Con ogni mezzo e con tutto il cuore: questo paese di straordinarie bellezze ti rapirà l’anima
Con la fama di essere una meta economica, ricca di storia, cultura e dalle straordinarie bellezze naturali, quest’anno abbiamo deciso di partire alla scoperta della Turchia. Il Volo di andata Venezia – Istanbul, prenotato con alcuni mesi di anticipo, è costato 386 euro per due persone, mentre quello di ritorno Izmir (Smirne) – Venezia 293 euro. Abbiamo deciso di trascorrere 4 giorni ad Istanbul, 4 in Cappadocia, 4 al mare, 1 a Pamukkale, 2 a Efeso. Ecco il nostro racconto di viaggio.
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Diario di viaggio
Sabato 02/09 – Istanbul
Atterriamo nel tardo pomeriggio all’aeroporto di Istanbul, appena fuori dagli arrivi, uno accanto all’altro, troviamo 3 negozi di telefonia per l’acquisto di una sim per turisti, 1100 lire turche per 50 GB di traffico dati da usare entro 1 mese. I vari operatori hanno tariffe pressoché identiche, noi abbiamo scelto turkcell. Scendiamo poi di due piani e usciamo al piano -2, quello del trasporto pubblico, e cerchiamo il nostro autobus, il numero 12 della compagnia Havaist, con destinazione Aksaray Metro (costo 136 lire).
Scesi alla stazione di Aksaray siamo stati assaliti da un tassista che ci ha convinti ad andare in taxi invece che in Tram (assolutamente da evitare, abbiamo speso tantissimo e non ci ha neanche lasciati in albergo). Le truffe con i taxi sono molto comuni ad Istanbul e noi ne siamo stati vittime, complice la stanchezza del viaggio. Arriviamo al Flower Palace hotel, un grazioso 3 stelle che abbiamo pagato pagato 212 euro per 4 notti tramite Booking, subito sopra il passaggio del tram, che si sente tutto (molto utili tappi e Mascherina) La sera la passiamo a gironzolare nei dintorni e a cena andiamo al ristorante Resto Ethnica, carino e cucina buona.
Domenica 03/09 – Istanbul
Il giorno dopo ci siamo affidati a un tour che organizza visite di gruppo in italiano al costo di 35 euro a persona, per scoprire con loro la zona di Fatih, Fener e Balat. Le attrazioni principali sono state la moschea di Fatih, un cay sotto l’acquedotto di teodosio, un punto panoramico in un caffè comunale, la chiesa ortodossa di Santo Stefano e una visita alle casette colorate. Finito il tour ne approfittiamo per girare un po’ nel coloratissimo e pittoresco quartiere di Balat e per visitare la moschea di Solimano. La grande moschea è situata in cima ad una collina e da lì si gode una bellissima vista sul corno d’oro.
A seguire visitiamo la piccola ma bellissima moschea di Rustem Pasa, decorata al suo interno con piastrelle di maiolica bianche e blu, incantevole. La cena vicino alla torre di Galata lasciamola perdere perché è stata un disastro, meno male che i baklava possono risollevare tutto! Ritorniamo al nostro hotel con le gambe distrutte ma felici, Istanbul si sta rivelando una città multietnica, caotica e sempre in movimento ma che nel caos odierno si sa ritagliare momenti di pace e di serenità.
Lunedì 04/09 – Istanbul
Ci svegliamo presto per essere alla biglietteria del palazzo Topkapi prima dell’orario di apertura (09.00) dove aspettiamo mangiando un pane con i semi di sesamo al volo comprato per 10 TL da un venditore con carrettino. Il piano era quello di acquistare il Turkey pass, un biglietto che consente l’ingresso ad un gran numero di attrazioni in tutta la Turchia. Sfortunatamente, come altre volte nel viaggio, la cosa non è stata fattibile: in biglietteria dicono che non hanno la carta, che non sanno dove si possa acquistarla e che anche comprandola online bisogna aspettare una settimana almeno per la consegna della carta fisica. Morale della favola, compriamo il biglietto (950 TL a testa) per il palazzo e l’harem. L’audioguida compresa nel biglietto non è stata molto informativa ma nel complesso la visita è stata gradevole, soprattutto alcune stanze del palazzo e dell’Harem le cui pareti sono rivestite con maioliche riccamente decorate.
