Sotto la galleria più famosa di Napoli c’è un magnifico caffè letterario, ed è uno dei più belli d’Italia
È la Napoli dei gagà, i giovanotti pretenziosi dallo stile ostinatamente ricercato e dalla erre moscia. Una città ormai lontana, ma che sopravvive in alcune abitudini e in luoghi simbolo del capoluogo campano, che nonostante il suo lato più popolare (e popolano) difficilmente è dimentica di una tradizione millenaria, che rivive in location simboliche come il Caffè Gambrinus, il Lungomare Caracciolo o le eleganti dimore del Vomero. E, perché no, anche di un caffè letterario, esperimento assolutamente in voga fino a inizio Novecento e che oggi ci appare come un ritorno al passato. Ma con lo stile non si gioca, i partenopei lo sanno bene. Ecco perché ScottoJonno non ha solo voglia di conquistarvi con ottimi cocktail e con una location da sogno, ma è un vero e proprio omaggio identitario alla Napoli che fu. E che, per certi versi, è ancora oggi e sarà domani, immutabile come il Gattopardo, bella come solo una vecchia signora sa essere.
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La location: Galleria Principe di Napoli
Da non confondersi con la Umberto I, che si trova davanti al Teatro San Carlo, la Galleria Principe di Napoli è situata poco più a nord, vicina a quel Museo archeologico nazionale (MANN) che è tra i più importanti di tutta Italia per l’imponenza della sua collezione. Archetipo del moderno approccio al commercio, la galleria commerciale è molto di voga nell’Ottocento, e non a caso la protagonista del nostro racconto nasce tra il 1873 e il 1883, con una struttura in muratura e la più classica delle coperture “a volta” di ferro e vetro, per dare luce e leggerezza al complesso. È proprio qui che, subito dopo la fine dei lavori, nacque ScottoJonno, un cafè chantant. Altri tempi, altri modi di intrattenere le persone: bevande calde, atmosfera elegante e raffinata (da gagà, appunto), musica d’autore. Una ricca storia, poi il lento e inesorabile declino che coincide con l’avanzare inesorabile dei tempi.
Il sogno: riportare in vita i caffè ottocenteschi
Ieri e oggi: l’eleganza del cafè chantant in una versione contemporanea
L’imprenditore Luca Iannuzzi, appassionato di napoletanità nel senso più autoriale del termine, decide nel 2020 di recuperare l’idea dello ScottoJonno utilizzando i locali che, nel frattempo, erano stati occupati dalla Tesoreria di Stato che aveva – per necessità funzionali – “banalizzato” i locali togliendo palchi, balaustre e altri elementi decorativi. C’è voluto un lavoro durato quasi 3 anni, complice anche la pandemia, e una spesa significativa, ma l’obiettivo è stato raggiunto: recuperare l’allure originale del caffè letterario. Come? Ricorrendo alle pregiatissime sete di San Lucio, creando una estetica art Nouveau, giocando con stucchi e dorature, anche grazie al lavoro di Eugenio Tibaldi, designer d’autore. Il risultato è un luogo trasversale e multifunzionale, che espande l’idea originale: biblioteca, ristorante, bistrot, ma anche luogo di incontro e di dialogo tra arti e pensieri. Il tutto, all’insegna dell’eleganza che scorre nelle vene dei napoletani da sempre, ma senza allontanarsi da quel tocco popolare (e popolano) che è la cifra media ai piedi del Vesuvio.
Ecco come godersi al meglio l’esperienza di ScottoJonno
Riaperto al grande pubblico il 15 marzo 2023, ScottoJonno è aperto tutti i giorni (tranne il lunedì) dalle ore 9.00 alle 2.00 di notte. Il venerdì e il sabato l’orario di apertura prosegue fino alle 2.30, il martedì si ferma un’ora prima. L’indirizzo è Galleria Principe di Napoli XIV-XVII. È possibile arrivare comodamente con i mezzi pubblici: la fermata più vicina della Linea L1 (Gialla) della Metropolitana di Napoli è Museo, a 240 metri dal caffè. In alternativa si può prendere la linea FS da Garibaldi a Piazza Cavour, e proseguire a piedi fino a destinazione.
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