Di sole e di paella, questa città è una delle più belle mete per una vacanza in Europa

Valencia è una città accogliente, ricca di verde, di arte e cultura, adatta a comitive di amici, a coppie e a famiglie, piacevole tutto l'anno
Scritto da: Viviaggia
di sole e di paella, questa città è una delle più belle mete per una vacanza in europa
Ascolta i podcast
 

Pochi posti per me sono belli come Valencia, visto che ci vivono le mie nipotine e ogni volta che ci vado sto con loro. Penso comunque che il fascino che Valencia esercita su di me sia più che giustificato: è baciata dal sole, ha un clima caldo e ventilato che la rende gradevole praticamente tutto l’anno, è vivace e allegra come solo le città universitarie sanno essere ed è piena di cose da fare e da vedere. Valencia è una città che ha molto da offrire sia alle comitive di amici che alle famiglie con bambini e infatti in aereo vi si incontrano viaggiatori di ogni tipo.

Una menzione speciale voglio farla per i runners: qui c’è una delle maratone più veloci d’Europa e la Maratòn è così ben organizzata che per chi corre vale la pena di unire la gara all’esplorazione della città. Ma di questo parlerò meglio dopo.

Giardino del Turia

Voglio iniziare questo racconto con una meta che non è tra le più menzionate o conosciute, ma che rappresenta per me il posto più bello di Valencia: il Giardino del Turia.

In questo parco lungo quasi 10 km un tempo scorreva il fiume Turia, poi fatto deviare per evitare esondazioni e allagamenti in città. Nel tempo l’alveo del fiume è stato valorizzato sempre più e oggi è un luogo in cui si può fare di tutto: correre, camminare, andare in bici monopattino segway etc, giocare a calcio tennis padel futbòl americano rugby etc, fare palestra, organizzare un picnic, pedalare su unicorni giganti dentro il laghetto, sorseggiare una birra all’ombra o semplicemente oziare.

Io ho apprezzato infinitamente la pista riservata ai runner, dove non si corre il rischio di imbattersi in passeggini o biciclette e in cui sono segnati anche i metri per le ripetute. Il percorso è peraltro molto agevole e si adatta perfettamente all’allenamento.

Tornando alla Maratona, posso dire che qui gli spagnoli danno pieno sfoggio del loro calore e accompagnano i podisti con canti e balli incessanti, al grido di “venga venga” o “bravo bravo”. Per i meno allenati si tiene in contemporanea la 10 km, ugualmente divertente e veloce. Non so come, ma sembra di essere sempre in discesa e la fatica non si sente per niente. L’arrivo è alla Città delle arti e delle scienze, su una passerella sull’acqua, e anche questa è una particolarità che rinfranca dopo lo sforzo.

Il parco del Rio si estende dal Bioparco alla Città delle Arti e delle Scienze ed è attraversato da molti ponti vecchi, tra cui il Puente de Serranos, il Puente de San José, il Pont de Fusta, il Puente de la Trinidad, il Puente del Ángel Custodio, il Puente de Aragón e il Puente del Reino. Noi personalmente lo abbiamo percorso partendo dal ponte di fronte alle Torri di Serrano. La parte che va verso l’oceanografico è tenuta molto meglio dell’altra, ma andando verso il Bioparco si incontrano campi per tutti gli sport.

Per chi viaggia con i bambini, è consigliato fare arrampicare i piccoli sul gigantesco Gulliver che crea un parco divertimenti. La fila di domenica è lunga, arrivate per tempo.

Ho premesso che questa è la parte di Valencia a cui sono più affezionata. Non è facile spiegarne il motivo, ma ci proverò: nella mia vita ho cambiato tante volte contesti, città e compagnie e in alcuni casi mi sono ritrovata sola in città sconosciute. Mi viene quindi naturale, quando mi trovo in una nuova città, chiedermi come mi sentirei se mi ci dovessi trasferire all’improvviso, senza conoscere nessuno, e se sarebbe o meno accogliente.

