Ancor prima dei grattacieli, la Manhattan del Medioevo era la città dove i palazzi guardavano verso il cielo
Nel cuore della Val d’Elsa si trova uno dei borghi più belli e sorprendi d’Italia, San Gimignano. Un piccolo borgo medievale che deve la sua fama planetaria alle numerose torri che caratterizzano da secoli lo skyline di San Gimignano. Il centro storico di San Gimignano con i suoi palazzi e le sue torri, dal 1990 è inserito dall’Unesco nella lista dei beni patrimonio umanità, in quanto riconosciuto come esempio indiscusso dell’architettura e del genio umano, testimonianza unica della storia medievale dell’età dei comuni. Queste terre sono state abitate dagli Etruschi, dai Longobardi e dai Romani.
La sua posizione strategia sulla Via Francigena, hanno fatto di San Gimignano uno dei borghi più importanti della zona. Il maggior periodo di splendore economico rasale alla fine del XIII secolo, quando al governo della cittadina ci sono i ghibellini e il commercio dello zafferano prodotto nelle campagne di San Gimignano era uno dei prodotti più preziosi e richiesti dell’epoca.
È proprio in questo periodo che la ricca cittadina toscana si popola delle torri che ancora oggi la contraddistinguono.
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Nel 1348 però, arrivano in tutta Europa la peste nera e la carestia, e anche San Gimignano accusa il colpo. Inizia così un lento declino che terminerà solo nei primi anni del XX secolo, quando San Gimignano viene riscoperto e apprezzato per le sue architetture e per la bellezza del suo centro storico.
Le torri di San Gimignano, la Manhattan del Medioevo
Come mai San Gimignano è chiamata anche la Manhattan del Medioevo? Perché in epoca medievale, durante il periodo d’oro della cittadina, erano presenti ben 72 torri, appartenenti alle maggiori famiglie della borghesia di San Gimignano. Le torri erano il simbolo del potere e della ricchezza di queste famiglie, che facevano a gara a chi costruisse, e di conseguenza avesse più soldi da spendere, la torre più alta.
Nello statuto cittadino del 1255 nessuna torre poteva essere più alta dei 54 metri della Torre Grossa, ma le due famiglie rivali Salvucci (guelfi) e Ardighelli (ghibellini), sfidarono questa regola ed eressero torri più alte. Oggi di torri ne restano soltanto 14, perché nel corso dei secoli molte torri sono state scapitozzate, ossia mozzate, proprio per tenere fede allo statuto del 1255.
Le torri non erano solo simboli di potere, ma delle vere e proprie abitazioni. Al pianoterra di solito c’era la bottega, ai primi piani l’abitazione vera e propria, per seguire con le stanze riservate alla servitù e per finire le cucine con i magazzini.
Torre Grossa
La Torre Grossa è la più alta di San Gimignano, ben 54 metri, ed è stata finita nel 1311. Si trova in Piazza Duomo, alla destra del Palazzo Nuovo del Podestà ed è, insieme alla torre Campatelli e alla torre Salvucci, l’unica visitabile all’interno. L’accesso alla Torre Grossa avviene dalle sale del Museo Civico, ospitato nel Palazzo Nuovo del Podestà. Oltre all’altezza, particolarità della Torre Grossa è che la sua base è un passaggio voltato molto suggestivo.
Torre Rognosa
La Torre Rognosa è la più antica delle torri di San Gimignano. Edificata nel XIII secolo, è alta 52 metri. Chiamata cosi perché era un carcere e chi vi era ospitato, era perché aveva avuto delle rogne. È anche detta Torre dell’Orologio e si trova in Piazza del Duomo, affianco al Vecchio Palazzo del Podestà.
