Ravenna e Comacchio: in bici nelle valli e sulla Via degli Angeli
In una calda serata di luglio io ed il mio amico Marco, di passaggio sulla Riviera Romagnola dove abito, decidiamo di affrontare per la prima volta la nuova pista ciclabile che passa in mezzo alle valli di Comacchio, chiamata Via degli Angeli e inaugurata solo un anno fa. La sveglia suona molto presto e cominciamo a pedalare da Punta Marina in direzione nord, lungo il percorso ciclabile che porta a Venezia. La necessaria colazione al bar del porto di Marina di Ravenna ci fa perdere il traghetto che oltrepassa il canale e ci tocca attendere un po’ perchè nel frattempo passa un’enorme nave piena di container, che ammiriamo dalla banchina in attesa del traghetto seguente circa mezz’oretta dopo.
Procedendo verso nord si attraversano facilmente le località di Porto Corsini e Marina Romea, proseguendo poi per Casalborsetti, ultimo lido della provincia di Ravenna dove passiamo a fianco di una zona militare e ci troviamo ad attraversare la temuta statale Romea, SS309 (che non toccheremo più per tutto il percorso, studiato apposta per evitarla). Ci ritroviamo a pedalare su di un argine che in circa 5 km ci porta al sonnolento (ma fornito di bar, negozi e fontane) paese di Sant’Alberto, che è la porta d’accesso alle Valli di Comacchio. Sono circa le 9 ed è già caldissimo, quindi facciamo rifornimento qui.
Poco fuori dal paese, al termine della via principale, si trova un piccolo traghetto guidato da un simpatico ragazzo che, con l’ausilio di un cavo, gli fa fare la spola continuamente tra le due rive del Reno (non quello tedesco ma quello emiliano-romagnolo) evitando un giro di diversi chilometri a ciclisti e automobilisti. Eccoci dunque in provincia di Ferrara dove, scesi dal traghetto, svoltiamo subito a destra su una pista ciclabile con fondo di ghiaia, interdetta ai mezzi a motore, ignorando l’indicazione Comacchio sulla sinistra (da lì si arriva se si opta per il giro ad anello, vedi più avanti).
Alla nostra sinistra si apre un paesaggio lagunare, qua e là qualche capanno da caccia/pesca, delle “penisole” di terra abitate solo da uccelli, nessun essere umano in vista, una lepre fa capolino da delle piante a bordo strada. Dopo un paio di chilometri, poco più in basso del livello della strada vediamo una spiaggia, delimitata da un poco credibile cartello “zona videosorvegliata – proprietà privata” appeso su una recinzione, dove vediamo uno stormo di fenicotteri rosa con le lunghe zampe in acqua, intenti a guardarsi intorno, che al nostro non consentito passaggio cominciano pian piano ad allontanarsi. Il terreno è paludoso e dopo qualche minuto a cercare delle piume rosa da portare come souvenir, risaliamo in sella verso la famosa Via degli Angeli, che si trova circa un paio di km dopo: sulla sinistra, chiusa da un cancello che impedisce il passaggio alle auto, inizia una lingua di terra completamente circondata dalla laguna ed è surreale pedalare letteralmente in mezzo all’acqua. L’unico problema è finora la mancanza totale di ombra, per il resto è tutto molto bello.
Dopo circa un chilometro, la pista curva di 90 gradi a destra e prosegue per altri 4 km circa fino ad arrivare a un bel ponte di legno che ne segna la fine (o l’inizio, per chi proviene da nord). Una scritta a caratteri cubitali annuncia “Parco del Delta del Po“, a fianco un casale in ristrutturazione che fungerà probabilmente da punto informazioni turistiche. Siamo a pochi metri dalla statale Romea che evitiamo grazie ad un apposito e nuovissimo sottopassaggio ciclabile (un po’ d’ombra!). in pochi minuti siamo nel primo dei lidi ferraresi, lido di Spina, per una meritata piadina (non siamo più in Romagna ma è lo stesso, abbiamo fame).
A questo punto ci sono due opzioni: o proseguire verso Comacchio (itinerario ciclabile) chiudendo il giro ad anello e visitando la città lagunare magari mangiandosi un bel risotto all’anguilla, e poi rientrare facendo il giro della valle dalla parte opposta (25 km, non ciclabili ma poco trafficati) tornando al traghetto e poi a Sant’Alberto, oppure ritornare seguendo il percorso iniziale.
Per ragioni di tempo (e di caldo!) dobbiamo scegliere la seconda, con una piccola modifica: dopo la Via degli Angeli, sulla sinistra, c’è una via (ben segnalata) per Casalborsetti che consente di evitare il lungo giro e il traghetto da Sant’Alberto, accorciando così il percorso di almeno 3 o 4 km. Dopo aver informato un cicloturista accaldato rivelandogli l’esistenza del vicino paese di Sant’Alberto, che come in un miraggio è fornito di bar e acqua fresca, riprendiamo a pedalare e dopo un paio di km, alla fine della strada prima che questa curvi a sinistra, raggiungiamo (attenzione: non indicata! Ci sono altri cartelli in quel punto, ma nessuno di essi porta lì!) la Romea passando oltre un guard-rail situato su un ponte e attraversandola, ancora una volta, da sotto il ponte suddetto (non ben segnalato!).
Ci troviamo così in una strada costeggiata da suggestivi e deserti capanni da pesca e, poco dopo, deviando sulla destra, di nuovo costeggiamo la zona militare e poi arriviamo al paese di Casalborsetti con una bella fontanella funzionante nella piazza centrale, da qui rientriamo passando per Marina Romea, Porto Corsini, Marina di Ravenna.
Volendo l’itinerario è fattibile anche partendo dalla città di Ravenna, con l’apposita ciclabile che porta ai lidi, o viceversa da Comacchio, in entrambi i casi facendo un anello che si fa (anche se forse ci vuole un po’ di allenamento) in giornata, se non è troppo caldo. Il dislivello è praticamente nullo, l’importante è avere copertoni un po’ grossi perchè si pedala anche su ghiaia (no bici da corsa!)
Poi chi vuole può allungare per Cervia, Cesenatico, Rimini, anche lì le ciclabili non mancano. Consigliatissimo!