Ecco, il Parco del Turia per me è casa a Valencia, è quel posto in cui sentirsi accolti e in compagnia anche quando si è soli. Mi immagino una domenica mattina a correre sul sentiero, a fermarmi sotto l’ombra di un albero a fare stretching, a osservare la vita degli infiniti passanti che non si accorgono di me ma mi fanno compagnia. Sarà che quando sono sola mi piace immaginare le storie e i pensieri della gente che osservo e il parco è un palcoscenico incessante di vita di ogni tipo.

Posso immaginarmi anche a leggere un libro dopo una giornata di lavoro o a bere un caffè in una pausa pranzo e la sensazione è sempre la stessa: sole, clima piacevole, gente che si rilassa e si dedica alle proprie passioni, condivisioni di allenamenti e di esperienze, vita che scorre.

Lo ammetto, non è che Valencia sia tutta sport, prati fioriti e relax: è una grande città, piena di traffico nelle ore di punta e con rotonde regolate da semafori a 4 colori che vi faranno perdere la testa. Ma proprio per questo il Parco del Rio, sottoposto rispetto ai vialoni trafficati e immune al caos della superficie, non può che regalare momenti di assoluta estraniazione. Provare per credere.

La città delle Arti e delle Scienze

città delle arti

Il simbolo di Valencia, quello che sicuramente troverete su calamite e matite ricordo, è la Città delle Arti e delle Scienze. Se atterrate di sera e siete dal lato giusto, avrete un’anteprima di questo gigantesco parco che si impone con la sua maestosa bellezza mentre siete ancora in cielo.

Di giorno è pieno di gente, mentre di sera la zona è piuttosto isolata e frequentata solo dai residenti. Questo complesso architettonico è stato realizzato da Calatrava, celebre architetto valenciano che ha regalato alla sua città un autentico gioiello. Se arrivate dal Turia, incontrerete prima il Palau de la musica, ma è solo qualche passo più in là che inizierete a sentirvi piccoli e meravigliati al tempo stesso. Il complesso si compone di vari edifici, fruibili in parte gratuitamente e in parte a pagamento.

La zona delle scienze piacerà di sicuro ai bambini ed è ricca di esposizioni interattive che portano a esplorare e conoscere. L’Emisferico può essere attraversato dall’interno gratuitamente, ma con un biglietto si può assistere a spettacoli 3d in un contesto che avvolge completamente lo spettatore. Il Palau de Les Arts ospita opere, concerti, zarzuela o balletto da ottobre a novembre, mentre negli altri mesi è visitabile internamente tramite una prenotazione sul sito web. Se avete ancora un po’ di energie, visitate l’Umbracle, un enorme giardino ricco di piante mediterranee e sculture contemporanee, che regalerà foto acchiappalike.

Intorno a questi grandiosi edifici, piscine e giochi d’acqua che il sole di Valencia rende pieni di riflessi e giochi di luce. Qui si possono noleggiare SUP elettrici o barchette per fare una visita dall’acqua ed è possibile prendere le biciclette per percorrere i 2 km del perimetro con minore stanchezza. Anche in questo caso, la Città delle Arti e delle Scienze (che non a caso è denominata come una vera e propria Ciutad) è un’oasi che consente di isolarsi dal contesto e regala l’illusione di essere ovunque e in nessun luogo. La bellezza dell’architettura è innegabile, con i giochi di linee, ponti, curve, punte, finestre, specchi e riflessi a creare continuamente movimento e a modificarsi dall’alba al tramonto, in base alla luce del sole.

Percorrerla a piedi richiede il suo tempo, soprattutto se la si vuole esplorare con attenzione. Le pause saranno comunque piacevoli, specialmente se fatte ai bordi delle piscine che vi si trovano, magari sorseggiando una orxata (è una bevanda a base vegetale, un po’ troppo dolce per me). La Ciutad de les artes i les ciencies è un luogo in cui torno sempre, ogni volta che vado a Valencia, fosse anche solo per vederla mentre ci passo con un motorino elettrico a noleggio. Le sue curve mi rilassano e mi danno l’idea di essere autenticamente a Valencia e non in qualunque altro posto nel mondo.

