Nel Cilento verde c’è il secondo parco naturale più grande d’Italia

Un territorio tanto esteso quanto eterogeneo, dove canyon, certose, spiagge e meraviglia sono gli ingredienti di una straordinaria ricetta di viaggio
Redazione TPC, 08 Mag 2023
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Il Mezzogiorno d’Italia è sempre foriero di sorprese. Ed è proprio quando non te l’aspetti che arriva la sorpresa, come sapere che i primi tre parchi nazionali italiani per dimensioni sono tutti al Centro-Sud Italia: insieme a quello del Pollino (Basilicata-Calabria) e del Gran Sasso e Monti della Laga (Marche-Abruzzo-Lazio), c’è il Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, con una straordinaria estensione di 181.048 ettari. Praticamente, come 250mila campi da calcio uno affianco all’altro.

Ma invece di linee di centrocampo e di porta, in questa zona della Campania, interamente appartenente alla provincia di Salerno, ci sono 8 comunità montane, 80 comuni, tre patrimoni dell’Umanità UNESCO (Paestum, Velia, Certosa di Padula). E non solo, perché questo parco è il primo d’Italia a essere inserito sia nelle Riserve della biosfera che nei Geoparchi UNESCO, un enorme e significativo riconoscimento che ne valida la straordinaria complessità ambientale, fatta di un paesaggio eterogeneo nel quale si alternano poche zone pianeggianti, magnifici tratti di costa e, man mano che si passa nell’entroterra, montagne e gole.

Una zona dominata dall’alto dal profilo austero del Monte Cervati, la montagna più alta ad appartenere interamente al territorio campano, poco meno di 1900 metri di altitudine dove in inverno le precipitazioni nevose sono straordinariamente intense, e alimentano in parte il Calore, fiume dall’importanza strategica per il territorio che dà vita alle omonime gole.

Le Gole del Calore, vero e proprio canyon della natura del Cilento, sono state scavate nel corso dei millenni dall’azione erosiva del fiume, generando cinque tratti di particolare interesse paesaggistico che, peraltro, contano su una straordinaria capacità di conservazione del territorio, e dunque riescono a dimostrare la bellezza di queste terre. Il punto più particolare per osservarlo è il ponte in pietra di Magliano Nuovo, una “schiena d’asino” – così si definiscono comunemente i ponti più alti al centro e poi digradanti ai lati, la cui costruzione risale probabilmente all’XI secolo.

Molti sono i luoghi che meritano una visita, e tra questi il tratto di costa cilentana è l’ideale dimostrazione di questa coesione tra mare e montagna. Un lungo percorso blu, un filo che unisce Capaccio-Paestum (dove visitare i templi ellenistici) a Sapri, la città della spigolatrice, passando per Pollica, Pisciotta, Camerota, Castellabate – quella, per intenderci, di Benvenuti al Sud – Ispani, Vibonati. Una costa ricca in Bandiere Blu, che confermano la specifica attenzione all’ambiente che il Parco nazionale del Cilento riesce a portare avanti.

Dall’arco naturale di Palinuro, un affaccio pregiatissimo sul Tirreno, passando per i borghi dell’entroterra, lo sguardo si arricchisce delle viste di Monte Stella, della Certosa di Padula, si fa ricco nel grande balcone panoramico di Monte Bulgheria e poi ritorna sul Cervati per la processione al Santuario della Madonna della Neve, imperdibile evento della cultura popolare e del sentire religioso che si svolge, di consueto, ogni anno il 5 agosto in ricordo del miracolo di Roma del IV secolo.

E proprio a proposito di patrimonio storico-religioso, la magnifica Basilica di Santa Maria de Gulia a Castellabate, con vista mare, è di grande pregio culturale e paesaggistico, un po’ come la Certosa di San Lorenzo a Padula. Un perfetto connubio delle meraviglie della natura e dell’uomo, in un territorio che seduce e incanta, e soprattutto invita a percorrere strade sempre nuove.



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