Orrido ma incredibile, il borgo sul lago è la vera sorpresa della Lombardia
Sospeso tra terra e acqua, Bellano è un piccolo borgo che sorge sulla riva orientale del Lago di Como.
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Un popolo riservato che ha mantenuto vive le tradizioni di un tempo, con i vicoli del piccolo borgo che raccontano storie di gente semplice e autentica. Stretto tra le placide acque del Lario e le austere montagne della Valsassina, a Bellano il tempo sembra si sia fermato, come sospeso in un limbo dove tutto scorre lento come le acque del lago. La doppia anima dei bellanesi, di pescatori e montanari, è ravvisabile nelle tradizioni culinarie e nel loro carattere riservato e austero.
Un po’ di storia
La zona era abitata fin dall’epoca romana e le prime notizie di Bellano risalgono al 905 d.C., quando viene scelto come sede estiva per le vacanze dell’arcivescovo di Milano (che dista poco più di 80 chilometri). Qui passava la Via Spluga, arteria di epoca romana che, attraversando il Passo dello Spluga, collegava Milano con Lindau in Germania. Successivamente Bellano diventa una proprietà di Torriani, per passare poi nel ‘300 ai Visconti e agli Sforza. Nel corso del XIX secolo diventa un importante scalo portuale del Lago di Como, ma è con l’apertura delle aziende tessili a fine ‘800 che l’economia di Bellano si sviluppa.
Con la chiusura delle industrie tessili negli anni ’70, Bellano torna ad essere quello che è sempre stato, un piccolo borgo sospeso tra lago e montagna.
Alla scoperta di Bellano
Un viaggio alla scoperta di Bellano non può non iniziare dal lungolago. Sotto l’ombra dei platini e degli ippocastani si può costeggiare questo tratto di Lago di Como, da cui si ha una visuale perfetta della costa occidentale e del promontorio di Dervio, poco più a nord di Bellano. Dopo aver ammirato la natura del lago, ci addentriamo nel borgo di Bellano.
La strada principale del centro storico di Bellano è Via Manzoni, circondata da palazzi di epoca medievale e barocca e da strette viuzze che ci conducono tra le case abbarbicate una sull’altra, quasi fino a lambire i vicini boschi della Valsassina.
La chiesa di Santa Marta
Nel cuore di Bellano incontriamo la Chiesa di Santa Marta, un edificio di culto risalente al XIV secolo. Il bel campanile è invece stato costruito nel XVII secolo, quando da piccolo oratorio, Santa Marta viene trasformata in una e vera propria chiesa. Tra le opere conservate al suo interno, notevole è il gruppo ligneo cinquecentesco della Deposizione di Giovanni Angelo Del Maino.
La chiesa dei Santi Nazaro e Celso
Poco avanti, in Piazza San Giorgio, troviamo un altro edificio religioso, la Chiesa dei Santi Nazaro e Celso, i patroni di Belleno. Costruita nella seconda metà del XIV secolo in stile tardo romanico, è stata dichiarata monumento nazionale.
Da non perdere gli affreschi cinquecenteschi che decorano la volta della chiesa, la cappella di San Giovanni Battista e quella della Madonna del Rosario.
Il Santuario di Lezzeno
Salendo tra i vicoli si raggiunge il Santuario della Madonna delle Lacrime di Lezzeno, da dove possiamo ammirare uno dei panorami più belli della zona. Lo sguardo si apre alla meraviglia del Lago di Como e delle sue montagne, con i piccoli borghi che costellano la costa.
Il santuario fu edificato a seguito del miracoloso evento del 6 agosto 1688: un contadino, trovatosi davanti ad una piccola cappella di campagna, si mise a pregare. Al termine della preghiera il contadino si rese conto che l’effige in gesso della Madonna aveva iniziato a piangere lacrime di sangue. Il santuario barocco conserva al suo interno una ricchissima collezione di ex-voto molto interessante.
L’orrido di Bellano
Oggi Bellano è conosciuta per l’orrido, una profonda gola scavata nella roccia proprio al centro del paese, subito dopo l’ex Cotonificio Cantoni. Qui le acque del fiume Pioverna, che dopo aver attraversato tutta la Valsassina si unisce al Lago di Como proprio a Bellano, nei secoli hanno scavato questo profondo canyon, che con le sue rocce a strapiombo crea pozze e cascate.
Tramite un sistema di passerelle è possibile visitare l’Orrido e ammirarne la bellezza selvaggia. Il nome orrido gli fu dato da Sigismondo Boldoni, un poeta di Bellano, che descrisse così questa meraviglia della natura “orrore di un’orrenda orrendezza“. Poco distante, a ridosso dell’abitato, ci imbattiamo in un gigantesco edificio che sorge lungo le sponde del Fiume Pioverna.
