare i 45 metri di altezza, che arrivano a 51 in facciata. Sulle lunghe pareti laterali sono addossate ben 22 cappelle, 11 per lato. Questa soluzione, presente in numerosi edifici sacri di quel periodo e di altri, era normalmente sfruttata per poter vendere gli spazi ricavati alle famiglie abbienti della città, così da recuperare ulteriori fondi per il cantiere. Non solo: una volta acquistate le cappelle, i ricchi possidenti facevano a gara per abbellirle con le opere d’arte più pregevoli, innescando così un circolo virtuoso che, attraverso i secoli, ha donato all’edificio opere di inestimabile valore.La facciata è a salienti, ossia ricalca la suddivisione interna degli spazi.

Osservandola è infatti possibile facilmente individuare le tre navate e le due file laterali di cappelle. La decorazione in facciata è stata completata sino a circa un terzo della sua superficie, facendo sì che San Petronio possa unirsi al lungo elenco di edifici sacri italiani privi di facciata o in cui questa è stata realizzata diversi secoli dopo, come nel caso del Duomo di Santa Maria del Fiore a Firenze. Tuttavia, nel non finito impianto della Basilica di San Petronio è possibile individuare un fascino particolare, un pregevole contrasto fra la sfera spirituale e quella materiale, sottolineata proprio dall’assenza della decorazione dovuta alla scarsità di fondi. Le ampie bifore laterali permettono alla luce di pervadere l’interno proprio come vuole il canone gotico sin dalla sua prima ora.

Michelangelo, il Papa e Bologna: un rapporto difficile

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La facciata dove per pochi anni ha vissuto la statua bronzea del Giulio II benedicente

Sembrerebbe che per la Basilica di San Petronio sia passato anche Michelangelo Buonarroti. Come? Ora ve lo racconto. Nel 1507 i Fabbricieri di San Petronio incaricarono l’architetto Arduino Arriguzzi di proseguire i lavori, occupandosi, in particolar modo, dell’allestimento della facciata marmorea. L’anno successivo, il 21 febbraio, per volere di papa Giulio II della Rovere, venne posta, al centro della facciata, una statua bronzea raffigurante il Pontefice in carica in atto benedicente realizzata da Michelangelo Merisi in persona. Il messaggio pontificio era chiaro: per quanto fosse una iniziativa civica e Bologna si sentisse una città laica e libera, essa era sempre assoggettata al dominio papale.

L’opera, unica realizzazione in bronzo nota del celeberrimo scultore fiorentino insieme al perduto David “De Rohan”, ebbe vita breve: nel 1511, infatti, durante una rivolta antipapale montata nella città, la folla la distrusse.

Credit foto:
Pianta di San Petronio



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