Torri Salvucci
In Piazza delle Erbe, poco distante da Piazza del Duomo, ci sono due torri gemelle, le Torri Salvucci. Sono due torri dall’aspetto imponente e massiccio e in origine erano molto più alte di adesso. Le due torri Salvucci infatti erano il simbolo del potere politico ed economico dei Salvucci, che sfidarono il regolamento del 1255 che vietava di superare in altezza la Torre Grossa. Fu così che le torri gemelle furono ridotte in altezza e oggi la più alta delle due torri raggiunge i 51 metri ed è una residenza d’epoca.
Torre Campatelli
Lungo Via San Giovanni, che da Piazza della Cisterna conduce all’omonima porta, troviamo la Torre Campatelli. Alta 28 metri, dal 2009 è gestita dal FAI che dopo un lungo restauro ha riaperto la Torre alle visite. Questa torre è unica, poiché è la sola che conserva intatta la sua struttura originaria e l’unica di San Gimignano ad avere l’interno completamente vuoto.
Torre del Diavolo
In Piazza della Cisterna c’è una torre diabolica, anzi, costruita dal diavolo in persona. La leggenda narra che di ritorno da un viaggio, il proprietario si rese conto che la torre era ben più alta di come l’avesse lasciata. Questo fatto inspiegabile fu attribuito all’intervento del diavolo e da allora da tutti è conosciuta come Torre del Diavolo. Anticamente sotto la torre c’era un passaggio, il Vicolo dell’Oro, dove si trovavano le botteghe dei battiloro, ossia coloro che creavano la foglia d’oro battendo le monete di oro zecchino.
Non solo torri: palazzi, musei e…
Palazzo Vecchio del Podestà
Era l’antica residenza del Podestà di San Gimignano prima che fosse costruito il Palazzo Nuovo e qui si trova la Torre Rognosa. Di origine duecentesca, nel corso dei secoli ha subito svariati restauri e oggi al suo interno ospita il Teatro dei Leggieri, una sala dall’acustica perfetta di oltre 200 posti.
Palazzo Nuovo del Podestà
Costruito nel 1288 come nuova sede comunale, il Palazzo Nuovo del Podestà è conosciuto anche come Palazzo Comunale e Palazzo del Popolo. Si trova tra la Loggia Comunale e l’altissima Torre Grossa. Al suo interno ci sono i Musei Civici, che espongono opere dei maggiori artisti del Rinascimento toscano: Pinturicchio, Benozzo Gozzoli, Coppo di Marcovaldo, Taddeo di Bartolo e Neri di Bicci sono solo alcuni dei grandi nomi presenti nelle sale. Dal Museo Civico c’è anche l’accesso alla Torre Grossa, una delle poche visitabili all’interno.
Museo della tortura
Eh sì, questo è un museo molto particolare e non adatto ai deboli di cuore. Nelle sale di un antico palazzo duecentesco sono esposti alcuni degli strumenti di tortura più crudeli pensati dalla mente umana. Oltre alla celebre Vergine di Norimberga e alla Sedia Inquisitoria, qui potete vedere oggetti meno conosciuti ma altrettanto diabolici. Poco distante e con lo stesso biglietto, si può visitare il Museo della Pena di Morte.
Le mura e le porte
San Gimignano conserva ben 2.176 metri delle antiche mura che un tempo circondavano tutto il borgo abitato. Distrutte più volte, oggi sono uno dei vanti di San Gimignano.
Lungo il tracciato si aprono 5 porte, che corrispondono alle antiche contrade della cittadina toscana: Porta San Giovanni, Porta San Matteo, Porta San Jacopo, Porta delle Fonti e Porta del Quercecchio. Il Bastione San Francesco, adiacente a Porta San Giovanni, è quello meglio conservato, mentre dal Forte di Montestaffoli, dove d’estate si svolgono concerti all’aperto, si gode uno spettacolare panorama su tutta la Val d’Elsa.
Le piazze e le chiese
La piazza è da sempre luogo d’incontro e di scambi. Le due piazze principali di San Gimignano sono Piazza del Duomo e Piazza della Cisterna.
Piazza del Duomo
È il cuore pulsante di San Gimignano e qui si trovano gli edifici simbolo del potere religioso e di quello politico.