Compresa nel biglietto c’è la visita ad Hagia Irene, pieno di piccioni e con delle enormi reti sotto il soffitto per proteggere le rovine (perché di rovine si tratta) dal guano dei piccioni, saltabile. Dopo la visita al palazzo, durata circa 3 ore, mangiamo qualcosa al volo, ancora una volta servendoci dei venditori con carrettino e consumando il pranzo all’ombra lungo la riva di un laghetto nel parco Gülhane (estremamente ben tenuto, con le fontane e platani enormi), poi prendiamo the e baklava in un bar sulla strada.
Ci dirigiamo verso Santa Sofia che però è temporaneamente chiusa per la preghiera. Visitiamo nel frattempo la Cisterna Basilica, la fila all’ingresso scorre velocemente (si può fare anche il biglietto online ma è abbastanza complicato) e dentro l’ambiente è molto suggestivo, vale sicuramente la visita. Ritorniamo a Santa Sofia dove troviamo una fila infinita, ma a questo punto attendiamo pazientemente sotto il sole, la moschea molto grande e altrettanto affollata.
Ci dirigiamo poi verso la moschea blu, bellissima. Di fianco alla moschea c’è piazza Sultanahmet (l’ippodromo di Costantinopoli) con due obelischi, una fontana e un palazzo che vi si affaccia. Breve visita all’Arasta bazar, piccola e tranquilla area commerciale, e visitiamo poi la piccola santa sofia, moschea molto raccolta e praticamente deserta che, seppur lontana, vale sicuramente la visita. Di fronte alla moschea c’è un centro culturale/bar in cui avremmo volentieri bevuto l’ennesimo the della giornata ma decidiamo di tornare verso eminonu e prendere un traghetto per il lato asiatico.
Il traghetto più comodo per il lato asiatico della città vecchia parte da Eminonu, guardando il ponte di Galata, primo molo sulla destra; è un traghetto che percorre un triangolo ossia eminonu-kadikoy-karakoy. Costa come un qualsiasi altro mezzo pubblico e in 20 minuti vi porta sul lato asiatico.
Seduti sul molo abbiamo ammirato un bellissimo tramonto sul Bosforo cullati dalla voce di uno dei tanti artisti di strada. Un momento di leggerezza e pace dopo una giornata passata ad ammirare le più famose bellezze architettoniche della città. Abbiamo cenato poco lontano seguendo la scia di persone verso la via dei locali, super animata ma senza il caos della torre di Galata o di Sultanahmet.
Il lato asiatico si è rivelato una piacevolissima sorpresa, trascurato dalla maggior parte dei turisti che spesso per motivi di tempo vedono solo la zona europea, è un luogo giovane, spensierato e ricco di vita. Torniamo poi a Karakoy con l’ultimo traghetto e poi in hotel.
Martedì 5/09 – Istanbul
Per la visita al lato asiatico ci siamo nuovamente affidati alla stessa agenzia degli scorsi giorni, considerate le difficoltà logistiche e le lunghe distanze.
Nel lato asiatico abbiamo visitato i quartieri di Uskudar, Kuzguncuk e Kadikoy; le principali attrazioni sono state il quartiere di Kuzguncuk, la moschea di Mirhiamh Sultan, il mercato di Uskudar (dove abbiamo pranzato), la moschea più grande di Istanbul (può ospitare fino a 63mila persone) e il parco vicino da cui si gode un’ottima vista sulla città.
Al termine del tour prendiamo l’ultimo traghetto della giornata fino a Eminonu, visitiamo la moschea di Yeni Cami, un’enorme moschea davanti al molo di eminonu che avevamo sempre snobbato, non essendo mai citata in nessun blog e in nessuna guida. Sembra una moschea frequentata soprattutto da locali, con una piccola area per la visita e un’ampia area di preghiera, dentro è riccamente decorata e tranquilla, una vera gemma nascosta a due passi dal caos del quartiere dei Bazar. Una breve visita al bazar delle spezie ci conduce verso casa.