L’Oceanografico

oceanografico

Una menzione a parte merita l’oceanografico, separato dalla Città delle Arti e delle scienze da un ponte ma visibile anche da lontano, con un’architettura che ancora una volta non passa inosservata. Io ci sono entrata due volte, la prima ormai molti anni fa, quando ancora non avevo mai visto mari tropicali e barriere coralline, e la seconda nel 2021, dopo viaggi tra pesci e coralli. 

L’impressione che mi ha fatto la prima volta è stata incredibile: pesci coloratissimi, squali di vario tipo, delfini, razze, mante e addirittura i pinguini. Vedere così tante specie animali perfettamente organizzate e tenute, con i sub a dargli da mangiare e una macchina di biologi in perenne attività, mi aveva molto colpita. E credo che i vostri bambini saranno più che entusiasti e anche voi lo sarete, se il vostro animalismo non vi porterà a considerarla una costrizione.

Nel 2021, invece, la mia percezione è cambiata di molto: i pinguini mi hanno fatto pena, devo ammetterlo, e anche lo spettacolo con i delfini (a cui avevo portato mia nipote anni fa con grande gioia). Alla seconda visita mi hanno colpita le tartarughe giganti e l’area tropicale, ma credo che tutto dipenda da quanto si è viaggiato e quanto si apprezzano acquari e zoo. A voi la scelta, anche se resta una meta straconsigliata che vi colpirà di certo. Si tratta dell’acquario più grande d’Europa ed è organizzato perfettamente, con numerose aree tematiche e ricche spiegazioni del contesto climatico ed ambientale in cui vivono le specie. Il top è la galleria sotterranea in cui camminerete avendo sopra la testa squali, mante e pesci enormi intenti a nuotare liberamente: anche in questo caso, la foto è d’obbligo.

Per chi ha bambini al seguito, è consigliato anche il Bioparco, che si trova dalla parte opposta del Parco della Turia. Qui si trovano varie specie animali e un laghetto, uno zoo ben tenuto che completa l’esperienza naturalistica di questo viaggio. Anche qui, lo apprezzerete di più se non siete contrari all’idea degli animali messi a disposizione di un pubblico pagante, opinioni che restano del tutto personali.

Il centro storico

centro storico

Come ho premesso, non so fino a che punto so essere obiettiva su Valencia, forse anche perché la prima volta che ho visitato il suo centro storico ero in compagnia della mia prima nipote, che allora aveva 5 anni (e che solo due anni più tardi avrebbe fatto da interprete nelle mie richieste di indicazioni ai passanti, prima che imparassi anche io un po’ di spagnolo con cui potermi muovere in autonomia). Vissuti personali a parte, il centro storico di Valencia credo che risulti per tutti piacevole da percorrere e attraversare. Si parte da Plaza del Ayuntamiento, la piazza del Comune, in cui troverete numerosi edifici imponenti di epoche variabili, perfettamente tenuti, semplicemente girando su voi stessi.

Dalla Piazza si raggiunge con facilità, attraverso una strada zeppa di negozi di souvenir e ristoranti, la Plaza de la Reina Sofia, dove non avrete difficoltà a riconoscere il Miguelete. Su questa alta torre è possibile salire percorrendo comodi 207 scalini (è una città di sportivi, ve l’ho detto): la fatica sarà ricompensata da una bella vista su Valencia (che forse non vi era ancora sembrata così grande come vista da lassù). Accanto al Miguelete, avrete la Cattedrale di Valencia, che consiglio di percorrere dall’esterno da un portale all’altro per coglierne la varietà. La Cattedrale si fa notare per la bellezza della sua facciata, riccamente decorata, ma proseguendo sul lato sinistro vi troverete davanti a un altro portone d’ingresso ugualmente degno di nota. Nel mezzo, attenti alle zingare che chiedono l’elemosina.