Oltre al Duomo da cui la piazza prende il nome, qui si affacciano i due palazzi del Podestà, quello nuovo e quello vecchio, la Torre Grossa, la Torre Rognosa, la Torre Chigi e le due torri gemelle dei Salvucci.
Piazza della cisterna
Piccola piazza di forma triangolare in cui si svolgevano il mercato e i tornei in occasione delle feste. È il punto in cui s’incrociano la via Francigena e la via che collega San Gimignano con Pisa e Livorno. La piazza prende il nome dalla sottostante cisterna medievale, che era usata per la raccolta delle acque destinate al pubblico uso. In Piazza della Cisterna si trovano la Torre di Palazzo Pellari, la Torre degli Ardinghelli e alcuni palazzi nobiliari.
Duomo
In Piazza del Duomo, al termine di una scenografica scalinata, c’è il Duomo di San Gimignano. Consacrato nel 1148, è uno dei massimi esempi di romanico toscano. La sua facciata dalle linee armoniche, semplici ma perfette, è il fondale ideale della bellissima Piazza del Duomo. L’interno è un’esplosione di colore: tutte le pareti e le volte sono coperte da affreschi del XIV – XV secolo, realizzati da alcuni dei più importanti artisti toscani, quali Bartolomeo di Fredi, Lippo Memmi e il Cigoli. Il vero capolavoro è però la Cappella di Santa Fina, l’ultima della navata destra. Costruita nel 1468 su progetto di Benedetto da Maiano per conservare il corpo di Santa Fina, la cappella è decorata dal ciclo di affreschi con le Storie di Santa Fina, opera di Domenico Ghirlandaio, uno dei maestri dell’arte rinascimentale. E poteva mancare una torre nella città che ne contava un centinaio? Assolutamente no. Il campanile del Duomo, che è anche la parte più antica del complesso, era una torre familiare che nel XV secolo è stata trasformata in torre campanaria.
Sant’Agostino
Quasi al limitare del centro storico, nell’omonima piazza caratterizzata dalla pavimentazione di mattoncini in cotto toscano, c’è la duecentesca Chiesa di Sant’Agostino. La facciata è semplice e austera, mentre l’interno è un sapiente mix di elementi gotici e romanici, che trova il massimo fulgore nel coro. Il coro fu interamente affrescato nel 1464 da Benozzo Gozzoli, che realizzò uno dei cicli pittorici più famosi dell’arte, Le storie della vita di Sant’Agostino. Sono diciassette scene che, con dovizia di particolari, racconta la vita del santo, dai primi anni di vita fino al suo funerale.
Zafferano & Co.
Quando si nomina San Gimignano, subito dopo le torri, il pensiero va allo zafferano. La sua produzione risale al periodo medievale ed è uno dei prodotti che hanno fatto la fortuna della Manhattan del Medioevo. Questa preziosa polvere veniva infatti utilizzata, oltre che per insapori e piatti, per tingere le stoffe. Attualmente lo zafferano di San Gimignano ha la DOP (denominazione origine protetta), che ne disciplina luoghi e metodi di coltivazione. Per riempire la pancia dopo essere stati tutto il giorno con la testa all’insù ad ammirare torri, non c’è nulla di meglio di un bel piatto di pici al ragù. Un piatto semplice fatto con acqua e farina, ma in cui è racchiusa tutta la tradizione e la sapienza delle massaie di San Gimignano.
Nelle giornate fredde vi consigliamo un buon piatto di ribollita, con pane raffermo e verdure stagionali: quando l’arte del recupero è storia! Per gli amanti della carne, il cinghiale è quello che fa per voi. La zona di San Gimignano è rinomata per la carne di cinghiale, che è utilizzata in svariati modi, tutti buonissimi. Ma dopo tanto mangiare, cosa possiamo bere? Naturalmente una buona vernaccia, che, nel lontano 1966 è stata una delle prime DOC d’Italia.