Per cena siamo andati al Gulhane Sark Sofrasi, un ristorante a bordo di una strada poco trafficata (non pedonale), cena ottima (50 euro in due), dopodiché andiamo a Santa Sofia per una visita serale (è aperta fino alle 23) che vediamo in un clima diverso e più tranquillo
Mercoledì 06/09 – Istanbul
L’ultimo giorno ad Istanbul lo dedichiamo alla visita dei quartieri che ci mancano. Solita colazione da Aziz Mustafà con tè e brioche al cioccolato, un’istituzione fin dal 1861 per i dolcetti ad Istanbul.
Riprendiamo il traghetto, ormai una costante in questi 4 giorni, con direzione Ortakoy. Lungo il tragitto cullati dalle acque del Bosforo abbiamo modo di ammirare i numerosi palazzi che si affacciano su questo mare, tra cui il palazzo Dolmabache. Visitiamo la bellissima moschea di Ortakoy che si affaccia direttamente sul mare e giriamo nel quartiere circostante.
Prendiamo poi un autobus e la funicolare (che sconsiglio) in direzione piazza Taksim dove visitiamo la medesima piazza, il monumento all’indipendenza e la moschea. Procedendo lungo la via Istiklal, dove passa lo storico tram rosso, affollata di negozi, visitiamo alcuni palazzi tra cui cicek pasaj, avrupa pasaj e la chiesa di Sant’Antonio fino a raggiungere l’hotel pera palace, la torre di Galata e la scala di comodo.
Prendiamo un panino col pesce (balik ekmek) in uno dei tanti baracchini lungo il ponte di Galata e ci dirigiamo verso i Bazar. Visitiamo nuovamente il bazar delle spezie, dove si possono assaggiare numerosi dolcetti locali, e il dedalo del gran bazar, che con piacere scopriamo essere meno affollato e pressante dei mercatini fuori da esso. Usciti dal bazar scopriamo uno dei cibi che ci accompagnerà nei giorni successivi la pide, che abbiamo mangiato in un baracchino fuori dal bazar bevendo l’ennesimo cay e gustando un dolcetto locale.
La lista delle cose da vedere ad Istanbul è terminata, ci concediamo in po’ di ristoro dalla confusione della vita quotidiana rintanandoci a Yeni Camii e poi ammirando per l’ultima volta il Bosforo dalle panchine lungo il molo. Ritorniamo all’hotel, prendiamo i bagagli e prendiamo da Eminonu il tram 5 verso Alibeykoy otogari dove ci attende l’autobus notturno.
Si concludono così i nostri giorni ad Istanbul, una città multietnica, vivace, caotica, in movimento frenetico come il mare che la culla ma che riesce a ritrovare al suo interno momenti di pace e tranquillità, Istanbul, ultimo baluardo di occidente e prima porta per l’Oriente.
Giovedì 07/09 – Cappadocia
Il viaggio col bus notturno è andato come ci aspettavamo, dormito poco e riposato ancora meno, ma tant’è. Tutti gli autobus li abbiamo prenotati in anticipo tramite il sito obilet.com. Arriviamo la mattina alle 7 e andiamo al nostro hotel (Arch Palace hotel) dove, fortunatamente, la stanza è già pronta e possiamo lasciare i bagagli. Facciamo colazione in un bar sulla strada principale; scopriamo che pochi bar sono aperti alle 8 del mattino e ancora meno quelli che servono una colazione dolce. Con una camminata di circa 30 minuti arriviamo alla prima tappa della giornata, il museo a cielo aperto di Goreme, che visitiamo in un paio d’ore in autonomia con ausilio di un’audioguida compresa nel biglietto.
Torniamo a piedi in paese, pranziamo e partiamo per il trekking del pomeriggio, ossia Pigeon Valley (start trailhead east) fino al castello di Uchisar (1 ora abbondante), dovo una breve pausa, con l’ennesimo cay, proseguiamo verso la love valley e poi a goreme (quasi 3 ore). Entrambi i sentieri sono facili ma ci sono poche indicazioni (consiglio di usare maps.me come app di mappe scaricabili e consultabili offline visto che nelle valli il telefono non prende) e lunghi tratti al sole (consigliati berretto e acqua).
Per cena andiamo al ristorante turkish Ravioli e proviamo appunto i Ravioli turchi, che non sarebbero male se non fossero affogati in una salsa di pomodoro e yogurt. Ritorniamo al nostro hotel stanchi ma carichi per la giornata di domani. Il principale spettacolo della Cappadocia ci attende.