Non tutti sanno che nella Cattedrale di Valencia si ritiene che sia custodito il Sacro Graal: consigliata una visita guidata alla scoperta di questo tesoro. A pochi passi dalla Cattedrale, sempre nel centro storico, si trova il Mercato Centrale. L’edificio in sé non è memorabile (non fidatevi della guida), ma dentro ci troverete cibo locale di ogni tipo e un chiosco che vende tapas, panini farciti e altri prodotti locali. Se la fila nel Mercato è eccessiva, potete sempre ripiegare su uno dei baretti che si trovano nella piazza, dove sarà un piacere sorseggiare una spremuta al sole. Le arance a Valencia sono buonissime e non a caso spesso le mangiamo anche in Italia.

Nella piazza del Mercato si trova un altro edificio, che è addirittura Patrimonio dell’Umanità: la Lonja de la seda (borsa della seta). L’interno e l’esterno di questo edificio sono spettacolari e anche per questo è oggi un sito Unesco. All’interno, la sala de Contratación è quella principale: in questo luogo i mercanti si trovavano per firmare i contratti. Si tratta dell’ambiente più particolare, grazie a un tetto formato da volte che sono sostenute da 5 file di colonne, arricchito da mosaici in marmo e inteso come un tempio (l’interno simboleggia l’allegoria del paradiso con colonne che rappresentano le cupole e le palme come emblema della volta celeste). L’ala laterale venne chiamata padiglione del consolato ed era la sede del primo tribunale mercantile marino che fosse mai stato creato in Spagna. Al primo piano si trova la Camera d’oro a cui si accede grazie a una scalinata monumentale realizzata in pietra.  Il piano terra, che viene usato per ospitare delle mostre, ha un meraviglioso soffitto rinascimentale.

Il complesso è decorato da numerosi ornamenti in pietra, caratteristici dello stile gotico, tra cui spiccano le gargouille, figure grottesche e mostruose, ma anche busti di imperatori romani. Tra le varie decorazioni si possono vedere anche un drago, una coppia abbracciata e un uomo nudo che simboleggia la purezza. Sopra le finestre spicca lo scudo della città sollevato da due angeli.

Sempre nel centro incontrerete la Plaza Redonda, uno degli angoli più incantevoli della città, circondata da tradizionali negozi d’artigianato, bar e bancarelle che offrono pizzi, ricami, tele e souvenir di Valencia, oltre a molti altri prodotti. Alla piazza si accede da quattro strade pedonali che convergono in uno spazio centrale, pieno di luce, e dal quale, posizionandosi in prossimità della fontana situata nel centro, è possibile ammirare una nuova e bella prospettiva del campanile in stile barocco rococò di Santa Catalina, che si erge al di sopra dei tre piani dell’edificio circolare.

Se avete visitato il centro storico e ne avete abbastanza di arte e cultura, andate verso il Mercato di colon e dedicatevi allo shopping. Qui si trova veramente di tutto, dalle catene di abbigliamento per adolescenti alle grandi firme, con moda spagnola, italiana o internazionale. Nel mercato di Colon potrete sorseggiare qualcosa per riprendere fiato: non è il più bello della città, ma se siete in zona date un’occhiata.

A pochi passi troverete Plaza de Toros, luogo in cui ancora oggi è possibile assistere a una vera corrida. Per sapere se nell’arena c’è o meno una corrida, guardate se sono esposte le bandiere: se le bandiere ondeggiano in tutti i piloni che caratterizzano l’ultimo anello del monumento, avremo una corrida di tori; se sono poste in piloni alterni, avremo una corrida di novillos (corride con tori che non superano i tre anni d’età); se sono poste una ogni tre piloni ci sarà una corrida di becerros (corride con tori che non hanno più di due anni). Se non ci sono bandiere innalzate in Plaza de Toros, non sono in programma corride.

Anche qui, lascio alla sensibilità di ciascuno l’apprezzamento o il disgusto per queste manifestazioni.

Il Carmen

carmen

Un quartiere che vi stupirà e vi darà l’impressione di essere altrove è il Carmen. Un tempo questa zona era fuori dalle mura arabe che segnavano i confini cittadini e quando è stata inglobata si è deciso di imporre la conservazione dello stile architettonico precedente. Così questo posticino al centro di palazzi e grattacieli mantiene ancora le casette indipendenti tipiche dei paesini. Questo quartiere, il più conosciuto di Valencia, ha mille anni di storia e magnifici esempi di architettura medievale, un ricco patrimonio artistico, centinaia di aneddoti storici e l’origine di un buon numero di leggende locali.

