Insulto o arte? La scultura del dito medio è il simbolo più discusso della capitale economica d’Italia

Un luogo iconico dove arte e finanza si fondono in un binomio “esplosivo”
Matteo Meliconi, 12 Ott 2023
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E sì cari Turisti, ci troviamo proprio in Italia, il Bel Paese trova sempre una maniera creativa ed originale per far parlare di sé. Solitamente ci soffermiamo ad elogiare i nostri fantastici paesaggi, la nostra millenaria storia e la nostra cultura, senza dimenticare che, siamo anche uno dei paesi d’eccellenza nel mondo dell’arte. È proprio all’interno di questo meraviglioso, quanto a volte, controverso mondo che, oggi, andremo ad estrapolare ed approfondire un tema che ha destato grande scalpore mediatico e, non solo; la decisione di mantenere una scultura, dal sicuro fascino artistico ma, altrettanto discussa, dinanzi ad un luogo simbolo dell’alta finanza italiana.

Un luogo di incontro tra arte provocatoria ed alta finanza

Per chi se lo stesse ancora chiedendo, sì, stiamo parlando della famosa scultura posizionata proprio davanti a palazzo Mezzanotte, sede della Borsa, in piazza Affari, a Milano. Il suo nome è L.O.V.E., per esteso, “libertà, odio, vendetta, eternità”. È questo il nome assegnato dall’artista padovano Maurizio Cattelan alla sua discussa opera di marmo, undici metri complessivi di pura provocazione ed irriverenza. Inizialmente, come da progetto, la scultura sarebbe dovuta rimanere esposta in questo posto per un tempo limitato di due settimane ma, poi, a seguito di una lunga discussione con annessa raccolta firme via social dell’allora assessore alla cultura Stefano Boeri, è stata presa la decisione di farla rimanere a tempo indeterminato. Inaugurato il 24 settembre del 2010, la sua storia con i cittadini milanesi e, non solo, è una storia fatta di amore e odio.

statua cattelan

Il significato di “L.O.V.E.” il grande dito medio di Cattelan in piazza Affari

Molti, arrivati a questo punto, si staranno chiedendo qual è, allora, il messaggio che Cattelan ha voluto esprimere. Andiamo a vederlo più nel dettaglio.

Quello che balza subito all’occhio, è, inevitabilmente, il grande dito medio che si innalza per circa due metri verso il cielo. A ben guardare, però, ci si rende conto che, le altre dita, non sono chiuse ma, addirittura, mozzate. “Love”, infatti, per stessa ammissione dell’artista, vuole rappresentare una mano tesa in riproposizione di un saluto fascista alla quale però, l’azione erosiva del tempo, ha lasciato in vita solamente un dito, quello medio, per l’appunto. Anche la posizione scelta non è un caso, essendo, l’edificio della Borsa, un noto esempio di architettura legata al Ventennio fascista presente in città. Ma come detto dallo stesso Cattelan nel giorno dell’inaugurazione, il “gestaccio” in realtà, è stato concepito appositamente per stimolare l’immaginazione di ognuno, che, pertanto, rimane libero di attribuirgli il significato che più preferisce, alimentando così la discussione in merito. Probabilmente un significato unico da dare a questo mega dito medio non esiste e, per questo, forse, è proprio vero che sia dedicato all’immaginazione di tutti quanti, o, almeno, “di quelli che ce l’hanno, l’immaginazione” come da stesse parole pronunciate da Cattelan.

L’arte di fare scalpore, una nobile pratica che suscita sentimenti contrastanti

A seguito dell’indignazione di alcuni cittadini e di diverse proteste da parte di una rappresentanza politica e culturale milanese che, ha apertamente definito la scultura come un insulto e, fin troppo provocatoria, era stato chiesto il trasferimento di “Love” in un’altra città, magari “più spiritosa” o “più adatta” ad accoglierla ma, è evidente come, tutto si sia risolto in un nulla di fatto. Eppure, non è la prima volta che un’opera d’arte desta così tanto scalpore.

Sempre di Cattelan, infatti, è possibile ricordare il famoso water d’oro intitolato “America”, esposto in più mostre e in diverse città del mondo e poi addirittura scomparso che, lo stesso artista, aveva provocatoriamente offerto in dono all’ex presidente statunitense Donald Trump, vero e proprio maestro di provocazione. Andando ancora più a ritroso nel tempo, possiamo certamente ricordare anche, “Merda d’artista” di Piero Manzoni autore di una delle opere più provocatorie ed estreme dell’arte del Novecento. Alla luce di ciò e, a seguito della nostra attenta analisi, il messaggio lanciato sembra essere chiaro; arte o provocazione purché se ne parli. Un metodo geniale di espressione e libertà, oppure, esagerato e sconsiderato che va a ledere la sensibilità altrui? Una discussione che andrà avanti all’infinito, ai posteri l’ardua sentenza.



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