Venerdì 08/09 – Cappadocia
Sveglia prestissimo per essere pronti alle 05.05 ora in cui ci vengono a prenderci in hotel per il giro in mongolfiera, che abbiamo prenotato con settimane di anticipo con la compagnia turkyie balloons (standard flight 160€). C’è un po’ di ansia, voleranno o no le mongolfiere, avranno capito dove venirci a prendere. L’emozione per questa esperienza che sta per attenderci è elevata.
Dopo un breve viaggio in minibus arriviamo in un pratone dove decine di mongolfiere dormienti sono sdraiate, iniziamo ad accendersi i primi fuochi che gonfiano i palloni e mano mano nel buio della notte, illuminati da qualche fiammata, le mongolfiere si alzano. Balziamo, letteralmente, nella cesta e, dopo poche e brevi istruzioni, iniziamo a salire. È un modo diverso di volare, di sollevarsi e sentirsi leggeri, piano piano, vedere le cose dall’alto da una prospettiva diversa.
Le mongolfiere in aria sono tante, quel giorno ce n’erano 180. Vediamo le altre mongolfiere alzarsi, la nostra all’inizio rimane bassa, ma poi piano piano, senza nemmeno che ce ne accorgessimo, si eleva anche lei e siamo nel cielo a 900 metri da terra, su una mongolfiera ad ammirare il sole che sorge circondati da palloncini colorati.
Un’emozione indescrivibile.
Dopo circa un’ora abbondante di volo torniamo a terra con una cerimonia di atterraggio alquanto trash (ci danno anche un diploma di volo).
Rientriamo in hotel dove ci consegnano l’auto che abbiamo noleggiato con goreme rent a car (50 euro al giorno, assicurazione completa però tutto un po approssimativo, ci siamo accordati su whatsapp, pagato in contanti, nessuna carta di credito o cauzione. Izmail molto professionale ma tutto il contorno un po ‘meno).
Alla mattina visitiamo Pasabag (con audioguida), zelve open air museum e l’imagination valley (qualche formazione rocciosa, una ventina di minuti al massimo).
Ci dirigiamo a pranzo ad Avanos, paesino noto per le ceramiche con negozietti ad ogni angolo nella parte vecchia della città dove è possibile ammirare gli artisti locali all’opera e acquistare ottime ceramiche fatte a mano. Abbiamo mangiato da kapadokya lezzet sofrasi, super consigliato, a seguire passeggiata gradevole lungo il fiume e il ponte sospeso.
Torniamo in hotel, riposiamo un po’ e finalmente è il momento della mia sorpresa (ormai non più tanto sorpresa perché ero riuscita a scoprirla) un bellissimo giro a cavallo al tramonto tra rose e red valley che facciamo con la compagnia doga binicilik merkezi (35 euro per 2h).
Andiamo a cena con alcuni amici che sono anche loro in vacanza in Turchia, saremmo voluti andare al topcave deck restaurant ma non avendo prenotato ci hanno rimbalzato, andiamo quindi al wooden spoon lì accanto, cibo squisito, abbiamo provato il pottery kebap, consigliato.
Baklava e narghilè per concludere la serata in uno dei tanti baretti.
Sicuramente la giornata più ricca ed emozionante del nostro itinerario.
Sabato 09/09 – Cappadocia
La giornata di oggi si preannuncia la più pesante della vacanza, sia perché le levatacce per vedere le mongolfiere non aiutano il riposo, sia perché le mete che ci attendono sono molto lontane.
Abbiamo visto le mongolfiere dal viewpoint sopra la love valley, che si raggiunge in auto a pagamento (20TL per l’auto), molto affollato ma anche molto ampio, sempre un’emozione unica.
Il primo luogo che visitiamo è Ihlara valley, un canyon stretto e lungo più di 16 km a circa 1h di auto da goreme.