Il quartiere conserva alcuni dei migliori musei della città e alcune meraviglie architettoniche, come il Portale della Valldigna, l’antico ingresso al quartiere moresco dove si concentrarono i musulmani dopo la conquista della città da parte del Conquistatore.  Qui si trova anche la Chiesa di San Nicola da Bari e di San Pietro Martire, famosa per gli impressionanti dipinti murali.

Il Carmen ospita anche le uniche due porte di accesso alla città medievale ancora esistenti: la porta di Serrano e quella di Quart. Porte che, anticamente, chiudevano all’arrivo della notte dopo uno scampanio che ne annunciava la chiusura… chi era distratto non aveva altra scelta che dormire “al chiaro della luna di Valencia”. Le Torri di Serranos furono utilizzate sia per la difesa che come archi di trionfo. Attualmente, l’evento più importante che si svolge ai loro piedi è la Crida, una chiamata da parte della Fallera Mayor di Valencia, l’ultima domenica di febbraio, per invitare valenziani e turisti a dare il benvenuto alla festa delle Fallas.

Le Fallas

Alcuni anni fa decisi di andare a Valencia per il compleanno di mia nipote, a metà marzo, e notai che il biglietto del volo era insolitamente costoso. All’arrivo mi fu chiaro il motivo: ero nel pieno delle Fallas. Le Fallas potrebbero apparire un mix tra i nostri riti dell’ultimo dell’anno e i nostri carri di Carnevale, ma sono autentiche celebrazioni valenciane che trovano la loro origine nell’abitudine dei falegnami di bruciare ciò che non serviva più. Col tempo gli abitanti, con l’arrivo della primavera, iniziarono a realizzare pupazzi vestiti con abiti da dismettere e la cosa crebbe progressivamente, fino ad arrivare alla versione moderna: circa 400 commissioni falleras, generalmente appartenenti allo stesso quartiere o distretto di Valencia, collocano la propria falla, ovvero grandi costruzioni artistiche fatte di materiali combustibili, in una delle vie della città. Le Fallas attuali non sono più di legno, ma vengono costruite con il sughero e la cartapesta e si ispirano a scene della vita politica e dell’attualità, spesso in chiave satirica.

Si assegnano numerosi premi alle fallas più belle e alla fine vengono scelti due carri che saranno risparmiati dalle fiamme e destinati al museo delle Fallas; tutti gli altri saranno invece bruciati. Las Fallas iniziano il 15 marzo con la Plantá, ovvero l’atto di erigere le fallas, e terminano il 19 marzo con la Cremá, quando tutte le fallas vengono bruciate in altissimi e suggestivi falò. Il centro è pieno zeppo di gente, in particolar modo valenciani (è una celebrazione molto sentita), per cui la scelta se parteciparvi o meno dipende un po’ dai propri gusti. Io ci tornerei volentieri, anche se la calca non è esattamente la mia passione.

La Malvarrosa

Come ho già detto, Valencia è una città felice, piena di sole e di vita. E una città così non può che avere il mare. Certo, non stiamo parlando del mare del Salento o della Sardegna, ma la zona costiera ha una lunga spiaggia che non vi deluderà.

Per raggiungere la Malvarrosa vi basteranno un bus, un Uber o una bella pedalata. Superata la marina inizia il lungomare, con la parte piastrellata piena di ragazzi su pattini e skateboard o monopattini e dal lato opposto al mare una sfilata infinita di ristoranti turistici e negozi. Se vi piace mangiare vista mare, preferite un bar di tapas, perché qui la paella è a misura di turista e il rapporto qualità-prezzo si giustifica solo per la vista. D’estate le spiagge sono attrezzate ed è possibile fare una sosta per riprendersi dal gran caldo. Nelle altre stagioni, per quanto mi riguarda una visita al mare vale sempre la pena, ma dipende dal tempo che avete. A Valencia il sole tramonta più tardi che in Italia e non va a dormire nel mare, ma il cielo al tramonto regala comunque colori unici.