Questo edificio abbandonato è l’ex Cotonificio Cantoni, interamente costruito in pietra bianca di Moltrasio e testimonianza del glorioso passato di borgo industriale di Bellano.
Proprio all’ingresso dell’orrido si trova un edificio molto particolare, la Ca del Diavol. Questa torre dalla pianta esagonale e alta quattro piani, prende il nome dalle figure che decorano l’ultimo piano della facciata e dalla leggenda che narra che al suo interno si tenessero rituali satanici.
Pesa vegia
Molto suggestiva, durante il periodo natalizio, è la Pesa Vegia, una manifestazione bellanese che ha oltre quattro secoli di vita. Ma a cosa si deve la Pesa Vegia? La tradizione vuole che nel 1604 il governatore della zona decise di cambiare l’unità di misura istituendo la cosiddetta pesa nova. I commercianti di Bellano si ribellarono, dopo lunghe trattative, riuscirono a far ripristinare la pesa vecia.
Alla notizia della lieta novella tutto il paese esplose in una festa, che proprio nella manifestazione del 5 gennaio di ogni anno viene riproposta. È così che il lungo corteo, animato dai figuranti in abiti rinascimentali, con il governatore, i commercianti e il popolo che festeggia, si snoda per le vie del paese riportando Bellano al 1604. Il corteo storico è accompagnato dalla sfilata dei Re Magi, mentre sul molo di Bellano bruciano i falò che rischiarano le acque del Lario.
Nei dintorni: la Valsassina
Belleno, nonostante sia sulle rive del Lario, è strettamente legata alla Valsassina, la valle che proprio a Belleno incontra il Lago di Como. Il Pioverna, il fiume che da origine all’Orrido di Bellano, percorre tutta la Valsassina da sud verso nord, cosa molto rara nei fiumi fiumi di tutto l’arco alpino. I piccoli comuni della valle sono incastonati in un paesaggio di rara bellezza e qui la natura è la vera protagonista.
I numerosi sentieri permettono di fare piacevoli escursioni, di tutte le durate e di tutte le difficoltà, portandoci alla scoperta delle foreste di conifere e latifoglie, tra stelle alpine e genziane. In Valsassina non è raro imbattersi in camosci, cervi, caprioli, galli cedroni e in aquile reali.
Tutti a tavola
La cucina bellanese è fortemente influenzata dalla vicina Valsassina, da cui provengono le materie prime. Dai pascoli della valle arrivano i formaggi d’alpeggio, tra cui il taleggio, che viene spesso accompagnato da pere, utilizzato per impreziosire altri piatti o mangiato in purezza. Altri formaggi ottimi sono la robiola, il caprino, la ricotta e il quartirolo.
Immancabile è la polenta, solitamente servita in due versioni: taragna, ossia con un mix di farina bramata e saracena, che viene condita con il taleggio o con il burro; mosa, cioè cotta con la panna e condita con il burro fuso.
Ottimi sono i prodotti dei boschi, come i funghi e le castagne, che durante il periodo autunnale sono le protagoniste di moltissime sagre di paese. Molto diffusi sono gli insaccati, come la particolarissima mortadella di fegato al vin brulé.
Per quanto riguarda i prodotti ittici, le trote sono quelle maggiormente consumate sono le trote, pescate nelle fredde acque dei fiumi della Valsassina. La preparazione delle trote che va per la maggiore è marinate in salamoia con spezie per essere poi affumicate. Questa complessa preparazione permetteva così di conservare il pesce a lungo tempo e consumarlo durante tutto l’anno.
I dolci tipici della zona sono i caviadini, dei biscotti di origine contadina fatti con pochi, semplici ingredienti: uova, zucchero e farina. Sono caratterizzati dalla tipica forma rettangolare con il taglio al centro. Da provare sono anche i sassetti della Valsassina, preparati con mandorle e il Dolce Grigna, a base di frutta secca come fihi, noci, frutta candita e uvetta. Altri dolci della tradizione sono la torta di pane raffermo e gli scapinasc, dei ravioli semidolci ripieni di amaretti, uvetta e formaggio.
Come arrivare
Il borgo di Bellano è servito dalla locale stazione ferroviaria, dove effettuano fermata i treni regionali e interregionali della linea Milano – Tirano. Per chi preferisce raggiungere Bellano in macchina, ci sono diverse alternative. Da Lecco basta percorrere la SS 36 del Lago di Como e dello Spluga per poco più di 25 chilometri.
Da Milano o si percorre per 67 chilometri la SS36 del Lago di Como e dello Spluga, oppure, attraversando la Valsassina, la SP64 e la SP62, sempre 67 chilometri. Se invece vi trovate già sulle rive del Lago di Como, numerosi sono i battelli e gli aliscafi che collegano Bellano con le altre località lariane.