Il progetto è di fare 4 km di trekking fino a belisirma poi tornare indietro prendere l’auto e andare fino alla fine della valle per la visita al monastero di selime (il biglietto resta valido)
Arrivando da goreme le prime indicazioni per parcheggio e ingresso sono all’inizio della valle, parcheggiamo l’auto ed entriamo. Dopo un’ora di cammino nel verde lungo il fiumiciattolo con deviazioni per ammirare le diverse chiese rupestri (quella ipotizzata per arrivare a belisirma) ci rendiamo conto di essere ancora a metà strada e capiamo allora che l’ingresso che cercavamo non era quello all’inizio iniziò della valle (ossia quello che abbiamo preso) ma uno posto a qualche minuto di auto più avanti.
Poco male, torniamo indietro e andiamo in auto fino a belisirma dove troviamo un parcheggio a pagamento ma il parcheggiatore ci ha fatto parcheggiare gratis a patto di pranzare nel ristorante dell’amico; non volendo storie e volendo comunque pranzare abbiamo accettato e abbiamo mangiato abbastanza bene in una sorta di palafitte sul fiumiciattolo, molto carino ma scelta dei piatti abbastanza limitata.
Dopo pranzo entriamo sempre a Belisirma e andiamo a visitare la chiesa di san Giorgio (500 m dall’ingresso). Decidiamo di non visitare il monastero di selime vista l’ora tarda, e puntiamo quindi al lago salato tuz golu, che raggiungiamo dopo 2 ore di auto; l’ingresso è attraverso un ristorante/negozio di souvenir (ma non è necessario acquistare o consumare) e si cammina su questa distesa di sale misto a sabbia che noi abbiamo visto al tramonto e dove dei locali ci hanno insegnato come farci delle foto di coppia pro al tramonto.
Torniamo verso Goreme e ceniamo al topdeck cave restaurant (questa volta avevamo prenotato) ma siamo rimasti un po delusi, non che abbiamo mangiato male ma da un ristorante sempre pieno ci aspettavamo cibo migliore di quello che effettivamente abbiamo ricevuto; carino il posto ma non lo direi il migliore della città.
Complessivamente il lago salato Tuz Golu non vale la deviazione, bello da vedere se ci si passa vicino in viaggio ma non vale le 6 ore totali di auto in giornata.
Ihlara Valley è sicuramente un posto piacevole in cui fare una passeggiata immersi nel verde, ma se avete meno giorni è la parte che consiglio di saltare.
Domenica 10/09 – Capaddocia
Assistiamo all’alba dalla collina sopra goreme (viewpoint a pagamento 10 lire a testa), più piccolo e meno affollato, dove si vedono le mongolfiere che si alzano in volo da Cavusin.
Prepariamo le valigie per il check-out e partiamo per il trekking previsto per la giornata, che inizia vicino ad un noleggio di quad sulla strada per cavusin e che ci condurrà attraverso la rose valley fino alla red valley; seguiamo le indicazioni di maps.me verso il viewpoint aktepe (alla fine della red valley) e facciamo il sentiero più a nord, al ritorno invece chiudiamo l’anello con il sentiero più a sud. Lungo il sentiero nord ci imbattiamo in una columned church, non indicata da nessuna parte ma entrando c’è una chiesa vera con colonne, veramente bella. Il sentiero del ritorno prevede un breve tratto in un tunnel poco illuminato e una scala simil ferrata, molto facile e breve.
Dopo il pranzo a Cavusin abbiamo visitato la città sotterranea di Kaymakli, più piccola e meno visitata di Derinkuyu. Le indicazioni di google maps ci indirizzavano verso un anonimo parcheggio sterrato in una via laterale, decidiamo quindi di seguire i cartelli fino ad un parcheggio a pagamento pavimentato e in parte coperto (20tl). Scopriremo solo in seguito che anche l’anonimo parcheggio sterrato conduce all’ingresso del complesso, evitando il percorso attraverso innumerevoli bancarelle e negozi di souvenir.
Visitiamo con piacere la città, cunicoli stretti e un percorso obbligato (fisicamente non ci passano due persone nei due sensi di marcia) ma che consente anche deviazioni autonome dal sentiero ed esplorazione delle stanze. Esperienza veramente emozionante e bellissima, pensare che migliaia di persone vivessero là sotto è quasi inimmaginabile.
Torniamo poi a Goreme che visitiamo, cena al firin express (vicino all’hotel, consigliato), riconsegnamo l’auto e andiamo alla stazione per il bus notturno.
