La città più fortunata d’Italia? È quella dove si fanno tre giri intorno a un toro

Manuela Titta, 11 Lug 2023
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Milano è una città che ha bisogno di poche presentazioni, ricca di luoghi simbolo, si impone in tutta la sua eleganza: uno dei posti più conosciuti è sicuramente la Galleria Vittorio Emanuele II, il “salotto buono”, una meraviglia ottocentesca che accoglie turisti e cittadini con tutta la sua sontuosa bellezza. Siamo nel cuore della città, tra piazza Duomo e la Scala, in una dimensione antica, ma contemporanea, perché questo luogo, progettata dall’architetto Giuseppe Mengoni, racchiude tutto lo stile della città, con i suoi magnifici negozi e il glamour che trasuda da ogni angolo. 

Le decorazioni delle finestre e dei balconi, i mosaici, le lussuose vetrine, i ristoranti e i bar per gli aperitivi, rendono questo luogo un posto iconico, dove lo stile rimane intatto nel corso dei decenni, per rispettare quel design voluto fin dall’inizio, all’insegna dell’estrema eleganza. La Galleria ha un impianto a crociera con, al centro, la magnifica cupola realizzata in ferro e vetro. Le scritte oro su sfondo nero e le sfere bianche dell’illuminazione, sono caratteristiche che hanno definito uno stile da imitare, proprio grazie alla sua estrema raffinatezza, fonte di ispirazione per molte altre opere in tutto il mondo.  

Le tradizioni, anima e cuore delle città

Anche se uno non lo sapesse e arrivasse in Galleria impreparato, si accorgerebbe immediatamente che c’è un movimento di gente davvero particolare in una sola direzione: forse da lontano non si coglie bene cosa accade, ma avvicinandosi diventa chiaro che si tratta di un vero e proprio rituale. Abbiamo già accennato ai mosaici presenti in Galleria e in questo tratto di pavimento è disegnato un toro: è un mosaico molto sfarzoso e perfettamente in sintonia con lo stile generale. Questo simbolo araldico è posizionato nell’ottagono centrale: la storia narra che questo disegno fu realizzato appena fatto il Regno d’Italia con l’intento di sbeffeggiare il simbolo di Torino e quindi i Savoia. Lo sfregamento degli attributi del toro era quindi voluto proprio per una forma di avversione verso la dinastia regnante. Consolidata l’usanza, si è trasformato il significato e ad oggi la pratica resiste per la gioia di turisti e milanesi.  

Tra storia e scaramanzia 

Guardando il disegno si coglie un chiaro segno di usura proprio in coincidenza degli attributi maschili del toro, questo a testimonianza di come turisti e cittadini milanesi, non si lascino sfuggire l’occasione di questa pratica. Sono tre giri sulle “palle del toro’’, come comanda la tradizione: si posiziona il tallone del piede destro e si procede con il rito. Si racconta che questa usanza sia di buon auspicio per l’anno futuro, ma c’è anche un riferimento al significato della fertilità, ma anche un modo per augurarsi future visite nella città di Milano. 

Di sicuro il comune è costretto a continuo restauri, visto il successo di questa pratica, ma, si sa, che ogni usanza popolare è sinonimo di grande partecipazione e questo è sicuramente un motivo in più per la visita a Milano.



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