La Malvarrosa è, nella mia esperienza, spesso ventosa e quindi è bene coprirsi. Se ci arrivate all’ora dell’aperitivo, vi consiglio di provare la Fabrica de hielo, un moderno centro culturale in stile industrial in cui potrete provare birre e tapas e spesso troverete musica dal vivo o con DJ.

Il cibo

turistipercaso

Io sono vegetariana e in generale mangio pochissime varietà di cibo, per cui non sono proprio la più esperta in questo campo. Posso confermare che anche a Valencia, come in altre città della Spagna, si consumano molte tapas, assaggi di pietanze di tipo diverso, spesso servite nei bar con terrazza (uno spazio scoperto, di frequente collocato sul marciapiede o ai piedi di diversi palazzi). Per i vegetariani c’è la tortilla, con o senza cipolla, un mattonazzo di frittata con uova e patate che è certamente da provare, anche se dopo qualche giorno stufa. I vegetariani stiano attenti al panino vegetale: a dispetto del nome, dentro c’è il tonno.

Per i carnivori, non può mancare il jamon serrano, anche se ci sono vari tipi di salumi locali molto apprezzati. La paella valenciana è di terra (pollo e coniglio), ma la troverete anche di mare o vegetale. Da provare le patatas bravas (patate fritte con salsa piccante), il bacalao, i gambas al ajillo (gamberetti all’aglio) e le croquetas (dalla forma delle nostre crocchette, ma dal ripieno vario, come le polpette).

Ristoranti e bar di tapas si trovano praticamente ovunque e il prezzo e la qualità dipendono molto dal luogo in cui vi trovate. Per i ristoranti stellati, vi avviso che spesso bisogna prenotare con un larghissimo anticipo e con carta di credito. Di recente è stato aperto il Mercado de la Imprenta, un ampio locale in cui diversi banconi di street food offrono cibo di vario tipo, dagli hamburger ai baovan al sushi. L’angolino di fronte al Mercado è un esempio tipico di convivenza tra casette da paesello e grattacieli. Il vino è ottimo, soprattutto il rosso, ma anche la birra non vi deluderà. L’agua de Valencia è un cocktail a base di succo d’arancia, vodka (o gin) e cava. Non mi è piaciuto molto, ma dovete assaggiarlo per dire la vostra.

Se a pranzo potete fermarvi ovunque, la sera andate a Ruzafa, il quartiere della vita notturna.

Per concludere

Valencia in generale è una città green, attraversata da chilometri di piste ciclabili che collegano tutta la città. Ci sono molti punti in cui prendere le bici a noleggio, che possono poi essere lasciate in un altro stallo. Noi l’abbiamo girata tutta in bici ed è la modalità che consiglio di più, anche perché in auto parcheggiare è difficile (la soluzione migliore è usare i parcheggi sotterranei che si trovano ai margini della zona pedonale). Ci sono anche comodissimi scooter elettrici da noleggiare con la app, migliori per gli spostamenti più lunghi.

Autobus e metro funzionano benissimo e collegano tutti i punti di Valencia. Per dormire, con Airbnb troverete facilmente appartamentini nel centro storico, posizione che consiglio per la facilità degli spostamenti e per la possibilità di raggiungere molti punti di interesse a piedi. A Valencia ci potete andare a tutte le età, con gli amici, il partner o la famiglia, e non rimarrete delusi. Il costo del viaggio è altamente variabile in base alle sistemazioni che scegliete e anche i voli spesso hanno ottimi prezzi (oltre alla Ryan, date uno sguardo a Vueling).

Per me Valencia è un raggio di sole.

Guarda la gallery
img_20211102_205211

fb_img_1680887442792

img_20211102_105922

img_20230408_211854

img_20230408_212202

img_20230408_212354

img_20230409_111821

img_20230409_180901

img_20230409_180932

img_20230409_201703

img_20230409_213634

img_20230409_213833

img_20230410_143316

img_20230411_120204

img_20230411_120358



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche

    Video Itinerari