Lunedì 11/09 – Oludeniz
Arriviamo il mattino presto alla stazione dei bus di Denizli e contattiamo l’agenzia di noleggio auto (Pandora car hire noleggiato tramite il sito economycarrental.com a circa 150€ per 4 giorni) e la proprietaria si offre di venirci a prendere in stazione (l’alternativa sarebbe stata una camminata di 10 minuti). Questa agenzia molto più professionale ha chiesto carta di credito e un deposito di 600€ che però non lasciamo ed invece paghiamo 40€ per evitare il deposito (che comunque ci sarebbe tornato).
Facciamo benzina e ci dirigiamo al lago tuz salda, definito come le Maldive turche per via dell’acqua cristallina e della spiaggia bianca, l’idea è di passarci la giornata ma la temperatura (dell’aria e dell’acqua) ci fanno desistere e ci dirigiamo verso oludeniz, che raggiungiamo verso l’ora di pranzo. La zona è iper-turistica, noi abbiamo scelto di avere l’auto per maggiore libertà ma la quantità di taxi è shuttle lascia intendere che si possa visitare serenamente la zona anche senza un mezzo privato.
Abbiamo alloggiato al London Hotel nella parte alta di Oludeniz.
Trascorriamo il pomeriggio in spiaggia a Kidrak beach, a 15 minuti di auto dall’hotel (ingresso a pagamento, 70 tl per l’auto). La spiaggia di sassolini piccoli è molto bella e poco frequentata, acqua cristallina e tramonto sul mare.
Poco prima della chiusura inizia a piovere, torniamo quindi in hotel ma non possiamo entrare nella via del centro perché è pedonale dalle 19 alle 07 e troviamo parcheggio in una via vicina dietro consiglio del personale.
La sera passeggiamo nel paese che è estremamente turistico e pieno di inglesi, alcol, molti pub, prezzi nei negozi super gonfiati e già espressi in sterline. Troviamo poca della turchia a cui ci eravamo abituati in precedenza. Per cena scegliamo un ristorante che offre una cucina turca (happys cafe bar restaurant) dove mangiamo bene e spendiamo 30€ in due.
Martedì 12/09 – Oludeniz
Colazione in Hotel, non a buffet ma servita in un piatto uguale per tutti, molto poco italiana. Abbiamo trascorso la giornata in spiaggia ad oludeniz (parcheggio blue lagoon 120 tl per l’auto) nello stabilimento di fronte al beach club (360tl per ombrellone e 2 lettini).
Riguardo i tour e le attività in generale, le più gettonate qui sono giri in barca e parapendio e sono offerte da una miriadi di agenzie in tutto il paesino, inoltre sembra che tutte si possano prenotare anche dalla città di fethiye a prezzi più vantaggiosi ma per comodità abbiamo deciso di prenotare tutto tramite l’hotel.
Mercoledi 13/09 – Oludeniz
Giro in barca delle 6 isole prenotato tramite hotel. Scopriamo che esistono due alternative principali, ossia la small boat (che abbiamo preso noi) con capienza di una cinquantina di persone che fa un giro che non passa dalla butterfly valley ed una big boat (capienza più di 100 persone, mediamente con musica più alta e più da ballare) che passa anche dalla butterfly valley e leggermente più costosa. Giro molto carino, le acque sono super cristalline e farci il bagno è un vero paradiso, pranzo incluso (bevande a pagamento) barca affollata ma non troppo (saremo stati una trentina).
Dopo il giro, finito verso le 17 torniamo in hotel a riposare e usciamo verso le 19 diretti a Fethye (in auto), in particolare impostiamo sul navigatore paspatur carsisi, una zona pedonale ricca di negozi per turisti e locali. Passeggiata nei negozietti, dove finalmente, dopo una ricerca che ci aveva portato a chiedere ovunque, troviamo i piattini in ceramica per i bicchieri del cay con la fantasia tradizionale, e cena al nefis pide salonu (mangiato bene, prezzi onesti, posticino senza nessuna pretesa).
