5 tradizioni di Natale in Italia che ancora non conoscevi: festeggiare così è tutta un’altra cosa!
Natale si avvicina, e con esso tutta la ricchezza e la bellezza di una festa che per definizione raduna intorno alle tavole e ai camini accesi le famiglie. La tombola, i cenoni che sembrano non finire mai, l’attesa dei bambini per scartare i regali e scoprire se Santa Claus, quest’anno, è stato più o meno generoso che 365 giorni fa. Un momento di mistico raccoglimento e di tradizioni che uniscono l’Italia da nord a sud. Abbiamo scelto di raccontarvi 5 tradizioni di Natale all’insegna dell’originalità e della riscoperta di ciò che ci fa sentire speciali.
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La fiaccolata della Vigilia ad Agnone
Ad Agnone, splendido borgo della Campania celebre per la Fonderia Marinelli che da secoli produce le campane per le chiese di tutto il mondo, la Vigilia di Natale corrisponde all’antico rito della ‘Ndocciata. Le origini di questa incredibile manifestazione molisana sono da ricercare andando parecchio indietro nel tempo, scoprendo antichi riti pagani che venivano celebrati in occasione del solstizio d’inverno. Oggi ha una valenza religiosa cristiana, con la celebrazione della luce portata nel mondo dalla nascita di Gesù che viene espressa tramite i portatori delle fiaccole (le ndocce, per l’appunto) che rappresentano le cinque contrade rurali di Agnone. Le ‘ndocce di Agnone sono davvero monumentali dato che la loro altezza può raggiungere anche i tre metri di altezza.
San Nicola, Santa Lucia e Santa Claus
In molti comuni italiani la distribuzione dei regali natalizi non coincide con il 25 dicembre ma, a seconda del santo patrono locale e delle credenze popolari, può essere anticipata anche di alcune settimane. San Nicola il 6 dicembre, Sant’Ambrogio il 7 dicembre e Santa Lucia il 13 dicembre sono le ricorrenze religiose a cui in passato, soprattutto al Sud per San Nicola e in Veneto-Lombardia per Santa Lucia, venivano distribuiti ai bambini più buoni regali e dolciumi e carbone ai più cattivi. E sì, perché l’uso del carbone come “punizione” non è esclusivo solo dell’Epifania, ma viene esteso in molte tradizioni locali. In particolare, Bergamo e Verona sono le due città al centro dei festeggiamenti di Santa Lucia, il giorno più corto che ci sia, il 13 dicembre.
Cenone sì, ma quando?
La tradizione del cenone di Natale è uno dei tanti argomenti che divide l’Italia in degli invisibili, ma tangibili confini culturali. Infatti per molti connazionali che vivono soprattutto nelle regioni del centro e del Sud Italia, il cenone è quello della Vigilia di Natale. Un grande pasto conviviale che dà il via alle celebrazioni natalizie e che, generalmente, è di magro: non vengono cioè consumate specialità a base di carne ma solo di pesce, proprio come si fa il Venerdì Santo e ogni venerdì nel periodo della Quaresima. Al nord, invece, il cenone o il pranzo sono quelli del 25 dicembre, durante i quali si servono tortellini in brodo, lasagne e ogni genere di prelibatezza a base di carne.
Il ceppo di Natale che nasconde i dolci
Tipico soprattutto della Catalogna, dove viene chiamato Tió de Nadal, il ceppo di Natale è una tradizione che affonda nei secoli e che attribuisce, a vario titolo, ricchezza e benessere alle famiglie che seguono questa abitudine nei 12 giorni che separano Natale e l’Epifania, ovvero le memorie liturgiche della Nascita e dell’Adorazione di Gesù da parte dei Magi. In Italia il ceppo, ovvero un grosso tronco di legno, veniva bruciato nel fuoco dei camini e una parte andava preservata come portafortuna per l’anno a venire. Quella del ceppo, o tronco di Natale, è una tradizione che sopravvive in alcune località della Lombardia, nella Val di Chiana in Abruzzo e nella Sicilia orientale.
Un presepe che ha 800 anni di storia
Nel 1213, Francesco d’Assisi, monaco predicatore che avrebbe rivoluzionato la storia della fede cristiana con il suo messaggio di povertà e carità, inaugurò a Greccio, una piccola località vicina a Rieti (Alto Lazio) la rappresentazione della scena della Natività. 800 anni fa, insomma, nacque il presepe che ancora oggi viene preparato in ogni casa e di cui Napoli rappresenta una delle più importanti realtà artistiche. Ma ancora oggi, è proprio in questo piccolo santuario tra le vette che separano Lazio e Umbria che si può visitare il luogo di nascita di una tradizione ricca di dettagli e di bellezza, che vede nella predicazione francescana la sua fonte primordiale.