Giovedi 14/09 – Pamukkale
Colazione, check out, spiaggia e mare cristallino fino alle 16, poi ripartiamo per Denizli con largo anticipo. Il largo anticipo a causa di un piccolo tamponamento nella periferia di Fethiye, di una deviazione infelice attraverso un paesino arroccato nella montagna seguendo il navigatore, di un dietrofront di 10km per fare benzina (visto che davanti a noi non c’è n’erano per svariati km) e per via del traffico per cantieri stradali a Denizli si trasforma in ritardo, gli imprevisti fanno sempre parte dei nostri viaggi.
Riconsegnamo l’auto e il proprietario si offre prima di accompagnarci in stazione dei bus e poi fino a Pamukkale, non essendo sicuri che gli shuttle per Pamukkale ci fossero dopo le 20. Ci accordiamo per andare in stazione a controllare e scopriamo che, al piano -1 della stazione dei bus parcheggio 76 parte uno shuttle per Pamukkale ogni 30 min, non sappiamo bene l’orario dell’ultima corsa ma la prima è alle 7.
Ringraziamo il proprietario di Pandore car hire (compagnia che consigliamo vivamente per la disponibilità e la precisione) e saliamo sullo shuttle (costo 24tl a testa).
Lo shuttle ci lascia da qualche parte a pamukkale vicini al nostro hotel, hotel pamukkale, struttura carina e pulita con piscina ottima per un breve soggiorno a pamukkale.
Venerdi 15/09 – Pamukkale
Sveglia presto per essere pronti alle 06:10 quando passerà il taxi (prenotato la sera prima tramite hotel, 130tl) per portarci all’ingresso sud di Hierapolis di prima mattina (circa 3km da Pamukkale). L’ingresso apre alle 06:30 e siamo tra i primi a fare il biglietto che vale per il sito archeologico e il museo (le piscine di Cleopatra sono extra per nuotarci, 200tl). La mattina è spettacolare con le mongolfiere che si alzano in volo davanti alle piscine in travertino, che purtroppo noi abbiamo trovato quasi tutte vuote. Qui le mongolfiere sono molto più economiche che a Goreme, circa 50 euro, ma sono molte meno.
Pucciamo i piedi nelle poche piscine aperte, la prima delle quali con acqua calda termale (molto piacevole considerato il freddo del mattino) e poi visitiamo il sito.
La visita al sito archeologico e al museo richiede una mattinata, merita sicuramente il teatro che è stato magnificamente restaurato.
Prima di uscire ci accorgiamo che ci sono altre piscine che stanno riempiendo e ci fermiamo un po’ a riposarci e ammirarle.
Torniamo al nostro hotel tramite un’altra uscita che si trova al gate sud che apre alle 8 ma che è a pochi metri dal nostro hotel, pranzo e relax in piscina.
Andiamo a cena da Tikir Grill House, locale che non ci sentiamo di consigliare, il cibo non era male, il proprietario gentile ma il servizio lasciava a desiderare… le sedie sono state sottratte a delle povere vecchiette, né tovaglioli, né bicchieri, il mio bicchiere del cay aveva una notevole crepa e si è rotto mentre bevevo, d’altro canto sicuramente economico.
Sabato 16/09 – Efeso
facciamo presto il check-out, ci dirigiamo alla stazione degli autobus dove prendiamo il minivan per Denizli (chiedere in hotel da dove partono, più o meno dalle 8 fino a sera ogni 30 minuti) e da lì poi l’autobus per Selcuk.
Arriviamo a Selcuk per l’ora di pranzo, scopriamo con piacere che sabato è giorno di mercato e dopo aver fatto il check-in nel nostro hotel (anz guest house) ci dirigiamo alla sua scoperta.
Ci incamminiamo tra le numerosissime bancarelle che vendono frutta e verdura, una vera esplosione di colori e di sapori, tra il vociare della gente e i richiami dei venditori. Non mancano venditori di dolcetti locali, tipicamente dei vecchietti che non parlano inglese e si fanno capire a gesti (noi abbiamo avuto una conversazione in italo turco tedesco che ci ha lasciato basiti) e anche l’area vestiti e delle antichità. Dopo aver fatto scorta di snack locali, frutta e dolcetti prendiamo un minivan shuttle (20 tl) che parte dalla stazione dei bus (chiedere in hotel se c’è una fermata più vicina, noi ne avevamo una davanti ad una bancarella di angurie vicino all’hotel) con direzione Efeso.
Il sito archeologico è molto grande e la parte della biblioteca di Celsio magnificamente conservata, un vero spettacolo.
Anche in questo caso chiediamo l’audio guida e ci rispondono che non c’è o è finita, ma scopriamo che basta inquadrare il QR code sul biglietto e seguire le istruzioni per avere l’audio guida sul proprio telefono.
Torniamo sempre col minibus, verso il centro e passiamo dalla stazione dei treni per fare il biglietto per il treno che ci condurrà domani in aeroporto (55tl).
Cena al old House cafè, cibo buono e location carina, sotto bellissimi alberi da frutto.
Domenica 17/09
Come tutte le cose belle anche questa vacanza è destinata a finire, dopo una colazione anch’essa con piatto fisso simile a quella di oludeniz, facciamo il check-out e ci dirigiamo alla stazione. Treno puntuale che ci porta direttamente all’aeroporto di Izmir e da lì volo per Venezia.
In questi 15 giorni di viaggio abbiamo avuto modo di esplorare e conoscere un poco la Turchia e il suo popolo. Siamo partiti da Istanbul, città multietnica, dinamica e caotica dove abbiamo scoperto palazzi e moschee bellissime, nelle quali i bambini possono correre e giocare come in un cortile, dove abbiamo iniziato a conoscere i sapori di una nuova terra, pida, bulgur e baklava e soprattutto il cay, compagno fedele di ogni pasto e pausa. Istanbul è stata la porta che ci ha introdotti alla storia e alla cultura del popolo turco, in alcuni casi così vicina alla nostra e in altri così distante. Istanbul è stata magica tra le voci, i sorrisi e il canto del muezzin.
Dopo Istanbul è stata la volta della Cappadocia, pinnacoli rocciosi e case scavate nelle rocce (a volte intere città) dai colori caldi e avvolgenti, la bellezza di camminare in questi vali, l’emozione di levarsi in aria su una mongolfiera, lo spettacolo di vedere una miriade di colorate mongolfiere alzarsi all’alba, le ceramiche, la passeggiata a cavallo al tramonto e l’adrenalina nella città sotterranea, i cay bevuti con i venditori e le chiacchiere con le persone del luogo, accoglienti e disponibili.
Così diversa e così distante da Istanbul ma anch’essa turchia.
C’è stato poi il mare ad Oludeniz, azzurro cristallino con le sue spiagge di sassolini bianche, il sole, la frutta e i bagni. Di tutta la Turchia, anche se la bellezza naturale di questo posto è notevole, è la parte che mi è piaciuta di meno, troppo turistica ed inglese.
Concludiamo il nostro tour con due bellezze storiche pamukkale, un castello bianco, ed efeso.
La Turchia è una terra da vivere, da assaporare e in cui immergersi pienamente con un popolo generoso e disponibile.
Mashallah Turchia.
Consigli di viaggio
- Informatevi bene sul Museum pass e sulle attrazioni che volete vedere prima di acquistarlo; se volete acquistarlo online considerate che è necessario un certo tempo per la consegna (almeno 1 settimana)
- Spesso è disponibile un’audioguida ma dovete richiederla esplicitamente o, in alternativa, potete scannerizzare il QR code sul biglietto tramite l’app voice of museums (scaricabile gratuitamente)
- I mezzi pubblici in Turchia sono puntuali ed efficienti, noi li abbiamo prenotati in anticipo con la compagnia obilet per quanto riguarda i bus a lunga percorrenza
- Per Istanbul vi consigliamo di fare l’Istanbul card per i mezzi, è una città grande con lunghi spostamenti
- Non è necessario cambiare troppi soldi, la maggior parte dei negozi accetta la carta
- La Turchia, colpa anche dell’inflazione attuale, non si è rivelata così economica come credevamo. I prezzi sono sì più convenienti rispetto all’Italia (il prezzo medio per una cena era di 20/30 euro in due, mangiando bene e uscendo sazi) ma non come ci eravamo immaginati. Il costo delle attrazioni invece era triplicato (niente a che vedere con i prezzi della Lonely Planet)
- Se avete bisogno, chiedete: troverete molti turchi che vi aiuteranno per poi vendervi qualcosa oppure altri che vi aiuteranno e basta, ma per un motivo o per l’altro potrete sempre contare su di loro.